Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 21 - GIUGNO 1997


Il Parco degli Adirondack
Paul M. Bray *
 

Introduzione
"Il Parco degli Adirondack come Parco: futuri sviluppi nel secondo secolo di vita del Parco" è un documento presentato al convegno sul Parco per il suo centenario sponsorizzato dall'Associazione per la Protezione degli Adirondack nel 1992. L'Associazione sostiene la protezione delle risorse del Parco dal 1901. Il Parco degli Adirondack a nord dello Stato di New York ha una superficie di 2,4 milioni di ettari ed è la più grande area naturale ad est del fiume Mississippi negli Stati Uniti. I suoi confini sono definiti da una linea di demarcazione (blu line) secondo la legge di Stato. Alcune delle sue caratteristiche naturali sono 46 montagne sopra i 1.230 metri con trenta(?) ettari di zona alpina, 325.000 ettari di zone umide, le sorgenti di 5 fiumi principali, migliaia di laghi, stagni e corsi d'acqua, una prospera popolazione di cervi, orsi e castori, e vaste aree boscate allo stato naturale.
Meno della metà del territorio del Parco è di proprietà pubblica. Il sessanta per cento del restante territorio privato è posseduto da società private che commerciano in legname ed altri grandi proprietari terrieri. 130.000 persone risiedono permanentemente in piccole villaggi o paesi disseminati in tutto il parco. Milioni di persone visitano il parco ogni anno e settanta milioni vivono in un'area distante dal parco un giomo d'auto. Ci sono buone attrezzature per il campeggio e buoni sentieri, con due aree turistiche, la più grande delle quali (Lake Placid) ha ospitato due Olimpiadi invernali. E permessa la caccia.
Le zone pubbliche sono protette dalla Costituzione di Stato che dichiara che quelle zone devono essere "per sempre mantenute a bosco naturale", dove è vietato il taglio, la rimozione o la distruzione degli alberi. Per questi motivi, il Parco degli Adirondack è un parco ad area selvaggia protetta e con aree private dove viene incoraggiata la silvicoltura per sostenere l'economia locale. Il Parco fu creato dalla città di New York interessata nell'800 a proteggere il bacino di fiumi e canali usati per i trasporti commerciali. Nel corso degli anni, il grande numero di persone residenti fuori dal Parco ne hanno sostenuto la protezione come area wilderness e/o per la sua importanza ricreativa. Coloro che risiedono entro i confini del parco si sono lamentati di non avere potere decisionale di fronte ad interessi esterni. Questo è evidente soprattutto dal 1970, quando lo Stato ha messo in atto un programma globale basato su valori ecologici e sull'uso razionale del territorio per le aree private all'interno del Parco. Questo piano è in grado di appoggiare lo sviluppo sostenibile. In questa fase di sviluppo di parchi nazionali e regionali in Italia, I'esperienza del Parco degli Adirondack può essere una guida utile alla creazione di parchi in aree abitate. Come indica il documento, sono convinto che i parchi come quello degli Adirondack possano rappresentare un elemento di unione per gli interessi della comunità in generale e delle comunità locali in transizione verso una società sostenibile.



Il Parco degli Adirondack: futuri sviluppi nel secondo secolo di vita del Parco
"Ciò che chiamano il Parco degli Adirondack non è un piccolo parco ai margini della strada, né un piccolo terreno concesso per il campeggio con bagni e docce pubbliche; intendo dire che stiamo parlando di sei milioni di acri di foreste, montagne e laghi, una regione grande come lo stato del Vermont, il più grande parco del paese, e la maggior parte delle persone che vi abitano tutto l'anno sono sparse in piccoli paesi nelle valli, vivono con i buoni-viveri dello Stato, riscuotono la disoccupazione, si tengono stretti davanti al fuoco e aspettano l'inverno, finché possono ritornare fuori a riparare i danni causati dall'inverno.
E un posto difficile per viverci, difficile da trattare con toni romantici. Ma, sorprendentemente, non difficile da amare - perché così devo chiamare il sentimento che esso mi evoca, una strana combinazione di paura e sgomento..."
