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Introduzione
Il Parco naturale Migliarino - San Rossore Massaciuccoli include nei suoi territori più settentrionali il comprensorio del lago di Massaciuccoli.
Scopi del presente lavoro sono la discussione delle principali linee di intervento del Parco per ottenere il risanamento del lago dall'eutrofizzazione e dalle sue conseguenze.
Il lago è stato recentemente inserito nel Bacino Pilota nazionale del fiume Serchio divenendo un comprensorio di interesse nazionale; è quindi ora necessario provvedere alla realizzazione di validi studi e di progettazioni risolutive per il suo risanamento. Una certa quota di finanziamenti sono stati destinati al lago dalla CEE, dal Ministero dell'Ambiente, dalla Regione Toscana, dall'Autorità di Bacino del fiume Serchio. Il lago è proposto come prossima area di interesse per la Convenzione di Ramsaar, assieme ad altri comprensori umidi del Parco.
Area di studio
Il lago di Massaciuccoli si è originato a seguito delle regressioni marine avvenute alla fine del Terziario e durante il Quaternario. Ha una profondità media di due metri, dista 5 km. dalla costa occidentale della penisola e non riceve ingressioni dirette di acque marine grazie ad un sistema di porte a bilico poste sul Canale Burlamacca, porte che possono essere aperte solo dalle acque in uscita dal lago (fig. 1). Gli apporti di acque dolci che storicamente lo alimentavano provenivano principalmente dalle colline circostanti il lago.
L'area interna al Parco connessa idrologicamente al lago si estende per 3.500 ha e prevede diverse destinazioni territoriali. Le acque aperte occupano 700 ettari, le aree palustri 1300 ha, mentre la parte rimanente è costituita da terreni bonificati destinati ad agricoltura intensiva. Il lago è circondato da una estesa fascia di vegetazione, prevalentemente costituita da canneti misti a Cyperaceae, ove si rinviene anche una particolare comunità di specie rare e relitte Spiranthes aestivalis, Osmunda regalis, Drosera rotundifolia, Anagallis tenella, Rinchospora alha, Sphagnum sp.pl. (Tomei P.E. £, Garbari F., 1980; Tomei P.E. £, Marracci P., 1987)1. Il canneto è presente in due forme principali, una flottante ed una radicata, e vi è qualche evidenza che la prima stia estendendo il suo areale all'interno del lago. I canneti che costituiscono la palude circondano il lago ma sono estesi principalmente nel settore a nord, ove una serie di canali artificiali li solcano in direzione nord-sud. Distanti ed isolati dai canali principali, al centro del canneto, vi sono una serie di piccoli laghetti (approssimativamente I ha di superficie, profondità media 0,5 m.) localmente chiamati chiari '. Nei chiari l acqua fluisce molto lentamente, filtrata dai rizomi di canna e dalla torba.
Nella parte più settentrionale della palude l'escavazione della sabbia silicea ha creato una quantità di laghi di medie e grandi dimensioni a scapito della conservazione dell'ambiente palustre. La profondità di queste cave è notevole, fino a trenta metri, ma a causa dell'assenza di ossigeno al di sotto degli 8-10 m. non esiste alcuna comunità biotica (Baldaccini G.N. - Bianucci P., 1986). A maggiori profondità si trova uno strato di acqua assimilabile all'acqua marina stante l'altissima quantità di cloruri disciolti .
Notizie storiche
Il lago è generalmente noto per avere ispirato Giacomo Puccini, che era uso frequentarlo per la caccia delle folaghe. Da quei tempi le sue acque hanno però subito notevoli mutamenti trofici; da oligotrofico, come era nel 1940 (Brunelli & Cannicci, 1942), il lago è divenuto eutrofico in circa cinquanta anni, sebbene con tutta probabilità il peggioramento sia avvenuto in tempi più brevi. Nel 1942 Brunelli & Cannicci definirono con molta esattezza la situazione sotto i punti di vista fisico-chimico e biologico. Il lago era rigoglioso di alghe macrofite acquatiche quali Najas marina, Potamogeton lucens e pectinatus, Chara hispida, che ne dominavano il fondale raggiungendo a malapena la superficie, mentre in alcune parti rivierasche erano presenti Ceratophyllum demersum e summersum, Myriophyllum spicatum, Utricularia sp.pl. e le acque risultavano limpide, con presenze bassissime di htoplancton (questi Autori ebbero addirittura problemi a campionarlo a causa della sua scarsezza).
