|
Convegno internazionale interreligioso "Religione e ambiente", Arezzo, La Verna, Camaldoli, 4-5-6 maggio 1995
Arezzo con il ciclo della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca, il santuario della Verna e il complesso monastico di Camaldoli, i crinali e i boschi del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, località conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, ospiteranno nei primi giorni di maggio il Convegno internazionale e interreligioso "Religioni e ambiente". Un apppuntamento dove studiosi di indirizzi filosofici e religiosi diversi si cimenteranno per tre giorni su un tema antico e attuale: come le fedi religiose hanno interpretato e vissuto il rapporto con l'ambiente nel corso dei secoli. Sarà un momento importante di confronto fortemente voluto dall'Ente parco della Provincia di Arezzo, dalla Comunità montana del Casentino e dalle due comunità religiose per porre - attraverso relazioni di vario impianto e di sicuro spessore - all'attenzione di un pubblico vasto e non solo agli specialisti l'importanza storico-culturale del neonato parco che vuole appunto, caratterizzarsi come elemento dinamico, e di stimolo e di crescita culturale per le popolazioni residenti e non. Un parco di foreste, di animali, di fiori, ma anche un territorio di uomini, di antichi insediamenti e di grande storia e cultura. (O.B.)Programma provvisorio a cura del comitato promotore: Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Comunità montana del Casentino, Provincia di Arezzo, Comunità francescana de La Verna, Comunità monastica di Camaldoli.
Giovedì 4 maggio - Arezzo (sala Provincia, sala biblioteca) - ore 9.00-13.00115.00-17.30
Saluti e presentazione
Moderatore: Giovanni Cherubini (storico, Università di Firenze)
Relazione culturale: Maurilio Adriani (storia
delle religioni, Università di Firenze) Religioni e ambiente
Relazione teologica: Armido Rizzi (saggista e teologo, Fiesole) La creazione tra naturalismo e disincanto
Pausa
Relazione filosofica: Salvatore Veca (filosofo, Università di Milano) L'etica dell'ambiente
Comunicazioni: Paolo Nepi (filosofo, Università La Sapienza) Sulla metamorfosi dell'idea di natura; Arnaldo Nesti (sociologo, Università di Firenze) I dilemmi del sacro in rapporto all'ambiente
Dibattito
Relazione ambientalista: Alexander Langer (euro deputato, Bolzano)
Relazione storico-urbanistica: Presenza dei monasteri sul territorio casentinese
Dibattito
Chiusura dei lavori
Venerdì 5 maggio - La Verna - ore 9.00-13.00 / 15.30-17.30
Moderatore: Giovanni Miccoli (Università di Trieste)
Relazione tradizione francescana (Legislazione francescana): P. Vittorio Battaglioli (Pisa)
Relazione tradizione ebraica: Bruno Di Porto (Università di Pisa) "E Dio vide che tutto era buono..." Non guastiamo!
Comunicazioni: Padre Ambrogio N. Van Si (Pontificio Ateneo Antoniano, Roma) La natura come linguaggio in S. Bonaventura; Padre Carlo Paolazzi (francescano di Brescia) Francesco d'Assisi e la riscoperta della natura nell'arte
Dibattito
Relazione tradizione musulmana: Fuad Kahled Allam (Università di Trieste-Urbino)
Relazione tradizione ortodossa: Vladimir Fedorov (Mosca)
Dibattito
Chiusura dei lavori
Sabato 6 maggio - Camaldoli - ore 9.00-13.00 l 15.30-17.30
Moderatore: Raffaele Luise (vaticanista GR RAI)
Comunicazione: Josua Boesch (pastore zwingliano) Meditazione - Salmo 8
Relazione natura-scienza: Thomas Matus (Camaldoli) 1I rapporto tra natura e scienza: confronto tra Occidente e Oriente
Relazione: Dr. Dipak R. Pant (filosofo, Nepal, Novara) Uomo e natura nell'Induismo, nel Buddismo e nello Sciamanesimo asiatico
Presentazione mostra Camaldoli: Giovanni Cherubini (Università di Firenze) Monachesimo e ambiente nel Medioevo Occidentale
Dibattito
Relazione tradizione protestante: Hans Kerner (pastore evangelico, Munchen) Conoscienza della creazione, le chiese evangeliche ed il processo conciliare
Relazione tradizione camaldolese: Salvatore Frigerio (Camaldoli)
Intervento: Massimo Cacciari (filosofo, Venezia) Intervento: Ben Bella
Conclusioni
Domenica 7 maggio
Escursione guidata nel parco a cura dell'Ente
L'informazione ambientale
Lo spazio dedicato dai media ai temi ambientali è in calo da un paio di anni. Ma questa denuncia non va intesa come generica lamentela di addetti ai lavori. Perché, a voler essere culturalmente disinvolti, lo spazio non manca. Basta, sacrificando rigore e bagaglio professionale, cavalcare ogni emergenza dipingendola come evento nuovo e imprevedibile. Basta dimenticare i temi non più di moda (chi ricorda più l'Earth Summit di Rio e le promesse che campeggiavano in prima pagina?). Basta spostare l'attenzione sull'ultimo clamoroso annuncio a sorpresa dello scienziato in cerca di pubblicità.
