Pubblichiamo il contributo della Società S.A.F. che è stata incaricata dal Parco dei Colli Euganei di predisporre il piano del Parco.
Con la Legge Regionale n.38 del 10 ottobre 1989, istitutiva del Parco regionale dei Colli Euganei, il Veneto ha approvato il primo di una serie di provvedimenti legislativi per la tutela delle proprie risorse naturalistico ambientali, modificando entro certi limiti quanto in precedenza introdotto con la L R. n. 40/84 "Nuove norme per l'istituzione di parchi e riserve naturali regionali".
Quest'ultima, in particolare, integrava - superando quanto previsto dalla L R. n. 72/80 - le zone da istituire in area protetta, scegliendole in base alla presenza e convergenza di significativi aspetti naturalistici ed importanti elementi storico-ambientali da tempo oggetto di meritevole attenzione da parte della collettività.
Di particolare significato risulta, all'art. 9, l obbligo di redigere per i parchi e le riserve individuate il piano ambientale, le cui finalità generali sono essenzialmente:
- assicurare la necessaria tutela e valorizzazione dell'area interessata dal parco o dalla riserva;
- sostenere lo sviluppo economico e sociale della zona.
La legge 40/48 ha rappresentato inoltre il riferimento per la redazione del Piano Regionale Territoriale di Coordinamento (PTRC), adottato nel dicembre dell"86, che costituisce lo strumento di riferimento per le scelte relative all assetto territoriale della Regione e assume valenza paesaggistica ai sensi della legge n.431/85 e della L.R. n.9/ 86 Di particolare rilievo risulta il capitolo riguardante l'istituzione di parchi e riserve. Di fronte alla crescente domanda di verde fruibile da parte della popolazione, il legislatore regionale ha così affrontato il complesso tema partendo da due presupposti: - la necessità di conservare paesaggi naturali e/o storico ambientali minacciati dall'espansione degli insediamenti residenziali e dalle attività produttive;
l'urgenza di valorizzare tali aree al fine di conservare le riserve biogenetiche, di usufruirne per il tempo libero, tutelare la salute, eccetera.
In questo quadro di riferimento normativo si colloca quindi il Parco regionale dei Colli Euganei, sebbene la legge istitutiva abbia introdotto importanti innovazioni, manifestando la volontà di intraprendere un nuovo e più moderno indirizzo di gestione delle aree protette per affrontare i delicati problemi connessi alla protezioni di ecosistemi di particolare fragilità ambientale, inseriti in ambiti soggetti ad un'incessante azione antropica.
Il territorio dei Colli Euganei
Il Parco regionale dei Colli Euganei comprende, in modo parziale o totale, il territorio di 16 Comuni della provincia di Padova. Esteso per poco meno di 20 Kmq, a Nord Nord-Est si inserisce nella fascia periurbana di Padova, a Sud-Est e a Sud-Ovest lambisce i centri urbani di Monselice ed Este, mentre la zona idrotermale di Montegrotto e Abano Terme si pone all'immediato confine Nord-orientale del Parco.
I colli si stagliano dalla circostante pianura nettamente distinti da altri rilievi, seppure di altezza modesta, raggiungendo con il Monte Venda la quota massima di 603 m. e presentandosi come il frutto di un intenso vulcanesimo tra l'Eocene superiore e I'Oligocene.
Oltre alle caratteristiche geologiche - la tipologia delle rocce è molto varia - appare di rilevante interesse l'aspetto paleontologico, pergli importanti rinvenimenti di fossili nelle rocce sedimentarie, nella scaglia e nel calcare. L'evoluzione geologica, le caratteristiche litologiche e climatiche hanno consentito l'insediamento e la sopravvivenza di facies vegetali di particolare rarità ed interesse scientifico, nonchè il costituirsi di un'eccezionale successione di paesaggi vegetali profondamente diversi - da esotermici a microtermici - all'interno di un area di estensione limitata.
Accanto alle coltivazioni tipiche (vigneti, orti e uliveti) una singolare dicotomia vegetazionale caratterizza il manto verde dei colli: nei versanti esposti a sud s insediano elementi spontanei o naturalizzati della flora mediterranea; i versanti più freschi ospitano invece consorzi vegetazionali misti di castagno, carpino nero, orniello, rovere, in cui l'elemento caratterizzante il paesaggio è senza dubbio il castagno. Nondimeno rilevanti appaiono le presenze archeologiche e i numerosi rinvenimenti di epoca preistorica.