Brunelli & Cannicci studiarono il lago dal 1927 al 1940 e descrissero una quantità di variazioni ambientali in quel lasso di tempo. Ad esempio è da segnalare l'inquinamento causato dalla lavorazione della torba che rese le acque del lago torbide per un periodo piuttosto lungo, forse a seguito della risospensione dei nutrienti contenuti nel fondale. In conseguenza di questo peggioramento ampi lembi di vegetazione sommersa scomparvero, per riapparire solo dopo la sospensione dell attività. Nel 1940 questi Autori descrissero il lago come oligoalino (0,1 gr NaCI/I nel 1937, 0,8 gr NaCI/ I nel 1939) ed oligotrofico (6,558 ugP/I e 1,407 mgN-NO3/l come valori maggiori di quel periodo), sebbene avessero trovato un sensibile aumento (21 ugN-NO3/l ) di azoto rispetto al 1931, con una conseguente espansione delle praterie di fondo. Ulteriori notizie storiche confermano che negli anni successivi ( 1950) il lago era talmente ricco di macrofite del fondo da non poter essere attraversato con una barca.
Alla fine degli anni sessanta la vegetazione del fondo era completamente scomparsa per lasciare il posto ad una comunità fitoplanctonica che oscurava completamente le acque. In conseguenza di ciò scomparve la grande comunità di folaghe e di anatre, che pascolavano sulle praterie di alghe macrofite, e del pari si ridusse la diversità e si modificò la composizione della comunità ittica. Fin da quegli anni apparve il Primnesium parvum (Chrisomonadinae), che causò estese morie di pesci (Simoni, 1977; Simoni e Bernacchi, 1980; Simoni, Baldaccini, Bianucci e Bernacchi, 1984) e l'ultima lontra del bacino fu catturata nel 1976 (Cenni, 1982).
Dopo l'istituzione del parco naturale ( 1979) erano presenti solo scarse e localizzate popolazioni di macrofite, distribuite nei canali e nei laghetti laterali più isolati. In uno di questi alcune centinaie di folaghe vivevano pascolando su di una estesa prateria di Ceratophyllum demersum e di Myriophyllum verticillatum. I censimenti invernali degli anni 1986- 1988 riportarono rispettivamente seguenti numeri per la popolazione di folaghe: 850,180,30. Ad una verifica eseguita in tempi successivi nessuna traccia di vegetazione sommersa fu ritrovata all'interno di quel laghetto (Chiarone). Questo ed altri segnali di un ulteriore peggioramento in corso evidenziarono per il parco la necessità di un approccio globale al risanamento del lago
Nel 1989 un piano di studi sull'eutrofizzazione del Lago di Massaciuccoli fu finanziato dalla CEE e dalla Regione Toscana. Gli studi furono iniziati negli ultimi mesi del 1991.
Primi risultati degli studi in corso
Il progetto di studio è imperniato su sei principali linee di ricerca:
- 1) composizione chimica delle acque in diverse localizzazioni e sotto inputs diversificati;
- 2) composizione chimica, storia e rilascio dei nutrienti da parte dei sedimenti;
- 3) composizione e ciclo annuale del fitoplancton;
- 4) ecologia e composizione dello zooplancton e dello zoobenthos ed interazioni con il fitoplancton;
- 5) composizione della comunità ittica in relazione alle condizioni ambientali; 6) analisi e distribuzione della compagine floristica sommersa ed emersa.
Tutti i risultati ed i grafici sono inediti e vengono pubblicati con il permesso degli Autori.
