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Iniziative di cooperazione tra parchi frontalieri contigui
Gabriella Negrini *
Negli anni recenti la crescente attenzione sul ruolo delle aree protette,
nel quadro della cooperazione internazionale, ha trovato espressione in
numerosi accordi ed iniziative intraprese tra diversi paesi e tra parchi
e ha dato luogo ad un ampio spettro di esperienze che rendono possibile
la concretizzazione di strategie cooperative di diversa natura.
Da un lato, si evidenzia una tendenza che si sta sviluppando a scala europea
e transcontinentale che trova sviluppi nella sperimentazione di forme di
cooperazione tra Stati e governi subnazionali e tra aree protette non contigue,
con riferimento non solo a iniziative di Gemellaggio, ma anche a Convenzioni,
progetti e programmi comuni (Progetto Ape per l'Appennino), a forme di twinning
o di partnership come quelle recentemente avviate tra Italia e USA, quale
quella in corso tra il Parco regionale piemontese della fascia fluviale
del Po e l'Hudson River Valley (P. Bray, 1998).
Dall'altro lato, si assiste ad un consolidamento della cooperazione tra
aree protette fisicamente contigue appartenenti a Stati e governi subnazionali
diversi, che ha stimolato, pur con differenti metodologie ed approcci, la
collaborazione in riferimento alla protezione e gestione delle risorse e
dell'ambiente, alla valorizzazione delle risorse culturali e delle specificità
locali delle popolazioni transfrontaliere e ha reso possibile la formazione
di parchi e di aree protette internazionali (Joint Declaration of the Wadden
Sea, tra Danimarca, Germania e Olanda, 1982; Trattato per l'istituzione
del Parco internazionale Tedesco-Lussemburghese, 1964). Numerose risultano
ormai le esperienze intraprese in tale direzione e, in base all'inventario
condotto dalla Iucn nel 1990, risultano nel mondo 70 aree di protezione
transfrontaliere che interessano ben 65 paesi '; tra queste 23 sono localizzate
in Europa di cui 4 nelle Alpi.
Il contributo intende esaminare, con particolare riferimento al sistema
alpino, questo secondo aspetto della cooperazione tra parchi, che sembra
costituire l'esperienza più significativa attualmente esistente ai
fini di costituire un sistema di aree protette a varie scale, indipendentemente
dai confini amministrativi.
Il contesto delle Alpi risulta interessato da importanti accordi e progetti
di cooperazione internazionale, quali la Convenzione Alpina, di rilevanza
istituzionale, firmata a Salisburgo nel 1991 da sette paesi europei ed entrata
in vigore nel 1995, che costituisce lo strumento giuridico di riferimento
per le politiche di protezione della natura e dell'ambiente nei territori
alpini e che si pone come obiettivo quello di riconciliare, in uno spirito
di negoziazione e di partecipazione, la protezione dell'ambiente e lo sviluppo
socio-economico del territorio alpino; il Progetto transfrontaliero italo-franco-svizzero
per la protezione attiva dell'Espace Mont-Blanc, avviato nel 1991; il progetto
di Charte Européenne des Régions de Montagne, che investe
tutti i massicci montuosi d'Europa ed il cui principale obiettivo è
lo sviluppo economico dei territori montani.2
Tale importante sviluppo delle cooperazioni transfrontaliere è motivato
dalla situazione specifica dell'arco alpino e dalla sua sensibilità
agli "effetti frontiera" derivante da ragioni storiche, geografiche
e politiche complesse. Inoltre, nella prospettiva dell'integrazione europea,
la cooperazione frontaliera viene ad assumere un dimensione più complessa
nella quale i territori transfrontalieri, per molto tempo rimasti marginali
allo sviluppo, possono costituire veri e propri "laboratori" di
integrazione.3
I parchi frontalieri risultano inseriti in una complessa rete di rapporti
internazionali grazie ad alcuni organismi, quali l'Unione Internazionale
per la Conservazione della Natura (IUCN) e la
Federazione dei Parchi Nazionali e Naturali d'Europa (Europarc) ed a forme
di collaborazione multilaterale in accordo con azioni comunitarie, che hanno
visto la creazione di organismi scientifici ed associazioni tra regioni
europee (Arge Alp, 1972; Alpe Adria, 1978; Cotrao, 1977; Cipra, Icalpe,
ecc.), le quali hanno attivato gruppi di lavoro e di ricerca sul tema della
tutela e dello sviluppo dei territori alpini.
