IL DIRITTO DEI PARCHI NAZIONALI
Archivio sistematico dei provvedimenti a carattere generale dei Parchi nazionali



Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga - Indirizzi per la progettazione. Indicazioni generali e particolari per la realizzazione dei progetti e per l'esecuzione di interventi nel parco (Principi Generali; Direttive per il Recupero e la Riqualificazione Urbana; Direttive per la realizzazione dei Centri Servizi del Parco; Realizzazione e Segnalazione Unificata dei Sentieri)
(Deliberazione del Comitato consiliare consultivo in materia tecnico-urbanistica territoriale dell'agosto 1997, aggiornato nel marzo 1998)





I - principi generali

Per la maggior parte dei visitatori di un'area protetta, fare turismo equivale all'essere coinvolti a livello emozionale, dall'effetto che si può generare dal trovarsi all'interno di un Parco. E' perciò importante educare i visitatori alla lettura e alla conoscenza dei complessi valori del Parco e far si che lascino queste aree con un bagaglio culturale accresciuto e con la soddisfazione di chi ha appreso qualcosa di nuovo. In tale quadro è necessario riscoprire il valore e il ruolo dei centri abitati e dei paesi, migliorando l'edificato esistente e organizzando, in modo efficace e puntuale, degli spazi verdi attrezzati. Il tutto per soddisfare pienamente e senza impatto ambientale le esigenze delle attività ricreative giornaliere e stagionali che devono avere caratteristiche di elevata qualità, considerata elemento fondamentale del sistema economico articolato del Parco.

Obiettivo fondamentale è quindi l'ampliamento dell'area di interesse immediato dei visitatori, così da graduare e diminuire la pressione antropica nelle zone più delicate e votziamento in modo da garantire l'attivazione.Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, agosto 1997. Aggiornamento marzo 1998.Tutta la segnaletica andrà realizzata in legno lasciato a colore naturale con l'ausilio di pietrame locale per la sistemazione al piede dei pali o per finalità istitutive del Parco. scritte realizzate con incisione a pantografie (o in casi eccezionali serigrafate) dovranno essere rigorosamente in colore verde scuro così come il logo del Parco e con un carattersufficientemente controllati. E' di conseguenza indispensabile gestire le attività turistiche con professionalità e attenzione per poterle adeguatamente organizzare e orientare. Ciò è realizzabile con una attenta pianificazione delle infrastrutture di servizio al turismo, che permetta di soddisfare i visitatori senza minimamente alterare le aree di maggior pregio ambientale.

La gran parte dei visitatori di un'area protetta, è catturata dall'effetto immagine del parco ed è ben disposta a svolgere le attività ricreative presso i paesi e i centri abitati, secondo le indicazioni che riceve, a patto che tale attività sia ben organizzata. In altre parole, con una oculata gestione degli spazi e delle attività, è possibile istruire i visitatori soddisfacendoli nelle loro esigenze e tenendoli nel contempo lontani dalle zone più delicate e vulnerabili, senza nulla togliere al godimento e alla conoscenza, in ogni senso, delle risorse naturali e culturali.

Un'altra parte di visitatori è invece alla ricerca di qualità : questo "turista" è di solito assai esigente e dotato di una qualche cultura naturalistica. Egli è ben disposto a rispettare regole e divieti indispensabili per la conservazione delle bellezze naturali più preziose. Per questo gli può essere permesso l'accesso anche in aree più interne del Parco. Con un attenta regolamentazione e un efficiente organizzazione, si po' soddisfare anche questo visitatore

La risposta a questa complessa domanda di mercato dovrà essere varia e articolata, differenziando i servizi e le strutture da offrire: feste, sagre, mostre, manifestazioni culturali e di interpretazioni della natura, educazione all'ambiente, escursioni, concerti, aree pic-nic, aree camper, noleggi bici e cavalli, sentieri natura per i visitatori di una giornata; ricettività diffusa e piccoli alberghi, pensioni, case e camere d'affitto, ostelli, campeggi, ristorazione di qualità, musei, centri di educazione ambientale, sentieri escursionistici, stazioni di soccorso e animazione per i visitatori di lungo e medio periodo.

Denominatore comune per gli interventi deve essere comunque quello di offrire servizi di alto livello qualitativo in infrastrutture realizzate soprattutto con l'uso di tecniche costruttive e materiali tradizionali da localizzare principalmente presso i centri abitati del Parco.

E ciò anche ad evitare che i paesi montani diventino esclusivamente un luogo di transito dalle città alle aree pic-nic o di campeggio o comunque attrezzate del Parco. Le strade di accesso devono fermarsi preferibilmente ai paesi (oltre è necessario regolamentare il traffico) facendo così in modo che il parcheggio, la sosta, lo svago e l'avvio delle passeggiate coincida con le attività di ristorazione, ricettività e servizi gestite in particolare dagli abitanti del posto. L'utilizzo di tecniche e materiali tradizionali è anche legato al tentativo ed alla volontà di incentivare l'attività artigianale locale delle piccole imprese ancora presenti nel territorio.

