Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 19 - OTTOBRE 1996


Firmata la convenzione con l'editore Maggioli
Si apre un nuovo capitolo per la Rivista


"Che l'Italia sia un paese ricco, fortunatamente ancora, di grandi bellezze naturali, è noto. Basta scorrere le luccicanti pagine delle riviste di turismo o di "natura" per rendersene conto. E' noto anche quanto siano estesi gli effetti del degrado ambientale e quanto siano gravi i rischi per ciò che di relativamente integro si è fino a noi conservato. Le denunzie e gli appelli quotidiani sono lì a dimostrarlo".
Sono le prime righe dell'editoriale del numero zero di questa rivista. La data: maggio 1990.
Quell'editoriale, firmato dall'allora presidente del Coordinamento nazionale, Luigi Bertone, prosegue sottolineando come invece risulta quasi sconosciuta, "haimè, persino ai massimi livelli di governo", la realtà che istituzionalmente ha il compito di recuperare il degrado, difendere ciò che resta, fronteggiare i rischi, tutelare gli ambienti: i parchi. Un universo, veniva definito, che "sta tentando di uscire dalla pratica del 'fai da te"'.
In fondo si tratta soltanto di sei anni fa. Mentre Parchi muoveva i primi passi, si ventilava l'ennesimo impaludamento della legge-quadro e nelle pagine interne davamo notizia di un protocollo appena firmato da Gorbaciov per un parco dell'amicizia russo-finnico...
Il Coordinamento nazionale, nato un anno prima, si proponeva di "lavorare e dare battaglia per portare alla luce un già straordinario patrimonio di esperienze...".
Oggi, nei nostri scaffali fanno mostra di sé 18 numeri di questa rivista che ogni quattro mesi si propone di trasmettere un messaggio di intelligente ed appassionato lavoro, di iniziative, di esperienze, di soluzioni, di problemi aperti, di cultura.
A questi occorre aggiungere alcuni numeri speciali dedicati alle realizzazioni di alcune Regioni, dei fascicoli di lavoro sulle politiche regionali, sul contributo del mondo della cultura alla politica di salvaguardia ambientale...
E tra le pagine anche i pieghevoli che convocano giornate di lavoro sull'informazione dei parchi (a Passo Rolle, al Conero, a Santa Margherita Ligure). E poi ci sarebbero ancora i tanti dibattiti su come raccontare questa esperienza, sui problemi del divulgare, le battaglie culturali, quelle politiche, in cui la rivista, o qualcuno della sua redazione, è andato a fare in giro per il Paese, fino ai convegni che hanno visto (come quello recente di Gargnano su Valerio Giacomini) la rivista tra i promotori.
Se manca il distacco necessario, siamo consapevoli dei problemi che una cultura dei parchi ha ancora di fronte, come siamo consapevoli che a volte la passione e le buone intenzioni non sono stati sufficienti a metterci al riparo da qualche inefficienza e limite, insufficienza od errore. Tuttavia nell'incerto confine che separa il "bicchiere mezzo vuoto" da quello "mezzo pieno", oggi abbiamo un fatto che fa pendere la bilancia al positivo. L'editoriale che apriva questa sorta di avventura qual è Parchi, concludeva: "...se poi l'attenzione dovesse estendersi anche oltre la platea degli addetti ai lavori...". Ecco, oggi l'interesse e le motivazioni che stanno alla base dell'accordo che il Coordinamento nazionale, proprietario e creatore della rivista, ha messo a punto con l'editore riminese Maggioli ci fanno dire che l'attenzione è uscita dalla cerchia degli addetti ai lavori.
Ne avevamo avuto sentore in questi anni vedendo crescere gli abbonati "non istituzionali"; oggi possiamo dire che questo numero ha raggiunto la massa critica per dare vita a questa operazione di diffusione più ampia di questo strumento culturale. E' un punto di partenza, non certo di arrivo. Non inseguiamo l'audience, ma non per questo, anzi forse proprio per questo, la strada è più difficile. Perché vogliamo alimentare questa battaglia culturale dai molti risvolti politici, amministrativi, pratici? Perché, come ebbe a scrivere Valerio Giacomini, "vorremmo lasciare non soltanto un capitale, ma una cultura...".