PARCHI | ||
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 19 - OTTOBRE 1996 |
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"Il festival" delle Valli piemontesi del Parco nazionale del Gran Paradiso
E' qui inoltre che il Parco nazionale Gran Paradiso, con il suo contatto di 18 chilometri con il confinante parco nazionale francese della Vanoise, costruisce la sua vocazione di grande area protetta europea. |
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Il lavoro nei parchi All'intemo della rassegna "Canavese Intemational ecofilm festival" si è svolto il 26 agosto a Ceresole Reale nel versante piemontese del Parco nazionale del Gran Paradiso un interessante convegno dal titolo "Cooperative e parchi". Nonostante alcuni disguidi organizzativi abbiano impedito la partecipazione ai lavori di diverse società e cooperative, la giornata di confronto organizzata dal Parco del Gran Paradiso e dal Coordinamento parchi - non ha deluso le aspettative. I saluti di Giulio Zanetti (responsabile settore turismo Ente parco) e di Valter Giuliano (assessore ai beni naturali della Provincia di Torino) hanno fornito la comice entro la quale si sono succedute le relazioni dei responsabili delle varie realtà occupazionali presenti. Gli elementi di fondo che sono emersi - del resto anticipati da alcune ricerche dell'economista Anna Natali - sono stati i seguenti: un legame forte con il singolo parco, un livello di competenze dei singoli operatori mediamente elevato, forti motivazioni non economiche che spingono gli aderenti a continuare la professione nonostante i redditi modesti percepiti. Gli aspetti di negatività che pesano sul decollo di diverse realtà occupazionali sono il tumover molto elevato fra i soci, il rapporto quasi esclusivo con il parco di riferimento e la formazione professionale dei soci non sempre riconosciuta, a causa del caos legislativo imperante a livello nazionale e regionale sulla figura dall'accompagnatore e della guida. Per il Coordinamento sono intervenuti Oscar Bandini e Sergio Fiorini, che hanno ribadito la necessità, in primo luogo, di poter disporre di un'aggiornata banca dati sulle realtà nazionali delle cooperative e delle società che hanno rapporti di convenzione e di collaborazione con le aree protette e, in secondo luogo, hanno auspicato una forma di coordinamento nazionale di questa variegata realtà occupazionale in crescita (seppur lenta) con la nascita di un soggetto unico di riferimento e di proposta che oggi, solo parzialmente, viene svolta dal Gae (Guide ambientali escursioniste). Del resto, a distanza di anni, per molte cooperative si impongono scelte precise che privilegino il salto all'impresa e quindi nel mercato recidendo il cordone ombelicale con il parco attraverso una diversificazione professionale precisa. Per fare ciò non è più sufficiente solo una forte preparazione naturalistica, una conoscenza relativa al marketing, alla comunicazione, alla promozione e alla gestione amministrativa. (O. B.) |
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In Francia sì, in Italia no, perché? Una ricerca condotta nel 1995 sui 32 parchi naturali francesi i cui risultati sono stati pubblicati quest'anno conferma che i parchi sono una valida occasione di lavoro sia diretto che indiretto. Ogni anno, stando alla ricerca, 5000 posti di lavoro sono stati creati o mantenuti grazie ai parchi regionali. Scomponendo questo dato risulta che 900 posti di lavoro sono stati creati direttamente dai parchi, 1300-1400 indirettamente cioè attraverso gli investimenti e le spese di funzionamento effettuate dai parchi nel loro territorio e 2.800-3.200 legati alle attività economiche presenti all'interno dei parchi. Commentando la ricerca condotta dalla Federazione nazionale dei parchi il ministro dell'ambiente Corinne Lepage e il presidente della Federazione Jean-Paul Fuchs hanno sottolineato l'importanza del lavoro svolto e confermato l'impegno a favore dei parchi naturali regionali. Segnaliamo in particolare al nuovo ministro dell'ambiente Ronchi questa iniziativa, informandolo che anche in Italia pochi anni fa il Coordinamento nazionale dei parchi con finanziamento ministeriale svolse un'indagine sui parchi regionali italiani che avrebbe dovuto essere proseguita. Ma a differenza di come sono state gestite le cose in Francia da noi non soltanto non furono accolte le proposte di aggiornarla, ma soprattutto le conclusioni di quella ricerca non furono utilizzate al punto che non sono state fatte conoscere neppure agli enti che vi collaborarono. Quando potremo avere anche da noi una dichiarazione congiunta del ministro e del presidente del Coordinamento nazionale dei parchi per illustrare la situazione dei parchi, fornire finalmente qualche dato, ora nascosto in qualche cassetto ministeriale e che con modica spesa potrebbe essere aggiornato ed esteso anche agli altri parchi allora esclusi dall'indagine? (R. M.) |