- 1) Composizione chimica delle acque in diverse localizzazioni e sotto inputs diversificati. Molino C. &~ Franchi L., Laboratorio di Chimica Ambientale, U.S.L., Lucca
Il piano generale di studi ha localizzato 17 punti di prelievo su tutto il lago e nei canali ove vi fosse qualche evidenza della presenza di inputs inquinanti: alcuni di questi sono punti di controllo o bianchi" (ad esempio un "chiaro" o la stazione "Centro lago ). I campionamenti vengono eseguiti una volta ogni quindici giorni in ciascun punto. Le analisi hanno riguardato: T dell'aria e delI'acqua, torbidità, pH, P totale, P solubile, N-NH3, N-NO2,N-NO3, Ntot, Cl, S04, SiO2, °2' Pb, Cu. Campioni sono stati presi anche al di fuori di questo piano, in presenza di particolari condizioni metereologiche.
Le figure 2, 3, 4, 5 mostrano la variazione annuale della conducibilità e la quantità di CL, N-NOX, P-P04 in quattro punti di prelievo vicino ad uno dei depuratori ("Pantaneto nella figura), al centro del lago, nel canale che porta al mare ("Burlamacca"), ed in un canale che riceve acque di scarico da comprensori agricoli bonificati ("Idrovora di Massaciuccoli"). CL mostra un forte abbassamento durante il periodo invernale a causa delle precipitazioni e la conseguente fuoriuscita di acque dal bacino.
E attualmente difficile dare una interpretazione esatta a questi dati. Il picco di settembre nel contenuto di N riguarda due siti vicini effluenti dalle aree agricole: le concentrazioni più alte avvengono probabilmente a causa del dilavamento effettuato dalle acque meteoriche sui campi appena concimati chimicamente.
- 2) Composizione chimica, storia e rilascio di nutrienti dai sedimenti. Frascari F., Bergamini C., Caridei F., Miserocchi S., CNR, Istituto di Geologia Marina, Bologna
L'analisi dei sedimenti è cominciata nel lago alla fine del 1991 e soltanto recentemente nelle aree palustri, la localizzazione dei punti di prelievo segue lo schema generale del piano di campionamenti.
Scopi della ricerca sono:
- a) costruire una cronologia datata dei sedimenti e riconoscere la successione degli eventi che hanno interessato il lago negli ultimi secoli a seguito delle bonifiche, degli straripamenti dei fiumi e di altre cause naturali quali le variazioni climatiche.
Le prime carote di sedimenti indicano la successione avvenuta fra un'estesa torbiera ed un lago di bassa profondità. Situazioni estreme sono rappresentate da un lato da habitats ristretti con scarsa presenza di argilla, resti di vegetali in un ambiente chimicamente molto ridotto, dall'altro da sedimenti in qualche modo più ossigenati, ricchi di fauna benthica (principalmente molluschi) . La datazione assoluta dei sedimenti con radionuclidi fornirà l'epoca esatta della sedimentazione;
- b) costruire una cronologia datata delle variazione causate nel lago da inquinanti e nutrienti.
Le carote di sedimenti mostrano una recente deposizione di materiale organico molto reattivo (causa principale della richiesta di ossigeno e del rilascio di N/P), e di nutrienti, principalmente fosforo. Il P totale, che varia in condizioni naturali fra 200 e 500 mg/ kg di sedimento secco, crescono repentinamente a partire da 25-30 cm. al di sotto del livello del fondo (periodo bellico/postbellico) per raggiungere 1.250 - I .400 mg/kg alla superficie dei sedimenti (vedi fig.67,Tab. 1 - omissis)
- c) testare la conguenza delle prospettive storiche con i dati provenienti dallo screening dei sedimenti; sembra importante capire i legami degli elementi con i particolari.
Il rapporto nutrienti/tempo nelle carote di sedimenti indica che il P è stato probabilmente il fattore limitante per i blooms del fitoplancton nel periodo pre-industriale. La crescita asintotica del P in fig.6-7 fa prevedere un possibile futuro deterioramento dell habitat in caso di mancanza di una appropriata rimozione del fosforo in ingresso. L'analisi selettiva dei composti di P fatta per verificare la loro reattività mostra che i sedimenti che trattengono debolmente P sono in crescita;
- d) capire i processi diagenetici che stanno avvenendo nei sedimenti e misurare la loro influenza nel rilasciare i nutrienti (P, N) nell'acqua. Infatti questi processi possono fornire un legame per i nutrienti o causarne il rilascio nelle acque libere.
