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Forse potrà apparire contradditorio e decisamente contro corrente proporre modelli di gestione del territorio diversi da quelli attuali, in un' Italia dove la politica nazionale e regionale dei parchi è ancor lungi dall'essere ultimata e i nuovi scenari politici non paiono orientarsi verso questa scelta. Nonostante ciò vi sono aree del Piemonte che hanno bisogno di risposte adatte sia per quanto riguarda la tutela del territorio, o meglio del paesaggio, sia per la loro valorizzazione. A volte gli strumenti ordinari, anche se adeguati, non bastano; occorre andare oltre attraverso stimoli culturali sensibilizzando coloro che il territorio lo vivono e lo modellano quotidianamente: la popolazione locale.
Per queste ed altre ragioni che esporremo via via nel corso di questo articolo il modello tradizionale di parco mal si adatta alle colline del Barolo, del Barbaresco, del Moscato: cito alcuni nomi dei vini più famosi poiché in questa zona si produce la quasi totalità del vino piemontese. Eppure il bisogno di salvaguardia del paesaggio è grande. Paradossalmente la crescita del reddito innestata su una concezione del territorio come di propria ed esclusiva proprietà, tipica della cultura contadina, ha portato alla realizzazione di veri e propri obbrobri. Per evitare il ripetersi di certi episodi è nato il Comitato Langhe, una associazione che raggruppa oltre trenta entità che a vario titolo si sono occupate della valorizzazione del territorio, proponendo l'ipotesi di istituire un Parco paesaggistico nelle Langhe. Il progetto si è poi via via esteso anche alle limitrofe zone del Roero e del Monferrato, grazie alla proposta di creare un Parco culturale, avanzata dal Premio Grinzane Cavour. Ma cos'è un Parco culturale e come si è collegata questa proposta con quella del Comitato Langhe?
La proposta
L'occasione è stata fornita dal Lions e il Rotary di Alba che hanno incaricato un gruppo di ricercatori costituito da Umberto Fava e Enrico Rivella (progettisti), Claudio Rosso (consulenza agricoltura) e Valter Boggione (consulenza letteraria) di realizzare un progetto che individuasse i luoghi della vita e delle opere di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Augusto Monti, Davide Lajolo, Luigi Einaudi, Giovanni Arpino e Vittorio Alfieri. Il censimento si è rivelato corposo: oltre quattrocento luoghi in ben ottanta Comuni, un vero e proprio libro a cielo aperto. E' subito emerso però come questi luoghi non fossero palazzi o chissà quali edifici ma bensì cascine, casolari, paesi, frazioni, vigne, rii, fiumi, boschi: in una sola parola il paesaggio.
Ecco quindi che il progetto ha assunto subito la sua vera dimensione permettendo ai ricercatori di sviluppare idee che vanno ben oltre gli aspetti letterari.
Gli obiettivi del parco individuati possono essere ricondotti a tre punti principali:
- promozione culturale
- valorizzazione del territorio
- sviluppo economico ed occupazionale delle comunità interessate.
- La promozione culturale si compone di due parti fondamentali. La prima riguarda la conservazione e lo sviluppo del patrimonio culturale locale, il secondo l'orientamento e l'educazione dei visitatori. Per quanto riguarda il primo, va da sé che il parco si pone tra i suoi scopi istitutivi la tutela dei luoghi letterari e financo la loro opportuna restaurazione nel caso di degrado. Questa azione di salvaguardia si accompagna però anche ad un recupero ed allo sviluppo del patrimonio culturale locale, senza il quale il parco perderebbe le sue radici e diventerebbe una struttura estranea al tessuto territoriale. La valorizzazione dei luoghi letterari, spesso dimenticati o ignorati, può essere l'occasione per avviare un'opera di sensibilizzazione della popolazione locale e rappresentare il momento di una presa di coscienza dei valori culturali e paesaggistici.
Per quanto riguarda il secondo punto, la creazione del parco culturale richiede l'individuazione e la predisposizione di livelli divulgativi diversi a causa dell'estrema diversità con cui si può manifestare il progetto. Possiamo quindi suddividere questi livelli in tre punti fondamentali:
- livello scientifico
- livello di approfondimento
- livello di conoscenza
Livello scientifico
E' indubbiamente quello che richiede una preparazione maggiore da parte degli operatori del parco, ma è anche quello che può dare maggior lustro all'operazione. Le Langhe, il Monferrato e il Roero racchiudono al proprio interno una concentrazione di autori che nessun'altra area del nostro paese può offrire. Essi sono in grado di creare una sorta di libro a cielo aperto mediante la realizzazione di un percorso letterario comune fra i diversi autori che metta in relazione la vita, gli scenari e le opere. Fra le proposte la promozione di convegni, mostre, proiezioni, attività artistiche a carattere generale o su temi specifici, convenzioni con le università, stages letterari, produzione di materiale didattico. L'eventuale successo di iniziative didattiche dipende anche dalla possibile interfaccia con programmi scolastici delle scuole secondarie. Nell'ambito del parco dovranno essere svolte informative e campagne promozionali presso circoli didattici sulla disponibilità di invitare scolaresche a partecipare a momenti formativi, in cui altri contenuti del parco (naturalistici, storici, etnologici, agronomici) vengono abbinati alla conoscenza letteraria.
