Prefazione
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è il risultato dell'opera combinata della natura e dell'uomo. Esso rientra nella categoria dei paesaggi evolutivi risultato di esigenze storiche, sociali, economiche, artistiche e spirituali e raggiunge la sua forma attuale in associazione e risposta al suo ambiente naturale. Esso è oggi un paesaggio vivente che mantiene un ruolo attivo nella società contemporanea ma conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato, nell'organizzazione del territorio, la trama dei percorsi, la struttura delle coltivazioni e il sistema degli insediamenti. Come le specie naturali e gli ambienti geografici così le genti hanno trovato in questi luoghi il punto di contatto, la contaminazione e la fusione. Il Cilento realizza l'incontro tra mare e montagna, Atlantico e Oriente, le culture nordiche e quelle africane, fonde popoli e civiltà e ne conserva le tracce evidenti nei suoi caratteri distintivi: l'archeologia, la natura, le tradizioni.
Posto al centro del Mediterraneo ne è il Parco per eccellenza perché l'aspetto tipico di questo mare consiste proprio nella biodiversità, la compenetrazione ambientale, la storia e l'incontro delle genti.
Il riconoscimento di questa parte della Provincia di Salerno nella esclusiva lista del patrimonio mondiale, come perimetrata nell'allegato documento posto a base di valutazione nella XXII sessione ordinaria dell'Unesco, tenutasi a Kyoto dal 30.11 al 5.12.1998, risultato della stretta collaborazione tra la Provincia di Salerno, l'Ente Parco, l'EPT, il Comune di Capaccio - Paestum, le Soprintendenze ai B.A.A.A. e S. di Salerno ed Avellino e Archeologica di Salerno, impone un rilancio dell'impegno profuso dalle Amministrazioni dello Stato deputate alla tutela e salvaguardia del territorio e una loro più stretta collaborazione per una sempre più qualificata opera di valorizzazione e sensibilizzazione culturale dell'area affinché il territorio possa cogliere a pieno il senso di tale riconoscimento ed esserne soggetto attivo per la tutela e conservazione.
In tale quadro di riferimento, la programmazione della strategia di tutela e valorizzazione del patrimonio e delle identità culturali dell'area riconosciuta dall'Unesco è chiamata a delineare le condizioni per un vero e proprio salto di qualità, sia sotto il profilo programmatico sia per quanto riguarda i sistemi di attuazione e gestione degli interventi sul territorio.
Uno dei temi prioritari individuati dalla Unione Europea, che emerge nel documento "Cento idee per lo sviluppo" del seminario di Catania, è la necessità di individuare azioni che perseguano la formazione di una "rete ecologica nazionale" ove si operi per la valorizzazione e lo sviluppo di tutti gli ambiti caratterizzati dalla presenza di valori naturali e culturali al fine di tutelare i livelli di biodiversità esistenti e la qualità dell'ambiente nel suo complesso.
Il Ministero dell'Ambiente e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel definire gli assi prioritari di intervento nelle regioni dell'obiettivo 1, ribadiscono che il patrimonio naturalistico e culturale in questa ottica diviene una risorsa potenzialmente molto rilevante per attivare processi di sviluppo cui si legano gli obiettivi globali del programma:
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel documento di programma per il QCS 2000 - 2006 auspica che dopo una fase, quella della fine degli anni novanta, di forte ripresa degli interventi di restauro e valorizzazione, caratterizzata anche dallo sviluppo di condizioni più adeguate di gestione e fruizione del patrimonio culturale meridionale, nel prossimo periodo di programmazione l'obiettivo fondamentale da conseguire deve essere quello di radicare, diffondere, moltiplicare le potenzialità di sviluppo connesse ad una gestione più dinamica e attiva dei beni culturali delle aree depresse, e quello di indurre significativi effetti occupazionali.
