Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
tutti i numeri online
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 9 - GIUGNO 1993


NOTES

Niente pasticci per i direttori
La legge 394/1991 prevede, per la prima volta nella scarna storia della legislazione sulle aree protette, norme per la qualifica del direttore di parco (art. 9, comma 11).
In proposito ricordiamo brevemente i contenuti della legge-quadro.
La prima norma introdotta nella legge 394 è quella relativa alle regole per la selezione e l'assunzione della figura del direttore, limitatamente al ruolo svolto nei parchi nazionali, lasciando libere le Regioni (o le Province) di decidere altrimenti.
Il secondo criterio introdotto è che il direttore del parco (nazionale) viene nominato dal Ministro dell'Ambiente. Fin qui tutto chiaro.
I dubbi sorgono solo successivamente, e cioè quando si introducono le possibili vie di accesso al ruolo di direttore La prima è individuata nel pubblico concorso (titoli ed esami ) per dirigente superiore; la seconda è possibile attraverso la definizione di un contratto di diritto privato, della durata di cinque anni, attingendo da un apposito "elenco" di idonei stilato dal Ministero in precedenza; la terza, ritenuta di validità temporanea, prevede che lo stesso contratto di diritto privato possa essere attivato, per la durata di due anni, con soggetti particolarmente esperti in materia naturalistico-ambientale.
Gli elementi di confusione possono essere molti, a partire dalla diversa condizione tra i vincitori di un concorso di dirigente superiore a tempo indeterminato e i titolari di un contratto a termine (anche se rinnovabile). Da rilevare inoltre la probabile matrice non comune dei componenti i due "status"; nel primo, ad esempio, potremo trovare i funzionari della pubblica amministrazione con una discreta anzianità di servizio; nel secondo sarà più facile trovare figure più giovani, provenienti da aree di lavoro esterne alla pubblica amministrazione.
Ancora: come verrà redatto l'elenco necessario perl opzione numero 2: attraverso una graduatoria per titoli e curriculum, oppure previo concorso riconducibile ad una sorta di esame di stato, od altro ancora?
Infine, la possibilità di assumere in via provvisoria ma diretta, senza attingere all'elenco, che rappresenta pur sempre uno strumento di filtro e selezione.
Il ricorso al precariato potrebbe rivelarsi negativo, in quanto le fasi di avvio di un parco sono le più difficili e ricche di insidie, per cui il direttore, che svolge un ruolo primario e strategico nella delicata fase di organizzazione e di accettazione del parco, verrebbe teoricamente ad essere una figura "di passaggio, nominata "ad personam" al di fuori di serie forme di selezione.
Queste sono le maggiori perplessità che le nuove norme hanno sollevato nell'ambito dei parchi e che il Ministero dovrà cercare di risolvere completando quello che la legge 394 non definisce.
Sinora poco è stato fatto, ma qualche ipotesi comincia a circolare. Di quello che sappiamo, non possiamo però rallegrarci.
Prevedendo l'istituzione di un elenco per i direttori dei parchi nazionali il legislatore ha inteso riconoscere alla figura dei direttori di parco una "forte" specificità, che ne giustifica e legittima appunto una gestione autonoma rispetto ad altri comparti pubblici.
Rispettare questa scelta significa dunque innanzitutto e soprattutto evitare che nello stabilire i criteri di "accesso" e di selezione" si tenga conto della peculiare funzione riservata ad un direttore di parco.
Se invece nel fissare questi criteri si prevedono possibilità di "transito" (e favori) per personale ministeriale il cui titolo è solo quello di "appartenenza ad un dicastero anzichè ad un altro, è chiaro che avremo i soliti "pasticci". Allora tanto valeva non prevedere alcun elenco e attingere puramente e semplicemente ai ruoli dello Stato. Ma siccome così non è stato, è necessario che la legge sia rispettata nella sua sostanza e non soltanto nella forma.
L'elenco di cui c'è bisogno è un elenco "aperto" a tutte quelle figure che, sul piano nazionale e regionale, in questi anni hanno maturato una reale, concreta esperienza di gestione e di studio delle aree protette.
Sono questi i titoli", le "qualifiche" da mettere a base dei criteri di accesso e di selezione per il ruolo da istituire.
Chi invece pensa a titoli burocratici", secondo la poco nobile tradizione amministrativa del nostro Paese, è bene che per una volta almeno rinunci a confezionarci la solita indigesta polpetta.