Questo brano tratto da The Sweet hereafter evidenzia la grandezza, la profondità, il mistero e le contraddizioni del parco degli Adirondack visto attraverso gli occhi dello scrittore Russell Banks. Amare il parco degli Adirondack non vuol dire soltanto abbracciarne le contraddizioni, ma cercare anche interessi comuni che vanno al di là delle differenze all'interno di queste contraddizioni. Un centenario per una eredità durevole e in sviluppo con tutte le sue contraddizioni è un'opportunità per guardare indietro e per ricordare ed è una buona occasione per valutare il presente e condividere idee sul futuro di questa eredità. L'Associazione per la protezione degli Adirondack sta fornendo a noi e alle future generazioni un vero servizio con l'organizzazione di un forum che sarà una guida per il futuro.
La Commissione forestale del 1891 previde correttamente che "non si poteva dar vita al Parco degli Adirondack con la bacchetta magica". Cento anni più tardi, Eleanor F.Brown evidenzia nel suo articolo per il centenario (42%/48% and Counting), che il Parco degli Adirondack si trova ancora in una dolente fase creativa. E arrivato il momento di accelerare questo processo e creare il Parco degli Adirondack che è veramente un parco ispiratore, educativo, ricreativo e ecologico.
Guardare al Parco degli Adirondack come parco per il suo secondo secolo di vita richiede di attingere alla migliore tradizione americana dei parchi ed ha bisogno di un territorio in via di sviluppo e di un'etica delle risorse.
I parchi, a partire dai luoghi ricreativi di Olmsted come Central Park a New York e i parchi urbani come quelli di Buffalo fino ai parchi nazionali e statali(l) sono una grande invenzione americana sociale ed ambientale.
I parchi cittadini sono all'avanguardia nell'urbanistica e costituiscono una forza d'unione integrante tra la gente e i dintorni da più di un secolo. In tutta la storia dei parchi urbani sono state rilevate molte questioni sociali. Il concetto di parco nazionale è stato dichiarato "la migliore idea che l'America abbia mai avuto". La legge organica del National Park System promulgata 76 anni fa stabiliva che le risorse paesaggistiche, naturali e storiche del sistema fossero lasciate "inalterate per la fruizione delle generazioni future". Questo obiettivo di conservazione inerente all'idea di parco può essere visto come la continuazione nel ventesimo secolo della dottrina del monopolio pubblico che risale al codice di Giustiniano del Vl secolo. Secondo la dottrina del monopolio pubblico, il governo ha l'obbligo di proteggere l'interesse pubblico verso certe risorse comuni per le generazioni presenti e future, e questo interesse e il diritto di avere speciali luoghi naturali e culturali sono stati salvaguardati per le generazioni future dal National Park System. I tribunali dello Stato di New York applicano un concetto di diritto comune del monopolio pubblico per limitare l'alienazione di aree parco senza approvazione legislativa.
Può darsi che faremo sempre più affidamento sul National Park Service e su altre realtà di parco, e ci avvicineremo ad esso, quando arriveremo a capire che il territorio e le risorse naturali sono patrimonio comune dell'umanità che deve essere gestito per dare eguali benefici a tutti e a tutte le generazioni. L'idea dei parchi e del monopolio pubblico può fare da cornice per la gestione di questo patrimonio comune. Il nostro National Park System come sistema per portare avanti obiettivi di conservazione è stato emulato, adottato e migliorato a seconda delle diverse condizioni economiche, sociali, culturali e di impiego del territorio in più di 125 paesi.
La tradizione dei parchi americani ha avuto sia una dimensione statica, incentrata sul parco, che una dimensione dinamica, appartenente alla comunità e alla regione. La dimensione statica deriva dal considerare i parchi come proprietà pubblica o luogo di rifugio separato e distinto dal resto della comunità, nel caso di parchi urbani, e dall'ambiente circostante, nel caso di parchi statali e nazionali. Visto con l'ottica di questo modello, il Parco degli Adirondack con la sua scacchiera di zone pubbliche e private assomiglia a stento ad un parco.
