Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 23 - FEBBRAIO 1998


Parchi e riserve naturali della Valle d'Aosta: intervista all'assessore Riccarand

Introduzione

Dopo anni di latitanza e qualche anacronistica opposizione alla presenza del Parco nazionale del Gran Paradiso, la Regione Autonoma Valle d'Aosta si è negli ultimi anni attivata nel campo della politica delle aree protette con buoni risultati.
Il quadro generale di partenza e le linee direttrici della Regione furono affrontate in dettaglio su queste pagine dall'allora assessore regionale Roberto Nicco (cfr. Parchi n. 3, giu. 1993) per cui è qui sufficiente richiamarne sinteticamente i contenuti principali.
L'iniziativa regionale in tema di aree protette fa riferimento alla legge regionale 30 luglio 1991 n. 30 "Norme per l'istituzione di aree naturali protette", recentemente aggiornato con legge regionale del 2 settembre 1996 n. 31, il cui testo coordinato è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Valle d'Aosta del 14 gennaio 1997. La normativa, puntualizzate le finalità della politica delle aree protette, ne stabilisce e definisce le diverse tipologie: parchi naturali, riserve naturali e riserve naturali integrali. Vengono inoltre stabiliti i soggetti che possono promuovere l'istituzione delle aree naturali protette (Regione, Comuni, Comunità Montane, Museo Regionale di Scienze naturali, Associazioni ambientaliste riconosciute) e dettate le norme per l'istituzione del Comitato regionale per l'istituzione dei parchi naturali e il suo funzionamento. L'art. 9 fissa le regole per la predisposizione del Piano regionale dei parchi naturali e per la promulgazione delle leggi istitutive. Dall'art. Il al 17 la legge stabilisce organi, competenze, e funzionamento degli enti di gestione dei parchi naturali, mentre all'art. 18 sono date le indicazioni per il Piano di gestione dei parchi e ai successivi articoli i divieti transitori, le concessioni e autorizzazioni, gli incentivi e indennizzi, le acquisizioni di immobili.
Il Capo III e IV riguardano invece la normativa per le riserve naturali e le riserve naturali integrali, e prevedono la costituzione di un Demanio per la tutela della natura (art. 28).

Il Parco regionale del Mont Avic
E stato il primo e al momento unico parco regionale valdostano, istituito con legge del 19 ottobre 1989 n. 66. Interamente compreso nel territorio del Comune di Champdepraz, che ha fortemente creduto nella politica delle aree protette, tutela l'alta valle del torrente Chalamy ed è caratterizzato da una straordinaria conca di laghi alpini in cui si specchiano i boschi di conifere ricreando un paesaggio che, in miniatura, riproduce gli scenari naturali dei grandi laghi canadesi delle Montagne Rocciose. Di area protetta si parla in zona sin dal 17 maggio 1978 quando la Teksid del gruppo FIAT cede in enfiteusi alla regione Valle d'Aosta 1.604 ettari di terreno da destinare alla tutela ambientale con un affitto simbolico di 100.000 Iire l'anno. A questo territorio vanno aggiunti 127 ettari di proprietà Enel e 1.733 di proprietà privata. Complessivamente il parco tutela una superficie di circa 3.500 ettari.
Dal maggio del 1990 il parco è amministrato da un Consiglio che vede adeguatamente rappresentate le comunità locali. La sede amministrativa e operativa è situata in frazione Fabbrica di Champdepraz, mentre il Centro visitatori è a Covarey. Ma lo scorso anno la Giunta regionale valdostana ha stanziato un miliardo e settecento milioni per un nuovo centro, previsto su una superficie di 700 metri quadrati in cui saranno allestiti un ufficio turistico e informativo, un'area espositiva e museale, una sala polivalente, un ufficio per i guardiaparco e due foresterie, per una spesa globale di quasi due miliardi e mezzo. Sotto il profilo geologico l'area è caratterizzata da abbondanza di serpentiniti che originano suoli a l`orte drenaggio, con elevata presenza di magnesio e metalli pesanti, ad alta concentrazione. Le conseguenze di tipo fisico-chimico influenzano notevolmente la vegetazione segnata in maniera significativa dalla presenza nel piano subalpino del Pino uncinato che soppianta la foresta di conifere ad Abete rosso, Larice e qualche volta Pino cembro, tipica della Valle d'Aosta. La foresta di Pino uncinato del Oarco regionale è la più grande e bella foresta di questo tipo per tutta la Valle d'Aosta. Si accompagna, peraltro a un ricco sottobosco. Al di là di questa emergenza forestale occorre segnalare l'altro elemento ambientale che contraddistingue il parco, le zone umide. Una grande quantità di piccoli bacini in cui si ritrovano tutti gli stadi di interramento, dal lago limpido alla torbiera, alla prateria umida con tutta la ricca gamma floristica che contraddistingue queste zone. In particolare vale la pena segnalare i piccoli pezzi di Lapponia generati dalla presenza di specie tipiche del Nord Europa che hanno qui trovato l'habitat favorevole alla permanenza post glaciale. Ambienti cosi diversificati e vari consentono la presenza di tutta la fauna tipica delle Alpi. Dunque un vero e proprio scrigno che raccoglie un campionario prezioso di biodiversità.
Da annotare infine le testimonianze preziose della cultura materiale dell'uomo contrassegnate dall'attività mineraria che tra Settecento e Ottocento rappresentò la ricchezza locale legata all'estrazione del ferro e soprattutto del rame.

