IL DIRITTO DEI PARCHI NAZIONALI Archivio sistematico dei provvedimenti a carattere generale dei Parchi nazionali Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna Il territorio degli abitanti. Protocollo di intesa per un programma di cooperazione decentrata tra comunità locali di Toscana, Trentino, Bosnia Erzegovina (Provvedimento Provvidenziale n. 51/2000) - Comune di Sanski Most, BiH - Municipalità di Prijedor, RS - BiH Comunità Montana del Mugello - Associazione Progetto Prijedor, Trento - Provincia di Autonoma di Trento - Parco delle Foreste Casentinesi e Monte Falterona, Toscana, Emilia-Romagna PREMESSA Fino all'inizio del conflitto nella ex Jugoslavia i comuni di Sanskí Most e di Prijedor erano composti da cittadini appartenenti ad etnie serba e bosniaco-musulmana. Le due etnie, ripartite in misura pressoché eguale tra i due comuni, hanno tradizionalmente condiviso comuni destini e progetti di sviluppo all'interno della stessa entità politico-amministrativa - la Repubblica Jugoslava di Bosnia Erzegovina. Segnate profondamente dalla guerra, Sanski Most e Prijedor, distanti tra loro solo 17 chilometri, sono state rifugio per i profughi rispettivamente di etnia bosniaco-musulmana e serba provenienti da tutta la regione. La logica del conflitto interetnico ha tenuto separate le due città, ma sin dal termine della guerra non è mancato l'impegno della società civile e dei governi locali per il ripristino di condizioni sociali di base accettabili per tutte le etnie in conflitto. Qualche tempo dopo l'accordo dì pace di Dayton un'associazione di volontariato del Mugello -il Centro Radio Soccorso di Borgo San Lorenzo - giunse a Sanski Most portando i primi aiuti di carattere umanitario. Successivamente, enti locali ed associazioni di volontariato dello stesso territorio hanno costituito il Comitato per Sanski Most, il quale ha realizzato la costruzione di un pronto soccorso ed ha fornito l'ospedale pubblico di apparecchiature mediche. Inoltre, all'interno di questa cornice la Comunità Montana del Mugello, principale governo locale del comitato, ha promosso un corso di formazione nel settore agricolo e zootecnico, che ha permesso non solo di formare veterinari ed allevatori bosniaci e di divulgare le competenze acquisite, ma anche di sviluppare la conoscenza del territorio. Infine, il comune di Sanski Most e la Comunità Montana del Mugello hanno aderito alla rete di città della ex Jugoslavia "Europa sud-orientale: ricostruire i ponti del dialogo e della cooperazione", promossa dalla Regione Toscana. Contemporaneamente sono nate le Agenzie per la Democrazia Locale (ADL), sollecitate dal Consiglio d'Europa attraverso il CPLRE ed implementate da comunità locali europee, che si pongono l'obiettivo di collaborare in modo concreto con i governi locali della ex Yugoslavia per promuovere lo sviluppo democratico, basato sul rispetto dei diritti umani e sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica ed amministrativa della città. A partire dal 1996 la Casa per la Pace di Trento e successivamente l'Associazione Progetto Prijedor (che vede quali partner, oltre la Casa per la Pace, l'Associazione Trentini nel Mondo e dodici comuni della Provincia di Trento - Borgo Valsugana, Caderzone, Cavalese, Giustino, Massimeno, Pinzolo, Predazzo, Ronzo Chienis, Spiazzo, Tassullo, Trento e Varena) avvia un programma di diplomazia popolare e di cooperazione decentrata nella municipalità di Prijedor, che ha portato fra l'altro alla costituzione nel febbraio del 2000 alla prima ADL, realizzata nell'entità serba di Bosnia. L'ADL, di Prijedor promuove la partecipazione del cittadino alla vita sociale ed economica, il monitoraggio del rispetto dei diritti umani, la promozione di concrete iniziative di sostenibilità economica e sociale, lo sviluppo della società civile nel suo complesso, assumendo al contempo il ruolo di sportello dell'Europa dei popoli e delle regioni rivolto ai cittadini. Dopo un periodo post-bellico ancora troppo inquinato dai rancori della guerra per consentire la normalizzazione delle relazioni fra le etnie, Sanski Most e Prijedor si stanno riavvicinando. Sostenute dai loro partner toscani e trentini, le due comunità stanno lentamente ricominciando a discutere dei loro rispettivi problemi - il ritorno dei profughi, la gestione delle aree urbane, lo sviluppo delle risorse locali - assolutamente simili come patologia, e a piccoli passi stanno iniziando a cercare le cure a questi problemi. Questo protocollo intende muoversi nella direzione di concorrere a sostenere una rinascita civile, culturale, sociale ed economica di queste comunità. L'APPROCCIO PROGETTUALE Il confronto ormai constante e continuativo tra gli attori sociali coinvolti ha permesso di giungere non solo alla definizione del quadro complessivo dei rapporti istituzionali, ma anche all'individuazione