Parks.it
Il Portale dei Parchi Italiani  

 

Un life per lo storione

Le buone pratiche dei parchi

Conservazione e gestione faunistica

 

PARCO REGIONALE DELTA DEL PO
Regione: Veneto
Estensione: 12.592 ettari
Anno di istituzione: 1997
Sede: via G.Marconi 6
45012 Ariano Polesine (RO)
Telefono: 0426 372202
Fax: 0426 373035
www.parks.it
www.parcodeltapo.org

 

Sembra appena uscito dalla preistoria. Corpo allungato e schiacciato, muso appuntito e, soprattutto, scudi ossei allineati dalla testa alla pinna caudale lo fanno assomigliare - più che a un pesce di mari e fiumi dei giorni nostri -ai più antichi fossili della sua specie, risalenti al Cretacico superiore. Nel nostro Paese sono presenti tre specie di storione: lo storione cobice (Acipenser naccarii), il comune (Acipenser sturio) e il più raro storione ladano (Huso huso). Il primo è un endemismo adriatico, cioè esclusivo di questo settore sud-orientale dell'Europa, riconoscibile dal secondo per il muso appuntito e relativamente lungo e la taglia generalmente più ridotta. È un pesce in forte rarefazione in tutto il suo areale italiano, che comprende la parte settentrionale dell'Adriatico, il Po e parte dei suoi affluenti. I rischi di estinzione sono forti, a causa dell'inquinamento delle acque, della pesca indiscriminata, del lungo ciclo riproduttivo caratteristico della specie e di interventi quali la costruzione di dighe e sbarramenti lungo i fiumi che gli impediscono il raggiungimento delle zone idonee per la riproduzione. Tutti gli storioni, infatti, sono definiti migratori anadromi: vale a dire, si riproducono nelle acque dolci e trascorrono il resto dell'esistenza in mare. E il cobice migra ogni anno dal mare verso il Po, l'Adige, il Piave e il Brenta, suoi principali siti riproduttivi (ma arriva fino al Ticino: nel 2003 il parco lombardo della Valle del Ticino ha avviato, pure con fondi Life, il suo progetto per redigere un piano d'azione per la conservazione del cobice). Il parco regionale veneto del Delta del Po, nell'ambito dell'annualità 2004 del programma Life Natura, ha presentato un progetto poi approvato e finanziato dall'Unione Europea per l'incremento dello storione adriatico. Si tratta di un'iniziativa di larga portata che coinvolge ben sedici enti cofinanziatori, puntando all'incremento delle popolazioni naturali di questa specie nei principali corsi d'acqua che sfociano nell'Adriatico settentrionale. Oltre al parco, capofila del progetto, e alla Regione Veneto partecipano attivamente anche la Regione Lombardia attraverso l'Ersaf (Ente regionale sviluppo agricoltura e foreste), la Regione Emilia-Romagna, le Province di Rovigo, Venezia, Ferrara, Piacenza, Treviso, Padova, Cremona, Verona, l'Università di Ferrara, l'Istituto Spallanzani di Milano, l'Università di Padova. L'importo finanziario complessivo è pari a 2,228 milioni di euro, per il 60% a carico dell'Unione Europea (1,258 milioni). La Regione Veneto e l'ente parco contribuiscono con 113 mila euro. Il progetto si propone di indagare sui fattori che hanno condotto questo pesce sulla soglia dell'estinzione. Cause come la distribuzione circoscritta, il particolare ciclo vitale, le esigenze ecologiche, l'eccessiva pressione pescatoria determinano densità di popolazione così basse da compromettere seriamente l'attività riproduttiva delle singole popolazioni. Il primo importante passo per la protezione della specie nell'area è stato preso con l'istituzione del divieto di pesca allo storione, recependo l'articolo 12 della Direttiva "Habitat" nelle leggi regionali di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Ma non è sufficiente. Si lavorerà allora alla redazione del piano d'azione nazionale, come già accade in Lombardia (vedi il Life del parco del Ticino prima citato), che andrà poi adottato da tutte le istituzioni locali. Contestualmente verrà realizzata una massiccia azione di reimmissione. Circa trentamila avannotti saranno rilasciati in dieci corsi d'acqua, di cui considerando il normale tasso di mortalità più di duemila raggiungeranno la maturità sessuale. Allo scopo verranno potenziati i due stabulari già esistenti in Lombardia e Veneto, per l'allevamento degli avannotti da rilasciare e per futuri simili interventi. Ancora, verranno effettuati studi genetici e i risultati, assieme a quelli dell'operazione di restocking, saranno inclusi in due banche dati liberamente consultabili sulla rete Internet. Prima del rilascio in natura gli avannotti saranno marcati con piccoli contrassegni elettronici, per assicurare il riconoscimento nei censimenti successivi, anche da parte della costituenda rete di operatori formata da guardie provinciali, volontari, pescatori sia d'acqua dolce che in mare. Previste anche azioni di comunicazione e di coinvolgimento del mondo della scuola, per creare le condizioni di sostegno e apporto locali alla migliore riuscita del progetto. Il progetto avrà termine a fine settembre 2007.