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L'istituzione del Parco nazionale del Pollino è il punto di arrivo di un lungo e controverso processo che, partito dagli anni '60, ha visto con il D.P.R. 15 novembre 1993 il riconoscimento del Pollino come area di localizzazione di risorse naturalistiche e paesaggistiche di valenza nazionale ed internazionale e, come tali, meritevoli di tutela. Il massiccio del Pollino, simbolo e sintesi di due identità meridionali - la Calabria e la Basilicata-, racchiude infatti in sé la massima espressione di un patrimonio ecosistemico compreso in tutte le fasce vegetazionali: da quelle caratteristiche dell'ambiente mediterraneo a quelle alpine d'alta quota.
La vasta estensione territoriale e la straordinaria varietà paesaggistica si completano con un consistente patrimonio floristico e faunistico: sono presenti infatti circa 710 taxa, e tra le specie presenti sono da annoverare il lupo, il gatto selvatico, numerose varietà di mustelidi, mentre per quanto riguarda l'avifauna le presenze più significative sono date da numerosi rapaci (specie sottoposte a tutela da parte della Comunità europea, Direttiva n. 91/244/CEE) quali l'aquila reale, il gufo reale, l'avvoltoio degli agnelli, l'avvoltoio capovaccio, il gheppio, la poiana, il nibbio reale, il corvo imperiale. Altro elemento che concorre a caratterizzare il Parco del Pollino è sicuramente il contributo storico-artistico-culturale apportato dalle comunità dei 56 Comuni come testimonianza preziosa di diverse epoche e civiltà: dai cacciatori preistorici ai resti dell'età del ferro rinvenuti presso Noepoli. E' questa in estrema sintesi la ricchezza del Pollino, una ricchezza inestimabile che però fino a questo momento non è stata riconosciuta (o perlomeno opportunamente utilizzata) nella sua possibile valenza di correttore del progressivo fenomeno di marginalizzazione socio-economica dell'area.
Le situazioni di maggiore gravità concernono i fenomeni demografici ed i fenomeni occupazionali. Per comprendere con maggiore chiarezza la natura di tali situazioni, bisogna premettere intanto che i Comuni interamente o parzialmente compresi nel perimetro del Parco nazionale del Pollino, complessivamente 56 di cui 24 nel versante lucano e 32 in quello calabrese, sono caratterizzati per la maggior parte da una ridotta dimensione, e che l'intero territorio registra una bassa densità abitativa pari a 57 abitanti per Kmq, equivalente a poco più di 1/3 di quella nazionale.
La fragilità della struttura insediativa, amplificata dalle caratteristiche orografiche particolarmente impervie che ne hanno accentuato l'isolamento, trova riscontro in una situazione demografica che ha subito nel tempo fenomeni di indebolimento di tale entità e durata da comprometterne le possibilità di sopravvivenza. Infatti i Comuni del Parco, fatta eccezione per alcuni delle fasce più esterne, hanno fatto registrare una diminuzione della popolazione residente rispetto al 1861.
Queste tendenze non hanno subito modificazioni nemmeno nell'ultimo periodo intercensuale, 1981-1991, nel quale solo 12 Comuni su 56 fanno registrare un aumento di popolazione. Al 1992 i Comuni che fanno registrare saldi naturali negativi, in cui cioè i decessi sono ormai superiori alle nascite, sono ben 32; 34 sono invece i Comuni che fanno registrare saldo migratorio negativo.
Le conseguenze di queste dinamiche sulla struttura demografica della popolazione sono evidenti se si considerano i dati relativi all'indice di vecchiaia che ormai in 32 Comuni vede prevalere numericamente la popolazione con più di 64 anni su quella con meno di 15 anni.
Le necessità dell'area sono riconducibili alla soluzione di tre macro-problemi:
- - il primo problema è quello demografico riferibile al rischio di irreversibilità delle tendenze allo spopolamento che molti dei centri abitati, corrispondenti soprattutto alle zone a maggior protezione del parco, corrono;
- - il secondo problema è quello della marginalità economica, riferibile non solo agli squilibri di reddito ma anche agli squilibri socio-economici tra le varie parti del territorio del parco. La soluzione di questo problema riveste un'importanza
considerevole sia perché uno squilibrio troppo elevato tra reddito conseguibile all'interno del parco e reddito conseguibile fuori dal parco in altre aree del Paese e dell'Europa, può accelerare il flusso migratorio soprattutto delle giovani generazioni; sia perché uno squilibrio troppo elevato tra le varie parti all'interno del parco può innescare meccanismi di ulteriore accentuazione degli squilibri già attualmente registrati tra le zone a diverso regime di tutela;
- - il terzo problema è quello del modello assistenziale che si è andato consolidando in questo territorio e che è alla base sia dei fenomeni di spopolamento che di povertà e di sotto utilizzazione delle risorse endogene.
