Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 16 - OTTOBRE 1995


Il paradiso perduto di Alex Langer
"Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto"
Carlo Alberto Graziani *

L'avevo visto l'ultima volta il 4 maggio ad Arezzo. Era la prima giornata del convegno internazionale interreligioso su "Religione ed ambiente" che nei giorni successivi si sarebbe spostato a La Vema e a Camaldoli.
Aveva detto cose belle e tragicamente presaghe: aveva parlato del paradiso perduto che più non si può recuperare perché qualcosa di irrimediabile è avvenuto; ma aveva anche parlato della necessità di convivere con la malattia e di ricercare nuovi equilibri per ricostruire una comunione tra l'uomo e l'ambiente; aveva sottolineato il ruolo fondamentale che in questa ricostruzione possono avere le grandi religioni del mondo. Il paradiso perduto era quello del suo impegno, antico (lo ricordo negli anni '70 all'Università di Roma nel vortice della contestazione) e recente: il paradiso dell'ambiente mediterraneo, per il quale nel Parlamento europeo stava portando tutta la sua carica di intelligenza e di passione, ma anche il paradiso delle montagne, il paradiso dei parchi.
Di montagna e di parchi avevamo discorso nell'intervallo.
Gli avevo manifestato la mia soddisfazione per la ricostituzione dell'intergruppo montagna del Parlamento europeo: anni fa, nell'89, subito dopo la sua elezione, mi aveva chiesto informazioni perché aveva intenzione di rilanciarlo; poi, travolto dalle tante responsabilità parlamentari, non aveva potuto occuparsene e quel giomo mi aveva espresso di nuovo il suo rammarico per non potervisi dedicare.
Gli avevo parlato del progetto del sistema dei parchi dell'Appennino centrale e chiesto di aiutarci a dare ad esso rilevanza europea ed eventualmente a predisporre una specifica azione comunitaria: l'idea dell'Appennino centrale Parco d'Europa gli era sembrata importante e aveva suggerito, a Bino Li Calsi, a Enzo Valbonesi e a me, di lanciarla nel corso della conferenza euromediterranea che stava organizzando per l'autunno.
Ci saremmo dovuti incontrare di nuovo, ma non potevo sapere che quel suo sorriso, che sempre mi colpiva nel profondo per la sua soavità triste, celasse tanta disperazione.

* * *

"Tra le maggiori fortune che mi sono state date in sorte, considero i rapporti con le tante e diverse persone che ho potuto incontrare e conoscere...
Posso dire che, rifuggendo drasticamente dai salotti e dalle persone che mi cercano in funzione di qualche mio ruolo, vivo come una delle maggiori ricchezze gli incontri - già familiari o nuovi che siano - che la vita mi dona.
Vorrei continuare ad apprezzare gli altri e a esserne apprezzato senza secondi fini. Forse anche per questo converrà tenersi lontani da ogni esercizio di potere" (Alex Langer, Minima personalia, Belfagor,1986).
"Ti voglio ricordare come un uomo leggero, come l'Empedocle descritto da Holderlin, di piede leggero, attento di non essere un peso per la terra" (Peter Kammerer, saluto ad Alex portato alla Badia Fiesolana, Una città, settembre 1995). "Lentius, profundius, suavius" (motto dettato da Alex Langer per Verde Europa).

* * *

Alexander (Alex) Langer nasce il 22 febbraio 1946 a Vipiteno; studia giurisprudenza a Firenze (dove conosce Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Giorgio Spini, Paolo Darile, con cui si laurea, e soprattutto don Milani); insegna nelle medie superiori; giornalista e traduttore.
Impegnato fin da ragazzo per la causa dell'autonomia e della convivenza nella sua terra, trae dalla situazione sud-tirolese esperienze e insegnamenti che lo portano a caratterizzare la sua poliedrica attività in direzione del pluralismo ideale e politico.
Attivo nella contestazione studentesca, aderisce nel 1970 a Lotta continua, e del giornale del movimento diventa direttore.
Nel 1970 fonda la lista "Neue Linke - Nuova si-nistra" e viene eletto nel Consiglio provinciale di Bolzano, dove nel 1983 viene confermato per la "Lista alternativa per l'altro Sud-Tirolo".
Nel 1981 viene allontanato dall'insegnamento nel liceo classico di Bolzano perché, per denunciare quella che chiama "schedatura etnica" (o "gabbie etniche"), non accetta il censimento che impone a ogni residente di dichiarare l'appartenenza a uno dei tre gruppi (tedesco, italiano, ladino). Più tardi il Consiglio di Stato gli darà ragione.
Eletto nel 1989 al Parlamento europeo nelle liste Verdi, viene riconfermato nel 1994. Capogruppo dei Verdi, è attivissimo in tante direzioni: pace, ambientalismo, superamento delle barriere etniche, regionalismo, rapporti tra Europa e Paesi del Mediterraneo, lotta contro gli arbitri nelle manipolazioni genetiche e nelle biotecnologie.
Sempre nel 1994 si vede respingere la candidatura a sindaco di Bolzano per essere, come lui stesso si definisce, "obiettore etnico", cioè per non aver presentato dichiarazione di appartenenza etnica.
Vive intensamente la tragedia della Bosnia e si dedica senza risparmio al lavoro per la pace e la riconciliazione tra i popoli della ex Jugoslavia.
Poi il 3 luglio 1995 a Firenze, Pian de' Giullari, lui "cattolico autodidatta", lui "la persona più brava fra quanti in Italia professano la politica" (Adriano Sofri), lui il leader autorevole e amato del movimento verde, lui cittadino del mondo, sceglie un albicocco in un campo verde per andare via "più disperato che mai" chiedendo a noi di non essere tristi.
Caro Alex, sono certo, tu hai ritrovato anche per noi il paradiso perduto.

* Presidente del Parco nazionale dei Sibillini