Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 22 - SETTEMBRE/DICEMBRE 1997


L'informazione sulle aree protette
Luca Musumeci*
 

Le cronache della carta stampata, della radio o della TV sembrano rispolverare ad ogni alluvione (annunciata o no che sia) argomenti di facile presa sul lettore come quelli dei disastri ecologici e delle catastrofi naturali, dell'inquinamento e di tutto ciò che nel breve periodo può minare la sicurezza della vita e colpire la salute dell'uomo. Sono argomenti che fanno salire lo share o la tiratura, specie se trattati a fosche tinte e con toni apocalittici.
Non è riservata invece uguale attenzione o spazio dai grandi media ad altri argomenti che forse meno colpiscono la fantasia del lettore. Parliamo della protezione della natura, della biodiversità e della complessità ecologica: certamente temi poco ricorrenti nelle discussioni quotidiane dell'uomo comune, ma che rivestono egualmente un alto significato relativamente alla qualità complessiva della vita.
L'obiettivo di questo studio è quello di analizzare come e quanto le aree protette e i parchi in particolare siano presenti nel panorama dell'informazione scritta, sia quella autogestita e prevalentemente diffusa all'interno della stessa area che quella generalista, a grande diffusione; uno sguardo finale sarà dedicato al mondo dell'informazione elettronica che tanto velocemente si sta affermando.
 

L'informazione all'interno delle aree protette: un grande, potenziale strumento di integrazione e di partecipazione
L'informazione rivolta ai residenti delle aree protette nasce da una serie di esigenze e di problemi fra i quali, ampiamente dibattuto, quello del difficile rapporto tra i parchi e le popolazioni locali. Vivere in un parco, infatti, presenta vantaggi e svantaggi, crea delle possibilità ma impone anche dei limiti e questo può preoccupare chi a tutto ciò non è preparato o abituato. Attorno a questo problema da qualche anno si è sviluppato fra gli addetti ai lavori un dibattito che mira a comprendere le ragioni delle proteste e a proporre scelte alternative o rimedi che limitino i contrasti tra l'Ente parco e gli abitanti dell'area protetta. In questo contesto diventa particolarmente importante il ruolo della comunicazione che può instaurare un dialogo diretto e continuo fra le parti al fine di far nascere fra esse un rapporto di fiducia.
Una buona informazione, infatti, può incidere in quei due aspetti che - nel dibattito fra gli addetti ai lavori sono stati individuati come fondamentali in questo problema e cioè sul concetto di parco dal quale dipende il modo in cui la gente si pone di fronte ad esso; e sul coinvolgimento degli abitanti nella gestione, intesa in senso lato, del parco stesso.
Ma gli scopi di una buona informazione non si possono esaurire in quanto detto sopra. Il parco deve comunicare anche per informare la gente, gli Enti e gli amministratori locali dei propri obiettivi e progetti e con loro avere uno scambio costruttivo di idee e proposte; deve far conoscere i propri bisogni e i propri limiti e quando è il caso protestare per far valere le proprie posizioni (per esempio nei confronti delle amministrazioni locali quando mettono i bastoni fra le ruote); deve confrontare con vari interlocutori dati, esperienze, teorie; deve educare ad un rapporto positivo nei confronti della natura e dell'ambiente più in generale.
 

