Con l'adozione da parte della Giunta regionale del nuovo piano dell'area parco si profilano per il Monte di Portofino rinnovate e concrete prospettive di riqualificazione.
Se, oltre a prefigurare il più consono assetto territoriale e funzionale del Parco, sarà possibile procedere anche ad una riorganizzazione dell'Ente che lo gestisce, il Monte di Portofino potrà svolgere appieno il ruolo che ad esso compete, in relazione alle emergenze naturali e storiche che racchiude, ed alla rilevanza che tale lembo di Liguria riveste nel quadro della pianificazione territoriale della Regione e nella politica regionale di valorizzazione e tutela delle risorse ambientali.
Il Piano dell'Area Parco è stato redatto sulla base delle indicazioni della legge regionale n. 32 del 1986 che ha istituito l'Ente Regionale Monte di Portofino e ha individuato il territorio del Sistema di aree di interesse naturalistico-ambientale del Monte di Portofino", suddividendolo in Area Parco, comprendente il Promontorio vero e proprio e in Area Cornice, la vasta area di sfondo comprendente la fascia di crinale da Ruta, Caravaggio e Montallegro, fino alle Grazie .
Per l'Area Parco la legge ha previsto la redazione di un piano che, ponendo ordine nella complessa e molteplice normativa operante su tale territorio, individuasse le più idonee forme di tutela e fruizione del Parco, assicurando il mantenimento delle tradizionali attività locali.
Il piano, redatto dagli uffici regionali dell'urbanistica con l'apporto di esperti nelle singole discipline, partendo da una ricognizione analitica del territorio e della realtà socio-economica del Parco, formula prescrizioni, indirizzi e indicazioni operative nei diversi settori, mirati al conseguimento dei seguenti obiettivi specifici:
- 1) la salvaguardia dei valori ambientali presenti sul territorio, con esclusione di interventi che possano comprometterne l'integrità;
- 2) il miglioramento della qualità dell'Area Parco, attraverso iniziative differenziate nelle singole realtà territoriali e nei diversi settori di intervento naturalistico, storico-edilizio, infrastrutturale;
- 3) il mantenimento ed il miglioramento delle condizioni di vita dei residenti, per mantenere viva la vita sociale oltre che l'ambiente del Monte;
- 4) la valorizzazione del paesaggio storico, non solo nella più nota componente monumentale o storico-artistica (S. Fruttuoso, S. Niccolò, Portofino, eccetera), ma nella conservazione e nel recupero del paesaggio agricolo come irrinunciabile testimonianza di vita e di cultura;
- 5) il miglioramento e la disciplina della fruizione turistica, attraverso la previsione di apposite strutture e attrezzature e la individuazione di percorsi opportunamente selezionati;
- 6) la formulazione di indicazioni operative all'Ente di gestione per l attuazione delle attività e degli interventi prefigurati.
Il piano è composto oltre che dalle relazioni illustrative e dalle norme di attuazione, da 5 tavole che rendono espliciti i suoi contenuti.
La prima di queste suddivide il territorio in aree ed ambiti in cui si attuano i diversi obiettivi che il piano persegue. Ad esempio, nelle aree di maggior interesse naturalistico-ambientale, il principale obiettivo è quello della tutela e riqualificazione dell'ambiente naturale e della copertura vegetale in particolare; nelle aree e nei versanti terrazzati coperti da uliveti ed altre colture l obiettivo è quello della conservazione delle coltivazioni agricole come irrinunciabile componente ambientale e testimonianza culturale. Aree, ambiti e strutture che risultano funzionali all'attività del Parco sono censite e destinate a centri di informazione e centri di visita (Portofino Vetta, Ruta, S. Rocco), strutture di appoggio e di servizio (Semaforo Vecchio, Semaforo Nuovo, batterie e casematte, mulini del Rio Scogliera a S Fruttuoso), a centri per iniziative culturali e didattiche (Torre Doria a S. Fruttuoso, Castello Brown a Portofino, Cervara a S. Margherita e Romitaggio di S. Antonio a Portofino), all'impianto di specie vegetali tipiche da utilizzare per operazioni di ripristino ambientale (aree del Castellaro a Camogli) .