Questo dovrebbe essere il sistema migliore per favorire una equa circolazione delle risorse finanziarie e una più giusta distribuzione del reddito. I finanziamenti destinati a queste iniziative sono peraltro notevoli e utilizzarli con intelligenza e redditività è il compito sì dell'Ente Parco ma anche e soprattutto di amministratori, tecnici ed operatori locali che l'Ente Parco stesso sta direttamente coinvolgendo in una linea di partecipazione attiva alla vita dell'Istituzione che potrà essere fonte di molte soddisfazioni ma che deve essere in grado, nel contempo, di responsabilizzare al massimo, sotto ogni punto di vista.

 

II - direttive per il recupero e la riqualificazione urbana

Gli interventi previsti nel recupero e nella riqualificazione urbana possono essere divisi secondo due tipologie:

1. Interventi di recupero e restauro di edifici.

Per gli edifici di interesse storico architettonico realizzati con tecniche e materiali tipici della zona, ci si deve attenere ad un progetto di restauro, ristrutturazione e manutenzione secondo le più rigide tecniche della teoria del restauro e si deve tener conto anche delle "Direttive per la redazione ed esecuzione di progetti di restauro comprendenti interventi di miglioramento antisismico e manutenzione nei complessi architettonici di valore storico artistico in zona sismica" e delle istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche" contenuti nell'allegato 3, "Edifici in Muratura", della Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 10 aprile 1997 n.65/AA.GG. uscito in Gazzetta Ufficiale il 28 aprile 1997 con il supplemento ordinario n.97.

Per gli edifici storicizzati in muratura sono consigliabili solo operazioni di miglioramento, escludendo nel modo più assoluto la demolizione e ricostruzione (anche a costo di conservare il preesistente con un restauro a rudere e recuperare la volumetria, ove possibile, in edifici nuovi da realizzare in siti limitrofi). Bisogna inoltre cercare di evitare:

    • il ricorso a regole manualistiche concepite per l'edilizia ordinaria e moderna.;
    • interventi legati esclusivamente a materiali quali acciaio e cemento armato;
    • introduzione di elementi rigidi su strutture note come elastiche (intonaci armati, cuciture di pareti, iniezioni a pressione, micropali e pali radice).

Le operazioni progettuali debbono tendere a realizzare una struttura scatolare continua con buoni ammorsamenti fra le pareti e con l'eliminazione delle eventuali spinte orizzontali presenti nell'organismo architettonico.

Particolare attenzione va rivolta anche a quegli edifici di più recente realizzazione per i quali il progetto dovrà riguardare il ridisegno, con l'utilizzo di materiali di finitura, strutturali e, quando occorra, riferiti alla tradizione costruttiva dei luoghi. Queste indicazioni valgono in particolar modo per gli elementi di finitura quali pavimentazioni, sia interne che esterne, coperture, gronde e pluviali, intonaci, tinteggiatura, recinzioni, infissi, etc.

Trattandosi di interventi da realizzare in area protetta, bisogna tenere in debito conto materiali che non contengano composti di natura petrolchimica o sostanze di sintesi, anche nei casi in cui la produzione locale non riesca a soddisfare la richiesta. Per questi motivi si riportano, di seguito, alcune indicazioni per l'uso di prodotti edili e di arredamento cosiddetti ecocompatibili, con le caratteristiche che ogni elemento costruttivo dovrebbe avere.

  • Muratura: isolamento termico e acustico, volano termico, traspirabilità; evitare esalazioni tossiche e radioattive (laterizio porizzato con segatura, blocchi di argilla cruda, pietra, legno);
  • Pareti divisorie: fonoassorbenza, biocompatibilità (laterizio, argilla cruda, legno, pannelli di legno e magnesite o di fibre di legno senza resine sintetiche);
  • Solai: tecnologia di costruzione e materiali che permettono la traspirabilità:

- piano terra: vespaio areato in ghiaia calcarea;

- piani intermedi: struttura in legno, latero-legno, leterizio, pietra, con isolamento termoacustico di masse diverse (argilla cruda, sughero granulare, pannelli di lana di legno o di sughero senza resine sintetiche);

- copertura: struttura in legno o latero-legno, isolamento termico, ventilazione sottotegola, tegole in cotto di argilla naturale;

