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Introduzione
Attualmente la Comunità Europea sta elaborando la Rete Natura 2000. Dalle informazioni che si hanno si può dedurre che la Spagna è uno dei Paesi comunitari che presenta maggior interesse naturalistico per l'enorme diversità che offre.
L'Aragona, in Spagna, è una delle Regioni autonome che presenta la maggior varietà di sistemi naturali di diversa natura e singolarità.
La situazione di privilegio dell'Aragona è dovuta alla delimitazione dei suoi confini amministrativi che inglobano tre distinte grandi unità morfostrutturali:
- i Pirenei, massiccio montuoso a carattere alpino, nella provincia di Huesca;
- la valle dell'Ebro, la seconda arteria fluviale del Paese, situata in un'ampia depressione;
- il sistema montuoso ispanico (la "serranìa"), costituito da montagne sorte dalle prime pieghe che plasmarono i materiali geologici più antichi della penisola iberica.
La posizione della Regione autonoma nel quadrante nord-orientale del Paese fa sì che il suo territorio subisca influenze climatiche molto varie e contrastanti: umidità oceaniche e aridità mediterranea si sommano al carattere marcatamente continentale di una parte del suo territorio.
Questa e altre caratteristiche fanno sì che il paesaggio vegetale dell'Aragona e le comunità faunistiche che lo popolano siano caratterizzate soprattutto da una straordinaria ricchezza sia qualitativa che quantitativa.
Tuttavia questo carattere necessariamente di spicco del paesaggio aragonese non può prescindere da un fattore decisivo per la sua configurazione, disposizione e conservazione di gran parte dei suoi elementi naturali: l'uomo. Questo ha segnato il territorio con i suoi vari e peculiari modi di utilizzazione delle risorse, imponendo al paesaggio dei tratti culturali fino a poco tempo
fa armoniosi e che hanno reso possibile, in molti casi, la sopravvivenza di alcuni sistemi, in seguito particolarmente protetti. Un esempio sono i pascoli subalpini del Parco nazionale di Ordesa e del Monte Perdido.
Le prime aree naturali protette in Spagna sono aragonesi
La Spagna è uno dei Paesi europei che più rapidamente ha aderito alla politica di tutela delle aree naturali, dichiarandole "protette". Politica, come tutti sanno, iniziata nel 1872 con il riconoscimento emblematico del Parco nazionale di Yellowstone.
In Spagna la prima area naturale protetta (1) fu il Parco nazionale della Montagna di Covadonga; due mesi dopo, il 16 agosto 1918, venne riconosciuta la seconda area protetta, cioè il Parco nazionale di Ordesa o Valle de Arazas, situato nel cuore dei Pirenei.
Fino al 1954 non sono stati riconosciuti altri parchi nazionali. Tuttavia comparve un'altra figura giuridica di protezione, l'Ambiente naturale.
Di nuovo fu l'Aragona la regione pioniera della Spagna, e nel 1920 venne riconosciuto il primo Ambiente naturale, quello di San Giovanni della Pena, anch'esso ubicato nei Pirenei.
Nel 1927 fu riconosciuto il secondo Ambiente naturale, sempre in Aragona: il Monte del pascolo del Moncayo, nella montuosità (serranìa) iberica.
Una terza figura di protezione, instaurata verso la metà del secolo, fu quella di Paesaggio pittoresco. Nel 1945 venne riconosciuto il primo Paesaggio pittoresco: il Monastero di Piedra, situato nella provincia di Saragozza.
Questi dati non fanno che rafforzare l'asserzione già fatta della rilevante importanza naturalistica dell'Aragona, riconosciuta fin dall'antichità.
Situazione attuale
Se rapido fu il coinvolgimento della Regione nella politica di riconoscimento di Enp, pur secondo una breve analisi storica del secolo attuale, appare che vi fu una grande epoca intermedia in cui l'Aragona venne del pari coinvolta in una lenta politica spagnola di riconoscimento di aree protette.
La formazione dello Stato delle autonomie, con l'istituzione di 17 Regioni autonome, è stato un fatto importante nell'avvio di una politica di riconoscimento e gestione delle Enp.
Nel 1984 ricevette impulso il trasferimento di funzioni e servizi, anche in materia di conservazione dei beni naturali, dallo Stato centrale alle Regioni autonome, di recente costituzione.
Le Enp hanno ricevuto un impulso considerevole. Anche l'Aragona partecipa a questo processo, e se nel 1964 esistevano nella Regione tre Enp, dopo 10 anni sette erano le Enp riconosciute, con una superficie protetta di 12.597 ettari, equivalente a circa il 2,5% del territorio aragonese. Questa percentuale, pur se esigua, sarà incrementata con il completamento della Rete di Enp, di cui sono già state avviate le pratiche legali per l'approvazione.