Questo obiettivo implica innanzitutto la necessità di dotare tali aree di risorse permanenti in grado di rendere sempre più legati al territorio gli effetti positivi determinati, in termini di sviluppo, dalle politiche di conservazione, restauro, gestione e valorizzazione: tali risorse sono strutture fisiche (centri e laboratori di restauro; reti di archivi e biblioteche; centri per la fruizione, per la didattica), tecniche e metodologie di intervento (di progettazione, di organizzazione, di gestione avanzata), ma, ancora, fattori "orizzontali" di base (conoscenza del patrimonio, formazione), offerta di servizi avanzati.
Dotare in particolare il Mezzogiorno, sostiene ancora il Ministero, di tali risorse diviene quindi la modalità attraverso la quale le politiche di tutela e valorizzazione dei beni culturali meridionali potranno tradursi direttamente (non più solo attraverso l'indotto delle attività turistiche), in occasione di sviluppo di nuove attività produttive, di qualificazione e di rivitalizzazione del territorio, di diffusione di tecniche, di competenze e di specializzazioni, di creazione di nuova e più qualificata occupazione.
Le motivazioni.
Oltre alle motivazioni indicate in premessa la necessità di pervenire ad un protocollo d'intesa riguarda:
Gli obiettivi
La strategia da perseguire nei prossimi anni è quindi più articolata e complessa, agli interventi ed alle azioni avviate si dovranno infatti affiancare azioni volte alla creazione di un sistema integrato di tutela, valorizzazione e offerta di servizi a livello territoriale che per dotazione di strumenti, risorse, competenze e strutture possa consentire la realizzazione degli obiettivi di seguito elencati:
I Progetti
Allo stato sono consegnati i lavori relativi alla valorizzazione dei seguenti siti di rilevante interesse archeologico:
"Roccagloriosa";
"Moio della Civitella";
"Porto romano di San Marco di Castellabate";
sotto l'alta sorveglianza della competente Soprintendenza Archeologica.
E' in fase di appalto l'allestimento della Mostra permanente sui ritrovamenti nelle grotte di Scario e Marina di Camerota; sono da perfezionare gli interventi relativi alle grotte di valore archeologico di Marina di Camerota, la Mostra permanente a Castelcivita, l'Antiquarium di Palinuro, la Mostra permanente di Roscigno e una campagna di scavo, la valorizzazione del sito "La Molpa" a Palinuro, "Monte Pruno di Roscigno", i ritrovamenti preistorici di Sassano e Monte San Giacomo, il centro multimediale nella "Torretta" di Ascea e non per ultima la tanto attesa Mostra permanente sui reperti di Elea- Velia.
Tutte queste opere preliminarmente concordate con la competente Soprintendenza, che è anche responsabile del coordinamento scientifico, richiedono un quadro di riferimento operativo e gestionale coordinato e programmato oltre alla possibilità di verificare ulteriori necessari interventi di scavo mirati ad approfondimenti conoscitivi dei siti archeologici e paleontologici per l'acquisizione di aree necessarie alla piena valorizzazione e comprensione dei complessi archeologici, al fine di pervenire, in successioni temporali predefinite, al riconoscimento dei siti, alla dichiarazione di interesse archeologico, alla progettualità operativa e alle successive azioni di valorizzazione, dotazione di servizi, opere di recupero del contesto ambientale e paesaggistico, fino alla definizione di modelli di piani di gestione integrati comprensivi di azioni di avvio, fasi intermedie e breakeven point delle iniziative da attuare d'intesa con enti, istituzioni ed associazioni no-profit territoriali.
