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Il nostro Paese negli ultimi anni è riuscito a colmare in larga misura il suo distacco dagli altri Stati europei per quanto riguarda le aree protette.
La superficie di territorio tutelato, che raggiunge oramai 1'8% dell'intera superficie nazionale, e il numero crescente di parchi nazionali, regionali e locali testimoniano questo progresso dovuto in primo luogo alla legge 394.
Si sta quindi finalmente affermando anche in Italia un nuovo e più maturo concetto di area protetta, in linea con le conclusioni del Congresso di Caracas, come istituzione tesa a favorire la ricerca di uno sviluppo sostenibile per i singoli territori interessati.
Molti però sono ancora gli ostacoli, le difficoltà e le ostilità con cui questo impegno per costruire anche nel nostro Paese un sistema nazionale di aree protette deve fare i conti.
Di tutto ciò e di altro troviamo ancora purtroppo quotidiane conferme nelle voci che si levano contro l'istituzione dei nuovi parchi, negli adempimenti politico-amministrativi nazionali e regionali che ritardano, nelle molteplici difficoltà che incontra la legge 394, negli intralci burocratici che impediscono di impiegare tempestivamente le risorse stanziate.
Ciò può rallegrare chi non ha visto e non vede di buon occhio che anche il nostro Paese cominci a fare sul serio in un settore dove fino a ieri siamo stati tra gli ultimi in Europa; ma deve preoccupare e seriamente chi giustamente non vuol vedere pregiudicata una prospettiva per la quale molti si sono generosamente e tenacemente battuti spesso nell'indifferenza dei più, e che può aprire nuovi scenari culturali, sociali ed economici per vaste aree del Paese.
Il Coordinamento nazionale dei parchi, l'associazione alla quale aderiscono la stragrande maggioranza della aree protette italiane, a fronte di questa situazione e dei rischi che l'attuazione della legge 394 sta correndo e con essa l'istituzione e il funzionamento di tanti parchi nazionali e regionali, lancia un appello ad una mobilitazione nazionale per la difesa e lo sviluppo dei parchi, perché essi possano assolvere concretamente, nei fatti, al ruolo che gli riconoscono e assegnano la legge nazionale e le leggi regionali.
Questo appello, approvato all'unanimità dall'assemblea del Coordinamento nazionale dei parchi e delle riserve svoltasi a Firenze il 18 e 19 ottobre 1995, è rivolto al presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo, alle Regioni, agli Enti locali, alle associazioni ambientalistiche e sociali, al mondo della cultura e dell'informazione e a tutti coloro che hanno a cuore l'avvenire del nostro Paese.
I punti salienti intorno ai quali si vuole attirare l'attenzione generale sono i seguenti:
- 1) la piena attuazione della legge 394 attraverso, soprattutto, il rilancio del ruolo del Comitato nazionale Stato-Regioni per le aree naturali protette
- 2) il completamento degli organi gestionali degli Enti parco nazionali e l'istituzione dei pachi nazionali dell'Arcipelago Toscano, del Gennargentu e del Parco interregionale del Delta del Po
- 3) il rapido completamento del lavoro di adeguamento della legislazione regionale alle previsioni della legge 394, evitando nel contempo che nelle realtà più mature ( Piemonte e Lombardia soprattutto) vengano rimesse in discussione le scelte già compiute e le esperienze positive realizzate negli anni scorsi
- 4) una radicale riorganizzazione del Servizio conservazione della natura, attraverso la creazione di un'efficace struttura operativa di alto livello tecnico-scientifico, finalizzata a sostenere la gestione e lo sviluppo delle aree protette nazionali e regionali
- 5) la riconferma, nella legge finanziaria 1996, dei fondi già stanziati nel 1995 per il funzionamento degli Enti parco nazionali e l'erogazione immediata delle risorse previste dal programma triennale per le aree protette '94-'96
- 6) la convocazione, entro i prossimi 4 mesi, della la conferenza nazionale delle aree naturali protette
- 7) la messa alle dipendenze dei parchi nazionali del personale di sorveglianza del Cfs e l'affidamento ai parchi delle riserve naturali statali comprese al loro interno.
Tutti questi obiettivi e richieste verranno illustrate e discusse in una serie di iniziative ed incontri che dovranno essere promossi dai parchi nelle prossime settimane con l'obiettivo di preparare anche la nostra partecipazione massiccia alla manifestazione indetta, insi
Nei prossimi mesi, oltre a ciò, lavoreremo anche per svolgere entro il 1996 nella tenuta presidenziale di S. Rossore, all'interno del Parco naturale di Migliarino, e possibilmente con la partecipazione dello stesso presidente della Repubblica, la prima festa nazionale dei parchi; festa che dovrebbe assumere una cadenza annuale e costituire un appuntamento d'incontro e di valorizzazione delle attività e dei prodotti della aree protette del nostro Paese.
Con queste proposte ed impegni il Coordinamento nazionale dei parchi e delle riserve naturali si pone ancora una volta l'obiettivo di contribuire alla costruzione di un moderno sistema nazionale delle aree protette insieme a tutte quelle forze, soprattutto le principali associazioni ambientalistiche italiane, che da anni si battono su questo terreno. Ci auguriamo che il Ministero dell'ambiente sappia cogliere, a differenza di quanto ha fatto finora, la rinnovata disponibilità della nostra Associazione che, in quanto espressione di altre 80 aree protette, costituisce una risorsa indispensabile per rafforzare i parchi e le riserve esistenti e per fare decollare le aree protette di più recente istituzione.
Firenze, 19 ottobre 1995 |