PARCHI | ||
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 23 - FEBBRAIO 1998 |
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Anche i parchi verso l'Europa Bino Li Calsi * Circa otto anni fa, nel 1990 al parco dell'Etna, avviammo con la Federazione europea dei parchi una discussione su un tema che ci era molto caro: creare in Europa, come già si era fatto in Italia, un coordinamento tra il parchi dei vari stati europei con le medesime finalità per le quali era stato costituito il Coordinamento italiano. La discussione proseguì, poi, nel 1991 all'isola d'Elba e nel 1992 nel Monastero di Camaldoli a latere di convegni internazionali. Nonostante gli sforzi e la buona volontà degli intervenuti, le riunioni, molto vivaci ed animate, non approdarono ad alcun risultato. Per avviare in concreto un primo rapporto, che ci facesse uscire dai confini, abbiamo invitato la Federazione francese dei Parchi ad uno scambio di vedute e di opinioni a Firenze nel febbraio 1997 ed in quell'occasione, constatata la comunanza di obiettivi e la convergenze di vedute per il raggiungimento di essi tra le due associazioni, firmammo un protocollo d'intesa per favorire le occasioni di lavoro tra le due associazioni e tra i parchi italiani e quelli francesi, per realizzare modalità concrete di scambio di informazioni tra le due associazioni e decidemmo di incontrarci almeno una volta all'anno per fare il punto sullo Stato dell' arte dei lavori comuni. Nell'aprile 1997 la Federazione francese invitò il Coordinamento, insieme ai Rappresentanti dei Parchi spagnoli ed inglesi, ad un incontro a Parigi, presso il Ministero dell'Ambiente, per discutere il documento varato dal Comitato delle Regioni dell'Unione europea dall'emblematico titolo "Parchi naturali regionali: esempi per lo sviluppo sostenibile degli spazi naturali più fragili dell'Unione europea" e sulla base del documento verificare la possibilità della costituzione di una associazione di parchi dell'Unione europea. Il 19 novembre del '97, a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, alla presenza di numerosi Parlamentari, i Rappresentanti dei parchi di Francia, Spagna, Inghilterra, Germania e Italia assieme ai Rappresentanti delle loro federazioni nazionali, hanno dato vita alla nuova associazione, approvando lo statuto, dal quale sono state eliminate, con nostra soddisfazione e con il parere concorde di tutti gli altri aderenti riferimenti che potevano aprire inutili polemiche, e sono stati convalidati gli obiettivi del nuovo organismo, che si fondano sull'"avviso" adottato il 12 marzo 1997 dal Comitato delle Regioni dell'Unione europea che ha per oggetto: "I parchi naturali regionali: esempi per lo sviluppo durevole delle aree protette le più fragili dell'Unione europea". L'avviso del Comitato delle Regioni prende avvio, infatti, dal nuovo trattato sull'Unione Europea del 7 febbraio 1992 che prevede fra i suoi obiettivi principali (articolo 2) la promozione di una crescita sostenibile e che rispetti l'ambiente e dal V programma comunitario (1992-2000) che non a caso porta il titolo "Verso uno sviluppo durevole e sostenibile" perché "non possiamo permetterci di aspettare e di sbagliare" e che individua cinque settori economici sui quali intervenire prioritariamente in quanto comportano un impatto particolarmente rilevante sull'ambiente e nello stesso tempo sono determinanti ai fini di uno sviluppo sostenibile: agricoltura e turismo, oltre energia, trasporti ed industria. L'avviso del Comitato delle Regioni, pubblicato integralmente sul numero (21) di giugno 1997 della nostra rivista Parchi, che considera il territorio dei parchi naturali patrimonio comune e sottolinea il loro ruolo di "laboratorio" nei Paesi in cui si trovano, e che chiede che i parchi naturali siano riconosciuti ed appoggiati in quanto "ausilio" allo sviluppo sostenibile, rappresenta la filosofia nella quale la nuova associazione trova la sua ragion d'essere. Su questa case e con queste finalità nasce così la "Associazione dei Parchi naturali nazionali e regionali abitati dell'Unione Europea" che ha lo scopo di valorizzare presso le istituzioni europee la specificità dei parchi che alla protezione della natura uniscono lo sviluppo economico e sociale di territorio "fragili" e di mettere insieme le molteplici esperienze dei propri associati. Ad essa possono aderire - ed è questa una singolarità che la contraddistingue da altri organismi