Tuttavia, la tradizione dei parchi del nostro paese ha avuto anche una dimensione dinamica, laddove i parchi hanno costituito una forza integrante e d'unione per valori sociali e ambientali. I luoghi ricreativi di Olmsted(2) erano designati per attrarre e fornire un servizio eguale per tutti i cittadini ed essere una forza integrante nella società. Olmsted si considerava piuttosto come una specie di ingegnere sociale ed educatore di anime che un
artista del paesaggio. I parchi urbani furono anche uno strumento in più in urbanistica. Olmsted propugnava e progettava parchi e strade alberate complementari in città come Boston e Buffalo per creare nella città non solo degli spazi ricreativi, ma anche per recuperare ambienti sgradevoli ed ostacolare l'espandersi della città in modo irregolare e per gestire la crescita urbane.
La dimensione dinamica per i parchi nazionali e statali ha raggiunto una posizione di prima linea negli ultimi venti anni. In National Parks for a New generation, la fondazione per la tutela ambientale (Conservation Foundation) riportava che negli anni '60 e '70 "I'idea di parco era in sé, ampia: nei cosiddetti parchi greenline, gli insediamenti umani sono considerati come parte integrante del paesaggio da proteggere ed interpretare, piuttosto che intromissioni nella scene naturale". Città come Lowell, nel Massachusetts, e numerose regioni abitate hanno cominciato a svilupparsi e ad essere gestite a parco dal National Park Service ("Non c'è un singolo parco al Parco storico nazionale di Lowell, la città stessa è un parco". ha scritto il Times). Nel 1982, lo Stato di New York ha costruito il primo nel sistema a carattere statale dei parchi culturali urbani o città-parco della nazione.
L'estensione dell'idea di parco si è avuta in risposta alle necessità contemporanee di gestire le risorse per proteggere il nostro patrimonio comune e pianificare a livello regionale, integrando valori economici ed ambientali.
Il parco degli Adirondack è un buon esempio della dimensione dinamica dell'idea di parco ed è stato considerato un modello per i greenline parks, come li definiscono gli urbanisti.
Anche se il concetto del parco degli Adirondack come parco era solo un sogno o semplicemente un ripensamento quando il parco fu approvato per legge nel 1892 ed oggi è una realtà considerata in modo ambivalente, I'importanza del Parco come parco è sostanziale.
Il fatto che il Parco degli Adirondack sia un parco ha aperto il dialogo sulla gestione del territorio in un contesto di parchi ad ampio raggio, contribuendo con ciò a conservare il carattere distinto di una vasta area particolare.
Senza la linea di confine che delimita un parco, avremmo ancora molto probabilmente zone di riserva boscate, un Parco statale del Lake George ed altri parchi statali negli Stati del Nord, ma non avremmo un progetto regionale di utilizzo del territorio che comprenda l'area del Parco. Ogni singolo villaggio e attrazione del Parco fanno parte di una visione molto più ampia del parco stesso e questo rafforza l'economia del turismo. Come conclude Amy Godine in un saggio per il centenario su Adirondack Life, "la risorsa economica più durevole e rinnovabile del parco finisce con l'essere il parco stesso". Può essere stato il concetto iniziale del Parco che ha portato concordemente il pubblico a rifiutare gli emendamenti costituzionali intesi a indebolire la protezione sempre selvaggia della riserva forestale nel Parco degli Adirondack. Lo stato giuridico del Parco ha protetto la riserva forestale.
Sulle spiagge e sulle aree per il campeggio, sui sentieri che attraversano zone pubbliche, sui laghi e lungo i fiumi, in aree commerciali e nei punti panoramici su Whiteface e sulle Prospect Mountains, il Parco degli Adirondack è un luogo di svago pubblico per milioni di persone. Il Parco è stato usato per fare escursioni a piedi, per il campeggio, la pesca, la caccia, il bird watching, la moto slitta, per sciare, per andare in toboga, per fare canoa, ed altre attività connesse all'acqua, per il golf, il tennis ed innumerevoli altre attività ricreative.
Nella legge che ha istituito l'Ente Parco degli Adircndack si dichiara che "le risorse estetiche e naturali, del bosco e dell'acqua permettono di fare una esperienza ricreativa all'aperto di importanza nazionale e internazionale".