La principale reazione chimica nei sedimenti è la degradazione anaerobica della materia organica, causata dalla mancanza di ossigeno. Sebbene basse velocità di sedimentazione permettano al materiale in sospensione di raggiungere lentamente il fondo, una discreta quantità di materiale è sepolto con un grado di reattività ancora alto. Infatti l'alcalinità, Si02, NH3 e P04 che sono presenti nell'acqua interstiziale, crescono esponenzialmente al diminuire della profondità del sedimento. E ora importante verificare quali reazioni geochimiche caratterizzano i vari stadi nel processo diagenetico e se queste portino a minerali stabili di P;
- e) determinare le condizioni stagionali o le attività antropiche che condizionano l assorbimento ed il rilascio dei nutrienti da parte del sedimento, quali la bioturbazione, la risospensione causata dalle barche a motore o dalle tempeste, e la diffusione molecolare .
Il rilascio del nutriente dal sedimento è stato studiato allo stato attuale soltanto con il metodo di Fick ( Berner R.A.,1980), per cui è stata considerata al momento soltanto la diffusione molecolare (la bioturbazione naturale dovuta al Benthos e la risospensione non sono state ancora considerate) Disponiamo per ora soltanto dei dati del mese di ottobre, considerato un mese anomalo a causa delle piogge cospicue. Il rilascio di P - PO4 appare essere basso (0,31 - 1,24 mg/mV giorno). D'altro canto il rilascio di N-NH3 è molto alto (406 - 532 mg/ mV giorno). Si ritiene che il rilascio dei nutrienti dai sedimenti sia più alto negli altri mesi dell'anno, soprattutto se altre cause di rilascio verranno considerate;
- f) capire quale tipo di scarichi siano più attivi nel determinare le fioriture algali;
- g) determinare la presenza di tossici nei sedimenti.
3) Composizione e ciclo annuale del fitoplancton. Simoni F., Laboratorio di Biotossicologia, U.S.L., Lucca Lo studio ha tre principali obiettivi:
- a) verificare la produzione primaria misurando, nei punti del piano generale di prelievo, i seguenti parametri: - clorofilla e feofitina (in aggiunta a T, pH, ossigeno); - determinazione qualitativa e quantitativa della comunità fitoplanctonica; - biovolume; - numero di cellule di Primnesium parvum; - tests ittiotossici per rivelare la presenza di primnesina; - permeabilità dell'acqua alla luce a seguito dell oscuramento della colonna d'acqua da parte del fitoplancton;
- b) determinazione della tossicità verso; Daphnia magna; determinazione dei colibatteri provenienti dai depuratori;
- c) studio del grazin dello zooplancton di grosse dimensioni (Cladocera) sul fitoplancton all'interno di enclosure e sugli effetti della rimozione del sedimento in queste condizioni controllate.
Allo stato attuale soltanto alcuni risultati sono disponibili. L'alta torbidità è evidenziata in fig.8.1 punti di campionamento con minore valore di torbidità sono localizzati nei canali più laterali, al di fuori del corso principale delle acque. Nelle torbiere (chiari) questo parametro non è stato misurato a causa della bassa profondità. Questo risultato è strettamente correlato con l alta presenza di clorofilla A e di feofitina (fig. 9 - omissis) e con il numero di cellule di fitoplancton (fig. 10 - omissis) . A seguito di queste analisi il lago risulta essere il sito più eutrofico del comprensorio. Le quantità di clorofilla sono state verificate seguendo l'andamento stagionale in tutto il comprensorio lacustre. La figura (11 - omissis) evidenzia le condizioni maggiormente eutrofiche del lago rispetto alla media di tutto il comprensorio.
