Logo Biotopo Le Grave

Biotopo Le Grave



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Trento - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: Torbiera e vegetazione xerofila su detrito
  • Nome locale: Alle Grave
  • Nome topografico: Alle Grave
  • Comune: Civezzano
  • Comprensorio: C.4 - Alta Valsugana
  • Quota media s.l.m.: m 865
  • Superficie: ha 30 circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 05.08.1988, n. 9064
  • Ulteriori informazioni


Questo Biotopo tutelato comprende due tipologie ambientali tra loro estremamente diverse: una zona umida ed una zona arida, dislocate rispettivamente ai piedi e sui fianchi di un piccolo rilievo indicato sulle carte topografiche come "Doss Le Grave".

Il termine dialettale "grave", con tutte le sue varianti locali, indica attualmente un ghiaione, un cumulo di ghiaia oppure un luogo ove si scaricano ghiaia o sassi. La porzione del Doss Le Grave inclusa nel Biotopo si presenta proprio costituita da una gran quantità di "ghiaia" di porfido che conferisce al territorio un aspetto "semidesertico" molto suggestivo. L'origine di questo particolare ambiente è legata all'attività umana: l'imponente accumulo di ghiaia e sassi è infatti costituito da materiale di scarto derivante dall'attività estrattiva dell'argento che, negli anni dal 1000 al 1500 circa, ha interessato tutto l'altopiano del Calisio-Argentario.

L'ambiente della "grava" presenta spiccate condizioni di aridità del terreno e questo influenza strettamente la vita delle piante. Vi crescono le specie tipiche dei luoghi aridi come la globularia (Globularia cordifolia) e il pero corvino (Amelanchier ovalis). La vegetazione risulta macroscopicamente caratterizzata da un gran numero di esemplari di pino silvestre (Pinus sylvestris), che, a causa della povertà del suolo, crescono molto lentamente e stentatamente ed hanno sistematicamente assunto l'aspetto e la forma di autentici bonsai naturali, alti al massimo un metro e mezzo. Alcuni hanno forme così belle che ben figurerebbero nei manuali che insegnano l'arte bonsai; donano inoltre al paesaggio un aspetto vagamente orientale o, se si preferisce, di certe macchie mediterranee ove è presente il ginepro feniceo.


La porzione arida del Biotopo prende immediato contatto con la zona umida sottostante. Si tratta di una torbiera che si è originata per colmamento, ad opera della vegetazione acquatica, di un piccolo bacino lacustre. Di tale bacino rimangono ancora piccoli specchi d'acqua libera al centro (queste pozze sono chiamate "occhi di torbiera"). La vegetazione è data in parte da cariceti (con parecchie Carex) e in parte da fitti popolamenti di falasco (Cladium mariscus), altra Ciperacea piuttosto rara. Nella torbiera vivono alcune autentiche rarità botaniche, tra cui alcune orchidee di palude e lo splendido gladiolo di palude (Gladiolus palustris); va poi segnalata la presenza, nelle pozze, della ninfea (Nymphaea alba) e dell'utricolaria (Utricularia minor), una pianta insettivora che vive completamente sommersa.

Anche gli aspetti faunistici di questo Biotopo sono assai interessanti, perché, come tutte le zone umide, anche questa costituisce un'oasi di rifugio per gli animali molto esigenti dal punto di vista ambientale, come gli Anfibi e gli uccelli acquatici. Inoltre, molti altri uccelli possono approfittare della ricchezza ambientale offerta dall'ecosistema acquatico; qui poi, la disponibilità delle risorse è notevolmente amplificata dall'estrema e insolita vicinanza tra l'ambiente umido e quello arido.