Il discorso sull'informazione ambientale s'intreccia dunque strettamente con quello dell'informazione di qualità. Quest'espressione talvolta viene intesa in senso un pò snob, come se la qualità si ottenesse sommando un inedito possibilmente pruriginoso - di Proust e un dibattito sul tardo manierismo. Ma informazione di qualità vuol dire in realtà informazione capace di fornire, assieme alla necessaria gradevolezza della forma, notizie-servizio, utili per capire i reali movimenti della società e ottenere quindi una chiave di lettura a tutto campo.
Da queste considerazioni è nata due anni fà l'esigenza di dar vita all'Aiga (Associazione italiana giornalisti ambientalisti), un gruppo di specializzazione della Federazione nazionale della stampa, che conta oggi più di cento iscritti e ha organizzato diversi incontri per analizzare l'andamento dell'informazione in campo ambientale (per avere ulteriori informazioni si può telefonare al numero 06/4404627). Dunque un'organizzazione sindacale, con un'orizzonte specificamente professionale, che aspira a riaprire, attomo alla questione ambientale, un dibattito sul senso di questo mestiere.
Come Aiga riteniamo che oggi la battaglia per un'informazione di qualità si giochi anche sul ritomo a un giornalismo investigativo, che non si limiti a seguire come un'ombra l'operato dei magistrati, ma azzardi qualche autonoma sortita informativa. Ampio spazio a ciò che si muove fuori dall'orbita dei poteri istituzionalizzati: società civile, movimenti di idee e fenomeni di costume. Attenzione al mondo della ricerca scientifica e tecnologica, sempre più strettamente imparentato con la questione ambientale. Occhi nuovi sull'economia da intendere non solo come gestione dell'esistente ma anche come grandi linee di tendenza destinata a cambiare radicalmente il nostro modo di vivere. I movimenti profondi della società sono dati dall'esplosione demografica, dalla mutazione tecnologica, dalla riconversione ambientale. Quei settori del giornalismo che ignoreranno tutto ciò per concentrarsi sulla parte più effimera della politica, rincorrendo l'avanspettacolo per attirare l'attenzione, potrebbero non avere un grande futuro.
Di fronte a una situazione di rischio ambientale globale devastante appare più che mai necessario fare uno sforzo per aumentare l'informazione di base. Ci sembra bizzarro che gli umori di un capo-partito di secondo piano debbano essere quotidianamente indagati con certosina minuzia, mentre i grandi equilibri ambientali dai quali dipende la nostra salute vengono tendenzialmente ignorati, salvo un ripescaggio dell'ultima ora, naturalmente sotto la spinta di "emergenze" che qualunque serio osservatore dell'ambiente potrebbe facilmente prevedere. Salvo poche eccezioni, la spettacolarizzazione del danno tende drammaticamente a sottrarre spazio a un'informazione attenta agli sviluppi della tecnologia e del costume. Quando si riuscirà a trovare spazio per notizie positive come le reti pilota sui nuovi inquinanti che proprio alcune città emiliane hanno varato, avremo fatto un passo in avanti verso la soluzione del problema. (Antonio Cianciullo, segretario dell'Aiga)
L'orso bruno
A fine agosto dello scorso anno è stata inaugurata a Spommaggiore in Trentino uno dei Comuni facenti parte del Parco naturale Adamello Brenta, un'area faunistica dell'orso bruno di particolare pregio. L'intervento realizzato su di una superficie, per la maggior parte boscata, di ben 7.000 metri quadrati, è stato progettato mettendo a frutto le risultanze di anni di studi condotti sugli ambienti naturali di vita degli orsi bruni del Trentino, che trovano proprio nella zona di Spormaggiore la loro area di maggior frequentazione. Il risultato è stato quello della ricostruzioni di un ambiente prossimo a quello naturale dove anche l'accesso del pubblico è stato studiato per essere il meno invasivo possibile per la vita del plantigrado. L'opera, realizzata in collaborazione dal Comune di Spommaggiore e dalla Provincia autonoma di Trento si è avvalsa, in tutte le sue fasi, della preziosa consulenza di Fabio Osti, funzionario della Provincia autonoma di Trento, esperto di orsi.
