Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
tutti i numeri online
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 9 - GIUGNO 1993


La valutazione economica della Grande Escursione Appenninica in Casentino
Mario Rossi*

Partendo da vari dati statistici si può notare come le esigenze ambientali e la coscienza ecologica' (insieme agli abudi di tale aggettivo) degli italiani, siano aumentate in questi ultimi anni.
La disponibilità di tempo libero è andata crescendo, le superfici protette sono aumentate fino ad oltre 2 milioni di ettari nel gennaio 1991; il 46% degli italiani è andato in vacanza nella metà degli anni 80, il numero dei campeggi è cresciuto del 30% nello stesso decennio (fig. 1 - omissis ) ed i costi delle attività legate al tempo libero sui consumi delle famiglie italiane hanno raggiunto quasi il 10% del totale nel 1987.
Si è avuta una crescita della domanda di ambiente" insieme ad una maggiore informazione dei "consumatori di ambiente' cui, però, non è corrisposta, nella maggioranza dei casi, un'offerta opportuna (con gestioni basate su criteri scientifici) delle risorse ambientali richieste.
E necessario per una maggiore comprensione considerare che:

  • i servizi ricreativi offerti dall'ambiente sono pubblici;
  • la conoscenza dei costi e dei benefici ambientali è necessaria per la stima dei valori ambientali e per la razionalizzazione delle scelte decisionali degli Enti gestori, che debbono essere basate su criteri di convenienza economica per evitare costi inutili alla collettività;
  • la possibilità di successo delle attività periferiche collegate ad un bene naturale viene influenzata dalla richiesta dello stesso e da una serie complessa di fattori: servizi ambientali, beni e servizi, capitali (pubblici e privati), capacità professionali e tecnologiche, volontà politico-amministrative e, non affatto ultimo, il valore dimostrato dei siti ricreativi.