Il Parco è stato riconosciuto anche come un luogo di cura pubblico, "un sanatorio ... conosciuto da un oceano all'altro e da paese a paese".
L'educazione al rispetto ambientale all'aperto e i servizi didattici per conoscere il parco sono forniti dal Ministero dell'Ambiente, dall'Ente Parco degli Adirondack con due centri visitatori e da istituzioni private come il famoso Museo degli Adirondack e il promettente programma di Adirondack Discovery. Molti dei motivi per cui il Parco degli Adirondack ha avuto successo dipendono più dalle circostanze che da una visione del parco largamente condivisa.
Ci sono molti motivi per questa mancata visione comune del parco. Da un punto di vista che pone il parco al centro della questione, il Parco degli Adirondack può essere parco solo nel caso in cui diventi una esclusiva proprietà pubblica. Il mancato sostegno ed il venir meno della proposta di un Parco Nazionale delle Montagne Adirondack nel 1967 ha messo a tacere qualsiasi intenzione di fare del Parco una proprietà interamente pubblica. Alcuni abitanti degli Adirondack che hanno rifiutato una pianificazione del parco considerandola un intralcio della civiltà, come ha evidenziato Mason Smith, "si aggrappano al sentimento (troppo disarticolato per considerarlo un'opinione) che le grandi foreste sono ancora realmente e naturalmente selvagge, ancora allo stato naturale perché, inospitali, come è stato per i Bark-Eaters (mangiatori di corteccia) il cui avanzamento viene ostacolato ai margini di un confine, tramite la povertà e, grazie a Dio, alla noncuranza. Ma non è certamente così. Il Parco degli Adirondack è un posto deliberatamente ed ancora debolmente conservato".
Un altro fattore è il timore. I protezionisti temono che mettere a punto la creazione del parco aumenterà le opportunità per sviluppare i servizi, per lo svago con mezzi a motore ed altre attività. Dopo tutto, Robert Moses s'impose una volta nella creazione di parchi nello Stato di New York e si curò poco della protezione delle risorse naturali. Altri, che sentono troppo grande l'influenza che i protezionisti hanno avuto, temono che all'ordine del giorno di un parco ci sarà sempre il loro programma protezionista. Si è sempre avuto un debole equilibrio tra conservazione e obiettivi di uso nella storia dei parchi americani, ma c'è più da guadagnare ad accettare la sfida inerente a questo equilibrio che sfuggire ad essa.
Anche lo Stato ha contribuito alla mancanza di una visione o di un progetto per il Parco come parco. "Amministrativamente, lo Stato è sembrato propenso a sezionare il Parco piuttosto che vederlo come un tutto unico", ha scritto Eleanor F.Brown.
Coloro che gestiscono il territorio statale (DEC) e quelli che regolano l'uso del territorio (APA) si concentrano ciascuno sulla loro rispettiva missione, indifferenti, nella migliore delle ipotesi, al concetto di Parco come parco. I primi hanno rifiutato senza riflettere la recente proposta per una riorganizzazione interna per costituire l'Adirondack Park Service e una legislazione suggerita per l'anno del Centenario dal Governatore Cuomo, che non contiene alcunché, per favorire o migliorare l'organizzazione o l'esercizio del parco.
Ma forse il motivo principale per cui il Parco si trova ancora nel difficile processo di trasformazione in un parco è la sua complessità e la sua spaventosa estensione. Il suo modello di territorio abitato e di proprietà privata mista a zone di conservazione del bosco è stato un incubo per la programmazione, a causa del sovrapporsi di fattori ecologici, paesaggistici, storici e scientifici, oltre che di fattori economici, sociali e culturali. I valori di principio del Parco, il suo carattere di spazio aperto e la diversa combinazione di natura, foreste, zone umide, corsi d'acqua ed aree abitate e montagne sono difficili da gestire. Per esempio, la sua vastità ovvero milioni di acri di spazio aperto non facilitano la sua gestione.
Una regola pratica è che il 5% di sviluppo in aperta campagna fa il 50% di danni con l'alterare la geografia mentale della popolazione di un'area. Superfluo dire che è difficile, in questi tempi che mutano rapidamente, mantenere per qualsiasi piccola comunità rurale la peculiarità, la stabilità, la autosufficienza economica, il valore della storia e delle tradizioni e i rapporti della gente con il paesaggio; e per i piccoli villaggi disseminati nel Parco degli Adirondack si tratta quasi di una sfida.