I bollettini: per un consenso crescente intorno al parco
Certamente gli strumenti informativi sono tanti (testi, video, depliants, ecc.) e vale la pena utilizzarli nella maniera più ampia e completa. Tuttavia per un parco lo strumento principe rimane il bollettino anche se al momento attuale solo una ventina di parchi lo producono regolarmente. Questo dato evidenzia le obiettive difficoltà che si incontrano nella realizzazione di un bollettino e che sono dovute principalmente a questioni economiche e a carenza di personale. E anche vero, però, che lo strumento "giornale di parco" è nato da poco: fra quelli ancora in pubblicazione i primi risalgono al 1993 e da quell'anno il loro numero è in continua crescita. Il settore è quindi in evoluzione e questo fa sperare in una maggiore e migliore utilizzazione di uno strumento che ha delle potenzialità comunicative non indifferenti. Molti bollettini non riescono ancora ad avere una pubblicazione regolare e altri escono troppo di rado non avendo quindi la necessaria continuità e visibilità. La tendenza è comunque quella di uscire 3-4 volte l'anno e sembra conveniente non diminuire il numero di pubblicazioni al di sotto di questo livello. La maggior parte dei bollettini esistenti hanno 8-16 pagine. Anche se il numero di queste non è un fattore fondamentale, è conveniente dotare il giornale di un minimo di spessore perché non venga confuso con un pieghevole qualsiasi. Quasi tutti i bollettini sono privi di pubblicità e questo spesso dipende da scelte etiche; c'è invece chi ha deciso di inserire della pubblicità purché promuova le attività eco-compatibili della zona e questa sembra una soluzione razionale, accettata dalla popolazione locale e coerente col concetto di parco che si vuole trasmettere cioè quello di un'area dove lo sviluppo economico possa essere compatibile con la salvaguardia dell'ambiente naturale. Gli argomenti più presenti nei bollettini analizzati riguardano le questioni gestionali e il rapporto con la gente, la vita nel territorio e la fruizione del parco. Anche le questioni ambientali, la cultura e le tradizioni vi trovano frequentemente spazio. Generalmente questi temi sono trattati in modo semplice, con impostazione e linguaggio adatti ad un lettore medio. Può essere utile - e qualche caso lo dimostra - creare particolari rubriche in cui alcuni argomenti possano essere approfonditi e veicolati da un linguaggio più tecnico. La distribuzione del giornale avviene con modalità differenti: c'è chi invia il bollettino in tutte le case (il caso migliore ma anche quello più costoso), chi lo distribuisce nelle scuole, nelle edicole o in altri punti di ritrovo e chi lo spedisce solo a quelli che ne fanno richiesta. Varie sono le difficoltà di natura tecnica oltre che economica che il parco deve affrontare nella produzione di un bollettino. Fondamentale è la scelta dei collaboratori: spesso si scivola nella tentazione di far scrivere il giornale solo agli amministratori del parco; sarebbe invece molto importante il coinvolgimento della popolazione (che si tradurrebbe in un miglioramento dei rapporti con la popolazione) non solo tramite i suoi esponenti istituzionali ma anche con la partecipazione della gente comune. D'altro canto bisognerebbe comunque evitare che le firme siano sempre nuove, in modo da mantenere una certa linea e che una parte degli autori possa essere conosciuta e riconosciuta dai lettori.
 

L'informazione regionale: per una diversa cultura del territorio
Oltre ai bollettini di parco esistono altri giornali che si occupano di aree protette a livello locale. In alcuni casi si occupano di questioni di carattere regionale: esse cercano di arrivare non solo alla popolazione residente nelle aree protette ma anche a quelli che ci abitano relativamente vicino (magari in città) e che quindi ne sono possibili fruitori. I loro obiettivi sono centrati sulla divulgazione naturalistica, sulla promozione di una diversa cultura verso il territorio e su una valorizzazione dei parchi e della loro fruizione. Tuttavia sono stati, e lo sono ancora, anche un fondamentale strumento di appoggio alla creazione di aree protette. Tra queste riviste troviamo Piemonte Parchi, nata nel novembre del 1983 come allegato al notiziario della Regione Piemonte e dal 1986 distaccatasi da questo e distribuita in abbonamento.
L'importanza storica di Piemonte Parchi è data anche dal fatto che è la prima rivista naturalistica edita da un ente pubblico e che nasce tra le due riviste ambientali patinate Airone e Oasis; essa anticipa, quindi, la "moda ecologica" che esploderà negli anni successivi. L'esistenza di un'informazione a diffusione regionale può essere molto positiva perché può permettere di rispondere a esigenze specifiche, soprattutto in vista della probabile ristrutturazione dell'Italia in senso federale. Sarebbe bene che questo tipo di informazione esistesse in tutta Italia: a questo proposito il Coordinamento Nazionale Parchi e Riserve potrebbe pianificare una rivista a carattere regionale composta da una prima parte che tratti argomenti di livello nazionale o internazionale e da una seconda parte, che tratti di problematiche locali, prodotta nelle varie regioni da una ezalizzazione apposita. Questa divisione in due della rivista potrebbe ridurre i costi e diminuire le difficoltà di chi produce a livello locale.
 

