IL DIRITTO DEI PARCHI NAZIONALI
Archivio sistematico dei provvedimenti a carattere generale dei Parchi nazionali



Parco nazionale Pollino - Accordo di programma tra Regione Calabria, Regione Basilicata, Legambiente di Calabria e Basilicata, OO.SS. Cgil, Cisl, Uil di Calabria e Basilicata, Ente Parco
(deliberazione del Consiglio direttivo n. 73 dell'8 maggio 1998)




Premesso che:

- il Parco Nazionale del Pollino nasce con l'obiettivo di "garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale" e, attraverso "uno speciale regime di tutela e di gestione", di innescare processi economici, sociali e culturali per uno sviluppo del territorio compatibile con l'ambiente;

- nella predisposizione degli strumenti e delle politiche di gestione dell'area Parco è indispensabile accompagnare le scelte progettuali con un adeguato processo di partecipazione e di coinvolgimento in grado di favorire il consenso sociale e l'assunzione di responsabilità collettive nei confronti sia della tutela ambientale sia della promozione socio-economica dell'area protetta;

- il consenso sociale e l'assunzione di responsabilità collettiva creano le condizioni per la realizzazione di un parco "produttivo", capace, cioè, di fare della conservazione attiva degli ecosistemi un volano per la crescita economica delle comunità locali;

- la gestione degli interessi territoriali locali determina, tenendo conto delle esigenze ambientali dell'area protetta, scelte economiche e sociali prioritarie, da cui può scaturire la creazione di opportunità di lavoro e di occupazione;

- la modalità più appropriata per il perseguimento degli obiettivi indicati è quella della stipula tra parti sociali ed istituzioni interessate di un Accordo di programma, ai sensi dell'art.2, comma 203, lettera c), della legge n.662 del 28 dicembre 1996 e in attuazione dell'art.1, comma 5, della legge n.394 del 6 dicembre 1991;

Tutto ciò premesso,

Le Regioni Basilicata e Calabria, la Legambiente di Basilicata e Calabria, le Organizzazioni Sindacali Confederali CGIL, CISL e UIL di Basilicata e Calabria e l'Ente Parco Nazionale del Pollino convengono e stipulano il seguente

ACCORDO Dl PROGRAMMA

Art. 1 - Il Parco Nazionale del Pollino ha il compito di garantire la corretta correlazione tra la conservazione delle risorse naturali, la loro riproducibilità e tutte le attività umane compatibili, da quelle agricole, zootecniche, forestali a quelle artigianali, commerciali, turistiche e di servizio, da quelle di tutela e di valorizzazione a quelle di fruizione dell'area protetta, favorendo la creazione delle condizioni per il miglioramento della qualità della vita e della qualità ambientale e per lo sviluppo territoriale, economico, sociale e culturale. A tal fine sono in corso le procedure per la redazione degli strumenti di pianificazione, di programmazione e di gestione del Parco, in particolare del Regolamento del Parco, del Piano per il Parco e del Piano Pluriennale Economico e Sociale, previsti rispettivamente dagli art. 11, 12 e 14 della legge quadro sulle aree protette n.394 del 6 dicembre 1991.

Art.2 - Per tutte le iniziative da promuovere e realizzare il territorio del Parco dovrà rappresentare il luogo delle attività compatibili e costituire il riferimento in grado di mantenere un equilibrato rapporto tra l'uomo e le risorse territoriali e di sperimentare concretamente, mediante tale equilibrato rapporto, un modello di evoluzione e di crescita per le presenti e future generazioni.

Art.3 - Al fine di arrestare il progressivo abbandono degli abitanti del posto e lo spopolamento delle campagne e dei paesi del Parco, dovuti alla mancanza di lavoro, di occupazione e di reddito, gli operatori economici ancora presenti sul territorio, i diversi soggetti sociali, i Comuni, le Comunità Montane, le Province, le Regioni e l'Ente Parco, in attuazione del principio di complementarietà e di sussidiarietà, definiranno un quadro programmatico di azioni mirate alla incentivazione e al sostegno di iniziative, necessarie e di grande interesse comune, nei settori dell'artigianato, del commercio, del turismo, dell'agricoltura, della selvicoltura, della protezione dell'ambiente, dei beni culturali e delle attività del tempo libero e dello sport, dando priorità alla domanda di lavoro e al superamento sia dell'isolamento sia delle notevoli difficoltà di mercato.

