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Allavena insiste e ... inciampa
Sempre su Alì notizie della Lipu Allavena, il dirigente del Corpo forestale dello Stato di cui avevamo parlato nel numero precedente, torna a fare il punto sui forestali. Questa volta commentando il voto del Senato sul progetto di riforma del Ministero dell' agricoltura, dopo aver rilevato che in quella sede non si è proceduto al trasferimento del Corpo al Ministero dell'ambiente, come da taluno proposto, ci si rallegra del fatto che è stata perlomeno salvaguardata la sua unitarietà.
Fin qui non c'è nulla di nuovo rispetto ai timori già espressi precedentemente dallo zelante dirigente. Merita invece un commento la motivazione con la quale Allavena torna a perorare la causa della non disgregazione del Corpo a cui mirerebbero coloro che ne chiedono il trasferimento alle Regioni. La regionalizzazione, a giudizio del nostro, porterebbe infatti alla "disgregazione del patrimonio naturalistico che (il Corpo forestale) ancora gestisce (300.000 ettari)". Qui colpisce intanto quell'ancora riferito al patrimonio gestito. In effetti il Ministero dell'agricoltura, come è noto, si è trattenuto in gestione boschi e foreste che avrebbero dovuto essere, da anni, trasferiti alle Regioni che ne sono le legittime titolari. Ma deve far riflettere pure il rapporto che implicitamente si viene a stabilire tra i 300.000 ettari di patrimonio da gestire e gli 8.000 circa dipendenti del Corpo forestale. Non ci vuol molto a capire che se dovessimo applicare gli stessi criteri proporzionali agli altri territori protetti, i parchi nazionali e regionali dovrebbero disporre di organici decisamente e incommensurabilmente superiori a quelli del CFS, il che è, ovviamente, una mostruosità. Insomma, comunque la si giri, questa pretesa di impedire che il personale segua come è naturale le funzioni poggia su criteri e argomenti assolutamente assurdi. A conferma che si tratta appunto di una pretesa dettata da meri interessi corporativi che nulla hanno a che fare con una gestione seria dell'ambiente.
Posizioni analoghe o quanto meno affini sono state sostenute anche da Pro-Natura la quale ritiene che il CFS "non va smembrato, nè posto sotto le Regioni, ma va riformato, potenziato e soprattutto mantenuto nella sua unitarietà e nelle sue funzioni di Corpo di polizia; quindi dovrà passare al Ministero dell'ambiente o quanto meno rimanere nel nuovo Ministero agricolo-forestale appena rifondato".
Ci si scusi la lunga citazione tratta da un articolo di Fabio Bottonelli su Habitat di dicembre, ma ne valeva davvero la pena, perchè qui con triplo salto mortale si è riusciti di ipotesi in ipotesi a tornare esattamente al punto di partenza; che il CFS resti dove e come è!
Ma allora i referendum e le riforme a che cosa servono se tutto deve rimanere esattamente come prima, cioè come avviene da 160 anni?
Al riguardo colpisce in particolare la frase "posto sotto le Regioni" che evoca un futuro minaccioso ed oscuro, nel momento stesso in cui, guarda caso, ben altre ed importantissime competenze dovranno essere "poste" sotto le Regioni.
Fortunatamente non tutti si appassionano soltanto a queste diatribe di cui l'unico quesito che non compare mai è appunto cosa dovrebbero e potrebbero fare le guardie forestali dal momento che "l'oggetto" delle loro funzioni viene trasferito ad altri soggetti istituzionali.
La Commissione ambiente della Camera ha infatti approvato il 15 dicembre una mozione in cui si chiede di "riformare il CFS, integrando ed unificando le attività e le competenze della Direzione generale dell'economia montana e delle foreste e del servizio conservazione della natura del Ministero
dell'ambiente e trasferendo il Corpo forestale al Ministero dell'ambiente e "regionalizzandone" l'attività in stretto collegamento con la gestione delle singole aree protette, pur nella conferma del carattere nazionale ed unitario".
Non si tratta ancora forse di una indicazione particolarmente precisa ma un punto risulta chiarissimo; non si può pensare ai compiti del Corpo forestale ignorando quali sono i compiti e le esperienze delle aree protette oggi.
Esperienze che, come risulta dalla recente indagine svolta dal Coordinamento dei parchi per conto del Ministero dell'ambiente, dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, una cosa: che la vigilanza di un parco funziona se è gestita unitariamente e direttamente dall'ente.
Convenzioni, protocolli e altri espedienti non funzionano. Questo non è un "principio": è semplicemente un dato di fatto. Di questo allora bisogna tener conto, naturalmente se ciò che interessa è il buon funzionamento delle cose.
Un nuovo ente per i parchi toscani
La Regione Toscana ha approvato una legge con la quale gli enti consortili che attualmente gestiscono i Parchi regionali della Maremma e di San Rossore-Migliarino-Massaciuccoli saranno trasformati in enti regionali come previsto dalla legge 394.
Non si tratta ancora della legge generale di adeguamento alla normativa nazionale, ma di una sua significativa anticipazione.
In effetti con questa legge si delineano già i caratteri degli enti di gestione e il ruolo della Comunità del parco.