Livello di approfondimento
Per questa forma di fruizione il livello di preparazione e di conoscenza delle opere è medio. Per realizzare la piena fruizione di questo livello occorre personale che sia a conoscenza delle opere degli autori e punti di accoglienza in cui coinvogliare il flusso turistico e da cui far partire gli itinerari. Accanto a queste iniziative è opportuno realizzare materiale pubblicitario
sofisticato, esplicativo dei motivi territoriali che hanno stimolato l'ispirazione degli autori, abbinato ad altri spunti di carattere culturale come luoghi storici, musei etnologici, emergenze architettoniche, attività tradizionali, fino alla descrizione delle qualità naturalistiche del territorio.
Livello di conoscenza
E' costituito dal primo approccio da parte dei fruitori con le opere letterarie: persone che non hanno letto mai nulla degli autori e hanno la possibilità di avvicinarsi ad essi per la prima volta. Per stimolare il visitatore, sarà necessario individuare tecniche comunicative in grado di creare in esso stimoli tali da condurlo ad una esigenza di approfondimento delle opere, quali campagne pubblicitarie sul territorio di più immediata comunicazione e l'uso di manifestazioni folcloristiche e tradizionali di grande richiamo, in cui compaia con forza e regolarmente il messaggio, legato alla promozione dei luoghi letterari.
Accanto alla valorizzazione del territorio, che appare ovviamente intrinseca in una operazione di questo genere, è fuor di dubbio che il parco svolgerà una funzione di volano per iniziative di sviluppo economico, che, in sinergia con i benefici ambientali derivati dall'attuazione dello stesso, rappresenteranno un sensibile miglioramento in termini di qualità della vita e di reddito potenziale per la popolazione dell'area. Si pensi solo all'impulso dell'occupazione e del reddito generato sul turismo, ristoranti, alberghi, agriturismo sono i primi beneficiari di un incremento delle presenze turistiche. Accanto al turismo possono essere stimolati altri settori dell'economia locale. Il turismo di questo bacino si propone come un turismo di qualità in armonia con l'ambiente e le sue produzioni, in primo luogo quelle agricole e viticole. Insieme a queste assume particolare importanza l'eventuale presenza di prodotti artigianali in grado di essere acquistati durante il soggiorno.
Oltre alle professionalità "tradizionali", il parco culturale potrà creare nuove opportunità lavorative e nuove professionalità. In particolare gli aspetti letterari e culturali della zona richiederanno una specifica preparazione da parte degli operatori turistici. Ma tenendo conto della collocazione del parco in un tessuto di complesse relazioni tra uomo e ambiente naturale, occorrerà disporre della collaborazione di esperti il cui apporto va inquadrato come consulenza sulle attività del parco e le cui competenze possono essere ricondotte ai seguenti punti:
- sviluppo culturale delle comunità interessate (laureati in discipline umanistiche o in scienze della comunicazione)
- conservazione del patrimonio culturale (architetti, esperti in restauro)
- tecniche di agricoltura a basso impatto ambientale (agronomi, periti agrari, enotecnici)
- protezione e gestione delle risorse naturali (naturalisti, forestali e biologi).
- La struttura di gestione proposta è quella di una società consortile pubblico-privata. Le motivazioni di questa scelta risiedono in una necessaria esigenza economica, dovuta a una riduzione dei bilanci pubblici, che vede nel capitale privato una delle poche fonti di danaro sicure e nella componente pubblica il possibile radicamento nell'iniziativa fra la popolazione locale, indispensabile per una riuscita del progetto.
Un cenno a parte meritano i rapporti con gli altri ambiti di pianificazione e gestione del territorio. In tal senso si farà riferimento al contesto normativo regionale, all'assetto territoriale, agli strumenti urbanistici locali (piani regolatori, eccetera) e ai preesistenti vincoli territoriali ambientali di varia natura. Su questa base dovrà definirsi un quadro di riferimento operativo atto a consentire di coordinare gli sforzi promozionali e di predisposizione delle infrastrutture, di concerto con i Comuni interessati, organizzare una conferenza tra gli enti su di un accordo di programma per evitare conflitti di competenza, gestire gli eventuali problemi di relazione con i proprietari dei terreni compresi nel parco.
