Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 22 - SETTEMBRE/DICEMBRE 1997


Il Parco dell'Arcipelago Toscano: eppur si muove
Umberto Mazzantini*
 



Ad oltre un anno dal decreto istitutivo sono state finalmente registrate tutte le nomine degli organismi direttivi del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e l'Ente parco può iniziare a funzionare, la prima riunione del Consiglio Direttivo si è tenuta il 4 settembre scorso.
La vicenda del Parco dell'Arcipelago è forse la più lunga e sicuramente la più complicata di tutte quelle delle aree protette nazionali, ripercorriamola insieme attraverso le tappe principali:

  • 1992, la legge 979, disposizioni per la difesa del mare, individua 20 aree marine protette, tra queste c'è l'Arcipelago toscano
  • 1988, la legge finanziaria prevede per la prima volta il "Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano", nello stesso periodo il Ministro per il Mezzogiorno Remo Gaspari "inaugura" il cosiddetto "Parco naturale del Capanne" (che dovrebbe comprendere tutta l'Elba occidentale), per la cui realizzazione concede 4 miliardi e mezzo di finanziamenti alla Comunità Montana dell'Elba e Capraia. 1989, il parlamento approva la legge 305 che prevede l'istituzione del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, con un decreto successivo il Ministro dell'Ambiente Ruffolo e quello della Marina Mercantile Prandini emanano le misure di salvaguardia e la perimetrazione provvisoria che riguardano le isole di Capraia, Gorgona, Montecristo e Giannutri e le zone di mare che le circondano. Un successivo decreto del Ministero della Marina Mercantile istituisce una zona di tutela biologica intorno all'isola di Pianosa.
  • 1990, un decreto del Ministero dell'Ambiente modifica la perimetrazione provvisoria e prevede l'estensione del parco alle isole d'Elba, Pianosa e Giglio.
  • 1991, il parlamento approva la legge 394 che riconferma il Parco dell'Arcipelago.
  • 1992, la Regione Toscana respinge una bozza di perimetrazione proposta dal Ministero dell'Ambiente.
  • 1993, il Ministro dell'Ambiente Spini propone una nuova perimetrazione che comprende tutta l'isola d'Elba e che solleva vivaci e generali proteste per la sua inadeguatezza e per i vistosi errori cartografici che contiene.
  • 1994, il Consiglio Regionale respinge la perimetrazione e chiede la convocazione di una "conferenza di servizi" tra Ministero, Regione ed Enti Locali.
    Il parlamento invita il Ministro Matteoli ad istituire il Parco nazionale entro il 31/12/94, solo a dicembre, e con il governo in crisi il Ministro invia alle Regione una "nota" per l'istituzione dell'Ente parco.
  • 1995, la Regione Toscana respinge la "nota" del Ministro perché priva di qualsiasi cartografia allegata e non accompagnata da nessuno studio e parere.
  • 1996, il Ministro dell'Ambiente Baratta invia alla Regione una nuova proposta di decreto e perimetrazione.
    Il Consiglio provinciale di Livorno approva una proposta di Parco, concordata con i sindaci che prevede che l'Area Protetta occupi il 50% circa dell'Elba e che intorno alla maggiore isola dell'arcipelago non esistano vincoli a mare. La Provincia di Grosseto chiede una sostanziale riduzione del Parco nell'isola del Giglio.
    Il Consiglio Regionale Toscano respinge il decreto di perimetrazione per quanto riguarda l'Elba e il Giglio, propone una riduzione del territorio protetto per Capraia, accetta i vincoli esistenti nelle altre isole, apre un "tavolo di concertazione" con i comuni dell'arcipelago che avrà vita breve e difficile.