Art.4 - Il presente accordo dovrà essere parte integrante dello sviluppo strategico delle due Regioni, le quali si impegnano a rendere attuative le previsioni relative alle "Misure di incentivazione", di cui all'art.7 della legge n.394/91, svolgendo, allo scopo, un ruolo fortemente propositivo nella utilizzazione di risorse finanziarie regionali, statali e della Unione Europea. A tal fine il Parco si propone come riferimento operativo per la realizzazione del progetto APE (Appennino Parco d'Europa)

Art.5 - Con il presente accordo si dà vita ad un "Sistema Parco Nazionale del Pollino", come processo di integrazione di politiche di conservazione, di tutela, di ripristino degli ecosistemi naturali, di ricerca e di sperimentazione, di educazione ambientale e di formazione, di fruizione turistica e ricreativa, di promozione economica, sociale e culturale di un'area protetta di valenza nazionale. Tale sistema dovrà collocare il patrimonio naturalistico, ambientale, architettonico, antropologico, storico, in una politica concertativa dei soggetti istituzionali, sociali ed economici per garantire il quadro di compatibilità, rimuovere le condizioni di arretratezza, rendere snelli, veloci, efficaci ed innovativi i processi di crescita. Tutti coloro che aderiranno al presente accordo si impegnano, altresì, a favorire ogni utile partecipazione e coinvolgimento al processo di pianificazione e, ciascuno per la parte di competenza, a dare un incisivo contributo per rendere, in tempi brevi, operativi gli strumenti di gestione del Parco.

Art.6 - Nell'ambito della gestione programmata e coordinata delle politiche del sistema Parco, si individuano i seguenti interventi prioritari:

  1. gestione del sistema forestale e riassetto del territorio;
  2. riqualificazione urbana;
  3. attività produttiva compatibile;
  4. fruibilità ambientale;
  5. disinquinamento e gestione di risorse idriche e rifiuti;
  6. politiche sociali e servizi;
  7. educazione ambientale;
  8. formazione del personale all'interno delle aziende artigiane e produttive.

 

1. gestione del sistema forestale e riassetto del territorio

Il patrimonio forestale del Parco costituisce un elemento essenziale di identificazione del territorio.

La sua qualità, la sua gestione, ed in gran parte la lotta al suo degrado rappresentano la condizione di permanenza degli ecosistemi presenti.

Una moderna gestione del sistema forestale affiancata da una corretta politica di riassetto idrogeologico del territorio, va perseguita tenacemente.

L'impoverimento della superficie vegetale favorisce l'accelerazione di processi di erosione e di modifica del regime idraulico con conseguente aumento dei rischi alluvionali ed una forte diminuzione delle risorse idriche. La sua riqualificazione ed il suo governo ricostruiscono una condizione di equilibrio e di sicurezza sociale.

L'Accordo di Programma già sottoscritto il 09.06.95 tra la Regione Calabria e l'Ente Parco pone l'immediata finalizzazione degli interventi alla realizzazione degli obiettivi del parco attraverso la crescita e la riqualificazione del patrimonio forestale. In particolare gli obiettivi perseguiti sono:

a) una riqualificazione degli interventi, adeguandoli al livello di tutela perseguito;

b) un necessario percorso di riqualificazione di tutto il personale dipendente;

c) un'adeguata lotta agli incendi;

d) un'urgente opera di sistemazione sentieristica (tabellazione, aree pic nic, ecc...).

Si ritiene urgente l'immediato rispetto degli impegni previsti dall'Accordo di programma già operante, ed il suo allargamento alla Regione Basilicata.

2. riqualificazione urbana.

