Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 14 - FEBBRAIO 1995


Anche le marmotte leggono il giornale: analisi dei giornali di parco
Giulia Delmastro *

A conclusione del corso "tecnico della comunicazione nel settore ambientale" organizzato da CSEA di Torino in collaborazione con la Regione Piemonte e la CEE, ho svolto uno stage presso il Centro di documentazione e ricerca sulle aree protette della Regione Piemonte, stage che ha portato alla stesura di una relazione dal titolo "Anche le marmotte leggono il giornale. Analisi dei giornali di parco come elementi della strategia di comunicazione dei parchi naturali". Il caso dei parchi naturali è infatti emblematico dei conflitti ambientali fondati su una percezione del rischio falsata, a causa di una carenza di informazioni o del controllo delle informazioni da parte di gruppi legati a particolari interessi; sono necessarie allora strategie di comunicazione e strumenti per la creazione del consenso, che si sono sviluppati in questi anni grazie anche ad una presa di coscienza delle problematiche ambientali da parte di istituzioni, opinione pubblica, mezzi di informazione.
Tra questi strumenti si collocano i giornali pubblicati direttamente dagli enti parco, che possono svolgere un ruolo nel modificare la qualità del messaggio ambientale. Infatti, è possibile affermare che la natura attira l'attenzione e viene percepita secondo due direttive: da un lato, l'allarmismo, secondo cui essa corre continui pericoli, anzi esiste solo in funzione del fatto di esser stata inquinata, disboscata, disseccata; dall'altro lato, il paradiso terrestre, per cui esistono angoli dove l'uomo non è ancora giunto, in cui le varie specie animali e vegetali mantengono intatta la loro bellezza e che per questo motivo devono essere salvati dalla presenza umana.
In entrambe i casi si tratta di una visione distorta della natura, vista come un oggetto con cui l'uomo non può rapportarsi positivamente; un qualcosa di lontano, con cui entra in contatto solo sporadicamente, e non un qualcosa su cui ogni nostra azione ha un impatto, che viene modificato continuamente.
Questo discorso riveste un'importanza centrale quando è riferito al caso dei parchi naturali: prevale una concezione secondo cui i parchi sono luoghi idilliaci, il cui scopo è di tutelare e proteggere gli animali e le piante da qualunque intervento umano. Per questo, benché nessuno neghi la positività di un parco, sorge la sindrome di Nimby (not in my backyard) quando il territorio interessato è quello in cui viviamo, è dietro casa nostra: quelli che vengono generalmente considerati i benefici, respirare aria pura, incontrare un cervo durante una passeggiata, bere acqua di fonte non inquinata, non sono in grado di bilanciare il costo che ci si aspetta di dover sostenere: vedersi espropriati del diritto di usare il territorio, di svolgervi attività economiche, di vivervi e circolarvi liberamente.
In realtà non è questo il modo corretto di porre il problema, poiché il parco è una situazione su cui l'uomo ha pieno controllo e può intervenire con molteplici strumenti: ma alla base sta una modifica della percezione del concetto di parco, che si può ottenere attraverso un'informazione chiara e completa.
Nella gran parte dei casi, però, gli organi di stampa svolgono un'azione insufficiente o addirittura controproducente per il raggiungimento di questo fine: essi diventano infatti cassa di risonanza di accuse ed illazioni fondate sui "si dice", fatte nascere da gruppi legati a particolari interessi, e non prestano le debite attenzioni nei confronti delle voci che si levano a difesa delle attività del parco. Soprattutto non attingono direttamente "alla fonte" le notizie che riguardano il parco, per comprendere la reale portata delle azioni intraprese, ma si fermano alla constatazione degli effetti che esse hanno sul territorio.