Le presenze artistiche appaiono varie e differenziate il territorio dipese infatti per lungo tempo, culturalmente, dalla vicina Padova, ma ciò non escluse un'autonomia, almeno parziale, di alcuni centri minori come Este e Monselice, e il prodursi di veri e propri centri autonomi d'irradiazione, come l'Abbazia di Praglia.
A queste ragioni, già di per sè determinanti, vanno aggiunti gli aspetti morfologici del territorio e la considerazione della diversa incidenza delle attività economiche sui suoi versanti. Nonostante la vicina Padova e il ruolo accentratore esercitato per secoli dalla Serenissima, le testimonianze artistiche di questo territorio risultano tutt'altro che omogenee, anche se sarebbe assolutamente improprio parlare di un'arte o di una cultura autoctone. Non è possibile per varie ragioni identificare una cultura originale, soprattutto perchè i Colli, salvo limitati periodi, subirono una profonda penetrazione antropica soltanto sulle pendici al margine del sistema collinare. Anche quando foreste, pascoli e altre colture furono valorizzate al loro interno, la produzione interessò principalmente la zona periferica, che a sua volta trovava diverse ragioni di esistenza e prosperità economica nella vicina pianura. La zona, dunque, attorno ai Colli ne determinò spesso l'economia, la vita e l'arte.
Visti oggi, i Colli Euganei costituiscono una complessa e organica coniugazione di natura, elaborata dal trascorrere delle ere, e di paesaggi fortemente umanizzati, a volte fino alla disumanizzazione, come si è indotti a pensare osservando lo scempio prodotto dagli interventi utilitaristici di escavazione, sui fianchi dei Colli.
L'accessibilità dell'area, inoltre, essendo quanto mai agevole per tutte le provenienze dalla circostante pianura e per un discreto sistema stradale all'interno del comprensorio, ha permesso l'afflusso nel tempo di un gran numero di popolazione, stanziale e non, che ha creato ulteriori problemi di antropizzazione del territorio.
Questa presenza, infatti, ha avuto il suo drammatico risvolto negativo in un'enorme dissipazione di risorse, emissioni di inquinanti e accumulazione di rifiuti, risultanti dall'utilizzazione di materie prime provenienti dal suolo e sottosuolo, e dalle altre risorse ambientali (p Nonis in: Colli Euganei natura e civiltà).
Il piano ambientale
La procedura per la redazione del piano ambientale - per il quale è stata incaricata la S A.F. Società Agricola e Forestale (Gruppo Ente Nazionale Cellulosa e Carta), coadiuvata dalla direzione dell'Ente parco ha preso avvio nel marzo '91, ed è oggi in fase di avanzata elaborazione.
L'adozione del piano ambientale costituisce per l'Ente l'atto politico di maggiore rilevanza in quanto rappresenta lo strumento fondamentale ed indispensabile per realizzare le finalità del Parco e dare avvio alla gestione a regime dell'Ente stesso, superando l'attuale fase di salvaguardia caratterizzata dalle prescrizioni e dai vincoli imposti per legge. Con il piano sarà infatti stabilito il complesso delle azioni e degli interventi volti a costruire il Parco Naturale dei Colli Euganei", mediante la tutela e la valorizzazione dell'ambiente e il sostegno dello sviluppo economico e sociale.
Perchè il piano possa costituire lo strumento efficace per la costruzione del Parco, tutto il lavoro progettuale è stato strutturato in modo tale da raccogliere, nelle varie fasi di elaborazione, il necessario consenso da parte dei cittadini dei Colli, avviando nel contempo un graduale processo educativo verso i potenziali fruitori del sistema che dovranno assicurare il massimo rispetto e il riconoscimento dell opera svolta dagli abitanti, e in particolare dagli agricoltori che, con il loro lavoro, continuano a mantenere il bene, al servizio e per il godimento di tutti .
Ciò ha comportato l'esigenza di collocare l'uomo al centro delle scelte del piano, rapportando alle sue giuste e attese aspirazioni la stessa questione ambientale.
Peraltro, la valorizzazione delle risorse, esistenti nell'ambito del Parco (umane, naturali, economiche), nell'intento di favorire un reale processo di trasformazione e di innovazione nei rapporti fra l uomo e il suo habitat, non ha potuto prescindere da una necessaria chiarificazione del concetto di sviluppo, che non può essere considerato esclusivamente nei suoi risvolti di tipo materiale e dunque nel suo significato strettamente economico, ma deve riferirsi all'uomo nella sua globalità e nelle sue molteplici dimensioni, e dunque alla persona inserita nella sua comunità e nel suo ambiente.