  • Isolamenti: materiali naturali prevalentemente vegetali (che non abbiano subito pesanti lavorazioni e trasformazioni), traspiranti, che assorbono poca umidità e non necessitano di barriera al vapore (sughero granulare, pannelli di sughero o di lana di legno senza resine sintetiche, legno e magnesite);
  • Sottofondi ai pavimenti: materiali traspiranti naturali, non di sintesi, termoacustici, che non emettono sostanze inquinanti di alcun genere, (ad esempio sughero granulare impastato con calce idraulica forte per annegare gli impianti tecnici con soprastante massetto di allettamento del pavimento; pannelli di lana di legno con magatelli incorporati per pavimenti in legno;
  • Intonaci: malte traspiranti di calce spenta stagionata e calce idraulica forte naturale senza altri additivi colorati, se lasciati al grezzo, tramite impasti di polveri e sabbie della terra locale.
  • Pavimentazioni: traspiranti, con bassa conducibilità termica, materiali naturali non contenenti prodotti di sintesi (cotto, legno etc.).
  • Infissi: interni in legno nazionale massello trattati con olii vegetali e cere naturali; esterni in legno nazionale massello trattati con olii e resine vegetali traspiranti. Sono escluse persiane, sportelloni ed altro del genere; sono da utilizzare gli scuri interni;
  • Rifiniture: limitate al minimo indispensabile;

- tinteggiatura pareti: pitture a dispersione traspiranti contenenti olii e resine vegetali colorabili con pigmenti minerali, oppure tratatte con velature di colori vegetali per effetti cromoterapici;

- trattamento travi e soffitti in legno e cotto: impregante antitarlo al sale di boro (per il legno), olii e resine vegetali colorabili con pigmenti minerali e cere naturali.

  • Arredamento: in legno massello con rifiniture di olii e resine vegetali, cere naturali, smalti naturali, lacche traspiranti vegetali, velature di colori naturali.

Al riguardo utili informazioni possono essere assunte dall'ampia bibliografia disponibile in materia di restauro e bio-architettura.

Tra gli altri: S. Omodeo - Salè, Verde Aureo dell'Architettura, Maggioli Editore, Rimini 1997.

2. Interventi di sistemazione, arredo e valorizzazione dei centri storici.

Per questi lavori particolare attenzione e speciale cura va posta nella scelta e nel trattamento dei materiali, in ogni tipo di intervento, dalle pavimentazioni ai muri di contenimento, dagli elementi di arredo urbano alle recinzioni. Per le pavimentazioni va privilegiato l'uso di materiale locale e, in particolare, della pietra arenaria o calcarea a seconda delle località di intervento, limitando l'uso di porfido o materiali cementizi.

Anche per gli arredi urbani - fioriere, cordoli, recinzioni, lampioni, vanno utilizzati componenti naturali quali pietra, legno, ghisa, ferro, etc. mentre sono da escludere totalmente quegli oggetti prefabbricati oggi spesso usati in graniglia di cemento o similari, o quegli elementi di metallo di produzione industriale eccedenti in decorazioni e lontani dalla linearità dell'arte povera delle zone del Parco.

Gli inserimenti di essenze arboree o floristiche, sia per i progetti di arredo urbano che di recupero di aree degradate, debbono utilizzare tutte quelle specie autoctone consigliate da esperti dell'Ente Parco, in particolare per gli interventi di rinaturalizzazione e di sistemazione di aree di sosta, pic-nic e campeggio.

I muri controterra e le opere di sistemazione stradale - da verificare di volta in volta- vanno realizzati sempre utilizzando materiali locali. Ove si ritenga indispensabile realizzare le opere in cemento armato va previsto un rivestimento in pietra ad opera incerta senza la stilatura dei giunti o facendo in modo che la malta non li riempia completamente. Recinzioni, balaustre e guard-rail, possono essere realizzati senza evidente aumento dei costi, anche valutando attentamente il loro posizionamento e limitandolo allo stretto necessario.

Molti interventi di sistemazione urbana possono essere realizzati con tecniche di ingegneria naturalistica, che appaiono assai più rispondenti alle necessità di tutela degli ambienti naturali e paesaggistici del Parco, che spesso risultano economicamente più convenienti.

Nel contenimento di terre e scarpate risulta ad esempio vantaggioso utilizzare palificate doppie in legno o graticciate, inframezzate dalla piantumazione di talee di essenze arboree, laddove condizioni di scarico pietre o l'innesco di processi erosivi richiederebbe una continua opera di manutenzione ai manufatti di ingegneria tradizionale.

Al riguardo, si possono avere utili informazioni dalla amplia bibliografia presente sul tema, di cui si indicano in particolare:

  1. Hugo Meinhard Schiechti, Bioingegneria Forestale, Edizioni Castaldi - Feltre, Regione Veneto;
  2. Regione Emilia Romagna Assessorato Ambiente e Regione Veneto Assessorato Agricoltura e Foreste, Manuale Tecnico di Ingegneria Naturalistica, Zanini, Bologna, 1993.
  3. A. Carbonari, M. Mezzanotte, Tecniche Naturalisticehe Nella Sistemazione del Territorio, Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale, Provincia Autonoma di Trento, 1997.