Oltre alle Enp citate, vi sono altri spazi che rientrano in particolari figure giuridiche di protezione ambientale pertinenti a legislazioni settoriali come le leggi sui monti, la caccia, la pesca, i percorsi di transumanza, gli incendi boschivi e altri, che mirano ad un'effettiva tutela ambientale.
La gestione degli spazi naturali protetti
L'amministrazione e la gestione di una tutela particolare delle Enp in Aragona è caratterizzata, in sintesi, da alcuni fatti di particolare rilevanza.
Nel 1985 fu elaborato uno studio a livello nazionale delle aree naturali suscettibili di particolare protezione in base ai valori di singolarità, rarità e precarietà delle loro risorse (Rete delle Enp di Aragona). In tale studio sono elencate 68 aree che dovranno essere protette e che costituiranno una superficie tutelata di circa il 12% del territorio aragonese.
Nel 1989 fu promulgata la legge statale di conservazione delle aree naturali, della flora e della
fauna silvetri: essa determinò i regimi basilari di tutela, che le varie Regioni autonome stanno sviluppando. Tale legge impone - e questo è un fatto nuovo di grande rilevanza - l'obbligatorietà per alcune Enp di realizzare studi preventivi di pianificazione: sono i piani di riordinamento delle risorse naturali.
Nel 1993 è stato istituito il Dipartimento del Medio Ambiente, cui sono state attribuite, fra le altre responsabilità, l'amministrazione e la gestione delle Enp (2). Il recente e innovativo organigramma amministrativo ha previsto l'aumento delle dotazioni preventive, il che favorisce attualmente un maggior intervento nelle aree protette.
Si è dato impulso agli organismi di partecipazione delle Enp esistenti e ne è stato creato uno superiore: il Consiglio di tutela dei beni naturali dell'Aragona. Questa maggiore attività di Patronati e Giunte direttive delle Enp suppone una partecipazione più concreta e attiva di tutti i settori delle popolazioni interessate, direttamente o indirettamente, dalle Enp.
Parallelamente alla puntualizzazione di questi atti va rilevato il difficile e lento lavoro legislativo delle Corti Aragonesi che, attualmente, stanno discutendo un progetto di legge che svilupperà e completerà la legislazione statale di base per quanto concerne le Enp, la flora e la fauna silvestri.
Caratteristiche generali delle aree protette aragonesi
Il Parco nazionale di Ordesa e del Monte Perdido
Situato nel massiccio pirenaico, quest'area privilegiata costituisce una testimonianza eccezionale dei sistemi legati a formazioni di erosione e di rocce di origine sedimentaria.
Il massiccio del Monte Perdido, con il suo ghiacciaio, sovrasta le valli che da esso si sono formate: la più famosa è quella del fiume Arazas, di evidente formazione glaciale.
La Valle di Aniscio è tagliata nel punto di maggior debolezza tettonica da un fiume di acque tumultuose che ha plasmato i suoi materiali, dando come risultato la spettacolare gola del fiume Bellos.
La valle del Yaga è una manifestazione singolare dei processi carsici che formano una difficile orografia, piagata di grotte e burroni che sono di rilevante interesse per gli speleologi.
Dalla valle del Cinca o di Pineta ogni visitatore può osservare le ultime vestigia di quelli che furono i ghiacciai e la loro impronta sul territorio.
E' un parco di grande interesse anche nel settore floreale per la presenza di abbondanti endemismi, e di una forse maggiore importanza faunistica per la presenza di una ventina di esemplari di una sottospecie unica al mondo: la capra pyrenaica .
Le popolazioni che hanno utilizzato le risorse naturali del parco fin dall'inizio del secolo hanno lasciato la loro impronta in una peculiare struttura di pascoli equini subalpini, specificamente enumerati nella legge che tutela la loro sopravvivenza. Pertanto in tutto il parco esiste solo questa utilizzazione per i pascoli.
Parco di Posets - Maladeta
E' stato di recente riconosciuto dalle Corti Aragonesi con la legge 3/1944, che protegge il più importante fenomeno glaciale della nazione. Comprende la zona glaciale pirenaica del Posets e della Maladeta, i suoi nevai, i suoi ghiacciai e altre risultanze di questa peculiare morfologia.
Di grande rilievo sono i numerosi laghi ("ibones", come vengono chiamati nella regione), eredità di una potente erosione che salvò la roccia, una volta coperta dalle gelate e oggi da ineguagliabili acque montane.