Opzioni di fondo e obiettivi del piano
Alla luce del complesso quadro territoriale in cui si colloca il Parco, due appaiono le opzioni di fondo
il Parco dei Colli Euganei assume, inevitabilmente, un ruolo metropolitano" nei confronti di un contesto diffusamente urbanizzato, attraversato da rilevanti spinte innovative, interessato da una crescente e variegata domanda turistica. Molti dei problemi emergenti nascono da questo rapporto cruciale e possono essere affrontati con successo solo in questa prospettiva; - il ruolo attribuitogli non appare possa esaurirsi nella conservazione 'difensiva' di un insieme, peraltro eccezionale, di risorse naturali e culturali (anche se certamente questa motivazione è all origine della costituzione del Parco ed è tuttora irrinunciabile) assediate da un diffuso processo urbanizzativo; così come, all'opposto, sembra di escludere che il Parco possa proporsi prioritariamente (in analogia ad altre esperienze regionali) un programma di valorizzazione economica, sociale e culturale per le popolazioni locali che, seppur compatibile con la tutela delle risorse, rischierebbe di perdere di vista l'inestimabile valore dei Colli nella più ampia prospettiva sopra delineata.
Ciò che sembra poter qualificare i rapporti del Parco con il contesto metropolitano date l'esigua dimensione, la singolarità d immagine e d'impianto geomorfologico, I'articolata combinazione di risorse diversificate e di processi trasformativi per molti aspetti "esemplari" - è essenzialmente il ruolo simbolico, didattico, rappresentativo: la sua capacità cioè di poter esprimere, nel contesto territoriale veneto, la traccia di un rapporto innovativo con la natura e l'eredità culturale, l'esperienza di una fruizione non distorta e mortificata del patrimonio ambientale.
Un Piano dunque che intende caratterizzarsi, superando il rischio di un impostazione vincolistica, per la capacità di gestione attiva dei problemi dell'area: gli obiettivi verranno così tradotti in Programmi d'attuazione sulla base di specifici progetti funzionali mirati.
Questi ultimi, a carattere tematico (Progetto Cave, Progetto Antenne, Progetto Ville, Progetto Bosco, Progetto Animazione) definiranno inoltre gerarchie e priorità, tempi, modalità, soggetti di attuazione e risorse finanziarie.
Tab. 1 - Obiettivi del piano ambientale
Obiettivi generali per il Parco nel suo complesso
- valorizzazione dell'identità, della riconoscibilità e della leggibilità del Parco, nella sua globalità, unitarietà e rappresentatività, rispetto al contesto territoriale;
- promozione ed organizzazione di forme di fruizione didattica, culturale, scientifica, turistica e ricreativa coerenti con l'obiettivo precedente, compatibili con le esigenze di tutela dei siti e delle risorse, attraverso azioni coordinate a livello territoriale;
- promozione ed organizzazione delle attività economiche coerenti con gli obiettivi precedenti e funzionali allo sviluppo sociale, economico e culturale delle popolazioni locali, con particolare riguardo per la qualificazione delle attività agroforestali e per il controllo dei processi urbanizzativi, sulla base di azioni coordinate con gli enti territoriali interessati.
Obiettivi specifici per le singole risorse
- salvaguardia e razionale utilizzazione delle risorse primarie, ivi comprese quelle idriche ed estrattive, con attenzione per le connessioni funzionali ed economiche nel contesto territoriale;
- tutela e valorizzazione delle caratteristiche dell'ambiente naturale, con particolare riguardo alle specificità geomorfologiche, vegetazionali e faunistiche che concorrono alla definizione dell'identità del Parco;
- tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale e delle sue relazioni con i sistemi e le emergenze culturali del contesto territoriale;
- tutela e valorizzazione del paesaggio, nelle sue articolate differenziazioni che concorrono a definire l'immagine complessiva del Parco e le sue relazioni con il contesto.