L'Europa da conoscere
Dopo la pubblicazione dei due servizi dedicati ai parchi francesi, abbiamo ricevuto molte sollecitazioni a continuare in questa ricerca sulle esperienze di altri Paesi, specialmente europei.
In effetti oggi, nonostante le numerose riviste a carattere ambientale, risulta ancora estremamente difficile per gli "addetti ai lavori" sapere come sono gestite le aree protette, nazionali e regionali, anche di Paesi a noi vicini o confinanti.
Ciò risulta tanto più anacronistico oggi, non solo per la caduta dei muri", ma per la legislazione che, a livello della Comunità, tende a rendere sempre meno disomogenee e difformi normative e parametri a carattere ambientale.
A questo deficit di informazione, e, ancor più, di confronto tra esperienze diverse, non riescono ancora, purtroppo, a porre rimedio organismi pure preposti al coordinamento dei parchi a livello europeo. Il dibattito, in queste sedi, sembra ancora ruotare principalmente intorno alla messa a punto di "declaratorie", di definizioni concettuali, sul significato di area protetta indubbiamente utili, ma sicuramente insufficienti .
Per quanto ci riguarda, incoraggiati anche dagli attestati pervenutici per i servizi dedicati ai parchi francesi, vorremmo continuare su questa strada intrapresa, dedicando prossimi contributi ad altre situazioni.
Non solo; faremo qualcosa di più. Con il Centro studi di ecologia alpina del Monte Bondone abbiamo deciso di dedicare una apposita pubblicazione ai parchi alpini, non solo italiani.
Così come il Gruppo di lavoro per la pianificazione delle aree protette, che collabora presso il Centro "Le Vallere" con il Politecnico di Torino, pensiamo di portare avanti iniziative volte a mettere a confronto le esperienze del nostro Paese con quelle di altri Paesi europei a noi più vicini.
Ci auguriamo che questo stimoli anche altri a muoversi nella stessa direzione.

Autostrada Alemagna
Sono trascorsi ormai più di 20 anni da quando per la prima volta è stato trattato l'argomento relativo alla costruzione dell'autostrada Alemagna, che dovrebbe costituire un ulteriore via di collegamento tra il nord e il sud Europa.
A questa tematica è stata data però grande diffusione solamente dopo la pubblicazione dell'elaborato "Orizzonte 2002", redatto dalla Commissione della CEE, relativo appunto all'assetto futuro della rete stradale europea. Secondo le ultime informazioni, il percorso autostradale si snoderebbe attraverso la provincia di Bolzano, con il seguente tracciato: Valle di Landro - Val Pusteria Brunico - Valle Aurina (fino alla località S. Giovanni ) dove verrebbe realizzata una galleria per la Zillertal in Austria.
In corrispondenza della Valle di Landro, tra il confine provinciale e Dobbiaco, l autostrada in questione verrebbe ad interessare i parchi naturali Dolomiti di Sesto nei Comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido e quello di Fanes-Sennes-Braies. Gli impatti che ne deriverebbero sono in netta contrapposizione con i fondamenti di tutela su cui si basa il concetto di parco naturale in Alto Adige.
Recentemente i ministri dei trasporti della CEE hanno approvato il "Piano Stradale Europeo" sulla base dello studio "Orizzonte 2002".
I comitati di gestione di tutti i parchi della Provincia Autonoma di Bolzano hanno espresso parere negativo alla realizzazione dell'opera in maniera unanime.
Riportiamo volentieri il testo integrale della risoluzione adottata dai sette parchi naturali della Provincia Autonoma di Bolzano. Risoluzione
Preso atto dello studio "Orizzonte 2002" della Commissione delle Comunità europee sulla progettazione nel medio periodo della rete viaria transeuropea, in cui è prevista anche la realizzazione dell'autostrada Alemagna
Visto che la pubblicazione di detto studio ha destato grande allarmismo nella popolazione della Val Pusteria, esacerbando la lotta che la popolazione interessata conduce da oltre 2 decenni contro la realizzazione di questo colossale progetto di costruzione stradale
In richiamo ad una serie di deliberazioni e risoluzioni contrarie alla costruzione dell autostrada Alemagna o al potenziamento della statale Alemagna, elencate qui di seguito

