PARCHI | ||
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 20 - FEBBRAIO 1997 |
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Libri |
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Itinerari rurali in Sicilia Le pubblicazioni dedicate all'accoglienza agrituristica sono andate sensibilmente aumentando negli ultimi tempi, e se non si può ancora parlare come per altri settori di un vero e proprio boom, è indubbio che ci troviamo di fronte ad un comparto in notevole crescita. Tanto è vero che da più parti, commentando l'annata non proprio eccezionale per il nostro turismo, si è concordemente rilevato che sono ormai in costante aumento, e non soltanto fra gli stranieri, coloro che scelgono la vacanza rurale e non unicamente per ragioni economiche, sebbene queste abbiano ovviamente il loro peso. A rendere concorrenziale e appetibile l'agriturismo rispetto ad altre forme più tradizionali di vacanza infatti è anche la novità, I'uscire dai percorsi e dai riti noti, spesso più stressanti che piacevoli . La pubblicazione del Consorzio agrituristico Villaggio globale "Itinerari rurali di Sicilia" da questo punto di vista permette di capire cosa sta cambiando in questo settore. Finora le guide agrituristiche tendevano a fornire soprattutto indicazioni sull'ospitalità, le caratteristiche dell'azienda, dell'alloggio, del cibo, e degli svaghi. La pubblicazione siciliana in due lingue (italiano e tedesco, quella precedente era in italiano e inglese) è davvero esemplare, in quanto non si limita a fare questo con una impostazione grafica pregevole e di facile consultazione, ma propone "un'affascinante viaggio fra natura e cultura alla ricerca degli angoli più suggestivi della Sicilia sconosciuta". Si tratta di tredici itinerari in cui cronaca, storia e curiosità s'intrecciano con una scelta intelligente. Si parte con il regno del bandito Giuliano e sulle orme di Re Nasone, si passa via via ai Parchi siciliani dei Nebrodi, delle Madonie per toccare le zone dei monumenti più celebri o rotte storiche come quelle dei fenici. Non siamo più in presenza di un'ospitalità e di una proposta "contadina", ma di qualcosa di più e di diverso. Il mondo rurale (in questo i francesi hanno una tradizione da cui abbiamo molto da imparare) è così pienamente recuperato nella sua "civiltà" che non è solo economia e produzione. Ci piace sottolinearlo perché questo coincide anche con la filosofia dei parchi in cui conservazione, cultura e storia trovano - o possono trovare - una felice e sinergica combinazione. ~R.ll~) a cura di Jolanda Negri e Sandro Flaim "Uomini e Parchi oggi. Ricordando Valerio Giacomini" Edizioni Amorth La pubblicazione raccoglie gli atti del convegno svoltosi, nei giorni 30-31 maggio e I giugno 1996, a Gargnano (BS) presso il Palazzo Feltrinelli . Il convegno è stato organizzato dal Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, dalla Regione Lombardia e dal Parco Alto Garda Bresciano, in occasione del 15° anniversario della scomparsa di Valerio Giacomini, per ricordarne la figura e soprattutto l'originale ed innovativo contributo dallo stesso dato alle problematiche delle aree protette. Valerio Giacomini (1914-1981), laureato in scienze naturali a Pavia, è stato direttore degli istituti botanici delle Università di Catania, Napoli e Roma, dove ha ricoperto la Cattedra di Ecologia, è stato fondatore e Presidente delI'Associazione Italiana Architetti del Paesaggio. Il suo ultimo libro "Uomini e Parchi", completato dopo la sua morte da Valerio Romani e pubblicato postumo nel 1981, ha rappresentato una tappa fondamentale nell'evoluzione culturale della concezione delle aree naturali protette nel nostro Paese. Il convegno, organizzato presso il Parco Alto Garda Bresciano alla cui realizzazione collaborò attivamente Valerio Giacomini, si è proposto di ampliare il dibattito culturale e scientifico degli operatori delle aree protette e di coloro che si occupano di salvaguardia dell'ambiente. Partendo da una rivisitazione delle idee contenute in "Uomini e Parchi" ed alla luce delle esperienze successivamente maturate in campo nazionale e regionale nella realizzazione delle aree protette, gli argomenti esaminati durante i tre giorni di dibattito sono stati molteplici, in particolar modo legati, al ruolo dell'intellettuale oggi nella promozione della tutela dell'ambiente, al contributo del pensiero scientifico per la realizzazione delle aree protette, all'approccio sistemico e meta disciplinare alle tematiche ambientali per una visione ecologica della gestione del territorio. Gli approfondimenti prodotti hanno rimarcato in maniera precisa che l'elaborazione di Giacomini rimane base culturale e scientifica indispensabile per chi si occupa dei temi connessi con la protezione della natura in generale e dei parchi in particolare. Nonostante siano passati quindici anni dall'edizione del suo libro, nonostante i parchi in Italia ed altrove siano aumentati di numero, nonostante una legge quadro emanata dopo un ventennio di discussioni, il percorso per l'affermarsi di una cultura delle aree protette è ancora lungo. Tuttavia, i contributi portati sono stati di tale interesse e ricchezza, da poter affermare che si è andato delineando l'orizzonte di approfondimento e di ricerca che dovrà impegnare, nei prossimi mesi ed anni, coloro che operano ed a cui sta a cuore la sorte della protezione del territorio nel nostro Paese. La convinzione è quella che il convegno potrà, e dovrà segnare una svolta, capace di stimolare e mettere a punto una "cultura" fatta di elaborazione ed azioni, che carichi il lavoro quotidiano, come ogni sfida, di impegno concreto e "valenze utopiche". Deve cominciare oggi, è questa la proposta concreta degli Enti organizzatori del convegno contenuta nella pubblicazione, un paziente ed articolato lavoro di ripresa dei temi emersi, di riflessione, di sforzo per trasferire gli stimoli ed i "punti fermi" emersi dal dibattito, nel "mondo dei parchi", degli operatori come degli appassionati Questa pubblicazione vuole essere il primo contributo in questo senso. Il libro è diviso in tre parti, così come lo è stato il convegno. Nella prima si ricorda principalmente la figura di Valerio Giacomini studioso e scienziato, prendendo spunto dai suoi scritti per analizzare l'attuale rapporto tra la comunità scientifica ed i problemi che assillano il mondo della protezione della natura. Nella seconda parte la rilettura di "Uomini e Parchi" è l'occasione per una riflessione su parco come "istituzione". La terza parte è invece dedicata al Parco dell'Alto Garda Bresciano che Giacomini volle come modello di un nuovo modo di intendere l'area protetta. Il convegno si è concluso con la approvazione di un documento, in cui si sono riassunte le risultanze dello stesso e con la sottoscrizione da parte degli organizzatori di un protocollo d'intesa per una collaborazione stabile per elaborare ricerche e progetti in materia di aree protette e per la divulgazione del pensiero e delle elaborazioni di Giacomini sulla protezione della natura, con sede di lavoro presso il Parco dell'AIto Garda Bresciano. Nelle intenzioni dei sottoscrittori l'intesa di lavoro dovrà portare alla creazione di un vero e proprio "Centro Studi" dedicato alla figura di Valerio Giacomini. Anche questi due documenti conclusivi del convegno trovano posto nella pubblicazione. |