Riserva di Marais
La prima ad essere istituita, nel 1992 tra i Comuni di Morgex e La Salle, su una superficie di 8 ettari, tra gli 889 e gli 899 metri di altitudine. Si tratta di una zona umida venutasi a creare a seguito dello sbarramento idroelettrico di un tratto della Dora Baltea. L'area palustre nel settore di piana alluvionale delimitato dai grandi coni di deiezione dei torrenti Colombaz e d'Echarlod, è area di nidificazione per numerose specie di uccelli acquatici, anatidi, ardeidi, svassi e folaghe. Sono nidificanti, tra gli altri, i Germani reali, la Gallinella d'acqua, il Piro piro piccolo, la Cannaiola verdognola, il Beccafico, il Lui piccolo, l'Averla piccola. Sono inoltre presenti alcuni rapaci come il Falco pecchiaiolo, l'Astore, lo Sparviero, la Poiana e il Gheppio che, naturalmente hanno aree di caccia ben più estese dei limiti delle riserva. Dal punto di vista vegetazionale siamo in presenza di un bosco igrofilo di ripa a dominanza di Ontano bianco, Pioppo tremulo, Salice bianco e Cannuccia di palude.

Riserva del Lago di Villa
Anch'essa istituita nel 1992, occupa una superficie di 25 ettari in Comune di Challand-Saint Victor tra gli 810 e i 980 metri di altitudine. Si tratta di un bacino lacustre di bassa montagna, a morfologia tipicamente glaciale, con alimentazione molto ridotta legata ad apporti sotterranei e artificiali attraverso il canale irriguo "Ru d'Arlaz"; in passato infatti il bacino era utilizzato per scopi irrigui. Sotto il profilo vegetazionale si registra un netto contrasto tra la zona umida propriamente detta che conserva specie palustri e acquatiche molto rare e delicate e l'ambiente circostante a forte xericità, rappresentata emblematicamente dalla presenza della Roverella e Pino silvestre e dai prati aridi a forte presenza di specie erbacee xerotermiche (ad esempio Pulsatilla montana, Eryngium campestre, Veronica spicata). La zona A della riserva, a protezione integrale comprende la fascia a canneto in cui sono presenti la Nynphaea alba, qui nella sua unica stazione valdostana e il polyum amphibium.
Nel canneto sono da segnalare per la rarità, in ambito valdostano, la Carice tomentosa e la Lisca lacustre mentre nello stagno troviamo la Drosera rotundifolia, piccola pianta carnivora e la Scutellaria galericulata che ha qui l'unica stazione valdostana. Sotto l'aspetto faunistico la riserva si segnala per essere la principale stazione riproduttiva regionale per il Rospo comune mentre tra i rettili meritano la segnalazione la Lucertola muraiola e il Biacco. Anche l'avifauna è molto ricca con le tipiche specie della avifauna acquatica.