Aspetto determinante per avviare un generale miglioramento delle condizioni economiche delle popolazioni del Pollino è rappresentato da una reale riqualificazione del tessuto urbano del territorio. Un Parco fortemente antropizzato che vuole fare dei Centri storici un punto strategico di confluenza e gestione delle attività sociali, culturali e turistiche non può prescindere dalla necessità di un recupero qualitativo del patrimonio urbano.

Inoltre una corretta pianificazione territoriale non può che proporre una corretta opera di recupero abitativo dei Centri storici.

Tale politica punta:

a) alla collocazione sul mercato di edilizia recuperata che in Italia rappresenta il 50% del fatturato del settore;

b) al miglioramento sostanziale delle condizioni abitative delle popolazioni del Parco;

c) allo sviluppo tecnologico del processo edilizio attraverso una riqualificazione dell'imprenditoria e della manodopera edile.

Al perseguimento di tali obiettivi vogliamo finalizzare un confronto tra gli operatori del settore a livello locale e nazionale, i livelli di governo settoriali, gli IACP interessati e le istituzioni locali e regionali per attrezzare uno strumento di gestione e accesso delle risorse e per promuovere le politiche proposte.

3. attività produttive

Un sistema territoriale a sviluppo compatibile con una tutela ambientale ha sicuramente nelle attività economiche e produttive un passaggio delicato ed obbligatorio.

Tra queste, quelle collegate alle attività agricole sono sicuramente di primaria importanza nel territorio del Pollino.

Esse rappresentano la struttura di maggiore insediamento nel territorio e di equilibrio tra l'uomo e a natura. Una reale lotta allo spopolamento delle zone interne non può che partire da una riconsiderazione delle condizioni di permanenza delle attività agro-silvo-pastorali. L'inseguimento di un modello produttivistico basato sulla forzatura dei cicli colturali ha già dimostrato ampiamente i suoi limiti sul piano generale, sì da indurre l'U.E. a stimolare sotto varie forme l'attuazione di metodi eco compatibili di produzione agricola.

Una politica di riqualificazione delle attività agroalimentari per costruire un corretto equilibrio quantità ed economicità delle produzioni deve puntare sulla diffusione del metodo di agricoltura biologica (per altro già vincolante nelle aree protette).

Il tutto va inserito in un più generale sistema di agricoltura integrata e di attività zootecniche in grado di garantire in larga misura le condizioni di equilibrio citate.

L'obiettivo è quello di sperimentare innovazioni produttive tese all'inserimento nel sistema agro-alimentare di produzioni tipiche in grado di suscitare l'interesse economico degli addetti, del sistema imprenditoriale in genere e della cooperazione giovanile.

4. fruibilita' ambientale

Tra gli obiettivi che l'area protetta deve perseguire certamente vi è quello di offrire un percorso di fruibilità del bene naturale che, rispettando i vincoli di impatto ambientale, offre il godimento del bene stesso.

E' largamente riconosciuto che il turismo se organizzato con i criteri suddetti rappresenta un veicolo economico di enormi dimensioni.

Si prevede infatti, nel mondo, secondo stime dell'organizzazione Mondiale per il turismo, un movimento annuale, entro il 2000, di oltre 500 milioni di turisti con un giro economico di 350 miliardi di dollari ed un numero di occupati di 127 milioni di lavoratori in tutto il mondo.

Il Turismo Verde può rappresentare in questo ambito un reale sostegno alla politica di conservazione dell'ambiente.

La condizione del successo sta nella scelta di attività da svolgere all'interno del Parco.

Queste devono contemporaneamente essere fonte di reddito per le popolazioni locali, compatibili con l'ambiente, piacevoli e/o interessanti per i fruitori.

I percorsi da privilegiare riteniamo debbano essere quelli in direzione di un basso impatto ambientale, di un'utilizzazione, nei percorsi, dei Centri storici come gestori dei flussi e dello sviluppo dell'agriturismo, condizioni basilari per un impulso determinante di crescita dell'iniziativa agricola, artigianale e dei settori innovativi.