III - direttive per la realizzazione dei centri servizi del parco

Le strutture operative dell'Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sono denominate "Centro Servizi del Parco" e non "Centro Visita". Ciò allo scopo di uniformare la loro classificazione e rendere evidente, anche nel nome, la pluralità di funzioni cui sono destinate.

1. Funzioni

In relazione alle superfici utili disponibili, nelle strutture andranno concordemente previste le funzioni che di seguito si elencano, da individuarsi in dipendenza della tematica del Centro, della vocazione del luogo e degli spazi interni ed esterni a disposizione :

      a) Giardino attrezzato per la ricreazione con fontana di acqua potabile;

b) Parcheggio riservato per automezzi di servizio dell'Ente Parco;

c) Servizi igienici essenziali per la pubblica fruizione a norma di legge;

d) Punto informazioni dell'Ente Parco con punto vendita per oggetti, pieghevoli, guide,

pubblicazioni, gadgets, etc. per gli abitanti del luogo e i turisti;

e) Esposizione destinata all'illustrazione delle peculiarita' dell'intero Parco.

f) Mostra tematica su aspetti naturalistici, sociali e storici particolari del luogo;

g) Deposito e magazzino per attrezzi, strumenti e materiale vario;

h) Luogo per proiezioni, riunioni, lezioni, seminari, convegni etc.;

i) Foresteria per l'alloggio temporaneo di personale autorizzato dall'Ente Parco;

l) Laboratorio specializzato per l'educazione ambientale;

m) Sentiero Natura su tracciati esistenti limitrofi al Centro Servizi;

n) Ufficio privato a disposizione dell'Ente Parco;

o) Deposito e consultazione di documenti, leggi, regolamenti, e libri vari;

p) Laboratorio per ricerche e studi a disposizione dell'Ente Parco.

q) Stazione o punto di appoggio per primo soccorso o emergenza.

Non tutte le strutture potranno avere un cosi' elevato numero di funzioni ma, con una attenta organizzazione degli spazi e con uno studio accurato della distribuzione, molte delle attività previste potranno essere raccolte in spazi multiuso. In caso di insufficienza di risorse finanziarie si potrà semplicemente predisporre alcuni spazi destinati a funzioni da attivare in un momento successivo.

2. Infrastrutture di base

Alla luce delle importanti funzioni da svolgere i requisiti a cui la progettazione dovrà rispondere sono i seguenti:

- Immediata e facile accessibilità dalla viabilità carrabile;

- Disponibilità di uno spazio verde attrezzato adiacente;

- Accesso principale all'edificio indipendente;

- Allaccio alle reti telefoniche, elettriche, fognarie e d'acqua potabile;

-Presenza del servizio nettezza urbana per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

3. Tipologie e materiali

Alla base del processo progettuale vanno posti i concetti che tali strutture dovranno diventare un modello da seguire per tutti gli interventi della zona, pubblici e privati, e che il visitatore del Parco Nazionale e' alla ricerca di qualità, bellezza, pace, e professionalità. Gli interventi vanno pertanto pensati nel pieno rispetto delle tipologie costruttive tradizionali e nell'uso di materiali locali, coinvolgendo, quanto più possibile, maestranze e artigiani del posto.

Il recupero degli stabili, nella migliore applicazione delle teorie del restauro, facendo salvo il rispetto della memoria storica dell'edificio, deve tendere a:

- riportare a vista la muratura di pietra locale ;

- riproporre la copertura in tegole di argilla cotta;

- riprendere le linee comunemente utilizzate per gli infissi rigorosamente in legno;

- realizzare recinti con tradizionali steccati in legno;

- recuperare eventuali pavimenti di terracotta o proporne di nuovi;

- restaurare, o farne una riproposizione nelle forme, di tutti i dettagli ancora distinguibili come comignoli, cornicioni, corrimano, decorazioni, etc.

4. Distribuzione

La sequenza degli spazi, la più logica possibile, dovrà prevedere un accesso, senza barriere architettoniche, dal giardino (a) verso l'interno che porti direttamente al punto informativo e di vendita (d) per continuare con un percorso, nello stesso spazio o in stanze adiacenti, che porti all'area espositiva propria del Parco (e), poi al museo sulle bellezze del luogo (g) . Questo percorso andrà studiato in modo da poter essere sufficientemente controllato da una sola persona dalla postazione punto informazione e vendita .