L'informazione sui parchi: necessità di un discorso organico e continuativo
Nonostante che nell'ultimo decennio sia cresciuta la presenza nella stampa delle problematiche ambientali, oggi sembra che si sia verificata una situazione di stallo nel campo dell'informazione ecologica. Molti sono infatti i limiti in cui si dibatte il giornalismo ambientale, limiti denunciati dal variegato mondo di chi si occupa di ambiente (studiosi, associazioni, ecc.) e riconosciuti dallo stesso eterogeneo mondo della stampa. Per studiare più specificamente come l'argomento aree protette venga trasmesso alla massa dei lettori attraverso la stampa a grande tiratura, sono stati analizzati gli articoli scritti sull'argomento da alcuni quotidiani scelti tra quelli della grande stampa generalista e da alcune riviste naturalistiche.
 

I quotidiani
L'analisi è stata fatta su tre quotidiani: n Corriere della Sera, La Stampa e n Sole 24 Ore. Nonostante questa ricerca sia alquanto limitata, si possono comunque proporre alcune considerazioni generali.
La prima riguarda la quantità di articoli sulle aree protette che si trovano nei giornali analizzati: in totale nel 1995 sono 38 di cui 24 de n Corriere della Sera, 6 de La Stampa e 8 de n Sole 24 Ore. Anche se qualche articolo fosse "sfuggito" alla cernita (principalmente tra quelli de La Stampa, che non sono stati controllati personalmente) emergerebbe egualmente come la frequenza di questi articoli nei giornali analizzati sia piuttosto scarsa: su 100 numeri usciti in edicola, in meno di quattro si parla di parchi. Il numero degli articoli dedicati ai parchi poi si abbassa notevolmente se non si considerano le cronache locali dei quotidiani analizzati: per esempio ne il Corriere della Sera molti articoli sono stati collocati nelle pagine dedicate a Roma (o al Lazio) e a Milano (o alla Lombardia) (15/24 pari al 62%) e riguardano chiaramente le locali aree protette.
Questo fatto può indicare come le problematiche delle aree protette vengano viste come argomenti che interessano solo a livello locale e mette in risalto lo scarso interesse del mondo dell'informazione scritta per le tematiche ambientali e in particolare per quello che riguarda le aree protette.
Lo strano è che lo spazio limitato che i giornali dedicano a questo tema è in contrasto con l'interesse dei lettori quale risulta da due ricerche pubblicate nel 1995. Da uno studio approfondito dell'Istituto per l'ambiente nello stesso anno risulta infatti che gli italiani collocano la questione ambientale al quarto posto tra i problemi nazionali, dopo, cioè, la criminalità organizata, la disoccupazione e il traffico di droga. Un altro lavoro pubblicato da Eurisko (un istituto di ricerche sociali e di marketing) dal titolo "Gli italiani e l'ambiente" produce una sintesi di indagini e dati raccolti nei l0 anni precedenti opportunamente rielaborati. Anche questo rapporto evidenzia che gli italiani mettono l'esigenza di vivere in un ambiente sano tra i fattori più importanti della loro vita. In base a questi due studi c'è quindi una contraddizione tra quello che interessa alla gente e quello che viene offerto dai giornali. Evidentemente l'argomento aree protette in sé non fa notizia se non si accompagna a qualche evento straordinario, catastrofico o eclatante. Una seconda considerazione si può fare sul modo in cui vengono presentate le notizie e sulla tendenza ad enfatizzarle, cosa che porta a sottolineare in maniera accentuata solo alcuni fatti, a creare campagne allarmistiche o ad esaltare in modo acritico la natura o un particolare aspetto di essa. Dalla lettura di qualche articolo sembra quasi che gli autori, invece di scrivere per sensibilizzare l'opinione pubblica ed educare al rispetto della natura, tendano a sottolineare gli aspetti negativi, i problemi o le difficoltà che possono incontrare i parchi. Altri, sul versante opposto, descrivono ed esaltano i parchi, i suoi animali o le sue leggende, come se si trattasse del paradiso terrestre. Quello che emerge da quest'analisi è la frammentarietà del discorso, la mancanza di inchieste che approfondiscano un problema e la superficialità di gran parte degli articoli presi in considerazione. Anche se qualche articolo tratta il problema con più serietà e competenza, manca da parte dei giornali la capacità (o la volontà) di affrontare e approfondire l'argomento dandogli continuità e assegnandogli gli spazi necessari. La pagina in cui vengono pubblicati gli articoli ha infatti la sua importanza. Tra i 38 articoli, solo in un caso c'è il richiamo in prima pagina (trattava dei problemi ecologici del Mediterraneo, su La Stampa), per il resto, gli articoli sono pubblicati nelle cronache locali o in altre pagine poco importanti nel contesto globale del giornale. Insomma l'informazione di massa non riesce a fare un discorso organico che spieghi la complessità del problema ecologico ma si materializza in notizie frammentarie legate a fenomeni improvvisi come un'alluvione o una frana, a cronache di interesse locale o si limita a qualche servizio sulla bellezza della natura senza quasi mai avviare un'indagine seria sull'inquinamento, sulle speculazioni, sul degrado del territorio, ecc.
 