L'intervento, a livello di informazione, deve quindi essere diretto verso due canali, che si integrano a vicenda. Da un lato, sviluppo dell'esistente, rafforzando cioè i contatti con la stampa: secondo l'esempio del Parco Orsiera Rocciavrè, con la creazione di una commissione promozionale, o secondo l'esempio del Parco dell'Argen-
tera, con la collaborazione diretta ai giornali parrocchiali presenti sul territorio e l'invio di articoli alla rivista del CAI cuneese. D'altro lato, creazione di nuove opportunità; volantini in occasione delle iniziative, segnaletica sul territorio, e soprattutto i giornali, con scadenza fissa, distribuiti a tappeto sul territorio o secondo criteri definiti sulla base delle esigenze del singolo ente.
Nella situazione attuale sono ancora pochi i parchi che hanno scelto di pubblicare un vero e proprio giornale, mentre molti si limitano a volantini che escono in momenti particolarmente importanti nella vita del parco.
Nel tentativo di determinare le principali caratteristiche di questi giornali e le finalità che si propongono ho preso in esame i giornali di cinque parchi italiani: Parco Adamello Brenta, Parco Paneveggio/Pale di S. Martino, Parco Prealpi Carniche, Parco delle Madonie, Parco dell'Alto Appennino Reggiano, e di tre parchi piemontesi: Parco dell'Orsiera Rocciavrè, Parco della Colletta Stura Meisino, Parco Fluviale del Po e dell'Orba.
Essi sono stati schedati secondo tre direttrici:

  • 1) caratteristiche tecniche: come il combinarsi di varie opzioni tecniche rispecchia la concezione e le finalità che il giornale si era posto ed influenzava i contenuti:
    • anno di nascita
    • veste grafica
    • frequenza
    • distribuzione - pubblicità
    • logo
  • 2) Contenuti:
  • soggetti che scrivono - argomenti
  • 3) Caratteristiche formali: gli stessi contenuti sono presentati in forme diverse sulla base delle finalità che il giornale si pone e dei destinatari:
    • rapporto articoli firmati, pagine di informazione spicciola: su questo asse si colloca la scelta di un giornale come veicolo per far conoscere una serie di iniziative, oppure un giornale nel senso tradizionale del termine, in cui un autore determinato e riconoscibile scrive, per esprimere le proprie idee, per informare di particolari attività, per raccontare eventi a cui ha assistito
    • rapporto informazione, comunicazione, cronaca:
    • informazione: l'autore trasmette una serie di dati riguardo a una situazione, la sua esistenza, le sue caratteristiche, senza alcun intervento personale di valutazione; comunicazione: l'autore esprime delle idee, teorie, sensazioni, nel tentativo di farle diventare patrimonio comune o oggetto di dibattito; cronaca: l'autore narra degli eventi nel modo in cui sono avvenuti, riportando citazioni, frasi, commenti di chi ha partecipato: il fatto quindi è visto e ricostruito secondo gli occhi di chi lo ha vissuto oltre che dell'autore.
      Prevale quindi un carattere comunicativo / informativo, che dimostra che i giornali si pongono il fine di far conoscere l'esistenza del parco, trasmettendo informazioni sulle attività, conoscenze riguardo alla flora e fauna, e di porre problematiche e creare dibattito.
      Sulla base di queste considerazioni, è possibile determinare alcune caratteristiche e funzioni che sono costanti in tutti i giornali presi in considerazione. Il giornale come:
  • 1) strumento per la creazione del consenso: alla base della pubblicazione del giornale sta infatti il presupposto che l'informazione stessa è uno strumento per la creazione del consenso. L'elemento essenziale non è quindi il tipo di messaggio che si comunica, ma il puro e semplice atto di comunicazione: in questa ottica, quasi tutti i giornali esplicitano di essere coscienti della possibilità che le popolazioni locali percepiscano il parco come rischio e vincolo, e sottolineano l'importanza dell'informazione al fine di modificare questa percezione; occorre quindi, prima di tutto, intervenire sull'immaginario collettivo e sulle rappresentazioni che la parola parco evoca. Il giornale è visto come un filo diretto tra l'Ente, le popolazioni e gli organi istituzionali, che serve ad agevolare la condivisione del programma di conservazione ambientale, e nello stesso tempo "favorisce la percezione della presenza dell'Ente sul territorio non come pesante fardello di vincoli e limitazioni, ma quale virtuoso volano di crescita comune". Inoltre può svolgere il ruolo di strumento negoziale che, chiarendo i veri obiettivi del parco e legittimando le controparti, permetta di esplicitare i conflitti e le tensioni latenti nel territorio; è chiaro che uno schema decisionale classico, del tipo decidi-imponi-difendi non può essere applicato, dal momento che le decisioni e gli obiettivi del parco investono, in maniera diretta e indiretta, insediamenti umani le cui esigenze differiscono da quelle di tutela naturalistica, ma che non necessariamente sono conflittuali con esse. Nei casi di un più profondo consolidamento del parco nel territorio, casi in cui la sua esistenza non è più messa in discussione, il giornale può andare oltre la semplice funzione informativa, per diventare un vero e proprio strumento di verifica: tramite di esso si possono proporre alla popolazione dei questionari, per comprendere come il parco viene percepito dalla popolazione, come ha modificato i comportamenti e le abitudini, quali sono le aspettative. Infine, il giornale svolge una funzione autoreferenziale, cioè informa sugli altri strumenti di informazione usati dal parco.