Ma se è comprensibile che vengano a mancare una visione o un piano comune per il Parco come parco, dovrebbero almeno essere chiari gli scopi e la necessità di questa visione comune, affinché, il Parco realizzi definitivamente ed interamente il suo potenziale come parco. Può essere l'unico modo di sopravvivenza della regione degli Adirondack ai cambiamenti politici e all'intensità crescente e a quanto pare inesorabile della vita di città e della routine quotidiana che danneggia molto il paesaggio.
Gestire il Parco degli Adirondack come parco può rappresentare la forza integrante e di unione necessaria a proteggere le caratteristiche del Parco per le generazioni future ed ad assicurarne la fruizione alla generazione presente.
Come Olmsted ha usato un sistema complementare di parchi, strade alberate ed altri miglioramenti per tenere fisicamente unita e organizzare una città in espansione, così un sistema di vedute panoramiche, di strade alberate, sentieri ed altre migliorie in tutto il Parco degli Adirondack costituirebbe una forza d'unione maggiore. Aumenterebbe la visibilità del paesaggio e la consapevolezza di trovarsi in un parco, un posto molto speciale. Nessuno direbbe più, come ha fatto l'ex Ministro dell'Interno Stewart Udall, che "non so mai quando mi trovo dentro il parco e quando sono fuori". Una maggiore attenzione e programmazione per il Parco degli Adirondack come parco permetterebbe al Parco di arrivare alla meta di Olmsted, e cioè che gli eccellenti spettacoli naturali del paese e i mezzi di ricreazione ad essi connessi siano messi al servizio della massa della gente. Il Parco degli Adirondack come è oggi ha troppi segnali di proprietà privata, troppo pochi sentieri e servizi per le escursioni delle famiglie e nessuna efficace strategia per attirare l'attenzione e l'interesse del "turista con il panino" alle particolari caratteristiche del Parco.
Ci si potrebbe aspettare che un piano per il Parco, per esempio, si occupi dell'acquisizione di servitù e di accordi di collaborazione con i proprietari dei terreni privati per un uso limitato a scopo ricreativo delle aree private. Come parte dell'accordo, i proprietari che collaborano ad esso sarebbero sollevati da ogni responsabilità, e sarebbe fatto il possibile per far entrare la gente nei boschi, nelle zone d'acqua e a contatto con le risorse storiche del Parco in modo compatibile con la loro tutela. Si provvederebbe a livello sia pubblico che privato a dotare di segnaletica e di servizi didattici tutto il parco, che sarebbe visibile e accessibile a tutti coloro che vi si avventurano.
Un impegno maggiore verso il Parco degli Adirondack come parco fornirebbe uno stimolo più forte e darebbe più sostegno all'economia locale. Focalizzerebbe l'attenzione di organi locali, regionali e statali sullo sviluppo dei villaggi dove vive la comunità per conservare e sviluppare queste aree tradizionalmente abitate in centri di servizi e/o di villeggiatura ben attrezzati. Questo incoraggerebbe un uso e uno sviluppo prudente delle infrastrutture fornendo una forte alternativa all'espandersi dello sviluppo. Come si è precedentemente notato, i parchi sono intimamente correlati al concetto di monopolio pubblico. I valori pubblici del Parco degli Adirondack sono attualmente protetti dall'articolo 14 della Costituzione di Stato e dal potere della polizia di stato. Al fine di proteggere il comune patrimonio naturale del territorio e delle risorse del Parco va aggiunto l'interesse del monopolio pubblico associato al concetto di parchi.
Gestire il Parco a parco aprirebbe molte strade al dialogo e all'associazione tra molti individui e organizzazioni interessate al Parco, tra cui i residenti tutto l'anno, i residenti stagionali, i sostenitori degli Adirondack e lo spiegamento di funzionari pubblici coinvolti in qualche modo nella gestione e/o nell'uso delle risorse del Parco. Come è stato dimostrato dalla fortunata Commissione per il Centenario del Parco degli Adirondack nel 1992, il Parco offre molte aree di interesse di cui si può trovare un terreno comune. Impegnarsi nel Parco come parco non potrà portare facilmente ad una risoluzione delle differenze di pensiero, ma offre senz'altro possibilità ancora più grandi per un impegno proficuo di tutte le parti interessate.