di possibili ulteriori azioni di cooperazione verso le quali è possibile concentrarsi. e a partire da ciò che si rende necessaria l'istituzione di un quadro complessivo di cooperazione decentrata, con l'obiettivo di realizzare una serie di progetti condivisi che vadano ad integrare i programmi di cooperazione in corso. La costituzione di una rete di attori locali, italiani e bosniaci; la verifica dei settori prioritari d'intervento; l'individuazione di un pacchetto di progetti funzionali al consolidamento delle relazioni fra le comunità di Sanski Most e di Prijedor; sono questi i punti fondamentali su cui costruire un programma di lavoro nell'ambito del quale vengono delineati progetti realizzabili fin da subito ed altri di più largo respiro, capaci di incidere in maniera duratura sul tessuto socioeconomico dei partner beneficiari. I COMPARTI DI INTERVENTO L'attività svolta a tutt'oggi dal Progetto Prijedor, nonché la continua collaborazione della Comunità del Mugello con Sanski Most, hanno permesso di individuare alcuni terreni nell'ambito dei quali avviare progetti integrati: IL RITORNO: condizione indispensabile per il ripristino delle condizioni di base su cui impostare qualsiasi ipotesi di sviluppo è il ritorno dei cittadini alle loro collettività di origine; sono molti i luoghi di difficoltà oggettiva già conosciuti anche dalle collettività italiane: i villaggi serbi di Sanski Most, quelli della riva occidentale del fiume Sana (Hambarine e Carakovo, per citarne alcuni) in cui la ricostruzione parte da zero, a Cejreci, dove rientro e permanenza sono in conflitto tra loro; i partner italiani sostengono con forza l'impegno di Sanski Most e Prijedor a favorire il reinserimento dei profughi, a ricostruire le infrastrutture sociali e produttive, a valorizzare le persone e i mezzi a disposizione; LE RISORSE LOCALI: la costruzione di un progetto di sviluppo locale deve basarsi sulla valorizzazione del patrimonio territoriale (ambientale, urbanistico, culturale), attraverso l'implementazione e l'innovazione di energie disponibili e di un sistema complesso di valori; i firmatari di questo protocollo si impegnano a favorire la crescita locale fondata sulla valorizzazione delle risorse disponibili, riconosciute la principale base materiale per la ricchezza (economica, produttiva, sociale) e la prosperità delle collettività; LE AREE URBANE: i principali centri urbani hanno subito, al pari dei loro abitanti, ferite profonde e amputazioni; le infrastrutture urbane a rete (acquedotti, raccolta e smaltimento dei rifiuti, elettricità, ... ), la loro gestione e pianificazione, sono problemi di evidente e emergenza comuni ad entrambe le comunità; i firmatari di questo protocollo si impegnano a favorire la programmazione di un piano di interventi capaci di incidere in maniera adeguata sul ripristino dell'efficacia dei servizi urbani diretti agli abitanti di questi luoghi. Tutto ciò potrà avvenire attraverso la definizione e la realizzabilità di progetti esecutivi, capaci di incidere nel tessuto economico e sociale di entrambe le comunità, coinvolgendo direttamente i cittadini e le loro organizzazioni. Una prima serie di progetti ipotizzati sono allegati al presente protocollo. LA TRASVERSALITA PROGETTUALE I settori di intervento, i compartimenti di lavoro, come i progetti specifici avranno quale obiettivo primario la possibilità di interagire tra loro. Ciò è possibile sia nell'ambito della problematica legata al ritorno dei profughi, sia sul piano dello sviluppo economico locale, nella ricerca di mercato come nella valorizzazione delle produzioni locali di qualità. RISULTATI ATTESI I risultati attesi saranno i seguenti: a) la capacità delle comunità bosniache di ricominciare a collaborare assieme, sulla base del riconoscimento di comuni problemi; b) la possibilità di ricostruire il tessuto economico e sociale delle comunità a partire dalla valorizzazione delle risorse locali. SCHEDA NO. 1 PROGETTO PILOTA DI RIENTRO NELLE COMUNITA ORIGINARIE Settore: IL RIENTRO Beneficiari: o Comune di Prijedor o Comune di Sanski Most Obiettivi: Permettere in tempi brevi il rientro della comunità bosniaco-musulmana in una zona della municipalità di Prijedor e quello analogo della comunità serba in una zona del Comune di Sanski Most. Una delle principali opportunità a tale scopo sarà quella di restituire ai profughi la possibilità di un reinserimento nelle rispettive comunità originarie attraverso il loro recupero nei settori produttivi e sociali cui essi appartenevano.
Attività:
Soggetti coinvolti:
SCHEDA NO. 2
Obiettivi:
Soggetti coinvolti:
SCHEDA NO. 3
Obiettivi:
Attività:
Soggetti coinvolti:
SCHEDA NO. 4
Obiettivi:
Attività:
Soggetti coinvolti:
SCHEDA NO. 5
Obiettivi:
Attività:
Agenzia. per la Democrazia Locale, Prijedor
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