Riserva Mont Mars
Istituita nel 1993, come tutte le successive, in Comune di Fontainemore, nella bassa Valle di Gressoney, è la più vasta riserva naturale, con i suoi 390 ettari che si sviluppano tra i 1.670 e i 2.600 metri di altitudine.
Si tratta di un paesaggio tipicamente subalpino e alpino con grandi boschi alternati a pascoli e praterie alpine, pietraie e pareti rocciose, intercalate da vaste aree umide e laghi.
Il vallone interessato, quello della Balma, mette in comunicazione, tramite l'omonimo colle, con il Biellese e il Santuario di Oropa. E storicamente interessato dal tradizionale pellegrinaggio, suggestiva processione notturna che si compie ogni cinque anni dal 1585.
Nell'area protetta si entra a monte del Lago Vargno. Si tratta di un ambiente di grande suggestione, costellato di bacini lacuali racchiusi da contrafforti rocciosi su cui si erge il Mont Mars. E il risultato di una formidabile e complessa soglia glaciale, segnata dalla suggestione delle rocce montonate.
Cui fa eco quella delle processioni, ma anche delle severe architetture degli alpeggi vicine al Lei Long o al Lago della Balma.
La vegetazione si segnala per le fioriture legate all'ambiente acquatico, alle contigue torbiere e alla presenza dello Sparganium angustifolium che invade le acque sotto l'alpeggio dei Lei Long che in esse, presumibilmente, ha scaricato liquami ricchi di sostanze nutrienti. Da segnalare la presenza della rara Carex paupercula e le endemiche, per le Alpi occidentali, Sempervivum grandiflorum e Campanula excisa. La fauna è quella della montagna valdostana che vede la presenza del camoscio, della lepre, dell'ermellino. Tra gli uccelli si possono osservare la Pernice di monte, l'Aquila reale, la Pernice bianca e il Corvo imperiale.

Riserva Cote de Gargantua
In Comune di Gressan, occupa una superficie di 19 ettari che si sviluppano tra i 610 e i 776 metri di altitudine. La riserva, una lunga dorsale dalla sommità affilata, rappresenta una testimonianza ben conservata dei depositi glaciali quaternari wurmiani sul fondovalle rispetto al quale si eleva di circa 100 metri. Il nome, legato alla leggenda del gigante Gargantua vuole che la Cote altro non sia se non il dito mignolo del suo piede sepolto da detriti e poggiato lì nel momento in cui il gigante, volendo bere l'acqua della Dora doveva posare un piede sulla Becca di Nona e l'altro sul monte Fallère, seduto a cavalcioni dei monti della Valtournenche con il Cervino intatto tra le gambe. Un'altra leggenda attribuisce invece la nascita della montagnola ai corpi dei Saraceni uccisi in battaglia da Gargantua impegnato a capo dei locali nella difesa delle valli.
Ancora il mondo delle leggende attribuisce altra origine, questa volta legata a San Bernardo: sarebbero i diavoli, da lui cacciati dal Mont Joux, ad aver accumulato la terra per cercare di sbarrare il corso della Dora, ma scoperti furono costretti ad abbandonare la montagna di terra accumulata.

La scienza ci dice invece, dopo una serie di ipotesi cadute con successive verifiche, che l'ipotesi più probabile sia quella di un deposito di materiali provenienti dalle acque di fusione del ghiacciaio che occupava il Vallone di Gressan; esso si sarebbe originato nella fase di ritiro in un lago creatosi per lo sbarramento della morena laterale del ghiacciaio Balteo. Con il ritiro del ghiacciaio principale e l'erosione delle acque del torrente Gressan il potente delta fluvio-glaciale si sarebbe progressivamente smembrato lasciando questa formazione residuale. Sotto il profilo ambientale ci troviamo in presenza del relitto di un'area xerotermica con la tipica vegetazione di questi ambienti, con numerose presenze di flora di antica provenienza steppica (Artemisia vallesiaca, Aster linosyris, Euphorbia seguieriana) o mediterranea (Telephium imperati, Linaria simplex). La copertura arborea e arbustiva vede la presenza di numerose specie locali inframmezzate da altre introdotte a fini di consolidamento del terreno.
La fauna è rappresentata da rettili, piccoli roditori e uccelli tra cui gheppio e poiana; particolarmente ricca l'entomofauna con numerose specie di lepidotteri e coleotteri tipici degli ambienti secchi e aridi. Da segnalare il Cervo volante e un coleottero buprestide molto raro il Palmar festiva.