4) Ecologia e composizione dello zooplancton e dello zoobenthos ed interazioni con il fitoplancton. Baldaccini G.N. & Bianucci P., Laboratorio di Igiene Ambientale, U.S.L. 3, Viareggio
Lo studio segue il piano di campionamento generale. A seguito della determinazione specifica o generica degli elementi componenti la comunità zooplanctonica sono stati identificati 12 rappresentanti di Rotiferi,4 di Copepodi, un Cladocero, un Mysidiaceo ed un Dittero (Tabella 2 - omissis).Il sedimento del lago ha una struttura melmosa priva di piante acquatiche con una comunità benthica molto povera. Tale comunità risulta invece più variegata e composta nei chiari dove è presente una vegetazione di fondale molto più ricca.
Lo zoobenthos è stato campionato utilizzando una benna di Ekmann sia nel lago, che nei chiari, che nelle cave di sabbia dismesse. Le acque del lago hanno una comunità molto povera costituita principalmente da Chironomidi, che hanno una variazione quantitativa stagionale, ed in qualche caso da Oligocheti. Molto più ricca è la comunità dei chiari e delle zone palustri a causa della presenza di alghe di fondo e della migliore qualità delle acque, specialmente lungo i margini dei canali nella zona palustre, mentre nelle cave questa situazione è limitata ai primi tre metri di profondità lungo i loro margini (l'ossigeno va diminuendo con la profondità) . Chironimidi, Naididi, Gammaridi, Efemerotteri, Tricotteri, Odonati e Gasteropodi vengono comunemente reperiti nei chiari.
Questa distribuzione delle due comunità indica una situazione eutrofica delle acque coperte del lago.
5) Composizione della comunità ittica e relazioni con l'ambiente. Alessio G., Dipartimento di Biologia e Fisiologia Generali, Università di Parma
Scopo della ricerca è di raccogliere informazioni sul livello trofico più alto del lago riguardante la struttura, la dinamica della popolazione e le correlazioni con l'habitat della comunità ittica. Queste informazioni sono state verificate attraverso i seguenti studi:
- composizione specifica della comunità (Tabella 3 - omissis);
- crescita ponderale e lineare degli avannotti con il metodo delle scaglie, degli opercoli e degli otoliti, tassi di sopravvivenza per ogni specie;
- predazione e preferenze alimentari rapportate agli habitats disponibili;
- siti di riproduzione e di frega;
- migrazioni trofiche e riproduttive (anche da e verso il mare).
In quasi tutti i campioni raccolti il 20-30% della composizione della comunità è rappresentato da specie con alta resistenza a condizioni spiccatamente eutrofiche delle acque. Fra queste specie ricordiamo la carpa, la scardola ed il pesce gatto mentre specie come il luccio sono in forte decremento a causa delle alterazioni ambientali e della scarsa resistenza specifica della specie. Specie marine quali la sogliola, l'anguilla, la spigola, il muggine e l'orata spesso si introducono nella Burlamacca oltrepassando le Porte vinciane e la buona qualità dell'habitat lacustre è una necessità per la salvaguardia di alcune di esse. Quest'area riproduttiva è infatti di somma importanza per il ripopolamento delle acque costiere (Alessio G., Baldaccini N.E., Baldaccini G.N., Bianucci P., Duchi A., 1989).
6) Analisi e distribuzione delle comunità vegetali. Tomei P.E., Barsanti A., Guazzi E., Dipartimento di Botanica, Università di Pisa
Lo studio ha fino ad oggi affrontato la distribuzione delle macrofite sommerse e della vegetazione emersa nell'intero comprensorio lacuo-palustre, con lo scopo di individuare possibili differenze nelle preferenze delle specie in relazione alla qualità delle acque o dell'habitat più in generale. Il Myriophyllum verticillatum è l'alga macrofita più diffusa in quanto colonizza, con praterie di diversa estensione tutto il margine meridionale del lago; in qualche caso tali banchi di vegetazione raggiungono i 50 m. di ampiezza.