Interventi necessari per lo sviluppo del parco
I servizi che il parco dovrà svolgere per l'adempimento delle sue funzioni possono essere ricondotte alle seguenti categorie:
- per la conservazione del patrimonio letterario
- per lo svolgimento di attività culturali
- per la mobilità e l'orientamento dei visitatori
- per la ricettività e la promozione turistica
- per la conservazione dell'ambiente
Servizi per la conservazione del patrimonio letterario
La prima preoccupazione del parco è ovviamente la tutela e la conservazione del patrimonio, che è alla base della sua ragion d'essere. Tale patrimonio è composto da tutta la documentazione di qualunque natura inerente agli autori ed alle loro opere e dai luoghi letterari. Per quanto riguarda la prima, per ogni singolo autore dovranno essere attivati o collegati, nel caso che esistano già strutture di questo tipo, dei centri di documentazione che si configureranno anche come vere e proprie sedi del parco, come punto di accoglienza dei visitatori e sede di partenza per le escursioni sul territorio. In essi sarà possibile usufruire del materiale informativo e avrà luogo l'elaborazione e l'allestimento di materiale espositivo. Per quanto riguarda i luoghi, ognuno di essi dovrà essere oggetto di un'analisi in dettaglio dei suoi aspetti, sia paesistici che costruttivi, per individuarne gli elementi di degrado e le proposte di valorizzazione.
La conservazione del patrimonio edificato deve essere garantita con un piano di restauro o recupero che potrà estendersi anche ad aspetti degradati del paesaggio circostante: per esempio, l'allevamento di polli confinante con la Mora pavesiana o, nello stesso luogo, il cartellone pubblicitario. Queste operazioni seppur onerose presentano l'indubbio vantaggio di un ritorno d'immagine per il parco. Inoltre, in presenza di materiali di grande interesse, l'utilizzazione dei luoghi letterari più importanti potrà avvenire tramite strutture di tipo museale dotate di personale di custodia o con altre iniziative coerenti con il significato letterario, in grado di attirare visitatori e reperire in parte autonomamente le risorse finanziarie. In quanto alla promozione culturale è importante l'attivazione di un servizio di convegni, seminari ed incontri di studio, predisposto in funzione sia della ricerca letteraria ed artistica che scientifica, in particolare su argomenti inerenti la conservazione dell'ambiente collinare. Per favorire un rapporto dinamico ed il più possibile aperto alle iniziative di artisti locali è importante che il parco ospiti presso le sue strutture laboratori artistici permanenti, non solo nel campo letterario, ma allargati anche ad altre discipline come le arti figurative e cinematografiche. Potranno, ad esempio, svolgersi stages condotti da parte di artisti affermati, ospitati all'interno del parco, attivare corsi ed offrire spazi permanenti per l'espressione delle produzioni artistiche.
Per quanto riguarda i servizi per la mobilità e l'orientamento dei visitatori è stata proposta la tabellazione dei luoghi letterari e la realizzazione di 9 itinerari escursionistici e 5 automobilistici. In merito agli aspetti turistici si è proposta la creazione di posti letto in strutture di diverso tipo, la creazione di due agenzie di stampa, una di promozione della zona in tutto il mondo, edita in quattro lingue, l'altra di comunicazione interna, studi di mercato e contatti con le scuole di turismo, campagne di accoglienza turistica, mostre educative, marchi di qualità, marketing turistico, marketing territoriale.
Servizi per la conservazione dell'ambiente
Le proposte sono state suddivise in due grosse categorie: la prima riguarda le iniziative volte alla difesa del paesaggio umano con particolare attenzione alla tutela del paesaggio costruito e di quello agrario. La seconda riguarda la tutela dell'ambiente naturale.
Per quanto è inerente alla riqualificazione del paesaggio si sono proposti interventi per la riduzione dell'impatto visivo attraverso iniziative di mitigazione come la messa in dimora di siepi ed alberate ben sistemate con piante appartenenti alla flora locale. Altre proposte riguardano la realizzazione di piani paesistici e piani regolatori uniformati. Molta importanza è stata data all'opera di sensibilizzazione mediante la creazione di manuali sulle tipologie edilizie locali e corsi d'aggiornamento per geometri e architetti, censimento dei beni architettonici, urbanistici e culturali.
Altre proposte sono state effettuate per gli interventi di carattere più infrastrutturale (opere stradali, discariche, depuratori, insediamenti turistici ed industriali, rilevanti interventi di bonifica agraria, regimazioni fluviali, elettrodotti). Data la fragilità del tessuto paesaggistico di gran parte delle Langhe, Monferrato e Roero occorre provvedere, a livello normativo, a rendere obbligatori studi di compatibilità paesistico-ambientale, che sono in questi casi gli indispensabili strumenti conoscitivi per l'adozione degli atti autorizzativi da parte della pubblica amministrazione. In merito alla sistemazione per le opere idrauliche e di sistemazione dei versanti che, ricordiamo, presentano una capillare instabilità nel nostro bacino, è necessaria la collaborazione delle scuole agrarie della zona per addestrare tecnici a interventi di sistemazione paesaggistica che si riferiscano a quelle tecniche di ingegneria naturalistica che servono sia al risanamento che alla valorizzazione paesistico-ambientale. Tali tecniche dovrebbero essere anche utilizzate soprattutto nell'infrastrutturazione stradale, per evitare opere di consolidamento delle scarpate, eseguite con manufatti in cemento a vista. Questi ultimi, infatti, oltre ad essere assolutamente intrusivi nell'ambiente circostante aumentano l'artificializzazione del paesaggio.