Valorizzazione del patrimonio architettonico
Sul fronte dei Beni Architettonici, la stretta collaborazione tra la Soprintendenza competente e l'Ente Parco ha permesso non solo di risolvere in tempi brevi l'annosa vicenda dei Piani Paesistici del Cilento ma anche di avviare un rapporto istituzionale ed amministrativo di grande valenza territoriale attraverso l'istituzione di "uno sportello unico al cittadino" che non solo ha permesso di dare risposte più rapide ai cittadini (di fatto i tempi autorizzativi si sono ridotti di 90 giorni) ma di avvicinare le rispettive istituzioni alle esigenze del territorio attraverso la costituzione di un apposito ufficio presso la sede dell'Ente Parco dotato di apparecchiature informatiche collegate al Sistema Informativo Territoriale del Parco che ha una postazione su ogni comune e presso le sedi del CTA (Coordinamento Territoriale Ambientale del CFS) alle dipendenze funzionali dell'Ente Parco. Agli importanti ed ormai definiti interventi attuati dalla competente Soprintendenza nell'area del Cilento, si aggiungono nuove proposte operative del Parco che ha avviato un'azione di patrimonializzazione di edifici di rilevante interesse architettonico e storico - culturale per le quali si prevedono altrettanti finalizzazioni di valorizzazione culturale del territorio.
Tra queste si ricordano:
Oltre ad altre azioni di valorizzazione culturale dell'immenso patrimonio architettonico e paesaggistico dell'area del Parco.
Anche in questo caso le azioni, interventi ed opere preliminarmente concordate con le competenti Soprintendenze, richiedono un coordinamento scientifico, un quadro di riferimento operativo e gestionale coordinato e programmato oltre alla possibilità di verificare ulteriori necessari interventi ed approfondimenti conoscitivi per la piena valorizzazione e comprensione delle risorse che richiede interventi prioritari, al fine di pervenire, in successioni temporali predefinite, alle operazioni di valorizzazione, dotazione di servizi, opere di recupero del contesto ambientale e paesaggistico, fino alla definizione di modelli di piani di gestione integrati comprensivi di azioni di avvio, fasi intermedie e breakeven point delle iniziative da attuare d'intesa con enti, istituzioni ed associazioni no-profit territoriali.
La riqualificazione ambientale dei centri storici.
Gli interventi avviati in molti Centri storici del Parco e le azioni di sensibilizzazione, formazione (SFORE) e incentivo ("più bella la tua casa più bello il tuo paese") finalizzate alla riqualificazione ambientale dei centri storici e dei nuclei rurali richiedono un coordinamento operativo e gestionale per l'implementazione di modelli operativi già in avanzata fase di programmazione (Village d'Europe nel comune di Teggiano, Laboratorio scuola in Sanseverino di Centola e Roscigno, Ospitalità diffusa, ecc.) attivati attraverso appositi protocolli ed intese con gli enti ed istituzioni competenti. Attraverso il restauro di beni e complessi architettonici e lo studio di interventi di recupero ambientale degli ambiti territoriali circostanti, l'azione mira ad innescare interventi allargati ad enti, istituzioni e privati interessati allo sviluppo di agglomerati urbani il cui tessuto storico, ancorché degradato, abbia mantenuto prevalenti connotazioni che ne identificano i caratteri originari e le fasi successive storicizzate, finalizzando gli interventi ad incrementare la ricettività diffusa dei centri storici del Parco (ospitalità diffusa).
I complessi architettonici sedi di archivi, biblioteche, musei e centri polifunzionali.
Obiettivo è il potenziamento dell'offerta di servizi culturali, attraverso interventi di "conservazione integrata", quale sintesi tra l'azione di restauro di beni e contenitori di beni di particolare valore storico - artistico ed il loro idoneo uso funzionale. In questo quadro si inserisce la proposta scaturita dalla 1° Conferenza sulle attività culturali del Parco per la creazione di una "Rete dei musei del Parco" non solo come luoghi della conoscenza ma anche come veri e propri laboratori della "memoria" e della cultura. Tale programma approvato dall'Ente ha visto un forte interesse della Regione Campania che intende approfondire e cofinanziare l'azione del Parco. In tale direzione il Parco ha inoltre richiesto apposito cofinanziamento per implementare e collegare le risorse culturali del Parco alla Rete "Mediateca 2000". Infine ma non per ultimo uno sforzo comune e intenso va dedicato alla futura istituzione del Museo Archeologico di Elea-Velia, per il quale il Parco attiverà ogni necessaria collaborazione per concretizzare in tempi brevi od anche su un programma scadenzato nel tempo una qualificata e autorevole fruizione dei reperti di inestimabile valore dell'antica città di Elea.