Eventuali altre funzioni andranno previste slegate da questo rigido percorso e posizionate, ove possibile, con un accesso indipendente o in altri livelli dell'edificio. Ciò in particolare per le funzioni ausiliarie, che devono poter essere fruibili anche indipendentemente dai locali destinati ai turisti e ai visitatori occasionali. Ciò significa che tutti gli interruttori centrali degli impianti dovranno essere resi adeguatamente indipendenti dall'interno dei locali di visita.

Nell'ambito delle destinazioni previste nel finanziamento assegnato a ciascun Centro Servizi, particolare attenzione va rivolta allo spazio dedicato alla informazione e alla conoscenza del Parco, di cui qui di seguito si danno indicazioni più dettagliate.

5. Riconoscibilità

Pur rispettando le tecniche artigianali locali e l'uso di sistemi costruttivi tradizionali c'è bisogno comunque di elementi che rendano immediatamente visibili e riconoscibili i Centri Servizi del Parco, ovunque essi siano, e che tendano a uniformare tra loro il sistema di fruizione degli utenti.

Pur avendo ogni Centro Servizi una propria particolarità, individuata sulla base delle necessità del luogo e della disponibilità dello stabile, c'è necessita' di identificare tali strutture dell'Ente Parco come istituzionali.

A tale scopo si sono individuati nella segnaletica e negli arredi del punto informativo e di vendita e dello spazio illustrativo dell'Ente Parco, gli elementi su cui agire, essendo presenza costante di tutti i Centri Servizi.

6. Segnaletica

All'esterno dell'edificio, a lato dell'accesso principale, in posizione facilmente visibile per chi transita sulla strada di pubblico passaggio, andrà previsto un grande cartello in legno, lasciato a colore naturale eventualmente trattato solo con trasparente vegetale, con il logo del Parco completo di scritta incisa a fuoco, o comunque incisa e poi verniciata in nero, come qui sotto riportata delle dimensioni di: "CENTRO SERVIZI".

Un adeguato numero di frecce direzionali in legno della dimensione di 15 x 50 cm. con incisa la stessa scritta in forma allungata, andranno posizionate sulle strade di transito principali, nei punti di passeggio interni al paese e in altri opportuni da concordare preventivamente. Il fissaggio di tali frecce direzionali nel centro abitato dovrà avvenire possibilmente su supporti già esistenti. All'esterno, ove necessario, il paletto di sostegno andrà previsto in legno in dimensioni come previsto per la segnaletica sentieri del Parco.

7. Arredi standard

Tutti gli arredi esterni e interni andranno previsti in legno tenuto a colore naturale e trattato con cere o eventualmente solo con resine naturali trasparenti.

I seguenti elementi, necessari per il Punto Informativo e Vendita devono essere realizzati in massello di legno di castagno, sempre a colore naturale, e sono esattamente:

- Bancone informazioni (120x120x60) con cassettiera chiudibile a chiave;

- Tavolo su cavalletti (70x70x120) o comunque facilmente chiudibile;

- Sedie impagliate in numero adeguato, di cui almeno tre con braccioli;

- Armadio a due ante con ripiani interni, chiudibile a chiave;

- Espositore per oggetti e stampe a due ante di vetro, chiudibili (100x200x15);

- Tavolinetto, sempre su cavalletti, per l'appoggio di computer e stampante;

- Divisorio a tre ante con cerniere (a "fisarmonica'') per l'esposizione di manifesti;

Le dimensioni indicative potranno variare in base alla grandezza dei locali ma dovranno essere comunque modulari tra loro in modo da facilitarne la disposizione.

In caso di locali più ampi si può ricorrere all'uso di più pezzi degli stessi elementi.

In caso di locali troppo piccoli andranno differenziate le funzioni in più stanze.

L'area espositiva dedicata al Parco nel suo complesso dovrà prevedere un tavolo centrale, come sopra, per l'appoggio di un eventuale plastico, o computer multimediale, e dei supporti verticali o più semplicemente delle pareti libere, di cui va prevista idonea illuminazione, per l'affissione di pannelli e bacheche.

La forma ed i contenuti di tali pannelli andranno concordati con l'Ente Parco stesso.

Nei Centri Servizi di maggiori dimensioni o, comunque, di settore - versante, andranno previsti appositi diorami concernenti il tema del centro.

Sara' inoltre opportuno prevedere un adeguato numero di solide panche in legno massello, e di panchine per l'esterno, da utilizzare in vario modo in caso di visite di gruppo.

