Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 15 - GIUGNO 1995


Gli impegni del Ministro Baratta
Paolo Barotta

Sono ormai passati più di tre anni dall'approvazione della legge-quadro sulle aree protette, la 394 del 1991. Una legge che per la sua importanza e capacità di impostare per la prima volta un sistema nazionale dei parchi e riserve naturali, non poteva certo essere portata a termine in tempi brevi. La necessità di definire tutta una serie di adempimenti, a conclusione di un lungo iter di trattative ed istruttorie, è evidenziata dalle conseguenze che quest'attesa sta producendo sui cittadini più direttamente interessati, soprattutto all'interno dei nuovi parchi nazionali.
E' per questo che uno dei primissimi impegni che mi sono assunto è stata la verifica dell'attuazione della legge e il raggiungimento di alcuni urgenti ed importanti obiettivi.
La situazione attuale vede già istituiti gli Enti parco e nominati i presidenti dei Parchi delle Dolomiti Bellunesi, Foreste Casentinesi, Monti Sibillini, Pollino, Valgrande, Aspromonte, Gran Sasso - Monti della Laga, Maiella, Vesuvio, Cilento - Vallo di Diano e Gargano. Essi rappresentano un importante arricchimento delle istituzioni operanti sul territorio. Enti intermedi, distinti dagli enti territoriali ordinari, gli Enti parco consentono di perseguire nel tempo, in modo continuativo, obiettivi di tutela e salvaguardia del territorio al di là delle vicende politiche degli enti ordinari.
Con l'istituzione di questi Enti sale così a 16 il numero dei parchi nazionali effettivamente istituiti e si passa da una politica di meri vincoli ad una gestione diretta di questi territori. La superficie complessiva delle aree protette nazionali e regionali raggiunge così ben il 6,6% del territorio nazionale.
Il concreto avvio dei parchi, anche attraverso l'erogazione di fondi previsti dal piano triennale, consentirà di sviluppare l'occupazione, specialmente giovanile, legata ad attività turistiche e artigianali locali. E in questo senso non va sottovalutato il messaggio di incoraggiamento che arriva ai giovani, ai quali dobbiamo rivolgere un'attenzione particolare: non basta istillare valori, occorre offrire conoscenze, quelle conoscenze che consentano, ad un tempo, di evitare sia irrazionali angosce sui temi ambientali sia gravi disattivazioni.
La conoscenza è premessa indispensabile per il formarsi di reali capacità di gestione.
Tra gli altri problemi che riguardano l'applicazione della legge-quadro sulle aree protette, uno riguarda i direttori dei parchi. E' già insediato il direttore del Parco nazionale della Val Grande. Si sta provvedendo alle nomine degli altri direttori. L'istituzione degli Enti di gestione aprirà la strada alla loro nomina, sui quali, come è noto, occorre l'approvazione degli stessi Enti di gestione.
Esistono poi altre specifiche iniziative nel campo della conservazione della natura, che mi preme ricordare.
In particolare la definizione della rete "Natura 2000", prevista dalla direttiva comunitaria Habitat, che prevede la definizione, entro il prossimo giugno, delle aree di importanza naturalistica a livello comunitario. Il Ministero dell'ambiente ha provveduto al censimento generale di tali aree: saranno diverse centinaia quelle che verranno inserite in questo programma e che potranno beneficiare dei finanziamenti europei.
E ancora. Entro la fine di luglio sarà pronto il primo stralcio della Carta della natura, strumento conoscitivo essenziale degli ambienti naturali del nostro Paese, che sarà completata entro la fine di quest'anno.
The last but not the least. Il Consiglio d'Europa ha proclamato il 1995 Anno europeo della conservazione della natura, che sarà celebrato in 42 Stati europei, dall'Atlantico agli Urali. L'obiettivo è diffondere, consolidare e attuare la tutela del territorio armonizzandola con uno sviluppo compatibile.
Il nostro Paese può celebrarlo degnamente anche con quegli atti concreti che ho appena ricordato.
Atti che, credo, potranno migliorare l'attuale situazione, il cui protrarsi nel tempo non può che danneggiare i numerosissimi valori naturalistici del nostro Paese e le comunità chiamate a partecipare ad una decisa e reale svolta verso uno sviluppo veramente sostenibile.

*Paolo Baratta