Il restauro e la valorizzazione del paesaggio.
Sono in programma interventi di ricomposizione paesaggistica e risanamento capaci di integrare e consolidare l'azione di tutela in siti di notevole pregio ambientale (ripe Rosse di Montecorice, Punta del Telegrafo in Ascea, promontorio di Molpa in Palinuro, pineta del promontorio di Palinuro, pineta di Sant'Iconio a Marina di Camerota, Punta Tresino ad Agropoli, Costa Infreschi e Masseta, Foce fiumi Alento, Palistro, Lambro e Mingardo, Baia Arena, Bussento).
Altri interventi riguardano la valorizzazione di ambiti di alto valore paesaggistico (nei Comuni di Cannalonga, Roccagloriosa, Ottati, Cicerale, Roccadaspide, Castellabate, ecc.)
E' prevista l'articolazione degli interventi da una parte, nel recupero di ambienti degradati, anche attraverso demolizioni di opere abusive; dall'altra, in interventi di incentivazione alla fruizione e valorizzazione degli ambiti di pregio rimasti inalterati. Per quanto riguarda gli interventi sulle aree oggetto di opere abusive un apposito nucleo operativo è stato strutturato presso l'Ente Parco con la partecipazione di un Consulente amministrativo, un Consulente sulla Valutazione d'Impatto Ambientale, un Funzionario della Soprintendenza e il Direttore del Parco al fine di monitorare l'abusivismo, avviare le azioni demolitorie e concordare gli interventi di ripristino dello stato dei luoghi.
Infrastrutture per le attività culturali.
Grazie anche alla norma che consente allo Stato di abbattere i costi degli interessi sui mutui contratti dai comuni per il recupero funzionale delle infrastrutture per lo spettacolo (art.4 L. 135/97) che permette di migliorare l'utilizzazione e la fruizione del patrimonio di risorse storiche, tradizionali, culturali presenti nel territorio, si potrebbe attivare un sistema di infrastrutture per le attività culturali. Tale iniziativa dovrebbe innescare - attraverso la promozione di adeguate capacità progettuali ed organizzative, la rivitalizzazione del patrimonio esistente e la creazione di nuove strutture - un circolo virtuoso in grado di creare le condizioni per l'avvio di nuove iniziative culturali, e per lo sviluppo di iniziative imprenditoriali e gestionali collegate alla valorizzazione del patrimonio culturale locale.
Miglioramento dell'offerta e della qualità dei servizi per la fruizione.
Attraverso l'organizzazione di servizi multimediali in rete integrati sul territorio tra i sistemi locali e i luoghi della cultura (archivi, biblioteche e musei, ecc.) appoggiandosi al Sistema Informativo Territoriale del Parco (in via di attuazione) e collegandosi con il sistema informativo nazionale per l'educazione, la ricerca e l'informazione del cittadino. Sistemi di gestione avanzati delle visite: estensione dell'offerta, miglioramento dei servizi anche attraverso la riqualificazione delle risorse umane e creazione di occupazione qualificata.
Strumenti per la tutela e gestione
Avviare una fattiva collaborazione anche con gli enti territoriali (Provincia e Regione ) per lo sviluppo della conoscenza.
Inventariazione, catalogazione, diffusione del patrimonio culturale; approfondimenti tematico - territoriali della Carta del Rischio, conoscenza, pianificazione gestione del paesaggio, censimento del patrimonio architettonico di proprietà pubblica, in coordinamento con gli strumenti di gestione dei vincoli archeologico- monumentali, di pianificazione paesistica, e del Piano del Parco.