Per quanto riguarda il paesaggio agrario occorre ormai tener conto per il futuro anche del paesaggio fossile. Le attuali legislazioni vanno nella direzione di incoraggiare ogni iniziativa che difenda l'ambiente e la cura dello spazio naturale. Dopo il decennio degli anni '70, quando si finanziavano le strutture di trasformazione e commercializzazione, e dopo gli anni '80 con l'aiuto ai piani di miglioramento aziendale è ora il momento delle politiche agro-ambientali, manifestatosi attraverso il varo dell'obiettivo 5b), del programma Interreg. del regolamento CEE 2092/91 sull'agricoltura biologica e su come vada organizzata a livello nazionale, regolamento CEE 2078/92 relativo ai metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze dell'ambiente e con la cura dello spazio naturale. Una valutazione dell'insieme di tutte queste norme e dell'attuale avanzamento attuativo può consentire di "indirizzare" verso un'area prescelta aiuti in materia agricola ed ambientale. Nell'Alta Langa si dovrà cercare di raggruppare prati e pascoli così da facilitare le forme di allevamento più adatte. Molto importante è l'aspetto che prenderanno i terrazzamenti, molto diffusi nella zona perché non è pensabile un loro riuso di tipo agricolo. A tale scopo ci sono dei lacuno si tentativi di coltivarvi erbe aromatiche (rosmarino) o prodotti orticoli (asparago). Ma un più concreto interesse potrebbe rivestire l'ipotesi di rinnovare il patrimonio viticolo dell'Alta Langa con varietà adatte a vini da spumantizzazione. Problematiche simili sono dibattute presso il Cervim (Centro di ricerche per la viticoltura di montagna) che la regione Valle d'Aosta ha promosso in collaborazione con parecchi Stati europei. Riflettendo su altre viticolture come quella valdostana o quella di certe zone della Liguria, che in realtà garantiscono alti prezzi di vendita dei vini, occorre pensare sempre che il nostro obiettivo è un contesto agro-ambientale-turistico.
Per la conservazione e la fruizione del patrimonio naturale sono importanti una serie di altre iniziative che possono coincidere con gli interessi del parco: giardino botanico, sentieri natura, osservatorio naturalistico.
Sono principalmente rivolti ai biotopi umidi delle sorgenti del Belbo ed ai prati delle orchidee che sono presenti numerosi nella zona. L'intervento di diradamento di arbusti su prati umidi e lo sfalcio periodico dei settori floristicamente più interessanti e ricchi di orchidee sono necessari per evitare il lento riformarsi del bosco che causa l'interrimento nel primo caso e la sparizione delle orchidee nell'altro. Per quanto riguarda i prati umidi e acquitrinosi lungo il Belbo, andrebbero considerate anche le fasce perial veali di alcuni rii laterali altrettanto interessanti di quelli compresi nell'area tutelata. Infine gli interventi che riguardano anche un migliore sfruttamento delle risorse economiche del bosco, da sempre trascurate in questa regione collinare, nonostante l'ingente patrimonio boscato. Per il conseguimento di tali obiettivi è necessaria una migliore imprenditorialità che consenta un ' attività economica più efficace ed al tempo stesso conservativa della risorsa. Dove il bosco può costituire una delle principali risorse economiche, è auspicabile far coincidere gli obiettivi selviculturali con quelli naturalistici. Ciò è possibile alternando aree di produzione, con interventi di ricostituzione del bosco e con la conservazione integrale dei nuclei più rappresentativi delle diverse fitocenosi, gradualmente avviate verso gli stadi più maturi e così mantenute. I criteri degli interventi per la valorizzazione forestale dell ' area possono essere sintetizzati come di seguito: migliorare la viabilità forestale, realizzare un vivaio di specie forestali con specie autoctone, incrementare l'indice di boscosità con rimboschimento delle aree incolte a forte limitazione agricola, procedere ad una valorizzazione delle potenzialità presenti nelle varie tipologie di bosco.
Tanta carne al fuoco come si vede per una proposta destinata a lasciare il segno sulle colline del Piemonte tentando di integrare per la prima volta in maniera compiuta l'ambiente, il turismo e l'agricoltura.
* Coordinatore del progetto |