Obiettivi specifici per i singoli settori di attività:
- promozione ed organizzazione delle attività informative, educative, scientifiche e culturali, con particolare riguardo alla sperimentazione di forme innovative;
- organizzazione della gestione agroforestale, con azioni volte a sostenere e guidare la graduale evoluzione delle tecnologie o dei modelli colturali tradizionali in termini coerenti con gli obiettivi precedenti;
- organizzazione e controllo delle attività turistiche, ricreative e di pubblica fruizione, con azioni riferite alle potenzialità attrattive e alla capacità di carico dei siti e delle risorse, coordinate a livello territoriale;
- organizzazione e controllo delle altre attività economiche e sociali compatibili con le esigenze di tutela dei siti e delle risorse, con particolare attenzione alle attività estrattive, alle reti infrastrutturali ed agli sviluppi insediativi e con azioni coordinate a livello territoriale;
- organizzazione delle attività di servizio per gli scopi istituzionali del Parco, e dei relativi supporti e attrezzature, in funzione degli obiettivi precedenti.
- Un esempio applicativo: la zonizzazione delle risorse naturalistiche
Nel processo di elaborazione del piano la fase valutativa si pone come momento di connessione tra le acquisizioni cognitive e le scelte progettuali una funzione tanto più importante quanto più capace di profilare una gamma ampia di letture" disciplinari diverse - geomorfologica, idrogeologica, vegetazionale, biologica ed ecologica, paesaggistica, socioeconomica, urbanistica, eccetera - ciascuna delle quali è operata secondo una propria ottica, utilizzando appositi apparati concettuali e specifiche categorie analitiche, che non sempre trovano riscontro in quelli utilizzati per le altre letture. Compito della fase valutativa è quindi anche quello di ricondurre ad unità il vasto e articolato lavoro analitico, consentendo di confrontare e, per quanto possibile, comporre, le differenti valutazioni in giudizi complessivi di valore sui siti, le risorse e le specifiche condizioni ambientali: o, in altri termini, di apprezzarne in modo sintetico l'importanza, la criticità, eccetera, così da orientare opportunamente le scelte progettuali .
Per supportare il processo di valutazione è stato messo a punto dalla S.A F. un metodo originale, completamente automatizzato, basato sulla sovrapposizione ed integrazione di modelli reticolari tematici (D.T.M.). Derivato concettualmente dai procedimenti di map overlay, il sistema consente di costruire un insieme di carte di sintesi capaci di esprimere la sensibilità del territorio attraverso l integrazione delle componenti fisica, naturalistica, storico-architettonica, urbanistica e paesaggistica, senza comunque escludere la possibilità di applicazioni parziali per singole o più tematiche.
Base comune è comunque una cartografia tecnica aggiornata, a scala appropriata, su cui georeferenziare tutte le informazioni caratterizzanti il territorio Per l'area compresa nel Parco si è proceduto alla realizzazione di nuove riprese aerofotogrammetriche nell'estate 1990, a colori e in scala media 1: 13.000, dalle quali, tramite restituzione digitale, sono stati ottenuti elementi I 5.000, direttamente disponibili in formato compatibile per le analisi automatizzate. Su queste basi il lavoro, relativamente alla componente naturalistica, ha comportato:
- 1. la definizione dei caratteri originari dell'ambiente euganeo, sotto il profilo biocenotico, e delle relative capacità di funzionamento in assetto naturale;
- 2. un processo di scomposizione dell'assetto attuale attraverso l'individuazione di sistemi omogenei e la loro classificazione per livello di omeostasi posseduto;
- 3. un processo di ricomposizione dei sistemi, finalizzato alla delimitazione di unità omogenee dal punto di vista gestionale (riserve), su cui applicare le appropriate strategie di tutela e di recupero.
Relativamente al primo punto si è provveduto ad individuare e delimitare, per l'intero territorio del Parco, i tipi di copertura e di uso del suolo attraverso fotointerpretazione e rilievi diretti a terra 11 prodotto derivato è rappresentato da una carta degli usi attuali comprendente oltre venti categorie.
Ulteriori e più dettagliate indagini hanno consentito di catalogare e delimitare 41 ambiti naturalistici intesi - sotto il profilo ambientale - come aree provviste di un discreto grado di naturalità, con possibilità, se opportunamente indirizzate, di un sensibile recupero dei valori originari Particolare attenzione è stata rivolta ai caratteriealladistribuzionedellefaciesvegetazionali, classificate in tipi e sottotipi sulla base di specie indicatrici, adattando un inquadramento fitosociologico ad uno schema ecologico - fisioniomico, per individuare gruppi differenti di specie la cui presenza è legata a particolari condizioni stazionali del territorio. Ne è derivato un insieme di unità omogenee sotto il profilo floristico, ecologico e selvicolturale sulle quali è possibile, in virtù di un preciso dinamismo evolutivo espresso dall'associazione, basare la pianificazione definendo precise linee tecniche d'intervento.