Avviare ogni fattiva collaborazione per l'attivazione e potenziamento di centri e laboratori avanzati per il restauro del patrimonio culturale, interventi - pilota esemplificativi delle tecniche innovative di restauro e di manutenzione programmata, recupero retrospettivo degli inventari archivistici e dei cataloghi delle biblioteche - con particolare riferimento ai fondi meridionalistici ed ai fondi musicali - e digitalizzazione di raccolte di particolare valore sia ai fini della conservazione che della diffusione e fruibilità attraverso le reti; la formazione; lo sviluppo delle competenze tecniche. Tecniche di restauro; tecniche di gestione; tecniche per il miglioramento della qualità dell'offerta.
I fondi
L'attuazione del presente protocollo va realizzata attraverso il coordinamento per il completamento dei progetti già in corso sui fondi di competenza e verificando:
La strategia operativa
L'attuazione del presente protocollo oltre alle azioni interne di collaborazione coordinamento/direzione scientifica e operativa per le diverse competenze di settore degli organismi sottoscrittori, prevede la possibilità di articolare la strategia proposta in linee di intervento da inserire in programmi operativi regionali sulla base di intese preliminari anche attraverso specifici accordi di programma tra le parti e gli enti territoriali (Regione Campania e Provincia di Salerno). Per gli interventi di valenza nazionale, per la progettazione e sperimentazione delle reti e dei sistemi di gestione avanzata si fa espresso riferimento alle azioni di assistenza, sostegno e coordinamento dei rispettivi Ministeri sottoscrittori.
Tali sinergie possono essere implementate, programmate e pianificate attraverso l'istituzione di un "tavolo permanente di lavoro" presso il costituendo Centro Studi per il Paesaggio culturale sotto l'egida dell'UNESCO da attivarsi in Villa Matarazzo in Santa Maria di Castellabate oltre che nelle diverse sedi rese disponibili dai sottoscrittori del presente protocollo.
Tali programmi saranno realizzati anche attraverso la sottoscrizione di specifici accordi di programma tra i soggetti legali rappresentanti o delegati dei soggetti sottoscrittori del presente protocollo.
Articolato
Vista la Convenzione dell'Aja del 14 maggio 1954 (ratificata dall'Italia con legge 7 febbraio 1958, n.279);
Vista la Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, Londra, 6.5.1969 (Consiglio d'Europa) ratificata con legge 12 Aprile 1973, n.202;
Vista la Convenzione concernente le misure da prendere per vietare ed impedire l'importazione, l'esportazione e il trasferimento di proprietà illecite di beni culturali, Parigi, 14.11.1970 (Unesco) ratificata con legge 30.10.1975 n.873 in vigore dal 2.1.1979;
Vista la Convenzione concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale ("Convenzione del Patrimonio Mondiale"), Parigi, 16.11.1972 (Unesco) ratificata con legge 6.4.1977, n.184;
Vista la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa, Granada, 3.10.1985 (Consiglio d'Europa) ratificata con legge 15.02.1989, n.93;
Vista la legge delega 15 marzo 1997 n.59 e il d. lgs. 31 marzo 1998 n.112;
Vista la legge 8 ottobre 1997 n.352 contenente disposizioni sui beni culturali,
Vista la legge quadro sulle aree protette del 21 dicembre 1991 n.394 e le successive modifiche ed integrazioni;
Visto che l'art.1 della citata legge detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese, allo scopo di perseguire, in particolare, le seguenti finalità:
conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici;
applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro - silvo - pastorali e tradizionali;
promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili;
difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.