- Di fronte ad un simile scenario, l'Ente parco si è posto come obiettivo la realizzazione congiunta della salvaguardia ambientale e dello sviluppo economico dell'area.
Gli obiettivi di sviluppo economico perseguiti dall'Ente sono perfettamente in linea con l'impostazione attuale della politica ambientale, che supera l'incompatibilità tra crescita economica e salvaguardia ambientale.
Secondo un orientamento generalmente condiviso, il Parco del Pollino non vuole essere solo una "riserva verde", ma un sistema dove la gestione della variabile ambientale diventa elemento qualificante dell'attività economica e sociale della popolazione.
Già a pochi mesi dalla sua istituzione l'Ente, in virtù della consapevolezza di aver assunto un ruolo guida nella rivitalizzazione del tessuto economico e sociale dell'area, ha privilegiato un percorso operativo ispirato alla organizzazione delle azioni rispetto agli obiettivi ritenuti prioritari - sviluppo e salvaguardia - in ordine alle risorse disponibili ed alle opportunità offerte sia a livello locale, sia nazionale e comunitario.
Ciò si è tradotto nell'attivazione di una serie di iniziative che hanno contribuito a qualificare il primo anno di vita dell'Ente come un anno di intensa attività, in un continuo sforzo volto a superare le difficoltà oggettive di natura temporale e/o organizzativa.
Tra queste vanno sottolineate:
- 1) la candidatura effettuata agli inizi del mese di marzo 1994 (ovvero a meno di un mese dall'insediamento ufficiale degli organi) delle proposte predisposte da esperti del mondo scolastico, accademico e dalle imprese private, nell'ambito del Programma Life.
- 2) La predisposizione del programma triennale per l'ambientale 1994-96, presentato lo scorso maggio.
- 3) Il corso di formazione per agenti di sviluppo, che ha coinvolto 40 giovani disoccupati residenti nell'area del parco, selezionati su un totale di poco meno di 600 aspiranti, è finalizzato a mobilitare le professionalità ora non utilizzate o scarsamente utilizzate nel processo di sviluppo sostenibile del Pollino, inteso come bene collettivo oltre che dei lucani, dei calabresi e degli italiani, della comunità internazionale.
L'iniziativa ha così aperto un primo punto di contatto tra i giovani e l'Ente, coinvolgendo gli stessi in una dinamica aperta e per molti sensi anche provocatoria, dove il parco assume ed interpreta a pieno il ruolo di stimolatore di situazioni e cambiamenti. La risposta positiva ed il chiaro coinvolgimento che i giovani hanno mostrato rispetto all'iniziativa non può che ricondursi quindi al riconoscimento che gli stessi fanno all'Ente parco come occasione di crescita e momento di sintesi di interessi comuni, che necessita, in quanto tale, lo sforzo congiunto di tutti i soggetti coinvolti.
- 4) L'adesione al programma Leader 11 con la predisposizione dei piani di azione locale per entrambi i versanti. Si tratta di una iniziativa comunitaria diretta allo sviluppo dell'economia delle zone rurali attraverso l'attivazione di interventi aventi come oggetto l'acquisizione di competenze, lo sviluppo delle piccole e medie imprese del turismo rurale, la valorizzazione dei prodotti agricoli ed artigianali locali.
Accanto a queste iniziative già predisposte, l'Ente ha tracciato nell'ambito del bilancio di previsione 1995 una serie di altri interventi come la partecipazione al programma comunitario Life 95, la realizzazione di aree di sosta, parcheggio e servizi di montagna, la realizzazione di lavori socialmente utili che vedrà occupati dal prossimo anno circa 200 giovani, in attività di pulizia del territorio del parco e dei centri storici dei Comuni.
Il recupero ed il restauro di edifici e monumenti occuperà gran parte delle attività previste, insieme alla realizzazione di attività produttive ecocompatibili.
Il quadro così tracciato apre pertanto una serie di opportunità di crescita per l'intero territorio del Pollino, rispetto alle quali l'Ente parco si pone come elemento catalizzatore e propulsore.
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