europei, dove siedono con pari dignità Enti gestori di aree protette, associazioni rappresentative di esse e singole persone - i parchi che abbiano un organismo di gestione giuridicamente autonomo, che siano situati in uno degli Stati membri dell'Unione europea e che all'interno abbiano popolazioni residenti. Forse questo aggettivo "abitati" farà storcere il naso a qualche ambientalista, ma occorre ricordare che questa è una specificità anche dei parchi nazionali europei, distanti in mille miglia e non solo in senso geografico dai grandi parchi americani, asiatici, africani così lontani dai nostri per dimensioni, cultura, tradizioni, usi e costumi. I parchi associati si ripartiranno in sette commissioni tematiche con lo scopo di confrontare le esperienze proprie di ciascun Paese nei differenti settori e la loro valorizzazione avanti le Istituzioni Comunitarie. I settori scelti, come oggetto di elaborazione, studio e ricerca delle sette commissioni, sono appunto quelli riferibili all'avviso del Comitato delle Regioni e precisamente: la posizione dei parchi rispetto alla riforma della Politica Agricola Comunitaria, la stesura di una Carta europea del turismo durevole, l'applicazione della direttiva Habitat ai parchi europei, l'educazione ambientale. Due altre commissioni studieranno forme di cooperazione tra gli associati in riferimento a programmi e progetti europei e la possibilità della creazione di un "intergruppo" in seno al Parlamento europeo per le aree protette. L'on.le Jean-Paul Fuchs, Presidente della Federazione dei parchi francesi, è stato eletto, nella stessa seduta del 19 novembre, presidente della nuova associazione è Bino Li Calsi (Italia), Humphrey Temperly (Inghilterra) e Karl Friedrich Zink (Germania) Vice-Presidenti. Ad essi si aggiungeranno i presidenti delle sette commissioni tematiche e tutti insieme formeranno il comitato esecutivo (le Bureau) dell'associazione. All'Italia sono andate le presidenze di ben due commissioni tematiche: Carlo Alberto Graziani, presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini, alla Commissione del Turismo e Marcello Fecarotti, Presidente del Parco dei Nebrodi, a quella per la promozione dell'intergruppo in seno al Parlamento Europeo. Di seguito sono stati comunicati alla presidenza della nuova associazione i nominativi, due per commissione, scelti dalla Giunta esecutiva in una apposita riunione. Il prossimo appuntamento del Comitato esecutivo e dei Componenti per la Commissione per i problemi dell'Agricoltura è, per la fine di gennaio, a Bruxelles per incontrare i responsabili europei del settore. La creazione della nuova associazione rappresenta per noi, che da lungo tempo ne avevamo avvertito l'esigenza e perseguito la realizzazione, un successo eccezionale sia perché premia l'intuizione originaria del nostro Coordinamento sia perché oggi più che mai l'Unione europea guarda con particolare attenzione ai problemi dell'ambiente ed in conseguenza a quelli delle aree protette. Basta ricordare i vari regolamenti concernenti l'agricoltura e la forestazione, la direttiva Habitat (flora, avifauna ed habitat naturali), e gli strumenti, posti in essere, di sostegno alla politica comunitaria quali il Life, per comprendere quanto rilevante sia la attenzione e la legislazione dell'Unione nel campo delle aree protette. E tempo, quindi, che anche i parchi italiani, si convincano che l'Unione Europea è ormai riferimento obbligatorio: sia per gli indirizzi di politica socio economica ed ambientale, che per la produzione normativa dei Paesi membri nonché per il concreto sostegno ai loro programmi ed ai loro progetti. Ci sembra, quindi, auspicabile che i parchi italiani, in maniera consistente, aderiscono alla nuova associazione, in modo da dare maggior autorevolezza alla rappresentanza dell'associazione anche in considerazione che presso le Istituzioni europee hanno voce le istanze "politiche" cioè quelle rappresentative di categorie e non singoli soggetti. In Europa, dunque, devono entrare anche i parchi per fruire di sostegni e di risorse che accompagnano questa loro originale opera: accanto ad una corretta protezione della natura, l'elaborazione di progetti di sviluppo durevole volte a realizzare anche la crescita culturale, sociale ed economica delle popolazioni residenti, che è in fin dei conti, un atto di giustizia sociale. * V. Presidente dell 'Associazione dei parchi nazionali dell'Unione europea | ||