Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 21 - GIUGNO 1997


Il Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga
Giuseppe Rossi*

"Natura! Noi siamo da essa circondati e avvinti, senza poter da essa uscire e senza poter entrare in essa più profondamente. Essa crea eternamente nuove forze: ciò ch'è ora non era ancora, ciò che era non torna tutto è nuovo, e nondimeno è sempre antico. Noi viviamo nel mezzo di essa e le siamo estranei. noi operiamo costantemente su di essa, e tuttavia non abbiamo su di essa nessun potere. Esso punisce come un tiranno chi la distrugge in sé e negli altri, mentre stringe come un al suo cuore chi l'asseconda. Non conosce passato e futuro; il presente e la sua eternità".

(J.W. Goethe)

 

Leggiamo gli inni rivolti alla natura e nella fantasia immaginiamo il nostro primigenio, rapporto con essa, un contatto di istinti e sentimenti straordinari, tra i colori e i profumi che ci regala incessantemente.
E pensare che oggi, I'uomo, moderno, circondato dal mondo artificiale che egli stesso si crea, sembra soltanto un visitatore di passaggio, tra le manifestazioni di Madre-Natura.
Invece, il costante impegno di pochi per la conservazione dell'ambiente, concretizzato con la creazione di parchi naturali in tutto il mondo, riesce in qualche modo e sempre più ad offrire a quest'uomo la possibilità di appagamento, dei sensi e dello spirito, nella ritrovata unità della sua origine.
Cosi, nel cammino della salvaguardia dell'inestimabile patrimonio naturale del nostro Paese nasce il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, testimonianza dell'eterna vita dei monti e dei boschi, delle acque e di ogni essere vivente che vi abita. E del suo patrimonio culturale e umano, che ci regola i segni - nonostante ferite e aggressioni recenti di un profondo rapporto di amicizia tra uomo e natura.
Un Parco Nazionale che offre grandi sensazioni e profonde suggestioni.
Il sole, che sorge dal mare Adriatico. rischiara. con la sua luce ancora debole gli orridi e i precipizi del "Paretone", scopre "i vadi", impervi e caratteristici testimoni d'un passato di migrazioni contadine dal Tirreno all'Adriatico addolcisce la profondità del Vallone delle Cornacchie e si riflette, con giochi di luci e colori, tra i cristalli del Calderone, ultimo residuo glaciale della catena appenninica; risalendo lentamente sulle balze granitiche del Corno Grande, levigate e addolcite dal vento che sembra nascere dalla Sella dei due Corni, chiama, da poco tornati, i camosci al pascolo.
Intanto, sui pianori erbosi e ondulati di Campo Imperatore, i pastori svegliano le greggi e le portano a maculare di bianco le distese giallo-verdi al piedi delle vette, le ombre si increspano tra i bastioni del Monte Camicia, si addensano e si diradano tra i pinnacoli e i canali del Monte Infornace, mentre i fuochi notturni si spengono sulla Fornaca fiume di ghiaia che "scorre" ai piedi del Monte Prena.
All'ingresso del Campo Imperatore, le Fonti Rionne e San Lorenzo, distillano "acqua assai bonissima" e offrono all'escursionista lo base ideale per la partenza alla conquista della Cresta Orientale, la traversata più spettacolare e panoramica dell'intero Appennino.
E i misteri degli eremi, le leggende delle fantasie popolari si risvegliano e offrono le proprie affascinanti storie a pellegrini e visitatori, sempre numerosi, le cui voci si sposano ai ricchi colori di viole gialle e blu e di rare orchidee, tra le selvagge pendici del Monte Brancastello, dove, alla luna, non è raro ascoltare i concerti dei lupi, testimoniati anche da tanti viaggiatori e pastori dei secoli scorsi.