    Il 24 luglio, dopo che il Ministro Ronchi ha incontrato all'Elba amministratori locali, associazioni economiche e culturali, anti-parco ed ambientalisti viene emanato il D.P.R. che istituisce l'Ente parco. Il Decreto accoglie alcune richieste degli Enti Locali:
    • modifica della perimetrazione a terra e mare per Capraia che vede ridotta l'area protetta al 70% dell'isola;
    • 50% circa del territorio dell'isola d'Elba dentro il parco, nessuna zona di mare inclusa;
    • esclusione di tutti i centri abitati dal parco, ad eccezione dei piccoli centri collinari di Marciana e Poggio (circa 500 abitanti all'Elba) su richiesta del Comune di Marciara;
    • esclusione di quasi tutte le aree agricole esistenti all'Elba e al Giglio;
    • esclusione delle "aree di espansione" previste dagli strumenti urbanistici dei comuni;
    • parziale accettazione della richiesta della Provincia di Grosseto per la riduzione della perimetrazione riguardante l'isola del Giglio, inserimento nel parco nazionale del 40% circa del territorio gigliese, nessuna zona di mare inclusa;
    • esclusione dal parco delle zone marine e terrestri delle Formiche di Grosseto e dell'Argentarola.
    • del parco fanno parte anche scogli ed isolotti minori intorno all'Elba, Capraia, Pianosa, Giglio e nel canale di piombino, ma non il mare che li circonda;
    • facilitazioni per la pesca a residenti e proprietari di case nelle isole di Capraia, Giannutri e Gorgona:
    • eliminazione dei divieti di balneazione nelle zone marine ad eccezione di Montecristo.
  • 1997, a marzo si insedia la Comunità del parco, ad aprile viene nominato il Presidente del parco (il Professor Giuseppe Tanelli), ad agosto vengono finalmente ratificate tutte le nomine degli organismi dirigenti del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Questo il breve riassunto di una storia ancora più complicata: sono passati 15 anni dalla legge 979 sulla difesa del mare, 8 anni dalla legge 305 che prevedeva l'istituzione del parco, quasi 6 anni dall'approvazione della legge 394, ci sono voluti 4 Ministri dell'Ambiente per arrivare al decreto di perimetrazione!
Sono stati anni di tensioni e di durissimo scontro politico, di disinformazione e strumentalizzazioni, di gravi tensioni istituzionali, un lungo periodo che ha diviso piccole comunità e provocato fratture difficili da sanare. Oggi che il Parco dell'Arcipelago è finalmente una realtà, le polemiche sembrano allentarsi e l'unico conflitto reale pare essere quello della caccia mentre grande sta diventando l'attesa intorno all'Ente parco ed alla sua capacità di essere protagonista della promozione e dello sviluppo delle isole toscane.
Ma quello dell'Arcipelago è un parco ''difficile'', unico in Europa, costituito da isole disseminate su un'enorme superficie marina, diversissime tra di loro ma legate da una storia comune che il parco può contribuire a rinsaldare, sette isole divise tra l l comuni (che vanno da una grande città portuale come Livorno a Marciana Marina, più piccolo Comune della Toscana per superficie) e due province, un territorio che ha bisogno di ritrovare le comuni radici e di riprendere uno scambio culturale e di esperienze che si è da troppo tempo interrotto. Le aree marine protette intorno alle 5 isole minori fanno parte del Parco dell'Arcipelago la più grande "riserva marina" d'Europa, mentre la perimetrazione e i livelli di protezione provvisori delle isole che compongono il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano variano moltissimo tra l'una e l'altra, ed allora per capire cosa sarà questa singolare area protetta bisogna analizzare isola per isola le diverse situazioni ed i problemi che si presenteranno all'Ente parco.

