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Biotopo Torbiera Ecchen |
L'Area Protetta |
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L'origine e la storia evolutiva della Torbiera Ecchen sono molto complesse, e già di per sè sarebbero elementi sufficienti a decretarne l'unicità e la preziosità.
Tanto per cominciare, questa zona umida viene definita "bacino glacio-carsico" in relazione alla sua origine e alla sua struttura, che sono attribuibili alla concomitanza di fenomeni glaciali e fenomeni carsici. In sostanza, in una depressione del materiale morenico abbandonato qui dal ghiacciaio atesino del periodo würmiano si è instaurato un piccolo lago, il quale è stato poi lentamente colmato. La situazione viene però complicata dal successivo manifestarsi in zona di fenomeni carsici, a tutt'oggi testimoniati dalla presenza, lungo il bordo nord-orientale, di almeno tre depressioni conformate a dolina. Questi fenomeni carsici hanno la caratteristica di "drenare" acqua, e si può così affermare che la Torbiera Ecchen, con la sua complessa struttura, è il risultato di questa sorta di "competizione" tra la porzione impermeabilizzata che raccoglie acqua in un bacino e quella carsica che ve la sottrae. La storia evolutiva della Torbiera Ecchen è scritta nei sedimenti accumulati al suo fondo. Approfonditi studi hanno portato alla luce questo "libro" sommerso e lo hanno letto ed interpretato. Va detto che il "libro" non è ovunque uguale: infatti, nel settore carsico, dove l'acqua non può permanere ed imbibire il terreno, non può nemmeno formarsi la torba che invece è presente e abbondante nell'altra porzione. L'analisi della composizione della torba ha rivelato l'alternarsi di specie palustri diverse, probabilmente in relazione a diverse fasi della "competizione" sopra citata e all'interferenza di particolari momenti climatici. C'è persino un periodo in cui la torbiera fu invasa dal bosco circostante per poi ritornare ad essere priva di alberi. |
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Al centro della zona umida, in concomitanza con forti piogge si forma un autentico lago, che si svuota poi assai rapidamente. In tempi passati tale lago era forse più duraturo, ma sicuramente compariva e scompariva, come testimoniano sia i molti e tutto sommato diversi nomi comuni (lago e laghetto) propri che gli sono stati attribuiti, sia la definizione di "lago intermittente" datagli da C. Battisti alla fine del secolo scorso.
Questa particolarissima situazione ambientale, strana e complessa insieme, determina la presenza nell'ambito della torbiera di una vegetazione varia e articolata. Sono qui infatti presenti ben sette associazioni vegetali diverse, tutte tipiche palude ma ben separate in due gruppi: quelle sviluppate su substrato torboso, che occupano la parte impermeabile, e quelle su substrato inorganico, dislocate attorno alle doline. Tra le più notevoli di queste comunità vegetali si possono citare i cariceti a carice rigonfia (Carex rostrata), a carice spondicola (Carex elata), a carice gracile (Carex gracilis) e a carice di Davall (Carex davalliana), oltrechè la vegetazione laminare degli specchi d'acqua a Potamogeton natans. Le pozze e gli specchi d'acqua della torbiera rappresentano l'habitat riproduttivo per il tritone alpestre (Triturus alpestris), la rana di montagna (Rana temporaria) e il rospo comune (Bufo bufo); questi Anfibi costituiscono le abituali prede per la biscia dal collare (Natrix natrix), un serpente assai legato agli ambienti acquatici. Il Biotopo, probabilmente in relazione alla sua ridotta estensione e all'elevata altitudine, non ospita alcuna specie dell'avifauna acquatica, ma sono numerose le entità, anche interessanti, legate ai prati umidi e ai prati falciabili compresi nell'area protetta. Tra tutte va citata la presenza del re di quaglie (Crex crex), un uccello rarissimo e fortemente minacciato di estinzione. |