Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 2 - FEBBRAIO 1991



Un'occasione perduta
Salvatore Palladino
Conoscere e far conoscere, su qualsiasi questione, ciò che accade fuori dai patrii confini, sprovincializzando l'approccio ai problemi, è certamente opportuno ed utile; le esperienze altrui possono essere di aiuto nel trovare soluzioni valide in casa propria. Se poi materie di discussione sono la conservazione della natura e la connessa problematica dei parchi naturali, campo nel quale l'Italia appare ancora alla ricerca di una propria via, la strada del confronto internazionale appare quando mai necessaria. Per fortuna, la partecipazione sempre più frequente di esperti stranieri ai convegni organizzati in Italia sui parchi e sulle riserve naturali dimostra che una consapevolezza in tal senso si va affermando.
Tuttavia, l'efficacia del risultato che può derivare dalla conoscenza delle esperienze di altri paesi non dipende, anostro avviso,dall'alto numero di esperti con passaporto straniero portati sul podio. L 'esterorofilia non è
l'antidoto giusto al provincialismo, ma complica vie più la comprensione della propria realtà nazionale. Il confronto internazionale va svolto innanzitutto con realtà comparabili.
Muovendo da questa premessa, possiamo tranquillamente considerare la sessione internazionale del Convegno di Camerino una occasione mancata, rispetto all 'attesa. Essa ha visto la partecipazione di relatori provenienti da Stati Uniti, Unione Sovietica, Canada, Svezia, Francia, Romania, Costarica, Filippine, Indonesia, Kenia, Mozambico. Come si vede, si tratta di paesi quasi tutti lontani dall'Italia, sia geograficarnente che da molti altri punti di vista (storico, istituzionale, culturale, ecc.)
A parte la scarsa problematicità di alcune relazioni (*), la sessione ha palesemente risentito della mancanza di oratori che riferissero delle esperienze dci paesi più vicini (in ogni senso) al nostro c con i quali l'Italia darà vita nel 1992 all'Europa unita, con implicazioni di non poco conto anche per la politica delle aree naturali protette. Senza nulla togliere all'interesse culturale per la situazione dei paesi africani ed asiatici, o per l'esperienza di nazioni, ricche sì di parchi nazionali ma anche di vasti spazi poco o nulla popolati, pensiamo che sarebbe stato molto più proficuo per i convenuti al Convegno sapere della Spagna, che già dal 1975 ha una legge nazionale sugli spazi naturali protetti e risultava avere nel 1986 90 parchi naturali (comunicazione del presidente della Federazione dei parchi naturali e nazionali d'Europa, Siviglia, 18-21 gennaio 1990), del Portogallo, che ha 24 aree protette tra parchi nazionali, parchi naturali, riserve naturali, paesaggi protetti ed ha già tenuto due congressi nazionali delle aree protette. Della Francia, unico paese dell'istituenda Europa rappresentato nella sessione internazionale del Convegno: il relatore invitato ha parlato soltanto (non sappiamo se per decisione autonoma o per scelta degli organizzatori) dei parchi nazionali, che sono 7 e coprono un territorio di circa 400.000 ha (meno dell ' 1 % della superficie nazionale), mentre non ha speso una parola sui parchi regionali, che rappresentano in quel paese una grossa realtà: sono 26 ( ma il numero è destinato ad aumentare viste le tante proposte in itinere) e riguardano circa 3.600.000 ha, cioè 1'8% del territorio nazionale, interessando 1950 Comuni e 2.000.000 di abitanti.
Soffermandoci in particolare sulla realtà dei parchi naturali regionali francesi, va detto che essa riveste un estremo interesse per molte ragioni. In primo luogo i parchi sono creati per proteggere e valorizzare dei grandi spazi rurali abitati dall 'uomo e vengono istituiti su territori dove i paesaggi, gli ambienti naturali e il patrimonio culturale sono di grande qualità ma l'equilibrio è fragile. Le loro finalità sono la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale attraverso una gestione adeguata dell'ambiente naturale, l'incentivazione delle attività economiche compatibili con la salvaguardia della natura, la promozione dell'informazione del pubblico e delle attività educative e culturali .
L'esperienza francese si è sviluppata e continua a crescere con il concerto dei vari livelli istituzionali, a cominciare dallo Stato, che ha definito la materia con una propria legge del 1975, partecipa al finanziamento (**) dei parchi ma non alla loro gestione. Il criterio della rappresentatività ecosistemica sembra abbastanza soddisfatto, in quanto i territori dei parchi naturali regionali sono molto diversificati, comprendendo zone di alta e media montagna, pianure e zone di estuari, foreste e prateria, zone in prossimità di grandi città. I parchi regionali francesi, infine, presentano numerose affinità con quelli italiani, oltre che per alcune delle precedenti osservazioni, anche per i problemi di gestione.
Abbiamo accennato, a mò d'esempio, alla esperienza francese già abbastanza nota in Italia. Ma sicuramente molti motivi di interesse potranno derivare anche dalla conoscenza delle esperienze di altri paesi europei, appartenenti o no alla CEE; lo studio delle loro situazioni in materia di aree naturali protette è quanto mai auspicabile. Sarebbe, perciò, opportuno che la rivista Parchi dedicasse una serie di servizi e di approfondimenti alle esperienze più mature e significative, rendendo ai propri lettori, tra i quali sappiamo esserci molti addetti ai lavori, un valido contributo alla definizione di una più moderna politica delle aree naturali protette.

(*) Il relatore statunitense, rappresentante del National Park Service ed esperto di parchi nazionali, interrogato sui risultati della ricerca del biologo Newmark che rivelano la scomparsa di specie dai territori dei parchi nazionali nord-americani anche dopo la creazione dei parchi stessi, è apparso disinformato in proposito.
(**) Il bilancio di funzionamento di un parco regionale francese è supportato per il 40% dalle Regioni, per il 27% dai Dipartimenti, per il 20% dai Comuni del parco e per il 13% dal Ministero dell'Ambiente.