 

IV - realizzazione e segnalazione unificata dei sentieri

1. Pianificazione degli itinerari.

Il crescente interesse per l'escursionismo, la vita all'aria aperta, la scoperta di ambienti naturali, contraddistinguono la nostra società e determinano il consistente aumento e movimento di camminatori o frequentatori dei sentieri. Ne consegue la necessità che si definisca una rete organizzata di percorsi pedonali, segnalati per la fruizione escursionistica, alpinistica e turistica in prossimità dei paesi al fine di garantirne la fruizione alla quasi totalità dei visitatori del Parco.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga offre già diversi ed interessanti percorsi di più giorni: dal Sentiero Italia, che percorre tutta la fascia pedemontana intervalliva e si collega con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, del Sirente-Velino e della Maiella, al Trekking Aprutino che collega i tre massicci interni al Parco con partenza dai Monti Gemelli, per i valichi storici dal Lazio e dalle Marche sui Monti della Laga, dal sentiero dei Quattro Vadi lungo il sottogruppo Prena-Camicia agli antichi tratturi nell'area di Campo Imperatore.

Nell'articolazione del progetto dovranno essere individuate le direttrici sulle quali si sviluppa, in modo funzionale, la rete escursionistica. I progetti nuovi si dovranno appoggiare all'esistente e devono essere proposti con criteri e modalità unificate, semplificando le chiavi di lettura e di fruizione.

- La proposta escursionistica deve comunque essere orientata affinché la fase conoscitiva prenda il via dai paesi, vere e proprie porte di accesso alla montagna, nei quali troviamo i Centri Servizi del Parco, con materiale illustrativo delle zone interessate, mostre, diorami e percorsi didattici; nei quali si avvia il rapporto con la popolazione locale coinvolta nelle gestione dei servizi.

2. Il Sentiero Italia

Un lungo sentiero di quasi 6000 km che, con 350 tappe, si snoda sull'arco alpino e sull'Appennino includendo anche Sicilia e Sardegna. Lungo il tracciato, da Santa Teresa di Gallura a Trieste, un unico segnavia di vernice accompagna gli escursionisti, la bandierina rosso/bianco/rosso con l'importante compito di armonizzare la segnaletica su base nazionale e rendere più sicura la percorrenza delle montagne. Complessivamente, in Abruzzo e Lazio, sono due le direttrici del Sentiero Italia e interessano il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per l'intera sua estensione, offrendo sul Gran Sasso due percorsi distinti sui diversi versanti. I tracciati del Sentiero Italia fungeranno da spina dorsale per tutta la sentieristica minore che si svilupperà nel Parco e andranno considerati per opere di ripristino e manutenzione in qualunque progetto di sentieristica secondaria che sarà effettuato.

3. Progettazione

Per la definizione della rete sentieristica, gli itinerari non devono essere proposti casualmente, ma individuati sulla base di precise valutazioni e scelte.

Lo scopo è di favorire la lettura dell'ambiente, assecondando l'ottica del visitatore che, con pazienza e attenzione, passo dopo passo, lungo i percorsi pedonali, guarda, osserva, annota e gioisce di ciò che apprende.

Vanno pensati prima di tutto percorsi facili nei dintorni dei centri abitati o che partano e rientrino direttamente ai Centri Servizi del Parco, con pannelli esplicativi sulla natura e la storia dei luoghi, magari anche attrezzati per la fruizione di anziani o disabili. Poi quelli più lunghi e impegnativi nella zona pedemontana e montana saranno adeguatamente segnalati, per arrivare a sistemare in maniera appena accennata i tracciati prossimi alle vette.

Occorre fare particolare attenzione all'impatto ambientale, determinato dalla realizzazione e dalla pubblicizzazione del sentiero. Anche il sentiero, infatti, come altre vie di penetrazione nella montagna, se fuori posto o male utilizzato può indebolire l'equilibrio ambientale e, in zone molto frequentate, può anche causare, gravi danni alla fauna limitando gli areali degli animali mettendo in pericolo fragili ecosistemi; per non parlare della dispersione dei rifiuti. Per questo è opportuno definire la capacità di carico degli ambiti naturalistici e dei sentieri, definendo, ove necessario, il "numero chiuso" e/o una speciale regolamentazione di accesso e fruizione.

I percorsi vanno scelti nell'intento di consentire al visitatore la conoscenza, e quindi l'attenzione, ai valori naturalistici, paesaggistici, storici ed umani presenti sul territorio.