I primi risultano fortemente snelliti rispetto alla vecchia composizione consortile e per la prima volta entrano a farne parte anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e scientifiche.
Da sottolineare è pure la norma con la quale si stabilisce che per i rappresentanti regionali e degli Enti locali deve essere comprovata con apposito curriculum la competenza e che essi non possono ricoprire altri incarichi pubblici locali, regionali o nazionali.
La Comunità del parco, oltre a designare i rappresentanti degli Enti locali e delle associazioni e a formulare pareri e proposte, adotterà il piano pluriennale economico-sociale.
Viene inoltre confermato il comitato scientifico.
Ora si potrà procedere con più speditezza anche a varare la legge generale che ci auguriamo non subisca ulteriori ritardi che non gioverebbero ad una Regione che ha 3 parchi regionali, un parco nazionale di recente insediamento (Foreste Casentinesi e Campiglia), un altro in dirittura d'arrivo (l'Arcipelago toscano) e diversi parchi e riserve provinciali e locali in via di istituzione.
Una candidatura che non convince
Un documento diffuso dalla Lega Ambiente il 28 dicembre u.s. segnala come tra le candidature per la presidenza del Parco nazionale d'Abruzzo figuri il nominativo di Bianca Bisagna, attuale capo dell'ufficio relazioni esterne del ministro della difesa Fabio Fabbri. Secondo la nota della Lega Ambiente, il curriculum della signora Bisagna non presenterebbe quelle caratteristiche di esperienza e competenza che la delicata ed importante carica richiede: infatti l'unico elemento di una certa attinenza "ambientale", contenuto nel curriculum, sarebbe l' appartenenza, in qualità di rappresentante, alla Associazione "Cacciatori per l'ambiente" (!).
La stessa Lega Ambiente ritiene che il voto negativo espresso dalla Commissione ambiente del Senato sul nome di Bianca Bisagna sia più che sufficiente per consigliare il ritiro definitivo di una candidatura nata male.
La Lega Ambiente inoltre manifesta sorpresa per il silenzio che, di fronte a questa candidatura, hanno finora osservato "quelle forze ambientaliste che storicamente e tradizionalmente non hanno mai mancato di far sentire la loro voce ad ogni stormir di fronde per la difesa dell'autonomia e del prestigio del Parco nazionale d'Abruzzo".
Fino a qui la Lega Ambiente. Non avendo letto il curriculum in discussione non possiamo che limitarci ad un commento più generale: l'impressione che si ricava dalla vicenda è che le candidature per la presidenza del Parco nazionale d ' Abruzzo non possano non riguardare figure con una consolidata esperienza in campo ambientale, capaci di avere un'ampia "base" di consenso sotto il profilo culturale, sì da essere rappresentativi del più fa-moso e blasonato Parco italiano.
Nasce la Federazione internazionale dei guardiaparco
La complessità dei problemi di tutela e gestione delle aree protette in tutto il mondo fa sì che i loro custodi svolgano un ruolo di interfaccia tra le risorse (naturali o culturali) e le influenze umane all'interno dei parchi, rendendo necessaria la più ampia valorizzazione dell' attività di "rangers" e guardiaparco, il cui ruolo è ancora relativamente misconosciuto.
Il desiderio di condividere le proprie esperienze professionali si è concretizzato nella creazione di associazioni nazionali di guardiaparco in vari Paesi del mondo, alcune delle quali, come la statunitense Association of National Park Rangers o l'inglese Association of Countryside Rangers (con l'omologa scozzese), dedicano molti sforzi alle attività di aggiornamento reciproco, anche con l'organizzazione dei corsi e la produzione di riviste specializzate.
Al tempo stesso si è accresciuta la necessità di un proficuo collegamento a livello internazionale di queste figure, la cui importanza è stata riaffermata durante il quarto Congresso mondiale dei parchi svoltosi nel ' 92 a Caracas con la firma di un primo accordo tra le associazioni dei rangers nord-americani e britannici, che ha dato vita all'International Ranger Federation (I.R.F.). La segreteria dell'I .R .F., guidata da Gordon Miller, si sta attualmente attivando per raccogliere le adesioni delle associazioni nazionali dei guardiaparco, e per organizzare la prima Conferenza mondiale dei rangers, che si terrà a Zakopane (Polonia meridionale), presso il Parco nazionale dei Tatra, durante l'ultima settimana di maggio del 1995.
Gli obiettivi dell'International Ranger Federation comprendono la definizione di standards professionali dei guardiaparco, lo scambio reciproco di esperienze e conoscenze nel settore, l'organizzazione di incontri intemazionali a scadenze regolari e la promozione di contatti tra le singole realtà nazionali, nell'ottica degli scopi della strategia mondiale per la conservazione definita dall'Iucn. Di seguito si elencano alcuni indirizzi utili:
- International Ranger Federation, P.O. Box 37, Stirling FX8 25L Scotland, Gran Bretagna
- Association of National Park Rangers, P.O. Box 307,
Gansevoort, NY 12831 - U.S.A. (pubblica il quadrimestrale Ranger dei guardiaparco statunitensi).
- Association of Countryside Rangers, ILAM House, LowerBasildon, Reading, Berkshire RG8 9NE (pubblica il trimestrale The Ranger) |