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I nuovi orientamenti della Commissione europea per la tutela delle zone umide
La comunicazione della Commissione, riguardante l'impiego nazionale e la conservazione delle zone umide' si iscrive nel quadro di una riflessione globale sulla conservazione e l'impiego durevole della biodiversità. Il testo della Commissione riconosce, per le zone umide, la necessità e l'urgenza non solo di smetterla di degradarle, ma anche di provvedere al loro riassetto. Nonostante i passi compiuti per conservare queste aree tramite una serie di direttive (direttive "uccelli", "habitat", "qualità delle acque", "trattamento dei rifiuti") e l'attuazione dei programmi comunitari (Envireg, Medspa, Life, eccetera), viene sottolineata la necessità di migliorare la concertazione delle politiche comunitarie ed il coordinamento degli strumenti finanziari esistenti.
Questa iniziativa intende fornire un riferimento strategico per una politica comunitaria atta a promuovere nelle zone umide un modello di sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista ecologico che economico. Essa non prende in considerazione soltanto il territorio dell'Unione europea, ma anche le politiche di cooperazione con i Paesi delle Regioni mediterranee, dell'Europa centrale e dell'est (Peco) dei Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Acp) e dei Paesi dell'Asia e dell'America Latina (Ala), nel pieno rispetto dei principi indicati dall' "Agenda 21".
La struttura della comunicazione è la seguente.
Il capitolo I presenta le zone umide come componenti del paesaggio naturale che svolgono funzioni specifiche, fungono da supporto alle attività antropiche e rappresentano un patrimonio culturale e naturale. La maggior parte delle zone umide sono già andate perdute e quelle rimanenti sono in condizioni degradate e rischiano la distruzione.
Il capitolo II
riassume brevemente il processo attraverso cui la Comunità europea si è impegnata nel campo delle zone umide e fa riferimento alla necessità di integrare la loro salvaguardia in tutte le politiche dell'Unione all'interno e al di fuori del territorio dell'U.E.
Il capitolo III
indica gli attuali problemi delle zone umide e presenta una panoramica delle azioni necessarie per arrestare e invertire la tendenza alla perdita e all'ulteriore degrado di tali zone in Europa e nel mondo.
Il capitolo IV
propone le misure specifiche da adottare in diversi settori strategici per giungere ad una politica e ad interventi concertati volti ad eliminare le cause sociali, economiche e politiche della scomparsa e del degrado delle zone umide.
Il capitolo V
illustra come integrare le misure summenzionate nelle principali politiche dell'Unione.
Il capitolo VI
presenta le conclusioni della comunicazione e le indicazioni politiche che ne derivano.
A questa comunicazione della Commissione ne ha fatto seguito un'altra sull'assetto integrato delle zone costiere2 che prevede di avviare un programma dimostrativo il cui obiettivo si propone di dare traduzione pratica ai principi di sussidiarietà e di integrazione delle politiche.
Il programma dimostrativo, che è frutto di una stretta collaborazione tra i servizi della Commissione all'ambiente, alle politiche regionali e alla pesca, servirà a testare concretamente tutti gli strumenti ed i meccanismi di cooperazione tra i settori di attività e i livelli di competenza territoriale.
La realizzazione del programma si baserà su un piccolo numero di progetti dimostrativi, rappresentativi delle varie situazioni del litorale europeo e riunirà partner con esperienza di primo piano in materia di informazione e concertazione. Ogni partner del programma sarà per il territorio di sua competenza impegnato in una stessa serie di lavori. La partnership consentirà di cogliere le sfide e concentrarsi sulle opzioni di assetto e di sviluppo.
Si può senz'altro affermare che l'Unione europea ha elaborato strategie di ampio respiro per il ripristino e la salvaguardia delle zone umide e per l'assetto integrato delle zone costiere. Gli sforzi compiuti hanno già dato risultati importanti. Infatti si è fatta strada la necessità di predisporre piani nazionali per la salvaguardia e la conservazione delle zone umide.
L'Italia, che possiede più di 100 zone umide, di cui circa la metà di interesse internazionale, ha predisposto un documento che individua le linee fondamentali per una strategia nazionale sulle zone umide a cui seguirà un piano nazionale. |
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Le linee guida per un piano nazionale per le zone umide in Italia3
Gli strumenti attraverso i quali si intende perseguire gli obiettivi del piano devono configurarsi non tanto come mezzo di controllo e di verifica delle scelte territoriali, ma piuttosto come elementi per promuovere e diffondere un nuovo sviluppo socio-economico. Le possibilità di successo del piano sono infatti completamente affidate alle sue capacità di offrire un modello di gestione alternativo, in grado di entrare nel costume delle popolazioni locali, di essere compreso e accettato come un nuovo strumento di progresso.
Sono stati individuati sei momenti fondamentali:
- 1. quadro conoscitivo indispensabile per l'identificazione delle opzioni e per la definizione del quadro programmatico
- 2. creazione di un "sistema nazionale" di zone umide costituito da aree protette al cui interno verranno promossi nuovi modelli di sviluppo, compatibili con la tutela e l'uso rinnovabile delle risorse
- 3. identificazione di nuove strategie di gestione integrata e sviluppo sostenibile
- 4. azioni dimostrative a breve termine per una sperimentazione di quanto definito
- 5. cooperazione internazionale
- 6. Verifica dei risultati e loro diffusione
- NOTE:
- 1. Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, Uso razionale e conservazione delle zone umide, COM (95) 189 def., Bruxelles, 29-051995.
2. Programma di dimostrazione sull'assetto integrato delle zone costiere, Bruxelles, febbraio 1996.
3. Documento del Ministero dell'ambiente, Linee guida per un piano nazionale per le zone umide in Italia, Roma, giugno 1996.
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