  • 1) delibera della Giunta provinciale del 25.09.1992 (in cui si prende posizione anche in merito alla classificazione della statale della Val Pusteria n. 19 come E 68);
  • 2) risoluzione Consiglio comunale di Dobbiaco del 03.09.92;
  • 3) risoluzione Consiglio comunale di Sesto del 30.11.92;
  • 4) risoluzione Consiglio comunale di San Candido del 06.10.92;
  • 5) risoluzione Consiglio comunale di Villabassa del 21.12.92;
  • 6) risoluzione Consiglio comunale di Brunico del 08.10.92;
  • 7) risoluzione Consiglio comunale di Valdaora del 30.12.92;
  • 8) risoluzione della 40esima assemblea ordinaria della Sudtiroler Volkspartei svoltasi in data 21.11.92 a Merano;
  • 9) risoluzione dell'Alpenverein Sudtirol (AVS) approvata in data 21.11.92 a Bressanone;
  • 10) risoluzione comune di AVS, CAI, DAV, OEAV approvata in data 04.12.92 a Bolzano;
  • 11) risoluzione sottoscritta da politici provinciali, parlamentari, rappresentanti comunali e distrettuali nonchè rappresentanti di iniziative popolari e dell'economia della Provincia Autonoma di Bolzano, della Provincia di Belluno, dei Lander austriaci Osttirol, Oberkarnten e Salzburg in data 14.11.92 a Dobbiaco;
  • 12) risoluzione del Sudtiroler Wirtschaftsring - Bezirks - ausschul3 Pustertal del 29.12.92;
  • 13) delibera della 1 commissione dell'Arge Alp del 15.05.92 a Ortisei.
    Tenuto conto delle approfondite discussioni svoltesi tra i componenti del comitato di gestione dei vari parchi naturali, da cui sono scaturite le seguenti considerazioni e motivazioni contro la realizzazione dell autostrada Alemagna e l'ampliamento della statale Alemagna n. 51:

A) Una variante della prevista autostrada Alemagna conduce a Dobbiaco attraverso i I tracciato Pieve - Marmarole - Monte Cristallo - Valle di Landro. La Valle di Landro è delimitata su entrambi i versanti da zone protette da una parte si estende il Parco Naturale Dolomiti di Sesto nei Comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido, e dall'altra il Parco naturale di Fanes - Sennes - Braies. L'istituzione dei parchi naturali persegue il fine di salvaguardare e conservare le singolari caratteristiche di natura e paesaggio mediante la stretta osservanza delle norme di tutela vigenti e a beneficio delle generazioni attuali e future nonchè dei parchi stessi.
Vista la presenza di zone protette ci si deve pertanto opporre con determinazione alla realizzazione di progetti che producano effetti devastanti su natura e paesaggio all'interno e nelle aree immediatamente adiacenti ai territori interessati. La realizzazione di tale progetto renderebbe assurdi il concetto di tutela della natura in generale e l'idea di parco naturale in particolare. Le gravi e irreversibili conseguenze ecologiche che ci si attende dalla realizzazione di un tale progetto non devono essere accettate passivamente.

B) La costruzione dell'autostrada Alemagna o della superstrada Alemagna segna la definitiva distruzione di ampie zone naturali intatte della Valle di Landro, che è l'unica valle di collegamento che nella sua intera lunghezza non abbia grossi insediamenti permanenti, nonchè il progressivo degrado della qualità del suolo, dell'aria e delle acque della valle. L'inevitabile conseguenza è l'inesorabile scomparsa degli habitat naturali di innumerevoli specie animali e vegetali. Va inoltre ricordato che parti della Valle di Landro sono state dichiarate zone di rispetto per le sorgenti di acque potabili. I parchi naturali interessati ne risentono pertanto in termini di rilevanza ecologica e di attrattiva paesaggistica, con una conseguente perdita di credibilità per il vincolo di tutela paesaggistica del parco.

C) Il tracciato alternativo dell'autostrada Alemagna che passa da Pieve - Padola Monte Cavallino - Austria convoglia il traffico attraverso il valico del Passo Monte Croce di Comelico fino a Sesto e in Val Pusteria. Per gli stessi motivi addotti per la Valle di Landro non si può assolutamente tollerare che nelle zone immediatamente adiacenti il Parco naturale Dolomiti di Sesto possa passare il tracciato di un'autostrada o superstrada.

