PARCHI | |||
Rivista Parchi: tutti i numeri online |
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 3 - GIUGNO 1991 |
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Editoriale |
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La notizia di apertura di questo numero di Parchi spetta di diritto alla approvazione da parte della Camera della legge-quadro. Naturalmente, lo sappiamo, il voto della Camera non mette ancora, purtroppo, la parola fine a questa tormentata e interminabile vicenda. Anzi, non possiamo realisticamente escludere che al Senato la legge possa tomare nuovamente ad insabbiarsi, o, peggio ancora, a decadere vista la estrema precarietà del quadro politico-istituzionale. Tuttavia l'approvazione da parte di un ramo del Parlamento di una legge così lungamente attesa, rappresenta comunque un avvenimento che deve essere positivamente registrato e apprezzato. Alla legge, ai suoi contenuti, ai suoi limiti ed alle ombre che spesso prevalgono sulle luci, sono dedicati alcuni specifici contributi della Rivista. Lo abbiamo fatto perchè, comunque si concludano le cose, il testo della legge rappresenta un punto dal quale nessuno può prescindere, d'ora in avanti, nel dibattito e nel confronto sui temi delle aree protette. Infatti non abbiamo mai condiviso l'opinione di chi, criticando anche giustamente la legge, riteneva fosse meglio non farne di niente. Meglio nessuna legge, si disse, che una pessima legge. Meglio invece una legge da migliorare che l'attuale situazione. Questa era e rimane la nostra posizione. E evidente perciò che se non ci sarà impedito dallo scioglimento anticipato del Parlamento, opereremo perchè al Senato si possa addivenire a qualche ulteriore miglioramento della legge. Sappiamo che un ritorno alla Camera accresce i rischi di cui abbiamo parlato, ma l'esperienza ci dice anche che quando si vuole si può fare presto.L'importante è non pretendere,questo sì sarebbe del tutto insensato, di rifare la legge da capo. Ma il Senato non può sorvolare, ad esempio, sul fatto che la legge approvata ha praticamente ignorato leggi recenti come la 142 e la 183. Nè si può fare a meno di riconsiderare l'opportunità di inserire nell'elenco dei nuovi parchi nazionali da istituire e "reperire", parchi regionali già funzionanti, immessi all'ultimo momento al posto di altri, inopinatamente esclusi, dopo esservi stati, altrettanto inopinatamente, inclusi. Tutto ciò non accresce il territorio protetto del nostro Paese e mortifica chi, avendo pari titoli di altri, non può capire il senso di questa roulette russa. Come risulta incomprensibile, specialmente dopo la istituzione da parte del Ministero dell'Ambiente di un reperto nazionale di tutte le aree protette, che la relazione annuale, che il Ministero in base alla nuova legge dovrà inviare al Parlamento, riguardi soltanto l'attività dei parchi nazionali. Vogliamo augurarci perciò che la "nuova contabilità" delle aree protette, appena avviata, favorisca un rapporto finora risultato difficile ed episodico tra Ministero dell'Ambiente e soggetti attivamente e direttamente impegnati nella gestione dei parchi. A ciò potrebbe contribuire anche il disegno di legge presentato dal Ministro Ruffolo ed elaborato da una commissione di giuristi presieduta dal professor Manin Carabba, il quale prevede il riordino di tutta la, attualmente "dispersa" in 6 testi unici: rumore e radiazione, attività pericolose, smaltimento dei rifiuti,valutazione di un impatto ambientale e coordinamento delle pianificazioni territoriali, parchi e riserve naturali con salvaguardia della fauna e della flora. La conflittualità, gli insabbiamenti, le lungaggini di cui soffre in maniera parallizzante e cronaca la pubblica Amministrazione del nostro paese affronta quì, in questa "frammentazione", le sue radici. Se si riuscirà a rimuovere sovrapposizioni e interferenze, non potremo che avere benefici per tutti i settori di attività. R.M. |