Si propone la costruzione di itinerari turistici in grado di integrare una proposta naturalistica che partendo dai Centri storici includa il mondo rurale e contadino, la etnia arbresche, il folklore, l'archeologia ed il termalismo, pensando ad un collocamento tra l'area interna e le coste, a cui va recuperata un'urgente fase di ammodernamento della rete viaria di accesso al Parco.

Vi sono, a nostro avviso, le condizioni per una diretta assunzione di responsabilità del mondo giovanile che, se sostenuto con appositi percorsi formativi ed adeguati sostegni economici di sponda, può costruire valide occasioni di occupazione durevole.

5. disinquinamento e gestione delle risorse idriche e rifiuti

Una politica di difesa e di valorizzazione delle risorse ambientali non può prescindere da una generale azione di bonifica del territorio.

Un progetto, quindi, di disinquinamento e manutenzione territoriale è azione insostituibile del Quadro Istituzionale.

La gestione dei rifiuti e delle risorse idriche è ormai considerata un'emergenza generale. Ad essa bisognerà finalizzare sforzi finanziari, modelli gestionali e politiche preventive e di riciclaggio.

Bisognerà, nell'area del Parco, ricondurre in rete il governo dei rifiuti, dalla formazione al trattamento e incentivare la raccolta differenziata spinta. Valorizzare le risorse idriche, promuovendo il disinquinamento. Per questi problemi occorrerà affiancare un'azione efficace di Educazione Ambientale finalizzata alla riduzione a monte della produzione dei rifiuti, al riciclo ed al riuso dei materiali.

6. politiche sociali e servizi

Una moderna e corretta fruibilità del territorio, che punti ad un reale innalzamento della qualità della vita, presuppone la necessità di introdurre le Politiche Sociali e dei Servizi fra le politiche di sviluppo e di candidare la qualità sociale, in particolar modo i servizi alla persona ed all'ambiente, come condizione reale di promozione e di sviluppo economico del Parco.

La riforma dello stato sociale coerente con i cambiamenti in atto, dalla globalizzazione dei mercati economici agli stravolgimenti nel mercato del lavoro e nel rapporto fra le generazioni, dovrà costituire la base di consapevolezza di un nuovo livello di responsabilità territoriale che punti ad un rinnovato e più efficiente sistema di tutele sociali.

Diritti universali come il lavoro, la salute, l'istruzione, dovranno trovare nel territorio le articolazioni necessarie per costruire reti qualificate di servizi in grado di innalzare le condizioni di vita delle popolazioni locali e di costruire allo stesso tempo una valida condizione di sviluppo anche turistico dell'area protetta.

La costruzione di un sistema di servizi territoriale in grado di riqualificare la spesa, di promuovere la qualità e di rilanciare in termini innovativi un nuovo rapporto fra stato e Mercato, diventa un obiettivo da perseguire.

La promozione, in questo ambito, di un confronto fra i soggetti istituzionali interessati, le forze sociali, l'imprenditoria, ed il no profit, per concertare un vero e proprio Patto Territoriale sulla qualità sociale diventa per i proponenti uno degli obiettivi prioritari da perseguire per un sistema qualificato di servizi e per costruire nuove occasioni di lavoro.

7. educazione ambientale

Condizione di successo della proposta è data dal grado di consapevolezza collettiva dei contenuti e dei vincoli delle politiche di tutela e valorizzazione ambientali.

A sostegno di esse un ruolo fondamentale è chiamata a svolgere il mondo scientifico e della ricerca, a partire dalle Università delle due Regioni, per costruire sensibilità e professioni in grado di gestire le progettualità necessarie e di mantenere il mantenimento delle condizioni di riproducibilità naturali.

Si propone la realizzazione nell'area del Parco di un Centro nazionale di ricerca ed educazione ambientale, in un quadro di simbiosi tra scienza, cultura e tradizioni locali, in cui la memoria storica, la nuova cultura ambientalista ed il livello della conoscenza si fondono in un unico percorso.