Per la progettazione, realizzazione e manutenzione di reti sentieristiche, risulta di fondamentale utilità e importanza applicare alcuni criteri di base:

  • Accordare economia ed ecologia avviando uno sviluppo turistico alternativo che non alteri il patrimonio naturale e antropico ancora esistente e coinvolga pienamente i centri montani quali "porte di accesso alla montagna";
  • Far conoscere un territorio inedito e ricco di monumenti naturali, piccoli paesi, di culture tecnologicamente povere ma ingegnose e ricche di valori meritevoli di grande attenzione, tutela e valorizzazione;
  • Educare i giovani a un rapporto più attivo col territorio, scoprendo direttamente la trama delle variabili fisiche e antropiche che lo compongono;
  • Promuovere il turismo scolastico per la conoscenza della complessa realtà montana in un sistema di relazioni naturalistiche che collegano l'ambiente montano a quello collinare, fluviale e marino, presentando il Parco come struttura culturale aperta e collegata dinamicamente al resto del territorio;
  • Proporre tracciati cicloescursionistici ed equituristici per i quali si potranno individuare specifici itinerari.
  • Salvaguardare e valorizzare la rete storica dei sentieri definita dagli scambi commerciali e dalla tradizionale attività agro-pastorale, conservando per il turismo le vie pedonali della fascia pedemontana e montana;
  • Evitare la realizzazione di nuovi sentieri in quota, mentre è necessario razionalizzare l'esistente con attenzione alle aree sensibili, assicurando il rispetto dei biotopi di pregio, da tutelare anche tramite la progettazione mirata dei sentieri e la canalizzazione dei flussi escursionistici;
  • Realizzare un'idonea e funzionale segnaletica per la frequentazione in sicurezza degli ambiti montani e naturalistici più delicati (con riferimento soprattutto all'escursionista occasionale, ai gruppi e a chi non conosce a fondo il territorio);
  • stampare materiale informativo e descrittivo dei luoghi interessati e dei percorsi proposti, anche con adeguato supporto cartografico.

4. Classificazione

A livello nazionale, per definire meglio le diverse tipologie di sentiero riscontrabili e suggerire contemporaneamente l'interesse prevalente e il grado di difficoltà nella percorrenza, è stata individuata la seguente classificazione:

  1. Sentiero turistico - Itinerario di ambito locale su stradine pedonali, carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri. Si sviluppa nelle immediate vicinanze di paesi, località turistiche, vie di comunicazione e riveste particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico-ricreativo. (Nella scala di difficoltà CAI è classificato T - itinerario escursionistico-turistico);
  2. Sentiero storico - Itinerario escursionistico che ripercorre "antiche vie" con finalità di stimolo alla conoscenza e valorizzazione storica dei luoghi visitati. (generalmente non presenta difficoltà tecniche, T o E);
  3. Sentiero natura - Si tratta di itinerari facili di breve durata, in genere guidati da un piccolo opuscolo che , a tappe, ne illustra le caratteristiche delle emergenze presenti. Itinerario naturalistico usualmente attrezzato con apposita tabellazione e punti predisposti per l'osservazione, che si svolge in zone di particolare interesse paesaggistico, botanico, geologico, ecc. (generalmente è breve e privo di difficoltà tecniche - T o E);
  4. Sentiero escursionistico - Itinerario per un primo approccio con l'ambiente montano con sviluppo nella zona pedemontana prevalentemente boscosa, per favorire la conoscenza di valori vegetazionali, faunistici, geologici e il riscontro di precedenti attività umane. Si sviluppa tra un punto di partenza e una meta, che in genere coincidono con i centri abitati, privo di difficoltà tecniche e senza problemi altimetrici; corrisponde in gran parte a percorsi realizzati per scopi agro-silvo-pastorali o di collegamento fra valli e paesi vicini o a sentieri di accesso a rifugi. (Nella scala di difficoltà CAI è classificato "E" - itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche);
  5. Sentiero alpinistico - Itinerario verso le vette, con traversate sui versanti e presuppongono un'idonea preparazione fisica per la natura impervia del terreno, per i dislivelli da superare e per le possibili improvvise variazioni meteorologiche. Si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all'escursionista una buona conoscenza della montagna e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un sentiero di traversata nella montagna medio alta . (Nella scala di difficoltà CAI è classificato EE - escursionisti esperti);
  6. Via ferrata o attrezzata - Itinerario che conduce l'alpinista su pareti rocciose o su aeree creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale, senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione e attrezzatura quali casco e imbragatura. (Nella scala di difficoltà CAI è classificato EEA- escursionisti esperti con attrezzatura)

5. Catasto dei sentieri

Immediatamente collegato con la pianificazione degli itinerari e delle reti sentieristiche è il catasto dei sentieri, fondamentale strumento di conoscenza e organizzazione delle infrastrutture per l'escursionismo.

Ogni percorso viene quindi riportato, con le indicazioni utili, in una apposita "scheda". Ogni sentiero progettato deve avere accompagnata una scheda del catasto sentieri.