Nel secondo secolo di vita del Parco degli Adirondack, dobbiamo pensare a questo Parco in primo luogo come ad un parco ed impegnarci in una ricerca sul parco e in un processo di pianificazione per proteggere le sue risorse naturali e culturali per le generazioni future, per favorire l'accesso e la fruizione di queste risorse compatibilmente con la loro conservazione, per ampliare la segnaletica ed altri servizi del parco tradizionali e per mantenere le aree abitate come parte integrante del Parco.
I principi dei valori sociali, della conservazione e dell'educazione che si ritrovano nella tradizione americana dei parchi può essere il terreno su cui far muovere il Parco degli Adirondack, passando dal doloroso processo della creazione ad un processo di realizzazione gratificante. E l'ora che ci sia un Parco degli Adirondack che realizzi le nostre aspettative per un posto speciale che noi amiamo.

*Docente di pianificazione presso il Dipartimento di Geografia e
Pianificazione, Università di New York (Traduzione di Franca Moscati)

NOTE
1. Trattandosi di parchi statunitensi, il termine "statale" significa "appartenente ad uno degli Stati dell'Unione", quindi soggetto alle leggi di quello Stato, mentre il termine "nazionale" ha una connotazione più ampia, cioè del governo centrale. (n.d.t.)
2. F. Olmsted (1822-1923) = americano, architetto di paesaggi, progettò molti parchi americani tra cui Central Park a New York. (n.d.t.)

 

Pianificazione di un parco e di greenways
(Pianificaz:ione del patrimonio ambientale)

I parchi sono tenuti in alta considerazione dalla società americana. I Parchi Nazionali sono spesso chiamati "gioielli della corona" e i parchi pubblici statali e locali vengono molto usati per un'ampia gamma di attività ricreative e di svago. Forse perché, associati all'idea di rifugio e di fuga dalla vita di tutti giorni, e come tali trattati, i parchi vengono considerati separati e distaccati dall'ambiente in cui viviamo e operiamo.
Non sempre però il tema 'parchi" è stato separato dalle questioni più importanti di pianificazione di centri cittadini e di regioni. Come ha fatto notare Louis Mumford, "è preferibile che la pianificazione di un parco non si fermi ai suoi confini. Il sistema dei parchi è così alla testa di una pianificazione urbana che li include".
Il grande artefice di parchi, Frederick Law Olmsted, considerava i parchi come un'istituzione democratica importante ed una forza integrante per la societa. Egli è famoso non solo per i parchi urbani come Central Park a New York, ma anche perché collegava i parchi tra di loro ed univa così quartieri residenziali. Il sistema di parchi che ne scaturiva costituiva una forza d'unione per una crescita urbana ordinata. L'urbanistica di Olmsted anticipa il modo di concepire in modo euclideo i piani regolatori del ventesimo secolo (la divisione del territorio in distretti che hanno regolamenti diversi) per regolare il processo di sviluppo urbano e periferico. Comunque, per gran parte del ventesimo secolo, la pianificazione dei parchi ha svolto un ruolo non rilevante nell'ambito della pianificazione urbana e regionale.
Lo storico dei parchi Galen Cranz ha scritto che "11 ruolo sempre minore che il settore parchi ha nell'urbanistica è andato di pari passi con il decrescente interesse degli urbanisti in questo settore". Invece di essere l'elemento guida, i parchi sono stati soltanto uno dei molti elementi fisici che gli urbanisti hanno usato per dare ad una comunità o ad una regione una forma di riconoscimento. Inoltre, questo accadeva in un contesto di territorio considerato come un prodotto e le decisioni che venivano prese sull'utilizzazione del territorio erano concentrate in primo luogo su singoli siti o pezzetti di terra entro i confini artificiali delle municipalità.