E' la zona delle massime altitudini dei Pirenei aragonesi, e in essa si concentrano i "tres miles", cime ambite dagli alpinisti di ogni località.
Le vallate, di grande spettacolarità, presentano importanti formazioni boscose di pino nero (pinusuncinata), abetaie e notevoli masse di caducifoglie. Sono questi gli elementi più rilevanti di una singolare flora pirenaica, ben rappresentata in questo parco eccezionale.
Fra questa fauna tipica delle aree medio-alpine spicca la pernice "bianca", l'abbondante camoscio e l'urogallo.
I paesi circostanti danno rifugio alla vita umana di questo ambiente montano duro ma fantastico. In questo periodo stanno vedendo il modificarsi della loro struttura tradizionale a causa del turismo in continuo aumento, cui si deve far fronte. Questo nuovo uso della risorsa "paesaggio" presuppone una modifica rilevante delle strutture socio-economiche e delle sue interrelazioni. Si è passati da una prevalente occupazione della popolazione nel settore primario ad un aumento considerevole del terziario. Questa situazione comincia però ad essere preoccupante per l'impatto prodotto dalle iniziative non previamente pianificate, relative alle infrastrutture.
Le norme legali e la tutela speciale hanno come oggetto quello di preservare l'ambiente, rendendo compatibili sia lo sviluppo socio-economico che l'attenzione rispettosa verso queste nuove forme di utilizzo, generate dalle importanti risorse economiche di tali aree fino a pochi anni fà eminentemente rurali, con il loro obiettivo principale: il rispetto della natura nelle migliori condizioni.
I monumenti naturali dei ghiacciai Pirenaici
La legge 2/1990, promulgata il 21 marzo, fu il fondamento e il primo passo per una presa di coscienza generalizzata di un fenomeno regionale: i resti glaciali, di grande importanza soprattutto da quando sono in regressione per le caratteristiche climatologiche attuali.
Si tratta di un rosario di zone glaciali, di nevai, ghiacciai e forme geomorfologiche tipiche della glaciazione che, partendo dalla sommità della vallata di Gallura o di Sallent e andando verso l'est, arrivano alla frontiera con i Pirenei catalani. Sono elementi scarsi ma precisi, che possono dare un importante apporto alla scienza nella ricerca e nell'analisi della loro evoluzione.
L'ambiente naturale di San Giovanni della Pena
Si tratta di un'area molto ridotta (264 ettari) che presenta tuttavia una ricchezza geomorfologica floreale e faunistica di singolare importanza. E' incastonata in un caratteristico paesaggio sorvolato da una grande quantità di rapaci, fra cui risalta la presenza dei "due grandi": l'avvoltoio comune e l'avvoltoio biondo, di cui esiste una numerosa colonia.
Questo paesaggio è ritenuto storicamente la culla del regno di Aragona e il luogo di sepoltura di alcuni dei suoi primi re, che riposano in un importante monastero romanico dell'XI secolo. Non è necessario, quindi, in una nota sintetica come questa, insistere ulteriormente sul valore di questa area che, anche in seguito all'elaborazione di un piano di gestione, in capo a due anni potrebbe essere ampliata e riclassificata in una tipologia attuale, come ad esempio la figura giuridica di parco, inglobando prevedibilmente il massiccio di Oroel.
Il Parco della Sierra e i Canaloni di Guara
Questo parco, che si estende per 47.450 ettari cui si aggiungono i 33.775 della zona periferica di protezione, è incastonato nella Sierra estema dei Pirenei, in provincia di Huesca.
Quest'area, di cui le associazioni di alpinisti ed ecologisti rivendicavano la tutela, fu riconosciuta tale dalla legge 14/90 delle Corti Aragonesi.
Vi si riuniscono gli elementi più caratteristici della montagna mediterranea. La sua peculiarità tuttavia proviene dal sostrato che ha favorito un fenomeno carsico molto noto. La rete fluviale ha configurato un paesaggio di gole dirupate di spettacolare bellezza. La complessa rete idrografica sotterranea si manifesta con potenti emergenze rocciose e sorgenti, grotte e altri fenomeni che le hanno dato fama europea.
La varietà e la sontuosità della vegetazione favoriscono una ricchezza faunistica tale che tutto questo territorio è stato dichiarato Zepa (zona di speciale tutela per gli uccelli).
In questo parco si trova la più grande concentrazione di avvoltoio biondo in Europa, specie che è in deciso aumento grazie ad un costante programma di recupero.
