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SOS Abete

Le buone pratiche dei parchi

Conservazione e gestione faunistica

 

PARCO REGIONALE
DELLE MADONIE
Regione: Sicilia
Estensione: 39.941 ettari
Anno di istituzione: 1989
Sede: corso Paolo Agliata 16
90027 Petralia Sottana (PA)
Telefono: 0921 684011
Fax: 0921 680478
www.parks.it
www.parcodellemadonie.it

 

Sono rimasti in trenta. Eleganti, imponenti,dominano un vallonesolitario che si arrampica fin quasi a1900 metri di quota. Tra le star dellanatura siciliana, endemismo tra i piùpreziosi e minacciati dell'isola, gliabeti dei Nebrodi sono l'oggetto di unimportante progetto di conservazionemesso in campo dal parco naturaledelle Madonie. Si tratta del Life Natura"Conservazione in situ ed ex situdi Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei",avviato nel 2001 e finanziato con871.151 euro dall'Unione europea.Si tratta della specie endemica più rappresentativa della grande area protetta, giàpresente in Sicilia novemila anni fa e oggi fortissimamente minacciata di estinzione.La sua popolazione naturale, infatti, è costituita ormai solo da unatrentina di esemplari all'interno di una piccola area compresa tra monte Scalone,monte Cavallo, monte dei Pini e il vallone della Madonna degli Angeli, apochi chilometri da Polizzi Generosa.Dal portamento della chioma a campana, dai particolari strobili e dall'assettodei rametti disposti a croce - da cui il nome dialettale di arvulu cruci cruci - l'abetedei Nebrodi è una conifera che raggiunge i venti metri d'altezza e checresce oggi esclusivamente in quest'area. Si tratta di una specie distinta dal comuneabete bianco Abies alba dagli aghi non pettinati, decisamente più cortied appuntiti e dai coni (strobili) più corti di circa un quarto. Questi superstitisi trovano a una quota compresa tra i 1400 ed i 1700 metri, con condizioniecologiche caratterizzate da forte ventosità ed elevate escursioni termiche, piovositàoscillante tra i 1000 ed i 1600 mm e forte siccità estiva. Tutti gliesemplari sono di età più o meno giovane e non si è mai conosciuta la piantamadre che li ha originati, anche se probabilmente si trattava di esemplari abbattutio morti oltre cinquant'anni fa. Tra i fattori più condizionanti ilrecupero del piccolo nucleo c'è l'assai ridotta fertilità del suolo. Tra i rischi piùimmediati, invece, gli incendi e il possibile inquinamento genetico conseguenteall'ibridazione con l'abete comune. Per incrementarne il livello diattenzione ai fini della tutela e della conservazione, Abies nebrodensis è stato inseritotra le specie vegetali d'interesse comunitario nell'ambito della direttivaHabitat, con il carattere di specie prioritaria.Il parco delle Madonie - che comprende al suo interno ben sette tra Sic e Zps -ha così proposto a Bruxelles un piano per la conservazione di questo fossile vivente,testimonianza di climi passati più freddi. Il progetto, approvato efinanziato da parte della Commissione europea nel luglio 2001, attraverso unaserie di interventi riguardanti l'ecologia e la biologia degli esemplari superstitipersegue gli obiettivi del mantenimento dell'integrità genetica della specie,della conservazione e della gestione in situ della popolazione e del suo incrementocomplessivo, anche mediante appositi interventi ex situ.Risultato finale atteso è quello di mettere a punto soluzioni tecniche possibili,tradizionali ed innovative, per garantire la conservazione del patrimonio geneticodella specie e contribuire in maniera significativa alla conservazione dellabiodiversità nel territorio dell'area protetta. In concreto, tra l'altro, sono in viadi realizzazione la riproduzione di nuove piantine di abete dei Nebrodi da seme in un vivaio, la graduale eliminazione degli abeti "esotici" nell'area, la realizzazionedi una banca dati e di un centro informazioni.Il Life del parco, che avrà termine nell'agosto del 2005, ha potuto contare su numerosipartner: il Dipartimento di Scienze Botaniche dell'Università degli Studidi Palermo, l'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, il Comune diPolizzi Generosa, il Jardí Botànic de València (Spagna), il Botanical Institute delDipartimento di Biologia dell'Università di Patrasso (Grecia), l'Istituto di Botanicadell'Accademia bulgara delle Scienze.