|
Editoriale
Al Coordinamento Nazionale dei Parchi aderiscono ormai oltre cento aree
protette del nostro paese.Quando una associazione riesce ad organizzare
un numero così significativo di parchi nazionali, regionali e locali,
grandi e piccoli, vecchi e nuovi ciò che essa fa, decide, propone
non può non assumere un rilievo e un significato politico.
Insomma anche le vicende interne di una associazione cessano in qualche
misura di essere fatti 'privati' ed assumono significato 'pubblico'.
Per questo vogliamo dedicare l'editoriale al Coordinamento.
Dopo sette anni lascia la presidenza della associazione Bino Li Calsi, lo
sostituisce Enzo Valbonesi Presidente del Parco nazionale delle Foreste
Casentinesi che sarà affiancato da due vicepresidenti: Luciano Saino
Presidente del Parco regionale del Ticino in rappresentanza delle aree protette
regionali e Giuseppe Rossi Presidente del Parco nazionale del Gran Sasso
- Laga in rappresentanza di quelle nazionali. Si tratta di un avvicendamento
naturale, diciamo pure fisiologico che ha però un particolare significato
nel momento in cui, con la prima conferenza nazionale dei parchi, le aree
protette italiane hanno assunto ormai, sia pure tra non poche difficoltà
un ruolo e un peso nazionali. A questa maturazione e crescita di un sistema
di parchi, alla presa di coscienza di questo ruolo il coordinamento dei
parchi ha dato in questi anni un contributo determinante.
Ecco dove la vicenda organizzativa interna della associazione si intreccia
con quella dei parchi, con il cammino compiuto per uscire finalmente dall'anonimato
e dalla atomizzazione.
Quando Bino Li Calsi assunse la presidenza l'associazione riguardava una
sparuta pattuglia di parchi regionali. Negli anni successivi non siamo soltanto
cresciuti ma siamo diventati l'associazione di tutti i parchi e non soltanto
di quelli regionali.
L'associazione oggi gode di un indiscusso prestigio istituzionale e culturale
grazie anche alla rivista. Bino Li Calsi vi ha contribuito con intelligenza
e competenza, mettendo a frutto l'esperienza di direzione di un parco importante
come quello dell'Etna. Ha saputo con altrettanto impegno rappresentare la
nuova realtà dei parchi nella Consulta Tecnica.
Enzo Valbonesi che lo sostituisce ha alle spalle una notevole esperienza
per avere ricoperto, prima di assumere la presidenza del Parco nazionale,
I'incarico di presidente del Parco regionale del Crinale Romagnolo. Anche
in questa continuità si può leggere una peculiarità
dei parchi italiani dove regionale e nazionale, diversamente da altri paesi,
non marcano differenze così nette da poterli sempre distinguere se
non sul piano istituzionale.
Ciò spiega l'insistenza caparbia con cui da anni andiamo sostenendo
l'esigenza di una politica nazionale per il sistema dei parchi senza distinzioni.
Ora, una associazione che ha raggiunto questo grado di rappresentanza istituzionale
e politica ha superato la soglia del 'privato' per assumere una dimensione
e configurazione 'pubblica' di cui le istituzioni non potevano e non possono
non prendere atto.
Molte istituzioni regionali e locali lo hanno fatto in taluni casi anche
aderendo alla associazione. Quel che ancora manca è un riconoscimento
pieno ed a tutti gli effetti del ministero dell'Ambiente che ha non meno
di altri soggetti istituzionali bisogno di un rapporto diretto e costante
con una seria rappresentanza istituzionale delle aree protette.
La cultura ambientalista è per fortuna forte e diffusa, ma i parchi
al pari di altri soggetti istituzionali possono essere rappresentati istituzionalmente
soltanto da associazioni che ne siano loro diretta espressione. Con questo
auspicio intendiamo formulare anche buon lavoro ai nuovi dirigenti della
Associazione. |