Considerato che nella tutela e nella gestione delle aree naturali protette, lo Stato, le Regioni e gli enti locali attuano forme di cooperazione e di intesa ai sensi dell'art.81 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977 n.616 e dell'art.27 della legge 8 giugno 1990 n.142;
Visto che la Provincia di Salerno, l'Ente Parco, l'EPT, il Comune di Capaccio - Paestum, la Soprintendenze ai B.A.A.A. e S. di Salerno ed Avellino e la Soprintendenza Archeologica di Salerno, hanno proposto l'iscrizione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula, nella esclusiva lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO;
Visto che il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula, sono stati ufficialmente iscritti nella lista del patrimonio mondiale nella XXII^ sessione ordinaria dell'Unesco, tenutasi a Kyoto dal 30.11 al 5.12.1998;
Considerato che tale riconoscimento impone un rilancio dell'impegno profuso dalle Amministrazioni dello Stato deputate alla tutela e salvaguardia del territorio e una loro più stretta collaborazione per una sempre più qualificata opera di valorizzazione e sensibilizzazione culturale dell'area affinché il territorio possa cogliere a pieno il senso di tale riconoscimento ed esserne soggetto attivo per la sua tutela e conservazione;
Ritenuto che in tale quadro di riferimento, la programmazione della strategia di tutela e valorizzazione del patrimonio e delle identità culturali dell'area riconosciuta dall'Unesco è chiamata a delineare le condizioni per un vero e proprio salto di qualità, sia sotto il profilo programmatico sia per quanto riguarda i sistemi di attuazione e gestione degli interventi sul territorio;
tutto ciò premesso
il Ministero dell'Ambiente
il Ministero per i Beni e le Attività culturali
la Regione Campania
la Provincia di Salerno
l'Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
la Comunità del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
CONVENGONO E STIPULANO QUANTO SEGUE
Art. 1 - Premesse - Le premesse sono parte integrante del presente protocollo d'intesa
Art. 2 - Obiettivi - I soggetti sottoscrittori nel rispetto dei propri compiti istituzionali e nello spirito di leale collaborazione, nell'ambito della Convenzione concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale ("Convezione del Patrimonio Mondiale"), Parigi, 16.11.1972 (Unesco) ratificata con legge 6 aprile 1977, n.184, intendono perseguire azioni comuni per il raggiungimento degli scopi indicati nelle premesse e nei successivi impegni preliminari, finalizzati alla creazione di un sistema integrato di tutela, valorizzazione e offerta di servizi a livello territoriale che per dotazione di strumenti, risorse, competenze e strutture possa consentire la realizzazione dei seguenti obiettivi:
Art. 3 - Forme di attuazione - L'attuazione del presente protocollo oltre alle azioni interne di collaborazione coordinamento/direzione operativa per le diverse competenze di settore degli organismi sottoscrittori, prevede la possibilità di articolare la strategia proposta in linee di intervento da inserire in programmi operativi regionali nazionali e comunitari sulla base di intese preliminari anche attraverso specifici accordi di programma tra le parti.
In termini operativi e nel rispetto degli indirizzi programmatici, degli obiettivi indicati, e degli impegni preliminari, i sottoscrittori indicheranno i soggetti delegati alla sottoscrizione delle successive intese e accordi di programmi con i relativi impegni di spesa.
Art. 4 - Compiti dei sottoscrittori - Il Ministero dell'Ambiente e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell'ambito dei rispettivi compiti istituzionali, svolgeranno il ruolo di alta vigilanza per il rispetto e la piena attuazione del presente protocollo - fornendo, qualora richiesta, un'azione di assistenza tecnico operativa nell'attuazione delle successive intese ed accordi di programma - e per l'attuazione della disposizione di cui alla "Convenzione concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale" ratificata con L. 6.4.1977, n.184.
In particolare, le Soprintendenze, oltre alla funzione di coordinamento e direzione scientifica ed operativa degli interventi su beni, siti e aree di valore archeologico, architettonico e ambientale sottoposti alle leggi 1089/39 - 1497/39, 431/85 e successive, forniranno le competenze e le professionalità necessarie per l'attuazione della citata programmazione e la più ampia collaborazione con l'Ente Parco nelle prestazioni di beni e servizi di settore (Sportello unico al cittadino, centro studi "Paesaggio Culturale", eventuale utilizzo delle cooperative LSU, accesso gratuito alle guide del parco nelle strutture e siti di competenza, organizzazione di seminari incontri e attività di promozione e valorizzazione dei beni culturali nell'ambito dei fini e scopi istituzionali dell'Ente).