Analogamente a quanto sviluppato per l'inquadramento delle emergenze vegetazionali e floristiche, anche per la fauna sono state individuate e collegate le presenze agli ambiti naturalistici e ai relativi ecosistemi naturali. Tutti i temi sono stati georeferenziati nel sistema cartografico di riferimento definendone lo spettro d'azione territoriale e attribuendone i relativi pesi.
La valutazione è stata successivamente affrontata attraverso un processo di ricomposizione del territorio come risultante dall'incrocio tra
- le unità, sottounità ed emergenze naturalistiche individuate in sede di analisi (ambiti naturalistici, tipologie vegetazionali, emergenze geologiche, presenze faunistiche, eccetera);
- la sensibilità del territorio sotto il profilo geomorfologico e idrogeologico (derivante dall'incrocio tra le carte dei deflussi superficiali, delle fratture e dei dissesti in atto); - il regime di proprietà (carta delle aree di proprietà pubblica o in affidamento, e privata);
- la gamma di usi compatibili con le finalità del Parco.
Il risultato è costituito da una carta delle ' Zone naturalistiche e relativi regimi di conservazione/valorizzazione" dove sono riportate - suddivise in riserve - le aree da sottoporre ad appropriate e differenziate strategie di salvaguardia e riqualificazione, in base al significato rappresentato da ciascuna in termini di valore ambientale.
Per la classificazione si è fatto riferimento alla nomenclatura internazionale per le aree protette marine e terrestri (CNPPA; Perth; Australia, novembre 1990), opportunamente adattata alla scala regionale e locale in cui si è operato, nonchè alla nuova legge-quadro nazionale.
L'interconnessione di quanto sviluppato per la componente naturalistica con le unità di paesaggio porterà ad un quadro di sintesi finale dal quale deriveranno le strategie necessarie alla tutela dei processi che sono alla base della funzionalità degli ecosistemi naturali, nonchè dei valori paesistici e storico-culturali.
Il sistema informativo: I'eredità del piano In una logica di efficienza e managerialità della gestione del patrimonio pubblico, l'elaborazione di un piano ambientale, oltre a definire una nuova organizzazione nell'assetto del territorio, dovrebbe anche concorrere a soddisfare le future esigenze operative dell'Ente.
In genere, le attività progettuali nel settore dello sviluppo e tutela delle risorse rinnovabili, sono sempre di più viste con circospezione dagli amministratori e dagli stessi cittadini, per l'elevato rapporto costo/volume cartaceo che comportano, se il lavoro non si traduce in un immediato finanziamento .
Nell'affrontare il piano ambientale del Parco dei Colli Euganei, la S.A F. ha cercato di impostare il lavoro, fin dall'avvio, in modo da lasciare in eredità all'Ente di gestione un insieme di dati, procedure e funzioni utilizzabili e incrementabili per svolgere anche parte degli adempimenti che caratterizzeranno la fase a regime.
Tutte le analisi di piano sono state quindi organizzate e strutturate in un Sistema Informativo Territoriale (S.l.T.) su base geografica, che costituisce il supporto tecnico per far crescere e maturare le successive scelte di applicazione, integrazione e approfondimento delle previsioni di piano allo scopo di ottenere la migliore attuazione degli indirizzi prescelti.
Il S.l T., una volta organizzate le Banche Dati, potrà consentire
- produzione di cartografia tecnica a differenti scale (1 1000-5000-25000) per soddisfare applicazioni progettuali e adempimenti amministrativi;
- collegamento con reti di sensori esterni per il controllo di fenomeni di alterazione ambientale (inquinamento dell'aria, delle acque, acustico, eccetera);
- analisi territoriali da remoto per la valutazione dei processi evolutivi in atto a carico dei sistemi naturali;
- produzione di dati sui beni ambientali, storico-architettonici per derivare informazioni a supporto della domanda turistica e ricreativa;
- attivazione di sistemi esperti per la difesa dagli incendi boschivi;
- inventari delle risorse rinnovabili per il controllo delle produzioni agricole e la programmazione delle attività agrituristiche.
Il Sistema Informativo, attraverso un costante aggiornamento e collegamento con le Banche Dati regionali, nazionali e comunitarie potrà infine consentire una verifica continua dell impatto del piano sulla realtà territoriale, ambientale, economica e sociale dell'area Parco.
* Società Agricolo-Forestale Roma. |