Nel maestosa anfiteatro di Campo Pericoli rispondono le evoluzioni agili e fluttuanti dei pochi camosci che, tra le rocce e le pietraie, osservano il lento passeggiare dell'uomo e la sua rispettosa estasi di meraviglia, nel vederli là, dove ... non c'erano più. Nella Val Maone la nebbia risale i canaloni di roccia e nasconde le non rare grotte, verso la sommità del Pizzo di Intermesoli, Intorno ai balconi del Monte Corvo planano le Aquile, padrone assolute del silenzio delle valli solitarie del Venacquaro e delle selle inaccessibili, dove fioriscono e vivono endemismi e relitti glaciali, le timide stelle alpine dell'Appennino e la graziosa Arvicola delle nevi.
Dalla foresta della Val Chiarino, magari seguendo le orme di un notturno Orso marsicano migratore, si giunge a contemplare l'altro volto nascosto e selvaggio del Porco; i Monti della Laga.
Il regno dei boschi e delle acque, dove un Castagno, un Abete Bianco, un Faggio secolare, il canto notturno del Gufa reale e il tuffo del Merlo acquaiolo, sono i più nobili protagonisti, dove l'uomo, da estraneo, può diventare un semplice elemento dell'unità ritrovando armonia e pace dello spirito.
La marna e l'arenaria sono un velluto sul quale scorre ogni ruscello, ogni minuscolo rivolo, e dal quale si creano vortici, salti e cascate, che il visitatore, "senza parole", ammira dal sentiero. Le Cento Cascate, la Morricana, la Volpara, delle Barche, cantano in coro, discendenti dal Pizzo di Moscio e dal Monte Gorzono, dalla Macera della Morte e dal Pizzo di Sevo, dissetano le greggi dei pascoli d'altitudine, alimentano i fiumi che scorrono nel fondovalle, o scavare e scoprire gole dalle pareti impervie.
All'orizzonte, le Gole del Salinello offrono rifugio ai falchi pellegrini, alle aquile e ai gufi reali, ai gracchi corallini e il fiume accoglie tra le sue acque l'ululone dal ventre giallo e il tritone, scavando piccole e grandi grotte, di Sant'Angelo e San Michele, abitate fin dall'antichità. Tra le fronde dei castagni e i frammenti di cielo azzurro si scorgono; voli dei germani reali, delle folaghe e dei moriglioni che raggiungono gli aironi sulle acque del lago di Campotosto.
Un branco di lupi, nelle pellegrinazioni notturne, si aggira tra le macchie di Laturo, Valle Pezzata e Altovia e raggiunge i profumi degli Abeti bianchi, affacciati sull'Area faunistica del Cervo a Cortino.
E quei lupi osservano i loro nemici-amici, nell'attesa di poterli cacciare, nel rispetto della loro etica naturale e nel loro rapporto di reciproco gratitudine. E mentre gli animali e le piante si osservano e si parlano, la loro voce, la voce della sera, giunge nei centri abitati, accompagna i pastori nelle stalle, rallegra l'artigiano nella bottega. Si plasmano le ceramiche a Castelli, si raccoglie il farro sotto l'ombra del tramonto di Rocca Calascio, si abbrustoliscono le castagne a Leofara, i funghi porcini dalle ceste profumano i focolai domestici a Crognaleto, la Torre di Santo Stefano di Sessanio, dall'alto, saluta il sole.
L'uomo del luogo, armonizzando ogni sua attività al proprio ambiente, recuperando un rapporto di nuovo rispetto con la Natura, saprà rendere partecipe di questa gratificante esperienza, con cordialità e amichevole simpatia, ogni visitatore che voglia ricercare quell'unità primordiale benefica nell'ambiente, tra le foreste, sulle vette e nei villaggi dal Parco Nazionale del Gran sasso e Monti della Laga.

