Logo Biotopo Fontanazzo

Biotopo Fontanazzo



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Trento - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: boschi ripariali di fondovalle con risorgive
  • Nome locale: Fontanazzo
  • Nome topografico: Fontanazzo
  • Comune: Grigno
  • Comprensorio: C.5 - Bassa Valsugana e Tesino
  • Quota media s.l.m.: m 260
  • Superficie: ha 50 circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 18.01 1994, n. 279.
  • Ulteriori informazioni


Fino a non molti decenni or sono l'intero fondovalle della Valsugana era punteggiato da paludi più o meno vaste create dall'incessante divagare del corso del Fiume Brenta. Oggi l'antico paesaggio è ormai testimoniato solo dalla presenza di poche zone umide assediate dall'invadenza dei coltivi, che proprio in relazione alla loro rarità rappresentano gli ultimi ambienti di vita per molte specie della flora e della fauna.

Il Biotopo "Fontanazzo", che è una di queste preziose zone, si trova sul fondovalle della Bassa Valsugana presso il paese di Selva di Grigno e dista circa 45 km da Trento.

Il tratto di valle in questione colpisce per la sezione trasversale nettamente ad "U", con pareti rocciose strapiombanti su entrambi i versanti. E la tipica morfologia delle valli di origine glaciale, conseguente all'azione di scavo esercitata dai ghiacciai durante il periodo quaternario, terminato circa 15.000 anni fa. L'intera area del Biotopo insiste su depositi alluvionali costituiti da ghiaie, sabbie e finissimi limi. Questi materiali, trasportati e successivamente qui deposti dal Fiume Brenta nel corso dei millenni, hanno colmato il fondo dell'ampia valle ad "U".

Uno tra i maggiori motivi di interesse naturalistico del Biotopo Fontanazzo è costituito dal suo particolare sistema idrico: la zona protetta infatti comprende alcune importanti sorgenti di fondovalle che sono in diretta comunicazione con il complesso carsico delle grotte della Bigonda e del Calgeron (uno tra i maggiori d'Italia), grotte che si aprono sul versante destro della valle, a poca distanza dal Biotopo. Il reticolo sotterraneo delle grotte raccoglie le acque derivanti dalle precipitazioni sull'altopiano soprastante; tali acque riemergono attraverso i depositi alluvionali nella zona del Biotopo dando origine alle sopra citate sorgenti. La rapidità del deflusso permessa dalla rete sotterranea è testimoniata dal fatto che le sorgenti di fondovalle possono entrare in azione già 24 ore dopo le precipitazioni sull'altopiano. La tarda primavera rappresenta il periodo di massima portata, in coincidenza con lo scioglimento delle nevi in montagna. Questi fenomeni di risorgiva determinavano in passato il perenne ristagno delle acque sull'intera area del Biotopo. Gli interventi di bonifica intrapresi a partire dal 1950, con lo scavo di canali di drenaggio e la canalizzazione dei rivi, unitamente all'abbassamento della falda idrica dovuto all'estrazione della ghiaia nel Fiume Brenta, hanno determinato il prosciugamento quasi totale della zona portandola alla situazione attuale.


Il Biotopo si presenta assai vario dal punto di vista ambientale, comprendendo lembi di bosco ripariale, prati, coltivi, il fiume e il greto fluviale, oltreché corsi d'acqua minori. Il bosco ripariale, composto da ontano nero (Alnus glutinosa), ontano bianco (Alnus incana) e salice bianco (Salix alba) è la componente di vegetazione più caratteristica del Biotopo e forse la più preziosa. Nel fitto della vegetazione trovano possibilità di rifugio, alimentazione e riproduzione numerose specie di Uccelli e Mammiferi.

Il Fiume Brenta, per il tratto compreso nel Biotopo, presenta interessanti condizioni di naturalità. La sponda destra per un buon tratto è priva di argini artificiali e l'azione di deposito ha permesso la formazione di un ampio greto, frequentato da varie specie di uccelli di ripa, tra cui i rari corriere piccolo (Charadrius dubius) e piro piro piccolo (Actitis hypoleucos); anche il maestoso airone cenerino (Ardea cinerea), il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) e lo splendido martìn pescatore (Alcedo atthis), frequentano assiduamente il corso d'acqua.