D) Per motivi di solidarietà con la popolazione del versante italiano e di quello austriaco, sulla quale incombe la minaccia di questo progetto, e al fine di sostenerla con tutti i mezzi legali disponibili nella sua battaglia, conformandosi al parere unanime espresso dai comitati di gestione dei Parchi naturali Dolomiti di Sesto nei Comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido e Fanes Sennes-Braies, anche i comitati di gestione dei Parchi naturali Vedrette di Ries, Puez Odle, Gruppo di Tessa, Sciliar e Monte Corno esprimono apertamente e fermamente il loro dissenso nei confronti di questo progetto stradale.

E) I rappresentanti del popolo a livello comunale, provinciale, statale ed europeo sono invitati, al fine della concreta applicazione dei principi democratici e nell'adempimento della promessa fatta in sede elettorale, di provvedere affinchè la volontà della popolazione colpita sia rispettata e trovi effettivo riscontro.
Viste le suindicate deliberazioni e risoluzioni, approvate da più parti nonchè sostenute e condivise incondizionatamente, il comitato di gestione del Parco naturale delle Dolomiti di Sesto nei Comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido, nella sua seduta del 26.11.92,il comitato di gestione del Parco naturale Fanes-Sennes-Braies, nella sua seduta del 04.12.92,il comitato di gestione del Parco Naturale Vedrette di Ries, nella sua seduta del 17.02.93,il comitato di gestione del Parco naturale Puez Odle, nella sua seduta del 04.02.93,il comitato di gestione del Parco naturale Sciliar, nella sua seduta dell' 11.02.93,il comitato di gestione del Parco naturale Gruppo di Tessa, nella sua seduta del 10.02.93 e il comitato di gestione del Parco naturale Monte Corno nella sua seduta del 03.02.93 deliberano all'unanimità - di intervenire con tutti i mezzi a loro disposizione per opporsi alla realizzazione dell'autostrada Alemagna o superstrada Alemagna in entrambi i tracciati alternativi, onde proteggere e preservare la bellezza del paesaggio e l integrità della natura - in tutte le sue molteplici specie di fauna e flora - dei parchi naturali interessati e delle zone immediatamente adiacenti. Deve essere garantita la credibilità del vincolo di tutela paesaggistica a cui sono sottoposte le zone interessate;
- di condividere tutte le risoluzioni al riguardo approvate da più parti e di sostenere appieno le pretese in esse contenute.

Un Sì al decentramento regionale
Il Ministero dell'Agricoltura e Foreste deve chiudere i battenti.
Così hanno voluto gli elettori.
Il Parlamento ha due mesi di tempo per decidere come far fronte alle conseguenze del voto referendario.
I tentativi dell'ultima ora di "riformare" il Ministero per evitare il voto si sono rivelati non solo tardivi ma anche pasticciati.
Il Parlamento deve pertanto "riscrivere" comunque questa pagina rispettando la volontà degli elettori, i quali si sono pronunciati a larga maggioranza a favore di un forte decentramento regionale
Ciò non esclude naturalmente che per alcune attività di coordinamento le strutture centrali dello Stato continuino a svolgere una loro funzione. Ma questo non può assolutamente giustificare operazioni di mero passaggio" da una struttura ministeriale ad un altra di competenze e funzioni, che questa volta, a differenza di quanto avvenne in dispregio del DPR 616, vanno davvero decentrate".
I parchi sono fortemente interessati alle soluzioni che saranno date ai problemi posti dal voto.
Come si sa la stessa legge 394 aveva infatti lasciato proprio su questo punto le cose a metà; confermando una competenza ed un ruolo del Ministero dell'Agricoltura, ed in particolare del Corpo Forestale dello Stato, che non favoriva una gestione unitaria dei parchi e delle riserve per quanto attiene soprattutto al personale.
La regionalizzazione già prevista, ma mai attuata, del Corpo Forestale dello Stato, dopo lo scioglimento della AFDS, deve ora essere realizzata in tempi brevi e senza trucchi .
Con altrettanta chiarezza deve essere risolta la questione dei boschi e delle foreste sottratti" con vari artifici in passato alla regionalizzazione e che ora debbono finalmente essere "trasferiti", tenendo conto che nel frattempo è andato prendendo corpo un sistema nazionale di aree protette.
Come si può vedere anche da questi pochi richiami il dopo referendum presenta molteplici aspetti ai quali i parchi sono interessati in prima persona.