Nel Bel Paese, a differenza degli Stati Uniti d'America, mancano assolutamente forme di valutazione standardizzate (basate su presupposti scientifici) dei servizi ambientali che siano note o attuate dagli enti preposti, quali Comuni, Comunità montane, Province, Regioni. Gli investimenti, in qualsiasi settore, in un'ipotetica Analisi Costi Benefici, non dovrebbero superare i benefici, per mantenere ad un livello accettabile il rapporto benefici su costi. I progetti in definitiva vanno scelti e finanziati in scala preferenziale.
Per la prima volta in Italia si è voluta verificare e valutare l'importanza economica della ricreazione all'aperto espletata con un'attività come il trekking, legata ad un uso non distruttivo dell'ambiente.
La metodologia adottata in questo caso viene definita come Travel Cost Method e può essere utilizzata solo dove esista uno spostamento nello spazio dei consumatori per poter fruire della risorsa. In pratica sono stati assegnati degli ordini di grandezza monetari alla giornata-tratto vissuta su di un itinerario di trekking.
Il TCM ebbe origine negli U.S.A. dove la politica di sviluppo tendente alla salvaguardia dei parchi fece studiare gli effetti dell'imposizione di un prezzo di accesso, e conseguentemente il valore sociale dei benefici e dei servizi offerti dall'ambiente Esso è una routine amministrativa dell'USDA e del Forest Service nell'ambito delle Analisi Costi Benefici. Viene stimata la relazione tra i saggi di frequenza K espressi come visite per zona di provenienza ed il costo sostenuto per raggiungere la località da ognuna delle zone di provenienza in cui viene suddiviso il bacino di utenza.
Evidenziando la relazione esistente tra numero di visite ed i costi addizionati (ipotetici aumenti del costo di viaggio) si ricava la funzione di domanda ricreativa. Sulla partecipazione ricreativa influiscono diversi fattori (quali l'età, il reddito, la residenza, i gusti, la presenza di siti alternativi, eccetera) tutti da considerare nell'ambito di modelli statistici di regressione multipla computerizzata. L'uso delle variabili indipendenti è legato alla possibilità di acquisire maggiori informazioni sul campione.
Il lavoro è stato eseguito nel corso del 19901991, con una tesi di laurea (Relatori professori Marinelli A. e Romano D. ) nell'ambito di un programma di ricerca del DEEAF (Facoltà di Scienze Agrarie e Forestali di Firenze) nel settore dell'Economia dei Servizi ambientali. La decisione di effettuare la ricerca sulla G E.A. in Casentino (AR) è dovuta a diversi motivi la fama acquisita dal percorso (se ne celebrerà il decennale in luglio!), l'importanza turistica della regione, il fatto che attraversa il neonato Parco nazionale del Falterona, di Campigna e delle Foreste Casentinesi e la possibilità di potersi avvalere di un buon supporto tecnico-organizzativo predisposto insieme al CFS di Pratovecchio e alla C.M. di Ponte a Poppi. Le località presso cui è stata condotta la ricerca corrispondono a tre dei 26 posti tappa GEA, Badia Prataglia, Camaldoli ed il Passo della Calla. I rilievi sono iniziati il 23 giungo 1990 per terminare il 23 settembre dello stesso anno. Sono state realizzate delle interviste tramite un questionario studiato e strutturato in modo da raccogliere informazioni su un campione dei trekkers GEA, relativamente a tre settori ben precisi: dati strutturali (ora, data, condizioni meteo,eccetera), dati relativi alle caratteristiche socio-economiche del campione e dati riguardanti l'esperienza ricreativa, (l'indicazione del costo di viaggio, eventuali condizioni di affollamento, e altro). ll totale delle visite è stato calcolato con delle inferenze statistiche sui dati parziali esistenti, ed è risultato pari a 11.282 visite nel periodo considerato dalla ricerca (60 gg.), quello estivo con maggiore affluenza. Il tasso di campionamento è stato del 2,58%, soddisfacente per questo tipo di studi, in quanto di solito ci si accontenta dell' 1,5%. La grande quantità dei dati raccolti è servita anche per delineare il ritratto dell'escursionista-tipo della GEA nel tratto casentinese. La GEA sembra essere frequentata per lo più da uomini (73,5%), con un'età media di 25 anni, con attività lavorativa (del capofamiglia) inclusa tra i lavori dipendenti. La maggioranza dei frequentatori proviene dall'Emilia-Romagna, si è servita del mezzo privato (anche se il 21 % degli intervistati ha usufruito del mezzo pubblico), spendendo in media £. 25.000 per recarsi sul posto e dichiarando di volervi restare per un periodo superiore ad un giorno.
1176% conosceva già la GEA prima di recarsi in Casentino ed il 50% di essi vi si è recato proprio per essa (dimostrando l'influenza positiva che il percorso ha verso l'apparato turistico della Regione).1132% degli intervistati ha fatto trekking in compagnia, partendo in media dopo le 10.00 e rientrando dopo le 19.00, usando come mezzo le proprie gambe, contro il 14,1% che ha preferito la MTB ed il 2,1 % che è andato a cavallo, con una durata minima dell'esperienza ricreativa di 1 ora e mezzo (fig. 2).Il numero degli incontri non è stato superiore alle 20 unità giornaliere e circa il 7% non ha incontrato nessuno, a conferma che è ancora possibile vivere, nel periodo più affollato dell'anno, delle esperienze in piena solitudine. Il 56,51% de-gli escursionisti ha preferito il tratto Camaldoli-Passo della Calla.
La stima della funzione di domanda ricreativa è partita dalle informazioni raccolte sul campione, stimando il numero delle visite all aumentare, ipotizzato e progressivo, dei costi. Al crescere dei costi diminuisce il numero delle visite, in completo accordo con la logica economica della legge della domanda. L'area sottesa dalla funzione visite = f (costi), rappresenta i benefici ricreativi, e cioè l'utilità percepita dai visitatori (fig.3 - omissis). L'ammontare della rendita del consumatore goduta dal singolo visitatore durante la sua giornata - tratto è di £ .9.155,593. Considerando il valore totale (£. 103.206.350) sui 62,5 Km. di percorso esaminati, si ottiene un valore di £.1.651.301 al Km., valore che serve a fornire un'idea precisa dei valori sociali che la collettività ricava dal trekking in Casentino.
La valutazione dei benefici dei servizi ricreativi offerti dalla GEA è indicativa delle potenzialità dello strumento trekking inserito nel contesto unico delle Foreste Casentinesi. Il dato è utile per fornire informazioni che si spera possano influenzare positivamente (in questo caso) le decisioni della politica economica dell'Ente pubblico riguardo la GEA.
Molte indicazioni sono emerse e in futuro bisognerà tenerne conto, non disattendendole, per rinnovare e migliorare il percorso e l'offerta, in quanto il successo di un'iniziativa è testimoniato dai fruitori della stessa. Sono state dichiarate delle esigenze specifiche, come la creazione di percorsi dedicati (piste esclusive dove sia possibile praticare solo un'attività, trekking, biking, eccetera, nel reciproco rispetto delle differenti utenze), insieme al controllo dei flussi vei-colari nei week-end (notevoli livelli di traffico e inquinamento nei piccoli abitati di montagna) ed altre ancora, certamente soddisfabili con azioni mirate, quali, ad esempio, una rinnovata segnaletica insieme all'apertura di parcheggi e servizi di minibus ed altro ancora, il tutto con importanti conseguenze economiche ed occupazionali per le popolazioni di montagna.
Si spera che tale lavoro, con le rilevanti implicazioni manifestate, non finisca con l'essere un puro esercizio accademico e che le indicazioni possano servire per altri casi, per altre realtà per far comprendere ad altri enti, ad altri gestori se, dove e fino a che punto spingersi in termini di investimenti tecnici ed economici per conoscere e cercare di migliorare il proprio contesto ambientale.

* Dottore forestale