Il numero zero di "Parchi" va in stampa mentre alla Camera dei Deputati il Comitato ristretto della Commissione Ambiente ha finalmente "licenziato" un testo di legge quadro sui Parchi, che passa ora all'esame, in sede legislativa, della Commissione. Alla legge quadro il Coordinamento Nazionale dei Parchi ha dedicato un Incontro Nazionale e un proprio documento presentato alcuni mesi fa in sede parlamentare. In questo numero pubblichiamo una intervista rilasciata alla Rivista dell'UPI dal relatore della legge l'on Ciliberti, il nostro documento e la premessa politica con la quale le regioni hanno presentato alla Commissione Ambiente della Camera un pacchetto di emendamenti al testo in discussione. Il documento delle Regioni ha un particolare significato proprio perché esprime le posizioni di tutte le Regioni. Segue, infine, nella rubrica "ne parliamo con", un colloquio con il Prof Cognetti sulla situazione dei Parchi Marini nel nostro Paese.
Nei prossimi numeri è chiaro che torneremo sull'argomento, con la speranza che nel frattempo la legge abbia fatto altri passi in avanti.
Intervista con l'on. Franco Ciliberti
L'onorevole Franco Ciliberti (DC) è il relatore della legge-quadro sui parchi la cui discussione, che ha occupato tutta la IX legislatura, sta per trovare, nella X, uno sbocco. Dopo due anni di lavoro del Comitato ristretto il testo, derivante dall'unificazione dei vari progetti, è finalmente all'esame della Commissione Ambiente in sede legislativa.
"E vero che il testo è del relatore, dice Ciliberti, ma su preciso mandato del Comitato ristretto. Va anche detto che ho ereditato l'ampio lavoro svolto dal collega Piero Angelini, relatore prima di assumere la carica di sottosegretario all'Ambiente. E ingeneroso sostenere che il testo è tutto mio perche significa disconoscere il contributo dato dagli altri gruppi nel Comitato ristretto e nello stesso tempo è riduttivo perché toglie valore a punti non marginali delle loro proposte che sono stati accolti".
Onorevole Ciliberti, ci parli degli ambiti della legge. quali fini intendete perseguire?
"L'ambito della legge è costituito da tutti quei territori nei quali insistono formazioni fisiche, geologiche, biologiche che hanno rilevante interesse ambientale, scientifico, estetico, storico e culturale e che esigono uno speciale regime di tutela e di gestione allo scopo di perseguire alcune finalità quali la conservazione di particolari specie animali o vegetali; la sperimentazione di un nuovo rapporto tra l'uomo e l'ambiente e salvaguardia di aspetti particolari di tale rapporto; la promozione di attività di studio, di educazione ambientale, di informazione e di attività ricreativa compatibili. Il principio fondamentale che informa la legge è infatti quello della ricerca di uno sviluppo socio-economico che sia compatibile con la rigorosa protezione della natura.
Le finalità che si pone la legge non devono essere viste, quindi, come un insieme di vincoli in negativo; al contrario, in una seria tutela dell'ambiente, si devono poter prevedere una serie di attività economiche compatibili che possono offrire opportunità di lavoro nei settori dell'agricoltura biologica, del turismo, dell'agriturismo, della riscoperta delle tradizioni e della cultura contadina".
Si parla di contrasti tra una visione centralista e di una tesi regionalistica. Nel nuovo testo siete riusciti a superare o, almeno, ad attenuare questi conflitti ?
"Si tende a non espropriare gli enti locali dei loro rispettivi ruoli, potenziando vari livelli di partecipazione.
Per esempio, il piano del Parco viene approvato della Regione; viene istituita la Comunità del Parco formata da tutti gli Enti locali. L'ipotesi prevalente è quella di fare entrare rappresentanti dagli Enti locali nell'Ente Parco, che costituisce il più importante momento gestionale.
Piene e totali sono le competenze degli Enti locali riguardo alla gestione dei parchi non nazionali.
Del resto anche i componenti dei vari organismi di programmazione c gestione nominati dallo Stato debbono rispondere a criteri oggettivi di specifica competenza e quindi non possono essere considerati come una specie di contraltare delle Regioni. Le competenze urbanistiche poi rimangono tutte incardinate agli enti chc le hanno attualmente.
Nelle stesse zone circostanti ai parchi, i vincoli, che saranno posti, dovranno essere concordati con gli Enti locali. Vi è certamente una fase delicata che c quclla della prima perimetrazione delle zone dei parchi sulla quale Regioni ed Enti locali hanno facoltà di proposta e obbligatorietà di parere".
Qual è, se c'è, il punto di unificazione delle linee guida in tema di parchi e di aree protette?
"Esso è costituito dal programma definito all'art. 4, per noi di importanza fondamentale, nel quale si determinano gli indirizzi ai quali debbono uniformarsi lo Stato, le Regioni e gli organi di gestione delle aree protette, si stabiliscono i contributi a carico dello Stato, si individuano le aree protette da istituirsi da parte delle Regioni con l'apporto finanziario dello Stato, le aree degradate suscettibili di cssere recuperate prevedendo contributi a carico dello Stato, ecc.".
Ora tutto è tranquillo o ci sono ancora nodi da sciogliere tra i vari gruppi politici?
I nodi non mancano. In primo luogo il problema della composizione dell'Ente parco. Il mio gruppo vuole da una parte garantire un equilibrato rapporto tra Stato centrale ed Enti locali, garantire una presenza di esperti designati dai ministri delI'Agricoltura e dell'Ambiente e dall'altra rispettare le indicazioni che, nella loro autonomia, verranno fatte dalle associazioni ambientalistiche presenti nel Consiglio nazionale dell'ambiente.
In secondo luogo, l'elenco dei parchi. Già nelle leggi finanziarie e nel piano triennale il governo ha indicato alcuni parchi da istituire: per esempio quello dei monti Sibillini del Pollino. Oltre a questi già indicati, altri sono pronti per la classificazione (Alpi Marittime, Foreste casentinesi, Falterona e Campigna, Gargano, Gran Sasso, Monte Bianco). Questo elenco va completato. Altre aree potranno successivamente essere classificate secondo i criteri stabiliti dalla legge.
Per quanto attiene infine alla vigilanza sui parchi, il gruppo democristiano è per il coinvolgimento del Corpo forestale dello Stato adeguatamente potenziato in modo da ottenere un sufficiente nucleo di presenza in ogni parco, nello stesso tempo tuttavia siamo dell'avviso che si debba consentire all'Ente Parco di dotarsi anche di altre figure (guide ecc) che abbiano però la possibilità di esercitare anch'esse funzioni di vigilanza".
Un buon lavoro è stato fatto. Può azzardare una previsione dei tempi di approvazione del provvedimento ?
"La maturazione della cultura ambientalistica ha favorito certamente il lavoro del legislatore. Il gruppo di maggioranza, come era avvenuto nella precedente legislatura, ha svolto un ruolo propulsivo nella ricerca di soluzioni efficaci ed equilibrate. Devo dare atto sia ad alcune associazioni ambientalistiche sia ad alcune associazioni del mondo dell'agricoltura di non aver assunto posizioni rigide e radicali, ma di aver sostenuto il perseguimento di una buona legge che mi auguro possa giungere all'approvazione entro i prossimi tre mesi |