In tale quadro, vengono esaminati sei parchi naturali alpini del settore
nord occidentale delle Alpi franco-italiane, associabili in tre coppie di
aree naturali contigue di grande valore naturale e culturale4 (Parco Nazionale
del Gran Paradiso/Parco Nazionale della Vanoise; Parco regionale della Val
Troncea/Parco regionale del Queyras; Parco regionale delle Alpi Marittime/
Parco Nazionale del Mercantour) le cui iniziative di concreta cooperazione
transfrontaliera pongono le basi per una prospettiva di parchi internazionali.
Fin dalla loro istituzione i sei parchi in oggetto hanno avviato varie forme
di collaborazione basate principalmente su rapporti spontanei ed interpersonali
che in seguito si sono consolidati con l'atto formale del Gemellaggio, come
nel caso del Gran Paradiso e della Vanoise nel 1972 e dell'Argentera (attuale
Alpi Marittime) e del Mercantournel 1983.
Nello spirito delle stesse finalità istitutive e in risposta alle
necessità di risolvere problemi comuni di gestione, le iniziative
di collaborazione avviate riguardano principalmente programmi e ricerche
di carattere scientifico e naturalistico e sulla gestione della fauna selvatica
transfrontaliera (sorveglianza, distribuzione territoriale, osservazione
e monitoraggio, aspetti sanitari), in particolare con riferimento allo stambecco
delle Alpi, al Gipeto barbuto (Progetti di reintroduzione dello stambecco,
del Gipeto barbuto) e recentemente al lupo, ricomparso da qualche anno nei
territori dei parchi del Mercantour e delle Alpi Marittime e recentemente
anche nel Queyras e nella Val Troncea.
Per quanto riguarda il tema del lupo, i parchi delle Alpi Marittime e del
Mercantour hanno avviato in parallelo iniziative di protezione e collaborazione
con i pastori e hanno istituito rispettivamente un fondo di indennizzo per
danni da canoidi.
Ai progetti coordinati di carattere naturalistico si associano quelli relativi
all'informazione e alla sensibilizzazione del pubblico (produzione di materiale
divulgativo, giornale del parco bilingue contenente riflessioni su temi
e iniziative comuni; elaborazione di cartografie descrittive degli ambienti
e dei servizi presenti nei due parchi; realizzazione di mostre tematiche
permanenti e di punti espositivi); all'educazione (predisposizione di programmi
di educazione ambientale e per lo scambio di scolaresche, di personale dei
parchi, sia di operatori dei centri visita e degli uffici turistici, che,
nel caso dei parchi Alpi Marittime e Mercantour, dei rappresentanti del
Consiglio di Amministrazione del parco); alla gestione e promozione di programmi
comuni sui temi del turismo naturalistico e culturale, della valorizzazione
del patrimonio naturale, storico-culturale e religioso.