 

Isola di Gorgona
E la più piccola e settentrionale dell'Arcipelago, appena 228 ha. E sede di una colonia penale per detenuti "a bassa pericolosità", proprio il carcere ha permesso il mantenimento di un ambiente naturale integro a mare ed a terra che è stato interamente sotto i vincoli provvisori del Parco nazionale fin dal 1989, vincoli riconfermati dal decreto istitutivo che prevede una zona 1 nelle aree terrestri e marine ad occidente e 2 nelle rimanenti.
L'isola potrà essere un esempio per la gestione di un'avanzata esperienza carceraria di grande valore sociale in relazione ad un'area protetta con lo sviluppo di un turismo controllato e a "numero chiuso".
 

Isola di Capraia
Costituisce un Comune autonomo (il meno abitato della Toscana), si estende su una superficie di 1.936 ha a 35 Km. dall'Elba della cui Comunità Montana fa parte anche se i collegamenti marittimi tra le due isole sono pressoché inesistenti. E stata, fino al 1996, I'unica isola abitata compresa dentro il Parco dell'Arcipelago. L'istituzione dell'area protetta ha coinciso con la dismissione del carcere che dava lavoro a decine di persone e con il conseguente spopolamento dell'isola. Le molte aspettative che il parco aveva suscitato all'inizio sono naufragate nel perpetuarsi dei vincoli provvisori dell'89 e nell'impossibilità di una piccola comunità di affrontare una situazione che ha "ingessato" I'isola per 8 lunghi anni ed ha portato a Capraia solo i divieti (ignorati da molti) ma non i benefici del parco.
Così l'isola è diventata un precedente negativo per tutto l'arcipelago, additata nei cortei e nei comizi degli antiparco ad esempio del destino che sarebbe inevitabilmente capitato a tutte le altre isole abitate. La nuova perimetrazione viene incontro ad alcune delle richieste della popolazione capraiese: il parco comprende il 70% dell'isola ed esclude il paese e la vecchia colonia penale, sono state ridotte le aree 1 a mare alle sole zone ad ovest che servono alla protezione di uccelli rari come il gabbiano corso, la zonizzazione a terra dovrà essere definita dall'Ente parco, il decreto istitutivo prevede facilitazioni per la pesca dei residenti ed esclude qualsiasi divieto di balneazione. Il vero problema è ora quello di far funzionare davvero il parco e trasformare i vincoli in occasione di valorizzazione dell'immenso patrimonio faunistico, delle risorse marine e della magnifica macchia mediterranea dell'isola, in un rapporto stretto con una piccola comunità molto gelosa della propria autonomia e dei propri usi. In questo senso, un ruolo non secondario potrà giocare la gestione faunistica del coniglio selvatico (che infesta Capraia e che dal 1989 non è più tenuta sotto controllo dagli 8 cacciatori residenti) e la reale protezione delle coste dalla pesca a strascico.
 

Isola d'Elba
Con i suoi 22.641 ha è la maggiore isola dell'arcipelago, divisa in 8 piccoli comuni, con Capraia costituisce l'unica Comunità Montana della Provincia di Livorno. Densamente popolata (28.000 abitanti che diventano 200.000 ad agosto), con una forte economia turistica e la presenza organizzata di partiti politici ed associazioni venatorie e ambientaliste, è divenuta il luogo ideale per lo scontro tra pro ed anti parco.
Il decreto istitutivo prevede una perimetrazione divisa in tre blocchi che, con piccoli corridoi di collegamento tra l'una e l'altra zona, occupano con l'area protetta poco più del 50% dell'isola.
In particolar modo il Parco Nazionale protegge quasi per intero l'area occidentale dell'isola con il massiccio del Capanne (il monte più alto dell'arcipelago con i suoi 1.019 metri), una stretta fascia montuosa centrale e praticamente tutte le aree ex-minerarie dell'Elba orientale (alcune delle quali già comprese nel "parco minerario"). La perimetrazione ha, a detta di tutti, bisogno di integrazioni e modifiche, proprio su questo si è aperta una inedita trattativa tra ambientalisti e cacciatori per arrivare ad una proposta comune di nuova perimetrazione che inserisca nel parco zone di grande pregio ambientale inspiegabilmente rimaste fuori e, mantenendo la percentuale di territorio protetta prevista dal D.P.R. istitutivo, consenta di allargare alcune zone di caccia, magari utilizzando l'istituzione delle aree contigue.
Infatti, finita la guerra del parco e calmatisi gli animi, i nemici di ieri dovranno cercare immediate soluzioni ai problemi concreti come il contenimento della popolazione di cinghiali che sta devastando l'ambiente naturale e l'agricoltura tradizionale e mettendo in serio pericolo la sopravvivenza di specie vegetali ed animali per la cui protezione è nato il parco. Gli stessi ambientalisti chiedono che siano mantenuti gli attuali livelli di abbattimento dei cinghiali (400 - 500 capi all'anno) utilizzando i cacciatori residenti (circa 800) anche all'interno del parco. Anche per quest'isola non esiste una zonizzazione provvisoria, mentre il mare è interamente escluso dal parco.
 