  • 2) Strumento di informazione sulla vita del parco e di valorizzazione della realtà locale: " i buoni proponimenti" (come può essere sintetizzato il contenuto del paragrafo precedente) sono senza dubbio utili, ma da soli difficilmente si possono concretizzare in un cambiamento dei rapporti tra la popolazione e il parco: occorrono prove, che dimostrino praticamente la possibilità di convivenza e i benefici. E' necessario quindi informare che il parco da un lato crea nuove opportunità di sviluppo: centri visita, sentieri autoguidati, trekking, progetti di educazione ambientale; dall'altro lato, permette di promuovere e valorizzare le attività già esistenti: il turismo e le attività economiche legate alla cultura e alla
    storia locale, permettendo anche una riscoperta di queste tradizioni.
  • 3) Strumento di informazione sulle questioni ambientali e di dibattito: a seconda delle finalità e degli argomenti, gli articoli assumono differenti caratteristiche: schede scientifiche sulla fauna, la flora; resoconti di lavori di ricerca svolti da consulenti all'interno del parco; lettere libere o richieste ad esperti, politici, rappresentanti di associazioni su argomenti generali di interesse ambientalista e naturalista. Benché i tentativi dimostrino la necessità e la positività del pubblicare il giornale, permangono delle carenze di fondo.
    La mancanza di competenze specifiche rischia di far perdere di vista un progetto globale che sia alla base del giornale stesso, per limitarsi a pensarlo numero per numero. Due ruoli diversi, quello tecnico di gestione del parco, e quello di informazione rispetto ad esso, si sovrappongono e devono evolvere di pari passo, poiché entrambe sono elementi necessari per fare sì che un parco svolga le sue funzioni, ma non sufficienti: questo è evidente nel caso dei guardiaparco, i quali, incamando fisicamente l'esistenza del parco sul territorio, devono modificare il loro ruolo, da compiti di sorveglianza ad azioni di prevenzione e informazione; e nei casi estremi sono essi stessi l'oggetto delle tensioni sorte a causa del parco. Per quanto riguarda il caso specifico del giornale, affinché esso possa diventare un punto di riferimento, deve rispettare alcune condizioni: avere una scadenza fissa nel tempo, in modo che esso sia atteso dai destinatari, e non una sorpresa; inoltre, una scadenza abbastanza ravvicinata, che preveda 4/5 numeri l'anno: il fatto di uscire ogni sei mesi difficilmente permette di percepirlo come giornale, e si ripercuote anche sui contenuti, i quali sono "vecchi", quindi già conosciuti dai lettori, o troppo "generici", quindi non riscuotono interesse.
    Questa irregolarità può essere controproducente per il parco stesso, poiché la mancanza di informazione può essere scambiata per mancanza di attività e di presenza effettiva sul territorio. Per ottenere un prodotto di qualità infatti non sono necessari grandi mezzi economici, ma occorre prevedere un piano di comunicazione globale, che si evolva nel tempo secondo delle linee "ideologiche".
* Studente