La Regione Campania, nell'ambito dei suoi compiti istituzionali svolgerà il ruolo di indirizzo e coordinamento territoriale nel dare piena attuazione al protocollo e nel rispetto dell'art.7 della legge 394/91 si impegna a prevedere specifiche azioni di settore nella programmazione del QCS 2000 - 2006 inserendo il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano con uno specifico programma integrato territoriale all'interno delle proprie proposte di pianificazione e di programmazione di settore sostenendo l'azione prevista nella già citata Convenzione concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale.
La Provincia di Salerno, in virtù della legislazione vigente statale e regionale e del proprio Statuto approvato con deliberazione n° 172 del 7/10/1991 nell'ambito delle funzioni delegate di settore implementerà le azioni su indicate, oltre che impegnarsi ad attivare specifiche attività di sostegno e tutela dell'iniziativa nell'ambito della citata azione di programmazione.
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nella sua ampia compagine di Ente e Comunità del Parco, come disciplinati dalle leggi 394/91 e 426/98, al fine di vedere attuati gli obiettivi indicati si impegna a fornire ogni necessaria esigenza logistica ed operativa oltre che attivare specifiche azioni di sostegno e cofinanziamento nell'ambito della sua programmazione, oltre a quelle già previste ed attivate.
Art. 5 - Durata - Il presente accordo ha validità sino al 2006 e potrà essere comunque aggiornato o rinnovato d'intesa fra i sottoscrittori.
Art. 6 - Contributi e richieste di finanziamento - Gli accordi di programma attuativi del presente protocollo dovranno prevedere i rispettivi impegni di spesa per l'attuazione degli obiettivi indicati.
In attuazione dell'art.21 della "Convenzione concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale" sarà inoltrata, dai soggetti sottoscrittori del presente protocollo, domanda di assistenza internazionale relativa ai patrimoni e siti a rischio nell'ambito dell'area riconosciuta patrimonio dell'umanità, come perimetrata nell'allegato documento posto a base di valutazione nella XXII sessione ordinaria dell'Unesco ed allegato alla presente.
Ulteriori eventuali richieste di finanziamento potranno essere attivate dai sottoscrittori del presente accordo su idonee misure previste dalla legislazione regionale, nazionale e comunitaria.
Art. 7 - adesioni - Possono aderire ad una o più iniziative previste dal presente protocollo altri soggetti pubblici, organismi ed associazioni nazionali ed internazionali, società a capitale privato e singoli privati. L'adesione di nuovi soggetti può essere rifiutata solo qualora i richiedenti non siano idonei, per i loro fini istituzionali o per l'attività svolta, a cooperare utilmente nel perseguimento degli obiettivi dell'iniziativa.
Art. 8 - Coordinamento - Il coordinamento sull'esecuzione del protocollo è affidato ad un Comitato di attuazione presieduto alternativamente dal Ministro dell'Ambiente o dal Ministro per i Beni e le Attività culturali, o dai loro delegati, e composto da un rappresentante dei firmatari del presente accordo.
Il comitato esprime, inoltre, pareri sugli atti approntati per l'attuazione del protocollo d'intesa oltre che sull'ammissibilità di nuove adesioni.
Il Comitato si riunisce su richiesta di almeno una delle parti firmatarie e, comunque, almeno una volta ogni sei mesi.
Art. 9 - Impegni preliminari - I soggetti sottoscrittori, nel condividere principi e finalità enunciate nel protocollo, per quanto di competenza, si impegnano a:
Art. 10 (attività preliminari)
In via preliminare, per il raggiungimento di tali finalità, si prevede di attivare: