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Il Portale dei Parchi Italiani  

 

Il Progetto "Geodiversità"

Le buone pratiche dei parchi

Conservazione e gestione faunistica

 

PARCO NAZIONALE GRAN SASSO MONTI DELLA LAGA
Regioni: Abruzzo, Lazio, Marche
Estensione: 141.341 ettari
Anno di istituzione: 1995
Sede: via del Convento 1
67010 Assergi (AQ)
Telefono: 0862 60521
Fax: 0862 606675
www.parks.it
www.gransassolagapark.it

PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA
Regione: Abruzzo
Estensione: 62.838 ettari
Anno di istituzione: 1995
Sede: palazzo Di Sciascio 66
66016 Guardiagrele (CH)
Telefono: 0871 80371
Fax: 0871 8037200
www.parks.it
www.parcomajella.it

PARCO NAZIONALE MONTI SIBILLINI
Regioni: Marche, Umbria
Estensione: 69.722 ettari
Anno di istituzione: 1993
Sede: largo G.B. Gaola Antinori 1
62039 Visso (MC)
Telefono: 0737 972711
Fax: 0737 972707
www.parks.it
www.sibillini.net
Con il progetto Life natura, "Conservazione di lupo ed orso nei nuovi Parchi centro-appenninici", Legambiente ha realizzato azioni di protezione di queste due specie ad ampia home range, che hanno avuto l'importante funzione di individuare quella trama di reti e di connessioni fisiche, ecologiche e funzionali, che costituiscono il sistema nervoso del progetto APE e più in generale della Rete Ecologica Nazionale. È stato così possibile sperimentare, direttamente sul territorio, questa innovativa strategia di conservazione e sviluppo, identificandone le situazioni, i luoghi e i soggetti che concretamente costruiscono la REN. Nell'arco dei quattro anni di progetto (dal 1998 al 2001), si è lavorato agli obiettivi di conservazione stabile e a lungo termine delle popolazioni di lupo ed orso nell'Appennino centrale e di gestione e attenuazione dei conflitti con le attività antropiche, intervenendo su tutte le componenti ritenute parte della problematica di conservazione attraverso una serie di azioni parallele che hanno affrontato il problema in modo integrato su una solida base conoscitiva, in stretto rapporto con gli enti di gestione dei tre Parchi Nazionali coinvolti e con le Amministrazioni locali. Ma soprattutto ne sono esempio concreto le iniziative realizzate, a partire dall'individuazione delle aree più idonee alla conservazione di lupo e orso e delle possibili zone di connessione tra esse, che permettano alle due specie di muoversi con più facilità su tutto il territorio, ben oltre i confini del singolo SIC o Parco, ed espandere così il loro areale di distribuzione. Un risultato aggiuntivo e di fondamentale importanza è stato quello di far entrare nella programmazione delle Regioni dell'Appennino centrale (nei DOCUP-Documenti di Programmazione e nei PSR-Piani di Sviluppo Regionali) l'obiettivo di mantenere, riqualificare, potenziare e gestire i corridoi di connessione individuati. Sempre a favore della mobilità di lupo e orso, gli interventi sono stati rivolti ad incrementare le risorse alimentari disponibili, allestendo dei depositi di mele lungo le zone di connessione e avviando un'operazione di immissione di caprioli, una delle prede naturali del lupo. Queste azioni hanno avuto anche la finalità di ridurre l'ostilità di parte della popolazione nei confronti di lupo e orso, perché hanno contribuito a far diminuire la frequenza dei danni che questi provocano al bestiame domestico: facile preda in mancanza di prede naturali disponibili. Allo stesso scopo, un'altra importante soluzione è stata quella di fornire agli allevatori, nell'arco dei quattro anni del progetto, 40 cani mastini abruzzesi addestrati alla difesa delle greggi e 60 recinzioni elettrificate per la protezione delle greggi allo stazzo. In sintesi le azioni compiute sono le seguenti:
  • individuazione delle aree più idonee alla conservazione delle due specie e delle possibili zone di connessione tra esse, che permettano a lupo e orso di muoversi con più facilità su tutto il territorio, oltre i confini del singolo SIC o Parco, ed espandere così il loro areale di distribuzione;
  • incremento delle risorse alimentari disponibili, allestendo depositi di mele lungo le zone di connessione e avviando un'operazione di immissione di caprioli, una delle prede naturali del lupo. Queste azioni hanno anche la finalità di ridurre l'ostilità di una parte della popolazione nei confronti delle due specie, perché contribuiscono a far diminuire la frequenza dei danni da loro provocati al bestiame domestico - facile preda in mancanza di prede naturali disponibili;
  • assegnazione agli allevatori di cani mastini abruzzesi addestrati alla difesa delle greggi e recinzioni elettrificate per la protezione delle greggi allo stazzo. La consegna dei cuccioli e delle recinzioni ha rappresentato uno dei momenti più intensi nel miglioramento dell'attività pastorale tradizionale, nel coinvolgimento diretto degli allevatori e nella maggiore consapevolezza dell'esistenza di "strumenti" che consentono una più semplice convivenza con lupo e orso;
  • idonea recinzione delle discariche di rifiuti solidi-urbani nei pressi dei centri abitati, per impedire, nella ricerca del cibo, possibili conflitti e contagi tra differenti specie e con gli abitanti;
  • realizzazione di una campagna di monitoraggio, controllo e informazione sul fenomeno del randagismo. Una serie di ricerche, infatti, ha evidenziato come spesso i danni al bestiame attribuiti al lupo siano da ricondurre ai cani randagi. Le azioni sono state dirette al controllo sanitario, alla sterilizzazione di questi cani, alla loro cattura e all'implementazione dell'anagrafe canina, anche grazie alla disponibilità dell'Arcicaccia, associazione venatoria nazionale, ad usare una propria struttura quale rifugio per i cani randagi catturati;
  • attività di comunicazione e responsabilizzazione dei cittadini attraverso seminari nelle scuole, una mostra itinerante prodotta dalle classi nell'ambito del concorso "Qua la zampa" e brevi video, trasmessi dalle televisioni locali, sui cani mastini abruzzesi, sul rilascio dei caprioli e sul randagismo. Particolare attenzione è stata posta, nella realizzazione di tutte le azioni, al dialogo con le comunità locali, coinvolte nelle iniziative attraverso incontri, dibattiti pubblici e distribuzione di opuscoli informativi. Il progetto, infatti, trova fondamento nel coinvolgimento e nella condivisione delle responsabilità che i diversi attori pubblici e privati hanno nella conservazione di specie animali quali il lupo e l'orso, che necessitano per sopravvivere di vasti areali.

Scheda a cura di Legambiente