Il Gruppo di lavoro del Coordinamento sui piani dei parchi fondamentale di conoscenza del territorio che "individua lo stato dell'ambiente naturale in Italia, evidenziando i valori naturali e i profili di vulnerabilità territoriale".
La legge, peraltro, non precisa le metodologie da seguire per la redazione di tale documento, nè i contenuti dello stesso.
La carta non deve costituire la duplicazione o il semplice approfondimento di altri strumenti già esistenti o previsti con finalità più generali come d'altronde la stessa legge 394 indica, nel prevedere il riuso" del materiale esistente, con particolare riferimento alla Carta della montagna. Nè può essere intesa come la carta delle aree protette; per divenire un efficace ed innovativo strumento di lavoro deve costituire il quadro di riferimento per consentire il raggiungimento degli obiettivi dell'art. 1 della legge, anche con strumenti diversi da quelli previsti dalla stessa legge, all'interno delle specifiche politiche regionali.
Poichè la Carta della natura è l'elemento base sul quale si svilupperà il programma triennale, che tra l'altro dovrà definire il sistema delle aree protette comprendente parchi e riserve nazionali e regionali nonchè le aree protette di interesse locale, come spcificato nel comma 3 dell'art.4, per la sua definizione dovrà coinvolgere anche gli Enti locali e in particolare le Regioni e le Province autonome, tramite il Coordinamento nazionale dei parchi e delle riserve naturali, che si propone quale collaboratore alla stesura del docu-mento metodologico, e si rende disponibile a successive collaborazioni per la redazione della carta stessa.

Il Centro documentazione di Sondrio
Il Centro documentazione aree protette nasce nel 1987, su iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Sondrio.
Il Centro rappresenta una vera e propria La legge 394/91 "legge-quadro sulle aree biblioteca (e videoteca), che raccoglie testi, protette prevede, all'art. 3, la redazione films, opuscoli, mappe e itinerari turistici, della Carta della natura, come strumento fotografie e manifesti, cioè tutta la documentazione che possa riguardare i parchi naturali e le aree protette, a livello internazionale.
Naturalmente, il materiale del Centro è consultabile dal pubblico e può essere richiesto in prestito.
L'iniziativa più rilevante del Centro è, senza dubbio, la Mostra internazionale dei documentari sui parchi, che si tiene a Sondrio, a scadenza annuale, per la durata di una settimana, solitamente agli inizi di novembre. Si tratta di una rassegna cinematografica unica nel suo genere, perchè riservata alle opere aventi per tema i parchi naturali e le aree protette, nei loro più diversi aspetti.
La Mostra internazionale dei documentari sui parchi di Sondrio è divenuta un'occasione d'incontro in ambito internazionale per documentaristi, amministratori di parchi, naturalisti, esperti in conservazione; e infatti di anno in anno vengono intensificati i momenti di scambio di esperienze, idee e progetti fra i vari partecipanti alla rassegna. La Vl edizione della Mostra internazionale dei documentari sui parchi, svoltasi a Sondrio, dal 9 al 14 novembre 1992, ha registrato la partecipazione di 17 Paesi, con la presenza a Sondrio di 25 ospiti internazionali, oltre alla Giuria internazionale, composta da 16 esperti e presieduta da M. A. Partha Sarathy (India), presidente della Commissione educazione e comunicazione dell'lucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) e ai numerosi giornalisti di testate nazionali. Durante la settimana della VI Mostra internazionale, parallelamente alla rassegna cinematografica, è stato proposto il Seminario internazionale di studi, della durata di tre giorni, sul tema "Parchi e aree protette: la partecipazione dei cittadini".
Altre importanti iniziative a cura del Centro documentazione aree protette sono: la pubblicazione di schede informative sulle aree protette della Provincia di Sondrio, cicli di lezioni per studenti della scuola dell'obbligo, corsi di aggiornamento professionali per operatori scolastici, corsi di educazione ambientale per adulti, conferenze sul tema della divulgazione naturalistica.
Il Centro ha partecipato inoltre al IV Congresso mondiale sui parchi nazionali e le aree protette indetto dalla Iucn nel febbraio l992 a Caracas, dove sono stati proiettati alcuni dei migliori documentari proposti dal Centro.

L'indirizzo del Centro documentazione aree protette è:
Villa Quadrio
Via IV Novembre n. 20 - 23100 Sondrio
Tel. (0342)21.33.05/21.75.66 fax (0342)51.30.01
Il Centro è aperto al pubblico nei giorni lunedì e mercoledì, dalle 14.00 alle 17.00 e martedì e giovedì dalle 9.00 alle 12.00