*Presidente del Parco Nazionale Gran Sasso La Laga.

 

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Denominazione: Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della lega;
Istituzione Parco: Legge 6 dicembre 1991, n. 394;
Istituzione Ente: Decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1995.
Perimetrazione definitiva con Zone 1 e 2;
Superficie: 150 mila ettari;
Regioni: Abruzzo, Lazio, Marche;
Province: L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti, Ascoli Piceno;
Comunità Montane: Amiternina, Campo Imperatore, Gran Sasso, Lega, Fino Piomba, Vestina, Velino, Tronto;
Comuni: L'Aquila, Barete, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Montereale, Pizzoli, Barisciano, Calascio, Capestrano, Carapelle, Calvisio, Castel del Monte, Castelvecchio, Calvisio, Ofena, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia, Campli, Civitella del Tronto, Cortino, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura, Valle Castellana, Arsita, Castelli, Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso, Montorio al Vomano, Pietracamela, Tossicia, Brittoli, Bussi sul Tirino, Carpineto della Nora, Castiglione a Casauria, Civitella Cassanova, Cervera, Farindola, Montebello di Bertona, Pescosansonesco, Villa Caliera, Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Accumoli, Amatrice;
Amministrazioni Separate dei Beni dei Naturali: Assergi Arischia, Pagliara, Padula, Pietralta, Macchia da Sole, Carnarda, Rocca Santa Maria, Macchiatornella, Illica;
Sede provvisoria: L'Aquila, via Roio n. 12 (Palazzo Dragonetti)
Centri servizi: In allestimento nei principali comuni del Parco;
Centri informazioni itineranti: nelle principali aree turistiche;
Associazioni, Cooperative e Società di Servizi: A.R.T.E. (Castelvecchio Calvisio), Cime Azzurre (Arquata del Tronto), Colle Sette Vangeli (Arsita), GhEA (Montorio al Vomano), Vivi il Parco (Ortolano Campotosto), Bancastallo (Calascio), Suprema (Amatrice) Pianeta Montagna (Pietracamela), A.R.E. (Rocca Santa Maria), Terra dei Parchi (Calassio), DIMAV (Pietracamela), A Piedi nel Parco (Calascio), Centro Turistico Gran Sasso (L'Aquila), Il lago (Mascioni Campotosto), A.C.F. (Assergi), Scuola Verde (Isola del Gran Sasso);
Itinerari escursionistici: Sentiero Italia, Trekking del Brigante, Trekking Aprutino, Sentiero del Centenario, Sentiero dei Quattro Vadi, sentieristica varia in allestimento;
Aree Faunistiche: Camoscio (Pietracamela Farindola), Cervo (Cortino);
Fauna: Lupo appenninico, Camoscio d'Abruzzo, Orso marsicano (presenza sporadica), Cervo, Capriolo, Cinghiale, Gatto selvatico, Istrice, Arvicola delle nevi, Barbatello, Aquila reale, Astore, Lanarlo, Falco pellegrino, Gufo reale, Coturnice, Gracchio Alpino, Gracchio corallino, Fringuello alpino, Picchio muraiolo, Balia dal collare, Vipera dell'Orsini, Colubro di Riccioli, Cervone, Tritone e Geotritone italiano, Salamandrina dagli occhiali, Ululone dal ventre giallo, Rana italiana, Rana temporaria, Parmassius Apollo Romei, Rosalia alpina;
Flora: Faggio, Abete bianco, Castagno, Cerro e Roverella, Betulla, Tasso e Agrifoglio, Ginepro, Corniolo e Orniello, Maggiociondolo, Acero e Carpino, Anemone e Ranuncoli, Giglio martagone, Daphne e Lampone, Orchidee Genziane, Nigritella e Silene acaule, Violaciocca appenninica, Atamanta sicula, Stella alpina dell'Appennino, Salice erbaceo, Adonide curvata, Androsace di Matilde, Genepi appenninico, Ranuncolo magellese, Primula orecchiadorso, Papavero alpino, Astragelo aquilano, Soldanella alpina, Piguicola alpina, Adonis venalis;
Fiumi: Tirino, tavo, Fino, Aterno, Mavone, Vomano, Tordino, Salrnello, Castellano, Tronto;
Laghi: Campotosto, Prowedenza, Pagliara, Racollo, Assergi, Passaneta, Fossa di Paganica, Barisciano, Lago Secco, Filetto, Sfondo, Lago della Selva;
Cascate: Cento Fonti, Morricana, Volpera delle Barche, Ortanza, delle Scalette, della Prata, del Salinello, la Cavata, del Tordino, Rio Arno, del Ruzzo, Vitello d'Oro;
Vette: Corno Grande (2.914), Corno Piccolo (2655), Pizzo di Intermesoli (2.635), Monte Corvo (2.623), Pizzo Cefalone (2.532), Monte Brancastello (2.385), Monte Camicia (2.564), Monte Prena (2.561), Monte Tremoggia (2.331), Monte San Vito (1.892), Monte Capucciata (1.802), Monte Gorzano (2.458), Cima Lepri (2.445), Pizzo di Sevo (2.419), Pizzo di Moscio (2.411), Macera della Morte (2.073), Monte Foltrone (1.718), Monte Girella (1.814)
Eremi: Grotta S. Angelo di Ripe, S. Maria Scalena, S. Marco (Civitella del Tronto);
S. Francesco alle Scalelle, S. Maria Maddalena, S. Angelo in Volturno (Valle castellarla);
S. Maria e Pagliara, S. Colomba, S. Nicola di Fano a Corno, S. Cassiano, Frattagrande (Isola del Gran Sasso);
S. Franco di Peschioli, S. Franco al Cefalone, Sorgente di S. Franco (Assergi);
Monasteri e Abbazie: S. Pietro ad Oratorium, S. Cipriano, S. Giovanni ad Insulam, S. Benedetto alle Cafasse S. Maria del Monte, S. Maria Carboni, S. Crisante, S. Bartolomeo, Monte Santo;
Castelli e Rocche: Rocca Calascio, Castello di Pagliara, Vado di Siella, Forca di Penne, Fortino Santanello, Castel di Luco, Piano Roseto, Castel Manfrino, Vallinguina, Arquata del Tronto, Civitella del Tronto, Colle del Vento, Capestrno, Pizzoli;
Aree archeologiche e ruderi: Campovalano, Colle Scaletta, Città Beregra, Necropoli S. Marco, Aufinum, Furfo, peltuinum, Villa Calvisia, Condole di S. Stefano, Locce di Barisciano, Santa Maria del Monte;
Chiesette rurali e campestri: Santa Ruf~na, S. Maria di Filetto S. Maria di Cinturelli, Madonna dei Santi, Eremo Varani;
Alberghi, Pensioni, case e camere d'affitto: nei principali Comuni del Parco;
Ostelli: Cortino, Il Ceppo, Leofara, Campo Imperatore, Amatrice, Torricella Sicura;
Campeggi: nei pressi delle principali aree turistiche attrezzate;
Rifugi: diversi, lungo la rete sentieristica;
Ogni Comune del Parco, con diverse peculiarità, merita di essere visitato