Negli ultimi decenni, all'avanguardia della pianificazione regionale ed urbana si è assistito ad un riemergere dei parchi. Negli Stati Uniti siamo sul punto di formalizzare lo sviluppo di un'idea di parco con la proposta di un Sistema delle Aree del Patrimonio americano (American Heritage Area System) fatta dal National Park Service.
In National Parks for a New Generation, il Fondo per la tutela ambientale (Conservation Foundation) ha messo in rilievo che l'idea di parco si sta ampliando negli ultimi decenni e che nei cosiddetti "greenline parks", "I'insediamento umano viene considerato parte integrante del paesaggio che va protetto e interpretato, piuttosto che un'intrusione nell'ambiente naturale". Alcune città come Lowell nel Massachusetts e numerose regioni abitate come la Valle del Fiume Blackstone nel Rhode Island e nel Massachusetts hanno cominciato ad essere trattate e gestite a parco dal National Park Service. Il Times ha scritto che "non c'è un solo parco al Parco Storico Nazionale di
Lowell, la città stessa è un parco". A sottolineare e a guidare lo sviluppo di quest'idea di parco sono due correnti primarie: una crescente consapevolezza della società che le risorse naturali e culturali e del territorio sono un patrimonio comune che deve essere gestito per garantire eguali benefici a tutti e a tutte le generazioni, e il bisogno di trovare un equilibrio tra le necessità economiche e i valori ecologici e culturali.
L'ambiente viene visto come una risorsa e viene apprezzato lo sviluppo sostenibile. I bisogni della società hanno dato nuova vita ai parchi) come ad un'idea di conservazione, forza integrante che unisce le comunità e le regioni e veicolo per una pianificazione di regioni e città viste come un tutt'uno con l'ambiente basata sulle risorse. Il Parco degli Adirondack nello Stato di New York è il primo esempio americano di regione-parco abitata. E stato istituito nel l 892, e il concetto di città-parco, è stato codificato dall'approvazione della legge del Parco Culturale Urbano dello Stato di New York nel 1982. Oggi, questo Sistema è formato da 14 parchi culturali cittadini collocati da una parse all'altra dello Stato dal porto di New York a Sackets Harbor.
Il parco fluviale della Valle del fiume Hudson riconosciuta a livello nazionale è qualcosa di più di un sentiero o di un progetto lineare di spazio aperto.
Questo percorso naturalistico (greenway) regionale che circonda le contee su entrambe le sponde del fiume Hudson diventa, attraverso un progetto compatto di uso del territorio, una regione parco.
I parchi culturali urbani e i greenway regionali sono considerati non solo come spazi segnati particolari, ma, in senso più ampio, come un mezzo per riaffermare la vita civile e il diritto pubblico sull'ambiente, sia usando il patrimonio culturale come passato da usare per fini progettuali, sia conservando e gestendo le risorse naturali e cultura]i, sia integrando il rispetto per l'ambiente con la ricreazione in un paesaggio vivo, sia favorendo lo sviluppo sostenibile. Essi stanno creando un nuovo approccio alla pianificazione di aree urbane e regionali che può essere riconosciuta come pianificazione del patrimonio ambientale.
I I corso in Park and Greenwav Planning prenderà in esame la storia, i concetti, i fondamenti giuridici e le metodologie per stabilire, pianificare e gestire parchi abitati e percorsi naturalistici regionali. Tony Hiss scrive sui nessi che ci portano ad un approccio olistico della pianificazione del patrimonio ambientale. Galen Cranz e Charles E.Little trattano il tema dell'evoluzione del concetto di parco e del cambiamento dei ruoli della società nei confronti dei parchi. Michael Hough e Paul M.Bray descrivono approcci e tecniche applicate nella pianificazione di una città o di una area a parco.
Ed infine, Jr. e Ary J.Lamme III discutono il tema del Parco degli Adirondack e di Sackets Harbor che sono due esempi del concetto esteso di parco.
Il parco abitato e la pianificazione del patrimonio ambientale sono in una fase di formazione, nonostante alcune loro reali applicazioni pratiche. Questo corso farà intravedere quale sarà il futuro progettuale per i parchi abitati e il patrimonio ambientale e farà intendere che questo futuro è forse arrivato.