La distribuzione del Ceratophyllum demersum è limitata ad alcuni laghetti laterali di piccole dimensioni, distribuiti sul limitare meridionale del lago; fra questi il laghetto della Gusciona ne è completamente occupato. Questa specie sembra preferire acque molto limpide mentre il Myriophyllum verticillatum cresce anche nel lago in acque torbide. Nel canale Navicello il Ceratophyllum demersum è associato con l'Utricularia australis. Quest'ultima specie è stata trovata sia in acque eutrofiche che in acque chiare, ma sempre in prossimità dei margini od in acque stagnanti. E spesso associato alla Nynphaea al6a.
Chara sp.pl. è stata ritrovata solo nei chiari in acque limpide, stagnanti e poco profonde (50 cm.). Questo tipo di ambiente ha tassi di evaporazione molto alti durante la primavera e l'estate e questo porta alla emersione di estese praterie della specie. l chiarisonoprobabilmenteglihabitatsmeno eutrofizzati del comprensorio grazie al filtraggio che le radici e la torba esercitano sull acqua in ingresso.
Di notevole interesse è la diffusione della Tipha angustifolia sul lago. La specie colonizza i fondali meno profondi e questo starebbe a significare diverse velocità di sedimentazione per alcune ristrette zone, principalmente all'intorno degli affluenti.
E ora importante capire quale parametro ambientale sia più efficace nel determinare la distribuzione delle comunità vegetali nelle acque. Analisi specifiche sono ora condotte per determinare la quantità di luce assorbita dal fitoplancton e la quantità di luce sufficiente per la fotosintesi delle varie specie, in differenti condizioni, grazie all uso di un luxometro. Inoltre la concentrazione del fosforo sarà verificata in relazione alla presenza/assenza delle varie specie.
Fonti di inquinamento
1) Allo stato attuale tre depuratori fognari gravano sul comprensorio (Viareggio, Massarosa e Vecchiano) ed una cittadina (Torre del Lago) è completamente sprovvista di fognature. Vi sono prove che nessuno di questi impianti funzioni a dovere in quanto i risultati analitici riportano concentrazioni al di fuori della norma.
2) Un notevole apporto di nutrienti implicati nell'eutrofizzazione proviene dall'agricoltura; la coltura del mais è la più diffusa. Non si conosce ancora il tipo di fertilizzante maggiormente utilizzato, i tempi e le quantità, ma a valle delle idrovore, che drenano alcuni comprensori bonificati, i tassi di azoto nitrico raggiungono valori che vanno oltre le quantità raccomandate dalla CEE. Nel 1981 Caporali concluse una sua ricerca fornendo dati per la bonifica di Vecchiano estesa 2.000 ha. Il contributo in quell'anno (07/04 - 26/10/1980) arrecato alle acque di scolo fu di 53 quintali di azoto nitrico, il che ha significato un apporto medio di 26,5 Kg/ ha. Altri Autori considerano gli apporti di azoto nitrico come un risultato della naturale mineralizzazione dei suoli torbosi, quali questi sono, a queste latitudini.
Progetti per il risanamento
A seguito dei risultati degli studi, il Parco naturale deve produrre e coordinare i progetti di risanamento. Allo stato attuale delle ricerche la causa principale della eutrofizzazione sembra essere il livello di fosforo nell'acque e nei sedimenti.
Il Parco naturale ha fino ad oggi preso in considerazione quattro principali linee di risanamento .
In primo luogo si sono instaurati scambi tecnici e gestionali con le tre amministrazioni comunali responsabili per i depuratori del comprensorio. Nuovi aiuti finanziari a queste Amministrazioni sono stati forniti dalla Autorità di Bacino del fiume Serchio, dalla CEE e dal Ministero dell'Ambiente dopo l'inizio dello studio generale e la dichiarazione di pericolo per gli habitats naturali e per le comunità vegetali ed animali. In due casi azioni di denuncia sono state intraprese contro due amministrazioni locali per sospette inadempienze in materia di prevenzione dall'inquinamento. Il Ministro dell'Ambiente ha recentemente chiesto spiegazioni circa lo stato di degrado del lago, a causa dell'estrazione della sabbia, della caccia e dell'inquinamento dovuto ad una discarica pubblica prossima al Parco. Queste iniziative hanno probabilmente contribuito al reperimento di fondi per la realizzazione delle fognature per Torre del Lago. Il problema è forse ancora lontano da una soluzione finale ma le prime azioni nel senso del risanamento sono finalmente iniziate. In questo caso sono stati stanziati fondi per un totale di 19 miliardi di lire, per una parte di provenienza CEE.
