PARCHI | ||
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 12 - GIUGNO 1994 |
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Editoriale |
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Proseguire nel lavoro avviato; consolidare i risultati conseguiti; rimuovere gli ostacoli e superare i ritardi che hanno finora reso faticosa e accidentata l'attuazione della legge-quadro a cominciare dalla inadeguatezza della struttura ministeriale; dare ascolto alle critiche, alle richieste e alle proposte costruttive che innanzitutto dai parchi, ma anche dalle istituzioni e dall'associazionismo, sono venute in questi mesi: questo vorremmo si impegnassero a fare il nuovo Parlamento, il nuovo governo e il nuovo ministro dell'ambiente. Riteniamo siano queste aspettative non soltanto nostre. Questo si aspettano-si veda cosa scrive in proposito in questo numero il presidente del nuovo Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi-gli amministratori dei parchi alle prese spesso con problemi elementari e persino banali di funzionamento, che rischiano però di rimettere in discussione e di pregiudicare risultati appena e faticosamente acquisiti. Questo si aspettano gli enti locali e le popolazioni che hanno detto sì ai nuovi parchi o che nei parchi vivono da tempo sempre però con il timore che le pur lodevoli finalità della legge nazionale e delle leggi regionali restino sulla carta, lasciando il campo ai soli divieti. Questo si aspettano coloro che vogliono finalmente vedere congiunte e non contrapposte le esigenze di protezione con quelle economico-sociali, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile e non distruttivo di risorse irriproducibili. In questi mesi purtroppo abbiamo registrato non poche allarmanti voci che non rassicurano certo sul futuro delle aree protette e della tutela ambientale. Un po' dappertutto si sono avute manifestazioni e prese di posizione contro i parchi vecchi e nuovi. Se nelle isole toscane il Parco dell'Arcipelago incontra forti opposizioni e ostilità, in Lombardia viene bruscamente rimesso in discussione il Parco regionale del Ticino per il quale, nonostante i suoi apprezzati e riconosciuti successi, alcune forze politiche chiedono un drastico ridimensionamento dei confini. Non sono certo destinate a placare le preoccupazioni nostre per questa ripresa vigorosa di ostilità nei confronti dei parchi, quasi sempre attizzata da campagne di vera e propria disinformazione, le dichiarazioni rilasciate a caldo dal nuovo ministro dell'ambiente. L'on. Matteoli, al quale da più parti si è ricordata la sua opposizione all'istituzione del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, per giustificare quelle posizioni ha dichiarato che lui non è contrario "per principio ai parchi naturali, ma non approva quelli che si fanno in Italia e che vengono preclusi sia alla frequentazione della gente che a un possibile uso economico". Si tratta di affermazioni a dir poco sorprendenti, specie per un neo-ministro il quale evidentemente non conosce né i parchi italiani né la legge a cui egli dovrà ispirare la sua azione di governo. I parchi raffigurati nelle sue prime interviste sono infatti una caricatura cui ricorrono ormai indefessamente solo coloro che non conoscono né la legge né i parchi, e chi le aree protette le osteggia per motivi poco nobili. Vogliamo augurarci che, dopo questa pessima partenza, il nuovo ministro dell'ambiente voglia considerare con maggior ponderazione e serietà la legge che il Parlamento è riuscito a darsi dopo anni di impegnativi dibattiti e che oggi ci consente di non farci vergognare nei confronti dei partners europei. Una legge che può incoraggiare e aiutare proprio quelle attività e frequentazioni che, lungi dall'essere precluse, rientrano nei suoi scopi fondamentali e qualificanti. |