Un catasto o inventario dei sentieri, redatto attraverso una specifica scheda fornita dall'ente Parco, deve comprendere almeno le seguenti informazioni:

  • n° del sentiero;
  • denominazione dell'itinerario;
  • gruppo montuoso dove si sviluppa;
  • enti locali i cui territori sono interessati dal percorso;
  • riferimenti cartografici (e possibilmente il percorso topografico);
  • località sul percorso e le relative quote;
  • tempi di percorrenza in entrambi i sensi di cammino;
  • difficoltà in base alla classificazione CAI (T, E, EE, EEA);
  • eventuali punti di appoggio sul percorso;
  • presenza di sorgenti/fontane di acqua potabile sul percorso;
  • caratteristiche del percorso e breve descrizione dello stesso;
  • descrizione degli aspetti naturalistici, paesaggistici, storici e culturali;
  • punti di appoggio nei paesi.

6. Segnavia e tabelle sui sentieri

L'Ente Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, per rendere sicura la percorrenza dei sentieri predisporrà un'idonea segnaletica per gli ingressi e gli incroci dei sentieri dove verranno collocati cartelli indicatori e recuperati, se del caso, manufatti di uso collettivo, da destinare a posti tappa. Il messaggio sarà quello secondo cui i sentieri garantiscono il percorso più idoneo, sicuro e caratteristico, limitando nel contempo danni alla flora e alla fauna.

La segnaletica si può dividere in tre ordini:

1° Ordine: E' il più informativo, con tabelloni esplicativi collocati nei posti tappa e nei paesi montani in grado di offrire ricettività per le esigenze escursionistiche. Si tratta di una struttura in legno del formato 140 x 110 cm., sospesa a parete o sostenuta da montanti, ottenuta mediante assemblaggio di elementi a sezione quadrata sulla quale viene fissato un tabellone con le seguenti informazioni: cartografia schematica in scala 1:25.000 con la localizzazione degli insediamenti e dei sentieri esistenti; elenco degli itinerari accessibili dal luogo di posizionamento del tabellone contraddistinti con segnavia, eventuali numeri o sigle, tempi di percorrenza, quote significative e altri dati salienti; note descrittive di carattere ambientale e storico sulla località del posto tappa. Sul tabellone va riportato, il logo completo del Parco . Nelle aree attrezzate il tabellone assume la forma di capanna con tettuccio.

2° Ordine: E' la segnaletica verticale costituita da tabelle direzionali di formato 15x65 cm. in legno di castagno, con le scritte realizzate con pantografia profonda (scritta ad incisione) tinteggiata in verde scuro, posta all'inizio del sentiero e ai bivi, riportante: colorazione dei segnali (rosso-bianco-rosso) ed eventuale numero o nome del sentiero, nome e quota della località in cui ci si trova, nome e quota della località di arrivo e il tempo di percorrenza. I pali di sostegno delle tabelle, dimensioni minime 10x10 cm. sempre in legno con catramatura della parte da interrare, vanno messi in punti dei bivi visibili da qualsiasi direzione si provenga. Nella parte alta dei pali di sostegno, di dimensione 10x15 cm. e 230 cm. di altezza e da lasciare a punta nel termine superiore per evitare il ristagno dell'acqua sul legno, andrà lasciata in vista una porzione di palo su cui va inciso e colorato in verde scuro il logo del Parco sui quattro lati. Nella parte alta del palo, sopra le frecce direzionali, va posizionata la tabella 25x15 cm. indicativa della località e della quota in cui il palo si trova con sopra la dicitura: "Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga".

3° Ordine: E' la segnaletica minuta costituita da segnavia rosso-bianco-rosso, verniciato sulla estremità di un singolo paletto (alto 1 metro) da piantare nel terreno, e sul cui lato superiore è riportato il logo del Parco, ubicati nei luoghi dove si ritiene utile e indispensabile confermare la giusta continuità del sentiero. Ne va fatto un uso limitato, con particolare riguardo all'inquinamento visivo da segnali che si potrebbe venire a creare. In alternanza, su roccia nella impossibilità di utilizzare paletti, il segnavia può essere il logo del Parco rappresentato a vernice di dimensione circa 15 cm..

Particolare attenzione va posta affinché tali segnali di vernice siano utilizzati con parsimonia e non siano apposti su manufatti dell'uomo di interesse storico-artistico o di testimonianza della vita pastorale.

Allegato alla presente si riporta uno schema grafico riepilogativo di quanto sopra espresso.

7.Manutenzione

Ogni progetto, deve contenere un programma pluriennale di manutenzione dei sentieri previsti, in cui siano dettagliatamente riportati i lavori da eseguire e la loro turnazione negli anni, per mantenere i tracciati sempre efficienti. Il piano di manutenzione andrà integrato nello stesso finanziamento in modo

Tutta la segnaletica andrà realizzata in legno lasciato a colore naturale con l'ausilio di pietrame locale per la sistemazione al piede dei pali o per la costruzione degli ometti.

Le scritte realizzate con incisione a pantografie (o in casi eccezionali serigrafate) dovranno essere rigorosamente in colore verde scuro così come il logo del Parco e con un carattere lineare e pulito



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