Nella nuova area trovavano posto quattro orsi provenienti dalla città di Trento, dove vivevano costretti in recinti angusti, da sempre oggetto di rimprovero da pare delle associazioni di protezione degli animali, ai quali si aggiungeva, a metà ottobre, un ulteriore esemplare proveniente dal Parco zoo natura viva di Pastrengo.
Purtroppo la riconquistata libertà o semilibertà per quattro dei cinque animali è durata poco. Nel mese di novembre, nel giro di pochi giorni, i quattro animali, fino ad allora in perfetta salute, morivano inspiegabilmente.
I risultati degli esami di laboratorio, eseguiti dall'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Padova, rivelavano, in seguito, che responsabile di tali improvvise morti era il "morbo di Aujeszky", il virus più noto con il nome di "pseudorabbia" (scoperto nel 1903 da un medico di Budapest) che colpisce gli animali domestici.
E' molto probabile, hanno sostenuto gli esperti, che il virus sia stato trasmesso ai plantigradi attraverso le frattaglie di carne cruda di maiale usata come alimentazione degli stessi. I suini infatti sono i maggiori portatori sani di questo tipo particolare di virus herpes che può stare in stato latente anche per lunghi periodi e che sfugge ai normali controlli prima della macellazione. (S. F.)
Piemonte parchi
Quasi sessanta numeri, in undici anni di pubblicazioni, Piemonte parchi, rivista di divulgazione naturalistica e di informazione sulle aree protette, nasce nel 1983. La politica dell'istituzione dei parchi da pare della Regione ha pochi anni di vita e l'assessorato parchi pensa a questo strumento informativo (tiratura 50 mila copie inviata gratuitamente a scuole, enti e privati) come sostegno della creazione di aree protette. La rivista, che si avvale della collaborazione di esperti nei vari campi naturalistici ed ambientali, fornisce informazioni sulle attività, presenta ed illustra le aree che via via vengono istituite, completa l'informazione con articoli di divulgazione naturalistica. Il suo successo cresce con il tempo fino a diventare uno strumento-chiave di supporto all'attività politico-amministrativa.
La formula vincente della rivista sembra essere: assenza di pubblicità, informazione istituzionale essenziale; per certi versi la sua "modestia" (32 pagine) in un mondo ridondante di carta patinata.
Da due anni, a fronte di una situazione economica degli Enti pubblici che richiede la massima razionalizzazione delle risorse, Piemonte parchi dopo essere stata la prima ed unica rivista di un ente pubblico, si misura sul terreno del "mercato". Inviata gratuitamente a scuole, biblioteche ed enti (20 mila copie), viene messa in abbonamento ai privati. Abbonati che salgono da 7500 a 9 mila nell'arco di sei numeri. La campagna abbonamenti '95 si propone di raggiungere le 10 mila copie in abbonamento. Piemonte parchi rappresenta oggi una piccola-grande sfida: promuovere una cultura del territorio, strumento di informazione dell'istituzione senza scivolare nella propaganda, essere espressione di un mondo che lavora nell'ambiente, realizzare nel campo del "pubblico" un prodotto valido di divulgazione naturalistica, sottoporre questi suoi obiettivi alla verifica del "mercato". Una piccola-grande sfida: abbonarsi significa condividerla e sostenerla.
Per abbonarsi ai 6 numeri del 1995: versamento sul CCP 10364107 - intestato a: Regione Piemonte - Tesoreria - Piazza Castello 165 - Torino - indicare la causale.
La ricevuta va inviata (anche in fotocopia) a: Redazione Piemonte Parchi - Corso Trieste,98 10024 Moncalieri (TO) - Fax 011/6408514. |