Riserva Tsatelet
Area di grande interesse geomorfologico e archeologico insiste su 14 ettari in territorio di Aosta e di Saint Christophe tra i 720 e i 796 metri di altitudine. Già soggetta a vincolo archeologico, la sommità fu luogo di insediamento umano nel tardo neolitico (3000 a.C.). Vi sono stati ritrovati frammenti ceramici e strumenti in selce nonché la lastra sommitale di un dolmen. Questo ritrovamento di una forma arcaica di sepolcro fa ritenere probabile la presenza di un'area di insediamento con relativa zona cimiteriale sulla sommità della collina. Nella riserva è inoltre presente un tumulo tombale, dal diametro di oltre 60 metri, di epoca salassa (età del ferro, VII-V secolo a.C.). Sotto il profilo geomorfologico la zona si segnala come caratteristico esempio di verroux glaciale posto alla confluenza della valle del Buthier con quella principale.
L'azione dei ghiacciai che fino a 10.000 anni fa ricoprivano la zona si può leggere sulla sommità ampia e tondeggiata con la presenza di numerose rocce montonate e di massi erratici, di cui il maggiore (100 metri cubi di tonalite provenienti da un vallone laterale della Valpelline) costituisce da anni una palestra di roccia per gli arrampicatori valdostani. Le caratteristiche climatiche hanno determinato lo sviluppo di una vegetazione tipicamente xerofila con predominanza di roverella e piante di origine steppica. La collina costituisce un ottimo punto di ricovero per la fauna con la presenza di mammiferi, rettili e numerose specie di invertebrati. E inoltre un buon punto di osservazione per il volo di passo degli uccelli migratori che vi trovano un luogo di sosta ideale per il riposo.

Riserva Stagno di Holey
Istituito come riserva nel 1993 in Comune di Pont Saint Martin, è un'area umida di ridotte dimensioni (1,5 ettari) ma di elevato pregio naturalistico per la presenza di flora e fauna relitte o molto rare nella Valle d'Aosta. Si sviluppa tra i 750 e i 790 metri di altitudine. La vegetazione è costituita in prevalenza da Cannuccia di palude e Lisca maggiore, ma è anche l'unica stazione valdostana di Salcerella erbaportula e di Non ti scordar di me dei canneti. Per le sue caratteristiche di grande pregio naturalistico che ne fanno di fatto una riserva integrale, non se ne prevedono destinazioni di tipo turistico.

Riserva Lago di Lozon

Si tratta di una riserva di 4 ettari in comune di Verrayes, ad una altitudine intorno ai 1.500 metri. L'ambiente è costituito da un'area umida in avanzato stato di interramento, collocato su un terrazzo glaciale, nel mezzo di un territorio arido. Il lago è contenuto da una bassa soglia attraverso cui defluisce il ruscello emissario. Anche in profondità l'assenza di una soglia rocciosa impermeabile impedisce una delimitazione del bacino che per infiltrazione alimenta le copiose sorgenti nei sottostanti abitati di Cheresoulaz e Semon. Anche l'alimentazione, peraltro, avviene da falda sotterranea, cui si aggiunge in periodo primaverile-estivo la rete irrigua alimentata dal canale "Ru de Chevacour" che vi convoglia le acque dei nevai del gruppo montuoso della Punta Tzan, alla testata del vallone di Torgnon (Valtournenche).
Nonostante le ridotte dimensioni la riserva rappresenta l'ambiente floristico igrofilo più interessante della Valle e tra i più preziosi della catena alpina per rarità e diversità di specie. E peraltro singolare che in uno dei settori più aridi delle Alpi si incontri un ambiente costituito da un'unica vasta zolla torbosa dello spessore di circa un metro e mezzo galleggiante sull'acqua. Da sottolineare inoltre che mentre gli apporti idrici sono di tipo calcareo, a pH relativamente elevato, le acque del bacino centrale hanno un pH più basso grazie all'azione acidificante della torba che circonda l'area. La riserva ospita ben quindici diverse associazioni vegetali e quasi un centinaio di specie palustri (numerose le Ciperacee tra cui una ventina di Carici) tra cui alcune molto rare o uniche per la valle d'Aosta quali l'Utricularia minor e la Drosera rotundifolia.
Nelle piccole plaghe d'acqua sono presenti le specie natanti, mentre nelle aree umide si segnala la presenza della rara Felce palustre e di alcune orchidee. Anche la fauna si segnala per la presenza di una ricca popolazione zooplanctonica con oltre trenta specie segnalate e per numerosi invertebrati e anfibi. Per la visita del biotopo si raccomanda la massima prudenza soprattutto sulla zattera torbosa centrale che può nascondere pericoli non solo per le associazioni vegetali presenti, ma anche per la sicurezza personale. Si consiglia quindi la visita ai soli bordi dello stagno che consente comunque l'osservazione di gran parte delle specie.