Particolarmente dettagliata è stata nell'elaborazione del piano l analisi sugli insediamenti e sugli edifici. Sono stati censiti oltre 500 edifici e ad ognuno di essi è stato attribuito in base alle caratteristiche del manufatto e del contesto un "modo di intervento, che varia dalla manutenzione straordinaria" senza aumenti di volume, alla manutenzione straordinaria con aumenti volumetrici per servizi igienici", alla ristrutturazione edilizia con recupero di qualità per gli edifici di livello qualitativo non adeguato, al "risanamento conservativo o al restauro" per gli edifici di interesse storico e monumentale, alla ristrutturazione su complessi alberghieri" con la possibilità di integrarne la dotazione con servizi .
Al fine di rendere più funzionale e ordinata la fruizione del Parco, il piano precisa modalità di intervento e di utilizzo della vasta rete dei percorsi, individuando i percorsi pedonali di libera fruizione, quelli riservati alle visite guidate, quelli attrezzabili per itinerari didattici, quelli adattabili per portatori di handicap, quelli riservati al personale di servizio, i tratti percorribili da mezzi motorizzati di servizio o di residenti che sono autorizzati.
Per quanto attiene all'accessibilità veicolare all'abitato di Portofino, il piano si raccorda con le previsioni dell apposito Piano territoriale e di coordinamento già adottato dalla Giunta Regionale che individua una più funzionale strutturazione del sistema .
Particolare rilievo nella pianificazione di un'area parco riveste la tutela e la riqualificazione della copertura vegetale, di estremo interesse a Portofino dove convivono a breve distanza la flora mediterranea e la flora nord europea (la Tunisia e l'Austria, per dirla con un'immagine immediata e suggestiva).
Il piano individua i diversi interventi da attuare sulla vegetazione in relazione al tipo di ambiente (arbusti della macchia mediterranea e lecci, pineta di pino mediterraneo, boschi di castagno, carpino nero, orniello, aree antropizzate) e al fine di conservare ed esaltare il particolare significato ecologico della compresenza di specie vegetali tipiche di ambienti diversi.
Il rischio più grave cui è esposto il territorio del Monte è quello derivante dagli incendi boschivi.
A tal proposito il piano opera su diversi fronti:
- in primo luogo si propone di prevenire, privilegiando tra gli interventi sulla vegetazione quelli che riducono i rischi di incendio e favorendo le piante meno combustibili;
- per quanto attiene l intervento antincendio, il piano si propone di migliorarlo rendendo più agevole l'accessibilità al territorio attraverso il ripristino della rete dei sentieri e la creazione di nuovi tratti con funzione di servizio antincendio;
- per quanto attiene i mezzi, le tecniche ed i soggetti che intervengono in caso d'incendio il piano prevede il concorso articolato di diverse iniziative e attività, dal presidio di avvistamento e informazione preventiva, all utilizzo integrato di mezzi aerei e personale addestrato, all'utilizzo di impianti idrici nelle zone infrastrutturate, al coordinamento funzionale delle forze in campo, all'adeguamento della dotazione di materiali e mezzi a disposizione del personale anche volontario impiegato.
Il piano affida all'Ente gestore il compito di valutare nelle singole situazioni la soluzione più idonea attraverso specifici programmi d'intervento.
L'adeguamento delle strutture e degli organi dell'Ente e la necessità di garantire flussi costanti di risorse per la gestione del Parco sono le condizioni per l'attuazione dei contenuti del Piano e in buona sostanza per la rinascita del Monte di Portofino.
La legge regionale di definitiva approvazione del Piano dovrà dare delle risposte adeguate in tal senso, ed in questa prospettiva si sta già lavorando, ad esempio, con la previsione a bilancio, per il 1992, di oltre 2 miliardi per il Monte di Portofino.
*Funzionario Ufficio parchi e riserve naturali - Regione Liguria |