Le riviste naturalistiche
Il repertorio della stampa periodica italiana di informazione ecologico-ambientale è molto vario: si va dalle pubblicazioni dei movimenti ambientalisti, alle riviste turistico-geografiche, a quelle che trattano di montagna o di alpinismo, ai periodici professionali o a quelli tecnico-scientifici, fino alle riviste naturalistiche. Anche se spesso queste riviste in carta patinata sono state accusate di superficialità, di mancanza di obiettività ma anche di rivolgere più attenzione alla grafica e all'estetica delle pagine piuttosto che ai contenuti degli articoli, è innegabile che il contributo che questo tipo di stampa ha dato alla divulgazione delle tematiche ecologiche e alla diffusione di una cultura naturalistica e protezionistica è stato fondamentale e a spesso supplito alla mancanza di iniziativa delle stituzioni: queste riviste hanno trattato con frequenza, impegno e serietà le problematiche ambientali.inducendo i lettori ad una netta presa di coscienza dell'emergenza ecologica, senza per questo scadere nel catastrofismo.
E innegabile, d'altra parte, che queste riviste abbiano fatto dell'ecologia un vero e proprio business focalizzando l'attenzione soprattutto sulla qualità delle immagini e sulla leggibilità dei testi e inserendo spesso tra gli articoli della pubblicità non coerente col messaggio ecologico trasmesso. Sono state analizzate le due più diffuse riviste naturalistiche italiane: Airone e Oasis. Di queste due testate, oltre ad una "radiografia" generale, si è cercato di capire con quale frequenza e in che modo si tratta di aree protette, evidenziandone, in conclusione, I'immagine che di queste ultime viene prodotta. Nell'annata '95 delle due riviste analizzate si trovano 42 articoli che trattano più o meno direttamente di aree protette. La loro distribuzione è equilibrata (22 su Airone e 20 su Oasis), ma gli alticoli di Airone provengono in gran parte (73%) da uno speciale sui parchi italiani allegato al numero 174, mentre in Oasis non sono stati rintracciati dei servizi speciali al riguardo. La scelta dello speciale permette probabilmente di dare più visibilità all'argomento, ma rischia di lasciare privi di articoli sulle aree protette quasi tutti gli altri numeri con il rischio aggiuntivo che qualche lettore perda proprio il numero con lo speciale).
La lunghezza degli articoli varia molto. Ne esistono di molto brevi (meno di una pagina): sono di solito delle notizie trattate nelle rubriche iniziali o finali delle due riviste. Ci sono poi articoli di lunghezza intermedia (spesso interviste o analisi di problematiche varie) e altri molto lunghi (fino a 24 pagine) che sono i veri e propri approfondimenti tipici di queste riviste. La distribuzione nel tempo degli articoli è abbastanza uniforme. Gli argomenti maggiormente riscontrati sono quelli che trattano di aspetti ecologici e turistici del parco. (60%)
A distanza seguono le interviste e le opinioni sui problemi di gestione e sulla situazione dei parchi (23%), le strategie protezionistiche (12%) e le notizie (5%). La divulgazione naturalistica e l'informazione turistica sono quindi l'anima di queste riviste: le aree protette sono trattate soprattutto dal lato ecologico-paesaggistico e molto meno da quello socio-economico, come si può notare dallo speciale di Airone sui parchi d'ltalia, in cui molti articoli, dopo qualche accenno storico, sono divisi in 4 paragrafi: paesaggio e geologia, animali e piante, invito alla visita e informazioni utili. Di gestione dei parchi si parla poco, ma con equilibrio e serietà; spesso è richiesto il parere di esperti. Al tema della didattica ambientale nei parchi non è dedicato spazio anche se l'educazione ecologica "indiretta" fa sicuramente parte della linea editoriale. L'immagine globale di parco che risulta dagli articoli identificati è abbastanza idilliaca, irreale. Nella maggior parte dei servizi, non vengono approfondite le problematiche sociali, culturali ed economiche, i vincoli e i benefici che il parco apporta, e quindi rimane solo la descrizione del 'paradiso naturale" in cui ci si può immergere per dimenticare la vita di tutti i giorni. Contrariamente ai quotidiani, queste riviste patinate non usano il catastrofismo per attirare l'attenzione, per"alzare l'audience", anzi forse si sente addirittura la mancanza di qualche inchiesta più piccante sui problemi dell'inquinamento e dei disastri ambientali in genere. Il linguaggio usato in questi articoli è abbastanza semplice, chiaro, comprensibile a tutti. La scelta editoriale è quindi quella di una rivista per la massa e non solo per addetti ai lavori o per specialisti. Il destinatario tipo della rivista è quindi una persona di città, o che comunque non abiti necessariamente in un parco, è più o meno giovane, è un ecologista, o solo un appassionato di natura, e più specificatamente un sostenitore dell'utilità dei parchi. Concludendo, si può affermare che l'utilità di queste riviste, nei confronti del l'argomento aree protette, è data soprattutto dalla capacità di far conoscere animali, piante ed ecologia in genere, e di promuovere il turismo naturalistico nelle sue varie forme. Queste riviste, però, rivolgendosi ad un target ben definito, non riescono a far giungere i loro messaggi alle persone non interessate alle tematiche ambientalistiche e a chi, pur vivendo nei parchi, non abbia di questi un'immagine positiva.
 