I processi formativi dovranno riguardare la gestione delle attività di tutela, delle produzioni, della formazione scolastica e dell'informazione generale.

Art. 7 Le regioni e l'Ente Parco dovranno attivarsi per l'individuazione, la destinazione e l'attivazione di fondi e finanziamenti Comunitari, Nazionali e Regionali promuovendo progetti regionali, interregionali fondati su accordi di concertazione tra soggetti sociali economici ed istituzionali, finalizzati alla sperimentazione di interventi integrati di formazione, di politica attiva del lavoro e di promozione dell'occupazione nel quadro di obiettivi di sviluppo locale. Tali progetti dovranno realizzarsi nell'ambito di programmi di sviluppo settoriale, legati in particolare a processi di creazione di nuova imprenditorialità e di sostegno ai sistemi locali di piccole e medie imprese. Promuovere progetti regionali e interregionali sulla base di accordi tra Assessorati competenti, finalizzati alla promozione dell'occupazione e alla creazione di imprese soprattutto nel settore no profit nell'ambito di nuovi bacini di impiego così identificati:

  • Servizi alla vita quotidiana;
  • Servizi per la qualità della vita;
  • Servizi culturali e del tempo libero;
  • Servizi ambientali;

I progetti dovranno essere finalizzati a qualificare sul lungo periodo l'offerta e i servizi relativi ai nuovi bacini di impiego attraverso:

  • La creazione di competenze professionali ed imprenditoriali coerenti con le domande sociali emergenti e con la valorizzazione del patrimonio delle risorse ambientali e culturali presenti nel territorio;
  • Lo sviluppo di professionalità in grado di promuovere e sostenere le nuove imprese attraverso l'animazione economica del territorio, l'attivazione di servizi reali, la promozione di partnership tra soggetti sociali;
  • l'aggiornamento della professionalità delle figure operanti nel campo dell'economia sociale (organizzazioni di volontariato, servizi sociali, ecc.).

I progetti dovranno mirare:

a) a costituire elemento di cerniera e di coesione tra aree diverse del paese, in particolare stimolando il collegamento con realtà analoghe di altre Regioni;

b) a rafforzare i sistemi di formazione professionali regionali, creando partenariati tra le due Regioni;

c) a creare strutture intermedie di coordinamento attraverso il coinvolgimento operativo delle parti sociali;

d) a sperimentare e successivamente ad estendere esperienze e modelli di intervento relativi alle politiche occupazionali;

e) a promuovere e consolidare le iniziative locali per l'occupazione e lo sviluppo (accordi territoriali, bacini di impiego, reti interregionali) mediante la diffusione e il consolidamento delle esperienze.

Art. 8 - Le regioni e l'Ente Parco dovranno individuare e coinvolgere in tempi immediati i soggetti imprenditoriali, finanziari e del mondo creditizio per l'adesione a tale accordo di programma.

Art. 9 - Le Regioni, l'Ente Parco, le Organizzazioni Sindacali, la Legambiente e tutti gi altri Soggetti ed Istituzioni che daranno la loro adesione all'accordo, dovranno costituire un comitato permanente finalizzato:

a) alla verifica periodica della attuazione delle finalità dell'accordo di programma;

b) alla gestione passaggi necessari e coordinamento;

c) alla valutazione di progetti mediante un apposito nucleo;

d)alla individuazione delle risorse necessarie.

Art. 10 - Le Regioni e l'Ente Parco convocheranno le istituzioni locali (Comuni, Province, Comunità Montane, ecc.), affinché le stesse aderiscano a tale accordo di programma e per l'istituzione di una "Conferenza di Servizi", atta a snellire le procedure amministrativo/burocratiche necessarie al raggiungimento delle finalità dell'accordo di programma (anche per le iniziative previste ricadenti nello stesso ambito).

Art. 11) I soggetti firmatari del presente accordo ricercheranno ed adotteranno tutti gli altri strumenti della contrattazione programmata per realizzare l'ipotesi di sviluppo dell'area interregionale.



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