|
Dal Congresso di Caracas l'Europa dei parchi ne esce piccola e trascurata
Al termine del IV Congresso Mondiale sui Parchi Nazionali e sulle Aree protette di Caracas è apparso palese che la generalità dei numerosi partecipanti abbia riportato il netto convincimento che nella grande assise internazionale si siano trascurati gli attesi approfondimenti delle gravi problematiche del sistema delle aree protette europee.
Quasi a conferma di questa sensazione il neozelandese Bing Lucas, presidente della commissione IUCN dei parchi e delle aree protette, ma ha espresso per lettera alcune considerazioni sull'avvenimento, confermandomi il rammarico di come la grande assise venezuelana non abbia affrontato in modo adeguato il fenomeno più tipicamente europeo quello dei parchi regionali Per contro lo scozzese Aitken Clark, presidente della Federazione dei Parchi Nazionali Naturali europei, alla recente Conferenza di Camaldoli ha sostenuto la necessità di una maggiore attenzione internazionale sulla situazione delle aree protette del bacino del Mediterraneo.
Queste due prese di posizione così autorevoli sono una logica reazione all'indirizzo dei lavori del Congresso di Caracas che ha privilegiato, certamente in maniera doverosa, la situazione di lontane aree geografiche definite strategiche, ma ha trascurato l'altrettanto doveroso approfondimento delle problematiche peculiari di quel variegato e dinamico sistema delle aree protette europee, reso ancora più complesso e contraddittorio dalla riunificazione dell'est e ovest europeo .
Né si vede come poteva essere altrimenti se fino ad oggi una primaria componente del territorio protetto del nostro vecchio continente, quello dei parchi regionali, è stato trascurato perfino dalla Federazione europea, tanto che il rapporto sulla Regione Europa redatto congiuntamente dall'IUCN e dalla FPNNE, come base dei lavori del Congresso, trascura totalmente il fenomeno dei parchi regionali che sono dovunque in fase di forte espansione e costituiscono in molti Paesi la più moderna ed efficace gestione del territorio protetto.
La sensazione di questa scarsa importanza data a Caracas all'Europa sembra riflettersi anche nella nuova perimetrazione del vecchio continente che si è voluta assumere al Congresso: I'Europa vi appare rimpicciolita e monca di parti geograficamente e storicamente sue.
Praticamente tutto il territorio dell'ex Unione sovietica è sparito dall'Europa che ha riconosciuto come suoi solo gli Stati baltici. Non è cioè più europea tutta quella ricchezza di ecosistemi straordinari per vastità e peculiarità biologica che si estendono dai Carpazi orientali alla catena degli Urali e che comprendono gli immensi e molte volte misconosciuti "Zapovedniki", i territori del più remoto wilderness.
E tutte le ragioni addotte per questa amputazione, sinceramente convincono poco.
Un coordinamento dei parchi regionali in seno alla Federazione europea
La Conferenza internazionale di Camaldoli del 10 aprile 9192 promossa dal nostro Coordinamento e dal CEPID, ne sancisce la nascita .
Nel settembre del 1991 il nostro Coordinamento ed il CEPID raccogliendo la diffusa protesta, in vario modo espressa, dai Paesi dell area del Mediterraneo per l'assenza di una adeguata attenzione della Federazione europea della aree protette verso i parchi regionali hanno organizzato nel Parco dell'Etna una prima conferenza finalizzata all'istituzione di un coordinamento tra i parchi regionali europei quale strumento di analisi, di raccordo e confronto fra i vari sistemi dei parchi regionali che spesso rappresentano l'aspetto più importante di gestione del territorio protetto in diversi paesi d' Europa.
Questa Conferenza, che costituiva volutamente un atto di protesta e di denuncia dell inerzia della FPNNE, è stata paradossalmente presieduta dallo stesso presidente della Federazione, il belga Egide Moreau, ed ovviamente si è conclusa in nulla di fatto, mascherato dalla costituzione di un gruppo di lavoro incaricato di approfondire le tematiche emerse e promuovere una nuova conferenza.
Tuttavia qualcosa era successo nel meeting dell'Etna per la prima volta si sono incontrati i rappresentanti dei sistemi di parchi e riserve regionali di vari Stati europei ed era stato possibile accertare il significato che il parco regionale assumeva nei vari Paesi ed anche la stessa diversità concettuale. Nonostante tutti i partecipanti negassero qualsiasi valore scientifico alla classificazione delle aree protette e ai criteri di catalogazione burocratica, tuttavia è stato gioco forza prendere atto che i parchi regionali rappresentano una realtà sempre più forte e che, nonostante l estrema diversità di modello, un denominatore comune unisce i parchi regionali d'Europa.
E proprio questa considerazione ha spinto gli stessi promotori a riproporre l'iniziativa organizzando una seconda Conferenza, che si è tenuta nell'aprile di quest'anno nella suggestiva cornice del Monastero di Camaldoli. Il patrocinio è stato offerto, con competenza e generosità, dalla Comunità Montana del Casentino.
Il clima di questa nuova Conferenza è stato tuttavia ben diverso dalla prima esperienza: la Federazione vi ha partecipato con un nuovo spirito costruttivo e l'intervento del nuovo Presidente, Aitken Clark, e del vice
Presidente dell'IUCN, lan Cerovsky, hanno fatto sì che il coordinamento tra i parchi regionali europei divenisse una realtà in seno alla stessa Federazione europea, anche se, quasi per una garanzia di indipendenza operativa, si è preferito che questo nuovo organismo avesse una sede decentrata.
La perseveranza degli organizzatori e dei Paesi interessati ha avuto dunque successo: speriamo ora che la nuova struttura dimostri quella capacità e validità che tutti si attendono.
Conferenza internazionale di Camaldoli per l'istituzione di un coordinamento tra i parchi regionali europei
RISOLUZIONE FINALE
approvata all'unanimità
La Conferenza raccomanda la costituzione di un Gruppo di lavoro permanente sui parchi regionali all'interno della Federazione europea (FPNNE).
Scopi del Gruppo di lavoro
- 1) indagare sulla diversità dei parchi regionali europei e delle altre aree protette analoghe;
- 2) promuovere interventi per migliorare la qualità della gestione dei parchi regionali;
- 3) fornire esempi di buoni risultati nel coinvolgimento delle comunità locali e del loro ruolo nello sviluppo compatibile dei parchi regionali;
- 4) promuovere gruppi di lavoro e incontri su temi specifici e rilevanti, coordinati da centri come il CEPID;
- 5) raccogliere e scambiare informazioni su temi di comune interesse;
- 6) incoraggiare la creazione di nuovi parchi regionali per assicurare uno sviluppo compatibile ed una gestione appropriata;
- 7) promuovere, attraverso la FPNNE, scambi di personale tra i parchi regionali e le aree analoghe;
- 8) cooperare in collegamento ed in armonia con i parchi nazionali europei.
|