Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 17 - FEBBRAIO 1996


Riceviamo e pubblichiamo

Egregio signor direttore, sono un abbonato della rivista Parchi e le sarei grato se potesse pubblicare questa mia lettera. Ho bisogno di ringraziare pubblicamente 1'istituto Pangea (Istituto europeo per 1'educazione e la formazione professionale per l'ambiente), l'amministrazione ed in particolare l'amministrazione del Parco nazionale del Circeo e la Scuola del corso forestale dello Stato di Sabaudia (LT) per aver ospitato me ed altri colleghi.
Sono un agente sc. del Corpo forestale dello Stato ed ho partecipato, insieme ad altri colleghi, al secondo corso di qualificazione professionale del personale del Corpo forestale dello Stato per le attività di sorveglianza nei parchi nazionali "Life 93" (programma d'azione urgente per le aree protette in Italia prima fase progetto Cee n. 1973192103-8.
La necessità di ringraziare il presidente dell'istituto Pangea, Maurilio Cipparone, ed i suoi bravissimi collaboratori mi viene veramente dal profondo del cuore perché, grazie alle loro motivazioni, impegno, voglia di divulgare e mettere in pratica un nuovo modo di gestione dei parchi e competenza, hanno dato a noi forestali la carica e fatto maturare la consapevolezza che, tra noi e le aree protette, c'è un legame forte e questo è dovuto alla nostra professionalità che grazie al corso si è ampliata e si sono aperti nuovi orizzonti per un'interpretazione nuova della natura. Il corso organizzato dal precitato istituto Pangea ha avuto una durata di circa due mesi e vi ha partecipato, come dicevo pocanzi, il personale del Corpo forestale, che lavora all ' interno dei nuovi Parchi nazionali del Pollino, Cilento e Gargano.
Le lezioni teoriche si sono alternate con esercitazioni pratiche ed escursioni fatte sia all'interno del Parco nazionale del Circeo sia in altre località esterne (Monti Lepini, Simbruini, Oasi di Ninfa e Arcinazzo Romano.
Un programma ben articolato sia sotto l'aspetto didattico che organizzativo con l'intervento di docenti universitari ed esperti in materia di pronto soccorso in montagna, soccorso veterinario e radio trekking.
Oltre alle materie classiche dei forestali, vedi legislazione e contenzioso, riconoscimento della flora e della fauna selvatica, servizio antincendio boschivo, e infine la Cites sul commercio internazionale delle specie rare e in via di estinzione.
Inoltre, si è parlato e sono state approfondite materie come geologia, geobotanica e fitogeografia, rilievi fitosociologici, inquinamento delle acque e rifiuti urbani speciali, pianificazione e gestione delle aree protette, approfondimento della legge 394191; e, applicazione delle convenzioni internazionali; e, per concludere, ricerca sul campo, censimenti faunistici, studio individuazione e realizzazione di sentieri natura.
Noi, come forestali, abbiamo la responsabilità di tutelare le foreste considerate non più solamente come risorsa economica ma soprattutto come "Argine verde" al degrado; uno strumento quindi di tutela delle cose più belle, I'acqua, il suolo, I'aria in un concetto molto significativo, la diversità biologica, ma anche il paesaggio, in quanto la difesa degli interessi maggioritari per la totalità delle popolazioni è portata avanti da una minoranza.
La responsabilità che noi sentiamo è rafforzata dalle direttive internazionali che individuano in tutti coloro che lavorano per e nelle aree protette dei soggetti attivi nella strategia mondiale della conservazione.
Tutto questo ci porta a pensare che siamo pochi ma non soli, in Italia e nel mondo, nello stesso contesto, con gli stessi obiettivi ma con mezzi diversi.
Da questa breve analisi si può affermare che il nostro lavoro ha scopo altamente dimostrativo in quanto si svolge a contatto con la gente.
Però tutto questo ha un senso e la nostra professione diventa primaria nella tutela di quel "bene comune" se c'è sostegno da parte delle amministrazioni competenti -Ministero dell'ambiente, Ministero delle risorse agricole alimentari e forestali - e come interlocutore diretto l'Ente parco.
Se questo impegno verrà mantenuto saremo messi nelle condizioni di svolgere un lavoro utile per la comunità e per le generazioni future.
Vorrei concludere facendo un appello alle istituzioni sopra citata: cerchiamo insieme di non sciupare questo patrimonio umano, culturale e professionale acquisito col nostro lavoro quotidiano e dal corso di qualificazione professionale, organizzato dalla Pangea; metteteci nelle condizioni di poter svolgere la sorveglianza nei parchi nazionali e che non venga a ripetersi mai più quello che è successo nel Parco nazionale dello Stelvio.
Mi preme sottolineare, prima di chiudere, le necessità di avere sulla divisa, insieme al nostro stemma storico, un distintivo che ci accomuni ed identifichi chi lavora nei parchi, nel nuovo cammino che stiamo per intraprendere secondo lo stile dei rangers di tutto il mondo.

Antonio Villani Agente sc. del Corpo forestale dello Stato