Isola di Pianosa
E l'isola-prigione per antonomasia, negli anni passati sede di carcere di massima sicurezza per brigatisti e mafiosi ha dovuto scontare un lungo isolamento che ha però garantito una salvaguardia quasi integrale di mare e terra. Con la dismissione del carcere di massima sicurezza (data prevista il 30 ottobre), oggi lo Stato ha deciso di restituire alla comunità nazionale questa isola piatta di 1.032 ha. e distante circa 14 km. dall'Elba (Pianosa fa parte del Comune di Campo nell'Elba).
Per l'Ente parco si apre una difficilissima opera di salvaguardia e di recupero ambientale di questo gioiello naturalistico con importanti emergenze archeologiche e di uso del grande patrimonio edilizio costituito dal piccolo paese e dalle strutture carcerarie. Una delle soluzioni proposte potrebbe essere quella del mantenimento di una struttura carceraria simile a quella di Gorgona (che permetterebbe di salvare la colonia agricola esistente ed importantissima per l'avifauna migratoria e di mantenere una continua vigilanza lungo le coste) e da un centro studi internazionale sui temi ambientali, agricoli ed archeologici.
L'isola è interamente compresa nel parco e anche per Pianosa non esiste zonizzazione provvisoria
Il mare di Pianosa non è per ora nel parco, anche se un decreto del 1989, che ricalca la zona di divieto per navigazione e pesca per la sicurezza del carcere, ne ha garantito una protezione che ne fa uno degli ambienti marini meglio conservati del Mediterraneo.
 

Isola di Montecristo
Questo enorme scoglio di nudo granito a 45 Km. a sud dell'Elba, ha una superficie di 1.043 ha e fa parte del Comune di Portoferraio (isola d'Elba). Dopo essere stata riserva di caccia del Re d'Italia è, dal 1971, riserva integrale, zona di massima protezione 1 anche a mare, rinforzata da una più ampia zona 2, inoltre Montecristo è stata dichiarata riserva naturale biogenetica dal Consiglio d'Europa.
L'isola è brulla e la flora è fortemente compromessa dalla massiccia presenza di capre e di altri animali introdotti dall'uomo, ricca invece l'avifauna ed interessante la fauna erpetologica, meraviglioso e ricchissimo il mare, che qualcuno dice ancora popolato dagli ultimi esemplari di foca monaca. Montecristo ha sicuramente bisogno dì un'attenta opera di recupero ambientale e di una diversa attuazione di vincoli così rigidi da non garantire la salvaguardia della flora, compromessa da specie estranee ed infestanti come l'ailanto.
 

Isola del Giglio
In Provincia di Grosseto, a circa 13 Km. dalla costa, è la seconda isola dell'arcipelago per superficie (2.084 ha.) e per abitanti (meno di 2.000), la sua Amministrazione comunale si è distinta per una feroce contrarietà all'istituzione del Parco dell'Arcipelago e per il rifiuto di qualsiasi trattativa, fino a rifiutarsi dì entrare a far parte degli organismi di gestione.
L'isola è un importante stazione turistica ed è nota per i suoi terrazzamenti a vigneto e per i centri storici ben conservati
L'area protetta occupa il 40% circa dell'isola (la costa sud-occidentale) e non comprende il mare ed i centri abitati. Dopo l'istituzione del parco sembra farsi strada un atteggiamento più favorevole al dialogo ed al confronto con l'Ente parco sulla zonizzazione e le opportunità economiche che l'area protetta potrebbe offrire.
 



Isola di Giannutri
E la più meridionale delle isole toscane, ha una superficie di 241 ha. e fa parte del Comune del Giglio da cui dista circa 16 Km. Il Parco nazionale comprende per intero l'isola e si estende anche a mare con l'esclusione di due corridoi di accesso per le imbarcazioni. Giannutri è importante come stazione di passo per l'avifauna e per una ricchissima fauna marina ma anche per la presenza di importanti vestigia romane. Un ricorso al TAR di una piccola associazione di pescatori ha determinato una sospensiva di vincoli a mare introdotti dal D.P.R. del parco, le successive violazioni dell'area protetta marina hanno indotto il ministero dell'ambiente a ripristinare i vincoli con un'ordinanza d'urgenza.
Il mito racconta che le sette isole dell'Arcipelago toscano sarebbero i gioielli perduti della collana dì Venere, che si ruppe proprio mentre la dea della bellezza passava sul Tirreno, oggi il Parco nazionale potrebbe diventare il filo che ricollega tra loro queste gemme di storia e natura, lo strumento per ripensare lo sviluppo di piccole comunità e l'occasione per riscoprire e valorizzare il grande patrimonio naturale e la comune storia delle isole toscane.

* Consiglio Direttivo dell 'Ente parco Nazionale dell 'Arcipelago Toscano