Introduzione di acque di qualità controllata provenienti dal Serchio, grazie all'utilizzazione di una canalizzazione esistente, al fine di ripristinare gli apporti originali di acque al lago. La maggior parte degli apporti che originariamente contribuivano al mantenimento del regime idrico e del ricambio del lago sono stati captati per altri usi (90%) e solo una parte di essi, dopo l uso, ritornano al lago. Questo intervento porterà al lago 350-400 1/sec durante i periodi più asciutti per consentire un minimo ricambio idrico e per valutare le reazioni e le variazioni indotte nell'ambiente chimico e biologico del lago sotto condizioni sperimentali indotte. L'intervento prevede costi contenuti entro i 500 milioni di lire.
Riduzione della concentrazione dei nutrienti disciolti in ingresso al lago grazie all'acquisizione ed all'allagamento di terreni bonificati. In questo caso l'intervento ha due aspetti: ridurre i terreni oggetto di drenaggio ( e di conseguenza gli imputs da essi provenienti) ed ottenere nuove aree umide da un lato, ridurre i nutrienti in ingresso dall'altro. Le aree allagate dovrebbero essere attraversate da acque lente e basse per permettere l'assorbimento dei nutrienti da parte dei vegetali spontanei (canne) . Di pari passo dovrebbero essere individuate altre aree per lagunare le acque provenienti dai depuratori ed abbassarne il contenuto in fosforo. Trattamenti che utilizzino l'uso di soflato ferrico per l'abbattimento del fosforo dovrebbero essere limitati ad aree ristrette e controllate. Si ritiene che aiuti finanziari allo sviluppo di questa linea di ricerca possano essere messi a disposizione dall'Autorità di Bacino del fiume Serchio. Inoltre verrà valutata la possibilità di drenare i campi direttamente a mare attraverso l'uso del canale Bufalina.
La rimozione dei sedimenti inquinati dal fosforo è stata finanziata dal Ministero dell'Ambiente e dall'Autorità di Bacino del Serchio. I metodi adottati dovranno consentire la rimozione di uno strato di sedimenti di uno spessore di poche decine di centimetri, quanto risulta essere, alla luce dei carotaggi effettuati, lo strato di sedimenti interessati da forti quantità di P. E questa infatti la fonte dalla quale si teme che, una volta eliminati gli inputs esterni, possa provenire una quantità di fosforo utilizzabile dal fitoplancton per i noti blooms microalgali. Immediatamente al di sotto di una giacitura di 30 cm. vi è uno strato con scarsissima quantità di P. Il gruppo della dottoressa Frascari sta ora datando l'evento e dovrebbe riconoscere le modalità dell'accumulo di P nei sedimenti (si vedano le fig. 6-7 - omissis) La rimozione di tale sedimento non sarà comunque una operazione semplice e draghe molto sofisticate dovranno essere utilizzate per raggiungere lo scopo. Questo intervento sarà limitato quindi ai fondali che hanno accumulato più materia recentemente, avendo tassi di sedimentazione più elevati di altri, in particolare ove i sedimenti contengono una maggiore quantità di P facilmente estraibile. Il costo di questi lavori è stato finanziato con una spesa di un miliardo di lire.
Sarà istituita una Stazione biologica del lago di Massaciuccoli grazie in parte ad un finanziamento dell'Autorità di Bacino del Serchio. La Stazione dovrà fornire un monitoraggio continuo della qualità delle acque del lago e sarà un centro di aggregazione per gli studiosi e per il pubblico interessato alle problematiche del lago. La stazione è oggetto di un finanziamento di 500 milioni di lire.
Bibliografia
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* Restoration of the Massaciuccoli Lake, Tuscany,
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al Convegno "Assessing and Monitoring Changes in
Wetland Parks andProtected Areas", Norwich 9-13
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** Biologo del Parco naturale Migliarino
S. Rossore-Massaciuccoli. |