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Gian Giorgio Lorenzoni, il Presidente del Comitato Scientifico del Coordinamento parchi, ci ha lasciato.
Se ne è andato in punta di piedi, come talvolta faceva durante le nostre riunioni per non disturbare il comune lavoro e per rispettare, con scrupolosa puntualità, gli impegni ai quali non voleva assolutamente mancare e che Gli derivavano dalle molteplici attività di Uomo di Scienza.
Esemplare senso del dovere e della responsabilità.
In questo triste momento, ci piace ricordarLo così, l'Amico Gian Giorgio con quel Suo sorriso accattivante, talvolta un pò ironico, quasi a nascondere, per pudicizia, la bontà e la generosità che contrassegnavano il Suo modo di essere.
E difficile nella mestizia, provocata dal distacco, trovare le giuste parole, tanto è la ressa dei sentimenti che ti travolge, ma riandare ad un commosso ricordo è un dovere, cui non ci si può sottrarre.
Un ricordo per tutti noi che abbiamo avuto la ventura, nel comune lavoro, di sperimentarne ed apprezzarne l'acutezza del ragionamento, la responsabilità dell'impegno, la concretezza dell'azione, la scientificità delle argomentazioni, la profonda umanità, sì che potevi parlare con Lui anche di argomenti "specifici" e sentirti a tuo agio: un discorso tra amici, su cui non pesava minimamente l autorevolezza del Docente.
Un Uomo di profondissime conoscenze, eppure schivo, un Uomo impegnato in un opera nobile per la conservazione della Natura eppure estremamente modesto: non Gli interessavano i riflettori e gli onori.
Si riteneva appagato del contributo che offriva per una nobile Causa, senza concedersi pause, ma corrispondendo all'impegno con l'entusiasmo di un giovane e la saggezza del Maestro.
A Lui in particolare siamo grati, pur nella dolorosa realtà di non averlo più tra di noi, per la lezione di vita e l esempio illuminante che ci ha lasciato: operare per l'ambiente senza scadere in posizioni massimaliste, mantenere l'intransigenza ed il rigore dei principi e farsi carico della complessità che pone la gestione di un parco.
Ora che non è più con noi, sentiamo quanto profondo sia il vuoto della Sua assenza: ci mancheranno le Sue indicazioni, le Sue proposte, i Suoi preziosi suggerimenti, la Sua generosità, la Sua Presenza.
Un vuoto che non facilmente riusciremo a colmare.
Per questo il dolore è più cocente ed il rimpianto più grande.
Rinnovare il nostro impegno in maniera più incisiva sarà il modo migliore per onorarne la memoria e serbare sempre vivo il Suo ricordo.
Ma oggi Lo vogliamo ricordare così: sereno, come sempre, a percorrere i campi infiniti del Cielo a raccogliere fiori, oggetto della Sua appassionata ricerca, noi, come diceva Montale, della razza di chi rimane a terra.
Bino Li Calsi |