PARCHI | ||
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 18 - GIUGNO 1996 |
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La montagna e i parchi |
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E' impossibile tener dietro alle numerose e crescenti iniziative dedicate in questo periodo ai problemi della montagna. Si tratta peraltro di appuntamenti ed incontri di tipo diverso. La montagna vi figura sempre ma cambia spesso il suo posto. Occupa interamente la scena ovviamente nel caso della conferenza nazionale tenutasi per iniziativa del Cnel. Nel convegno promosso dalla Regione Abruzzo e dalla Lega ambiente a l'Aquila, L'Appennino è invece il referente, diciamo così, per discutere di un parco europeo, cioè di un raggruppamento di aree protette nazionali e regionali che operano su quel territorio in collaborazione tra più parchi sicuramente utile, che potrà validamente contribuire anche alla costruzione di un sistema nazionale di aree protette, purché naturalmente non si inseguano utopiche 'spine verdi', una sorta cioè di 'parco serpente' che leghi i due capi d'Italia. Le Alpi sono oggetto dal canto loro di varie iniziative promosse da istituzioni locali, parchi e partiti che hanno tutte al centro un tema divenuto ormai pressante; la loro tutela a fronte degli impressionanti flussi turistici e di traffico e di fenomeni al tempo stesso di sovraccarico e di abbandono e degrado, che hanno già fortemente danneggiato un ambiente unico. A tutti questi problemi sta dedicando crescente attenzione anche la carta stampata. Segnaliamo il libro di Vivalda I Parchi e le Alpi, ma anche l'ampio servizio de La nuova ecologia di gennaio, nonché la decisione della Rivista della montagna di mettere un suo spazio a disposizione della Cipra che nel numero di gennaio informa sul progetto di Parco d'Europa che dovrebbe unire i Parchi Adamello, Adamello-Brenta, Stelvio ed Engadina con il Parco mondiale delle incisioni rupestri di Capo di Monte (300.000 ettari), la cui proposta è stata ufficialmente presentata agli organi europei in base alla direttiva Futura 2000, che prevede 1'istituzione di 20 parchi europei entro l'anno duemila. In tutte queste iniziative si registra una significativa novità: I'accentuato interesse per le aree protette. E' noto che anche in montagna i parchi non hanno avuto sempre buona fama. Sulle Alpi il territorio protetto annovera 82 parchi per una percentuale di territorio del 3% a fronte dell'8% delle montagne del globo. Questo rinnovato interesse è quindi da salutare come un fatto positivo soprattutto perché sembra scaturire da una più attenta considerazione dei problemi ambientali nel contesto della politica per la montagna. Il fallimento di quelle politiche, che avevano privilegiato 1'agricoltura produttivistica come rimedio alla crisi della montagna omologando alla pianura territori con problemi, tradizioni, esigenze del tutto diverse, spinge oggi, sulla base anche delle nuove politiche comunitarie, a ricercare strade e soluzioni nuove. In questa ricerca si 'riscoprono' anche i parchi. E ciò avviene nel momento in cui anche le aree protette, incluse quelle alpine, ripensano se stesse, le loro esperienze e soprattutto le loro finalità. Si tratta di una felice coincidenza perché aiuta questo processo su ambedue i versanti. Alla politica per la montagna Sl presenta una opportunità nuova, che è data dal ruolo a tutto campo che possono oggi giocare i parchi non più arroccati in una politica di tutela 'passiva', né impegnati esclusivamente a creare luoghi di divertimento e di svago. Ai parchi si offre l'occasione di sperimentare concretamente quel nuovo ruolo che la legge assegna loro ma che nella pratica stenta ancora a decollare. Ai motivi di conflittualità, che nel passato spesso hanno contrassegnato i rapporti (o i non rapporti) tra istituzioni locali montane e parchi, può ora subentrare una stagione di collaborazione e di comune Impegno. Ci sono anche voci fuori dal coro che sembrano considerare tuttora i parchi poco meno di un'intrusione. E sorprende registrare tra queste quella del nuovo assessore regionale alla montagna della Regione Piemonte, che in un' intervista nella quale presentava i suoi programmi di lavoro, ha dichiarato che nella sua Regione (sottolineo, il Piemonte) I'esperienza dei parchi "per semplificare, si è rivelata tragica, perché spesso sono stati paracadutati, imposti per proteggere un bene in contrapposizione alle necessità dei residenti". Per fortuna posizioni così assurde, che intendono presentare i parchi esistenti come un intralcio anziché un sostegno alle nuove politiche per la montagna, non sembrano essere quelle prevalenti. A conferma e testimonianza delle novità di cui parlavamo in questo numero presentiamo la relazione dell'assessore regionale dell'Abruzzo al convegno de l'Aquila, uno stralcio dell' introduzione dell'assessore provinciale alla montagna e ai parchi di Torino ad un dibattito promosso d'intesa con il nostro coordinamento sulla tutela delle Alpi, uno stralcio di un' intervista al presidente della Cipra e un intervento di un dirigente del movimento cooperativo. |