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L'esperienza concreta del rapporto, fruizione turistica I Parco regionale boschi di Carrega, è stata supportata (anche se forse in modo non sempre consapevole), negli ultimi anni dal 1982 (data di istituzione del parco) ad oggi, da una prassi che può essere individuata in una teoria dell'azione e in una pratica dell'azione, aventi come obiettivo il favorire lo sviluppo di persone mature che comprendano la salda connessione con la comunità terrestre.
Tale prassi si è sviluppata per tappe che hanno fondato l'evoluzione dell'atteggiamento parco / fruizione (e viceversa):
- a) 1982-1990 - Aude "Noscere"
Una prima lunga tappa che è stata caratterizzata dall'istituzione del parco, avente come "fine" primario la conservazione, e che ha utilizzato con mezzi la conoscenza e l'informazione per una ricerca del consenso.
- b) 1990-1995 - Aude "Ludere"
Una seconda tappa, che è stata caratterizzata dalla partecipazione collettiva alla vita del parco, avente come "fine primario" comunque la conservazione, e che ha utilizzato come mezzo un programma cultura, comprendente iniziative di educazione ambientale e partecipazione collettiva a più livelli, nonché maggiore attenzione alle tecniche di immagine di comunicazione e interpretazione.
Dunque dalla la alla 2a fase si è operato un salto dalla semplice informazione ad una maggiore partecipazione attiva (consenso più partecipazione).
Alla prima tappa ha corrisposto un atteggiamento più "scientifico" dove l'obiettivo conservazione è stato legato all'indagine cognitiva del parco e alla trasmissione di queste tipologie di informazione agli utenti. Cioè si sono privilegiate la conoscenza e la trasmissione della conoscenza. Gli strumenti e gli approcci in questa fase hanno tenuto conto del consenso come "invito a conoscere" e "necessità di conoscere" per la conservazione del parco.
Sono così emersi i primi elementi concreti della conservazione: la conoscenza necessita di un bagaglio culturale (che va dalla comprensione del sistema alla conoscenza dei vari meccanismi e delle sue componenti, conoscenza del ruolo dell'uomo nel sistema, salvaguardia dei processi ecologici), in base al quale sono state fatte scelte:
- 1. istituzione del parco
- 2. creazione del centro visita
- 3. strutturazione dell'informazione diversificata in visite guidate
- 4. inserimento del progetto parco in programmi didattici per la scuola
- 5. studio dei punti di accoglienza della fruizione turistica
- 6. possibilità di fruizione diversificata
- 7. studio della partecipazione collettiva (agricoltori, ambientalisti, cacciatori, eccetera) alla vita del parco.
Nella prima tappa sono stati raccolti alcuni dati significativi quali ad esempio il numero di visitatori per anno e la loro provenienza, il numero di alunni in visita al parco, materiale didattico classico di supporto, dati tecnico/scientifici (esempio: censimenti), utili indicazioni per la gestione della fruizione.
La maggiore conoscenza e del parco e dei suoi possibili usi, insieme allo stimolo dato da un discreto consenso, hanno creato le condizioni per la 2a tappa del viaggio. Una più elevata attenzione e aspettativa da parte del pubblico ha stimolato negli "educatori" (e viceversa) una maggiore necessità di "partecipazione" sia individuale (dell'educatore), che dell'utenza ad un processo che in effetti è sia singolo che collettivo.
Così all'indagine più "cognitiva" sono stati affiancati degli elementi nuovi, che hanno guidato le attività di fruizione del parco.
Si tratta di principi e azioni che hanno integrato quelle della prima tappa. In particolare, per quanto riguarda i principi, alcuni sono:
- 1) insegnare di meno e condividere di più oltre a trasmettere l'informazione (esempio: questo è un capriolo maschio: si riconosce per la presenza delle corna), si condividono le impressioni alla sua presenza, in modo da comunicare pensieri di conoscenza e di rispetto
- 2) essere ricettivi dei suggerimenti ogni commento e il rispetto di questo può condurre a trarre punti di forza comune
- 3) non avere rigidità sulle iniziative da proporre (aude ludere) allargare e convogliare l'attenzione e la partecipazione, può significare proporre iniziative non strettamente "naturalistiche" e non strettamente legate al confine del parco (cioè estendere il confine, anche attraverso iniziative culturali, attraverso nuove ali).
Come è stata concretizzata questa tappa?
Attraverso una serie di azioni, volte a iniziative di promozione e partecipazione educativa a più livelli.
L'obiettivo è stato generale, cioè un' "educazione totale", non rivolta solo al coinvolgimento di turisti o delle scuole, ma di tutte le categorie che interagiscono con il parco (ambientalisti, agricoltori, cacciatori, residenti e non del parco, ...). Vi sono state numerose iniziative spesso correlate tra loro; la "gestione faunistica" vede i cacciatori, usciti da due appositi corsi propedeutici (selecontrollori) coinvolti nel piano di limitazione della popolazione di cinghiali; oppure cacciatori ambientalisti e tecnici (non solo del Parco Carrega) coinvolti nella cattura e trasferimento dei caprioli; ancora agricoltori coinvolti in operazioni di prevenzioni di danni al selvatico e così via. Dunque consenso e partecipazione ad attività di gestione del parco.
Inoltre una serie di iniziative di promozione particolari, maggiormente legate al tempo libero e più svincolate dalle categorie di fruizione: oltre ad un differenziato uso del parco in escursioni tematiche diversificate, punti di sosta ed aree attrezzate, si è cercato di migliorare la partecipazione generale attraverso iniziative ad ampia valenza quali mostre naturalistiche, rassegne di filmati, concerti, collaborazioni con le iniziative Pro loco, eccetera.
Particolare attenzione è stata rivolta al mondo della scuola, che ha un suo programma scuola ricco di attività.
In sostanza, oggi possiamo dire di avere a disposizione un parco più accogliente, più stimolante, dove si cerca di dimostrare che è possibile coniugare conservazione, ricerca, valorizzazione e corretta fruizione.
* Direttore del Parco dei Boschi di Carrega |