Esiste tuttavia un grande pericolo derivato dall'uso pubblico incontrollato che si è sviluppato progressivamente e per cui ora si stanno elaborando speciali programmi.
L'antichità dei suoi insediamenti umani è evidenziata dalle pitture rupestri visibili in molte grotte del fiume Vero. A queste si aggiungono interessanti manifestazioni artistiche di carattere civico e religioso che valorizzano ulteriommente un territorio di grande valore naturalistico.
Il Parco naturale del Pascolo del Moncayo
Questo piccolo territorio di 1.400 ettari fà parte di una montagna iberica tipica quali sono i Pirenei, ed è stato testimonio dei più antichi movimenti tettonici. Questa superficie terrestre, già piegata, fu in seguito alterata dalle pieghe alpine. Così la sua componente di base, la roccia, custodisce una movimentata storia geologica cui non furono estranei i fenomeni glaciali. Ricchezza geologica e geomorfologica su cui si impianta una vegetazione tipica delle altitudini, che risente però ampiamente delle influenze oceaniche, pur trovandosi lontana dal mare. Frutto di tale influenza è la presenza di un prezioso faggeto, singolare in quanto è uno dei più meridionali del paese.
La presenza di querce, roveri, pini, faggi e pascoli equini in successione-altitudinale ascendente favorisce l'esistenza di una fauna molto varia.
Attualmente si sta discutendo l'ampliamento dell'area protetta anche ai dintorni, che hanno un grande valore paesaggistico, portando a circa 8.000 ettari la zona di protezione speciale.
Riserva naturale dei Borri della Alfranca di Patriz, la Certosa e il Borro di Ebro
Questa zona, situata nella provincia di Saragozza, di dimensioni ridotte (770 ettari), è stata dichiarata protetta con la legge 5/1991 per la sua singolarità e ricchezza prevalentemente omitologica.
I borri o resti di fiumi estinti evidenziano una dinamica fluviale naturale sempre più difficile a trovarsi dati i rilevanti interventi per il controllo delle acque continentali imposti dall'uomo.
Questi piccoli canali abbandonati dall'Ebro favoriscono una vegetazione di boschi sui bordi dei fiumi, luogo ideale per l'insediamento di enormi varietà di specie faunistiche d'ambiente acquatico. Anitre di varie specie, garze e una singolare colonia di aironi sono alcuni degli uccelli che si rifugiano in questo luogo circondato da un ambiente completamente trasformato dall'uomo.
Altre aree naturali a protezione speciale
Vi sono altre aree della geografia aragonese che, pur non configurandosi come Enp, sono comunque tutelate da altre norme che prevedono una loro gestione in funzione conservativa.
Si distinguono i Rifugi nazionali di caccia della Laguna di Gallocanta a Saragozza, la Sarinena a Huesca e la Lomaza di Belchite ancora a Saragozza.
Le prime due sono interessanti perché hanno rifugi d'inverno per gli uccelli migratori di rilevanza internazionale.
La Lomaza di Belchite, peraltro, è un territorio stepposo di enorme interesse faunistico in quanto vi si trovano specie uniche in Europa.
Si spera che in breve, grazie alla prossima promulgazione della legge aragonese di tutela della natura, queste aree siano classificate con figure legali di protezione più consone alla loro peculiarità e necessità di conservazione.
La futura Rete di Enp di Aragona
Grazie a queste iniziative protezionistiche e sempre che le conclusioni degli studi che si stanno effettuando si riflettano poi nelle norme legali di tutela, l'Aragona avrà in un futuro non lontano,
si spera, una Rete di Enp articolata secondo le esigenze dei molti e singolari valori naturali della regione.
Se questa tutela verrà realizzata compatibilmente con la permanenza e lo sviluppo della popolazione locale, se sapremo gestire l'utilizzazione delle aree protette come autentiche scuole di approccio alla natura, se infine le nostre attitudini depredatorie cederanno il passo ad altre di rispetto, interesse e progressiva conoscenza e valorizzazione delle nostre ricchezze naturali, avremo conseguito, come gestori di Enp, il nostro obiettivo. Il nostro desiderio è che i nostri figli possano vederlo realizzato. E i figli dei nostri figli.
1. Da ora in poi verrà indicata con la sigla Enp (espacio natural protejido).
2. C'è una sola area in Aragona che non è gestita dalla Regione autonoma: il Parco nazionale di Ordesa e del Monte Perdido, che è stato attribuito alla Rete statale dei parchi nazionali e che è gestito dall'Icona, organismo autonomo del Ministero dell'agricoltura, pesca e alimentazione.
* Geografa del Servizio aree naturali protette,
Direzione Generale dell'Ambiente |