Riserva Lolair
Ecosistema di bassa montagna costituito da una zona umida incastonata in una conca glaciale allungata sul versante orografico sinistro della Valgrisenche in Comune di Arvier tra i 1.183 e i 1.410 metri di altitudine, si caratterizza per i pendii nettamente xerotermici. Occupa 15 ettari ed è legata a fenomeni di sovraescavazione glaciale favorita da presenza di linee di frattura lungo cui l'erosione ha potuto agire con efficacia creando la depressione poi riempita da depositi limosi e torbosi. Intorno all'area umida si possono osservare stupende rocce montonate ricche di striature e scanalature provocate dagli sfregamenti delle rocce trasportate dal ghiacciaio. A monte del bacino lacuale è presente un'estesa falda detritica disseminata di blocchi costituiti in prevalenza da micascisti della Falda del Gran San Bernardo, di origine metamorfica a tessitura scistosa.
Nella riserva si possono distinguere tre settori ambientali, il versante arido esposto a sud-est, il ripiano umido, e una stretta fascia di bosco mesofilo di conifere. La vegetazione delle zone aride è pseudosteppica e conserva la più ricca stazione alpina della rarissima Potentilla pensylvanica.
Il versante soleggiato è a dominanza di pino silvestre mentre l'area umida intorno al lago ospita rari esemplari di Carici. Sotto l'aspetto faunistico si segnala in particolare la presenza di rettili quali la Natrice dal collare e il Biacco, numerosi anfibi, e una buona varietà di uccelli acquatici nonché di rapaci. Tra gli invertebrati numerosi i Lepidotteri e le larve di Ditteri che trovano nelle acque del lago l'ambiente ideale per la riproduzione.

Riserva Les Iles
Si tratta dell'ultima arrivata tra le riserve naturali valdostane. Istituita nel 1995 nei Comuni di Saint Marcel, Brissogne, Quart e Nus, si estende su una superficie di 35,4 ettari tra i 526 e i 532 metri di altitudine. Ma il riconoscimento del suo interesse ambientale, per la flora e la fauna che ospita, risale al 1982 quando fu istituita l'Oasi di Protezione della Fauna.
La riserva naturale tutela l'ambiente ripario della media valle principale, in un'area un tempo occupata da un meandro della Dora Baltea e soggetta a numerose inondazioni alluvionali.
Oggetto di escavazione, ha infine dato origine a due laghetti artificiali in gran parte rinaturalizzati. Gli stagni sono oggi popolati da una fauna interessante con numerose specie di anfibi, rettili, e nelle acque tinche e lucci. Ma l'area si segnala soprattutto per essere il più importante sito regionale per la sosta e l'alimentazione dell'avifauna migratrice che annovera l'Airone cinerino e l'Airone rosso, il Germano reale, l'Alzavola, il Migliarino di palude, il Falco pescatore e numerose altre specie. Per alcune di loro la riserva costituisce l'unico sito riproduttivo esistente nella regione.
La vegetazione che ha riconquistato le sponde è quella tipica ripariale, in gran parte perduta in valle, con presenza di cannuccia di palude, giunchi, cari e alcune specie di particolare pregio come la Tifa minima.

*Redazione Parchi