L'esplosione dell'informazione elettronica:
il futuro della comunicazione riguarda anche i parchi

Viviamo in un epoca storica contrassegnata da un costante sviluppo tecnologico, e in questo processo la telematica fa la parte del leone. In Italia tuttavia, nonostante Internet sia in crescita, non esiste ancora una conoscenza diffusa di questo mezzo elettronico. E un momento di passaggio in cui le potenzialità della rete devono essere ancora chiarite e assimilate dagli utenti e in cui inevitabilmente vengono commessi errori nell'uso del mezzo. Non è comunque azzardato pensare che nel giro di qualche anno questa cultura si diffonderà alla massa e saranno molte di più e più preparate le persone che lavoreranno con e per Internet. Sarebbe molto importante che anche il mondo delle aree protette assimilasse al più presto questa cultura in modo da essere preparato nel momento in cui il mezzo avrà un utilizzo di massa e sarà un elemento chiave della comunicazione. Internet potrebbe servire anche a semplificare le questioni organizzative attraverso la posta elettronica e i newsgroups; I'e-mail, in particolare, comincia ad essere molto utilizzato e apprezzato da tutti quelli che ne sono in possesso e che lo usano per il lavoro o solo per velocizzare e semplificare la propria corrispondenza. Navigando in Intemet si è cercato di trovare e classificare le pagine web che trattano di aree protette in Italia:

  • Per il momento pochi Enti locali sfruttano l'informazione elettronica per pubblicizzare le loro aree protette e magari affrontarne le principali questioni educative. Gli Enti locali più visibili sono le Regioni: in particolare la Regione Abruzzo (http://udanet. abruzzo.it abruzzo /parchi/reg.html) è più avanti delle altre forse per la spiccata sensibilità verso il tema dei parchi che la contraddistingue. Quasi sempre queste pagine sono centrate sulle informazioni geografico-turistiche e mancano invece gli approfondimenti sulle problematiche del territorio in particolare sulla questione del complesso rapporto uomoambiente.
  • Tra le associazioni ambientaliste si distingue il WWF ltalia per un sito relativamente nuovo ma già abbastanza completo e piacevole da visitare (http://www.wwf.it oasi.html) che tratta in particolare modo delle aree protette gestite dalla stessa associazione.
  • Anche alcuni Enti e Associazioni turistiche hanno dei loro siti che trattano l'argomento aree protette. Un esempio è quello del Cts (Centro Turistico Studentesco) associazione sempre attenta alle problematiche ambientali e all'ambiente circostante.
  • Sono vari altri i siti sulle aree protette che entro breve tempo sicuramente miglioreranno e si completeranno, anche perché, come spesso accade anche in altri campi, le produzioni migliori fanno da traino e da esempio per le altre.
  • Il sito che si distingue già adesso dagli altri per completezza e qualità dell'infommazione, è Parks in Italy. Esso è diviso in pagine che trattano i parchi nazionali, in altre che trattano quelli regionali, poi le riserve, le zone umide, I'educazione ambientale, le pubblicazioni, i parchi nel mondo, i grandi itinerari, ecc. Nelle pagine che trattano dei Parchi si trovano soprattutto informazioni utili al turista (recapiti, punti d'interesse, centri visita, servizi, manifestazioni, ecc.).

Questo sito potrà diventare il pemo dell'infommazione elettronica sulle aree protette in Italia se continuerà a svilupparsi, ad aggiomarsi, ad inserire nuove informazioni. Per esempio con la messa in funzione delle mailing-list, il sito sarà ancora più completo e potrà infommare più facilmente gli interessati e facilitare il dialogo con e fra gli utenti.
Parks in Italy è anche uno strumento utile ai gestori delle aree protette nel loro lavoro, in quanto facilita la comunicazione fra i parchi, l'organizzazione intema del Coordinamento Nazionale Parchi e Riserve e permette di promuovere varie iniziative comprese quelle di autofinanziamento. In vista del miglioramento della fimzionalità e qualità dei siti sarebbe auspicabile una collaborazione tra il Coordinamento Nazionale Parchi e Riserve, gli Enti locali, le associazioni ambientaliste e gli altri possibili interlocutori, che punti a non sovrapporre le infommazioni e quindi a utilizzare le energie risparmiate nel miglioramento e nell'ampliamento dei siti stessi, con un uso più massiccio e più oculato degli ipertesti. Come si può intuire quindi, le possibilità offerte da Intemet sono molto estese anche nel settore delle aree protette. Dagli usi più pratici come la pubblicizzazione delle attività del parco (le visite guidate, gli incontri pubblici, ecc.) con la possibilità per gli utenti di iscriversi o prenotare via e-mail, all'utilizzo del giomale elettronico come mezzo per diffondere la "cultura" dei parchi: I'articolo di giornale ha infatti delle potenzialità comunicative che si prestano a trasmettere concetti, ad approfondire contenuti e a suscitare riflessioni più della semplice pagina web. La "rete delle reti" sta diventando una realtà anche in Italia e il mondo delle aree protette deve prendeme atto e attivarsi per sfruttare al meglio le possibilità che essa offre.

* Dottore in Scienze Forestali

 

Bibliografia
- Airone Speciale parchi d'ltalia 1995
- Atti di Iparchi stampah Portonovo 1995
- Atti di Natura e mass media: un rapporto dirricile Passo Rolle 1994
- Atti di Uomini e Parchi, oggi Gargnano 1996
- Baldini M. Storia della comunicazione Tascabili Economici Newton 1995
- Carlesi L.M. L 'informatica della comunicazione globale Le Scienze N° 319 pag.6
- Gilster P. Navigare con Internet Apogeo 1996
- Giovannetti P. Il giornale elettronico Vallecchi 1995
- Gisotti M. Stampa: dove si è nascosto il verde? Awenimenti 14/6/1995
- Mcluhan M. L 'uomo e il suo messaggio SugarCo 1992 -ParchiN° 1,2,3, 19
- Piazzano P. Parchi d'Italia tra passato e ruturo Le Scienze N° 336 pag.8
- Piemonte Parchi N° 1, 2, 4, 69