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Biotopo Canneti di San Cristoforo



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Trento - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: Canneto
  • Nome locale: Canneto
  • Nome topografico: San Cristoforo
  • Comune: Pergine Valsugana
  • Comprensorio: C.4 - Alta Valsugana
  • Quota media s.l.m.: m 450
  • Superficie: ha 9,4 circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 09.09.1988, n. 10345; modif. delib. 03.08.1992, n. 10248
  • Ulteriori informazioni


Le rive del Lago di Caldonazzo, il più grande specchio d'acqua naturale interamente trentino, sono state profondamente modificate nel tempo rispetto al loro aspetto originario a causa della realizzazione di importanti vie di comunicazione (ferrovia, strade provinciale e statale) e, negli ultimi decenni, a causa dell'invadenza delle strutture destinate al turismo balneare.

La tipica vegetazione perilacuale del lago sopravvive solo lungo alcuni dei suoi tratti di costa; i due maggiori lembi, posti sulla riva settentrionale, ad Est e ad Ovest dell'abitato di San Cristoforo, sono oggi tutelati come Biotopo "Canneti di S. Cristoforo", area protetta che pertanto risulta frazionata in due zone distinte nello spazio ma sostanzialmente identiche nella struttura vegetale.

Il panorama vegetale del Biotopo è caratterizzato dalla presenza di estesi canneti, fittissime formazioni di cannuccia di palude (Phragmites australis), e, nella porzione orientale, di lembi di bosco ripariale di ontano nero (Alnus glutinosa). Le altre preziose associazioni di piante acquatiche e palustri sono invece purtroppo scarsamente rappresentate: una situazione ben diversa rispetto al passato, prima delle bonifiche intraprese fra il 1777 e il 1820, quando i prati acquitrinosi coperti da cariceti circondavano tutto il lago e a Nord giungevano fino al paese di Pergine Valsugana! La vegetazione del Biotopo è tutto quanto rimane di quelle che venivano chiamate "le grandi paludi perginesi".


A parziale riparo dei "misfatti" compiuti dall'uomo in passato, il Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento ha provveduto a reintrodurre nel Biotopo la ninfea (Nymphaea alba), una pianta acquatica dagli splendidi fiori candidi scomparsa dal lago pochi decenni or sono, che oggi ha ricostituito nella zona protetta una rigogliosa popolazione.

In questo Biotopo, nel complesso, non si rinvengono molte specie vegetali particolarmente rare; la sua importanza naturalistica è invece data essenzialmente dal ruolo che esso svolge nei riguardi della fauna, soprattutto quale habitat ottimale per molte specie di uccelli acquatici. Tale ruolo gli viene conferito dalla sua stessa struttura: nei fitti ed estesi canneti (tra i più vasti di tutta la provincia) la penetrazione è difficilissima, sia da terra che dall'acqua, e di questa tranquillità approfitta l'avifauna.

Tra gli uccelli presenti il più importante è lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), un vistoso uccello acquatico celebre per le sue parate nuziali: il Biotopo ospita la più consistente popolazione nidificante dell'intero Trentino. Altre interessanti specie che pongono il loro nido nell'intrico delle canne sono il porciglione (Rallus aquaticus), il tarabusino (Ixobrychus minutus), la folaga (Fulica atra), il germano reale (Anas platyrhynchos), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus).
Ma durante l'inverno e la migrazione vi si fermano aironi cenerini (Ardea cinerea), tarabusi (Botaurus stellaris), cormorani (Phalacrocorax "sp.), tuffetti (Tachybaptus ruficollis), nitticore (Nycticorax nycticorax), gabbiani (Larus, varie specie), falchi pescatori (Pandion haliaetus), numerose specie di anatre ed altri ancora.

L'esigenza di garantire all'avifauna l'indispensabile tranquillità e favorire le nidificazioni, oltrechè di preservare la delicata vegetazione acquatica da possibili danneggiamenti, rappresenta il motivo dell'inclusione nell'area protetta delle due porzioni di specchio d'acqua antistanti ai canneti, che risultano così interdette alla navigazione e alla penetrazione dell'uomo.