Per quanto riguarda i parchi regionali della Val Troncea e del Queyras,
i cui territori non sono attualmente contigui anche se da tempo viene sostenuta
l'esigenza di un ampliamento della Val Troncea fino al Queyras, i rapporti
di collaborazione risultano più discontinui e trovano riscontro nel
progetto di reintroduzione dello stambecco, avviato negli anni 1987-88 e
nelle ricerche di tipo naturalistico. Recentemente i due parchi hanno realizzato
in comune iniziative culturali (Mostra etnografica sui costumi tradizionali,
1997-98) e hanno avviato la definizione di un progetto di collaborazione
per la gestione del lupo. Va al proposito sottolineato che, mentre le altre
due coppie di parchi comprendono parchi nazionali, e quindi presentano intenti
comuni di conservazione, in questo caso il rapporto tra i due parchi è
diverso in ragione delle differenti finalità e caratteristiche che
contraddistinguono gli obiettivi dei parchi regionali italiani da quelli
dei parchi regionali francesi, di carattere prevalentemente conservativo
nel primo caso, di promozione e sviluppo socio-economico nel secondo.
Di particolare interesse risulta l'iniziativa promossa dalle coppie di parchi
Gran Paradiso/Vanoise e Alpi Marittime/ Mercantour relativa all'elaborazione
di una Charte de voisinage5, al fine di confrontare e rafforzare le rispettive
tecniche di gestione, pur nella difficoltà rappresentata dalla diversità
dei contesti istituzionali e degli strumenti di regolamentazione e di gestione.
Tale iniziativa ha avuto interessanti sviluppi nel caso dei parchi Alpi
Marittime/Mercantour in quanto la Charte elaborata nel 1995, successivamente
approvata dai rispettivi Consigli di Amministrazione nel 1997, sarà
firmata dalle autorità responsabili dei due parchi il 6 giugno 1998
a Tenda (Charte de Gemellage) e con essa verrà rinnovata la collaborazione
per altri dieci anni. L'obiettivo della Charte è quello di costituire
un comitato misto di gestione con compiti di programmazione degli interventi
comuni e di coordinamento delle attività delle reciproche aree protette.I
parchi inoltre, perseguendo l'obiettivo di promuovere conoscenze ed esperienze
comuni, hanno attivato e concluso numerosi progetti nell'ambito del Programma
Interreg I e II, che hanno costituito senza dubbio un'importante occasione
di conoscenza reciproca ed hanno favorito un impulso alla cooperazione tra
parchi e soggetti locali e sovralocali, istituzionali e non. Va segnalato
inoltre che circa un terzo dei Programmi Interreg riguarda l'arco alpino.
I Progetti Interreg avviati vedono coinvolti sia gli enti parco interessati,
sia i parchi insieme con altri enti istituzionali, quali le Comunità
Montane, le Province e le Regioni in Italia, i Dipartimenti, i Distretti,
le Regioni e lo Stato in Francia.
Il consolidamento dei rapporti tra parchi contigui e l'estensione delle
forme di cooperazione, caratterizzata da una tendenza evolutiva verso obiettivi
di gestione e valorizzazione delle risorse comuni e da un coinvolgimento
delle comunità locali (dal gemellaggio, ai progetti comuni, alla
sperimentazione di strumenti di coordinamento) evidenziano il crescente
interesse per una politica di protezione a livello internazionale e la necessità
di superare l'attuale frammentazione della protezione e di costruire una
rete transfrontaliera di spazi naturali.
Nonostante le numerose esperienze di collaborazione, emerge anche l'esigenza
di un coordinamento delle diverse reti di ricerca, di monitoraggio e di
lavoro sul territorio transfrontaliero e di un maggior coinvolgimento delle
comunità locali, il cui ruolo diviene essenziale per rafforzare la
collaborazione e stabilire uno scambio interattivo d'informazioni e di esperienze
6,
Le prospettive di collaborazione trovano sviluppi soprattutto nell'armonizzazione
delle politiche e degli strumenti di tutela, senza per ciò dimenticare
le specificità e il diverso modo di rapportarsi alla natura, presenti
nei diversi contesti, particolarità che di per sé costituiscono
una risorsa da valorizzare. Più in generale, la stessa CE considera
di maggiore interesse quelle iniziative che risultano orientate verso una
pianificazione globale delle zone transfrontaliere ed evidenzia la necessità
di un coordinamento transfrontaliero della pianificazione regionale nei
diversi campi: trasporti, ambiente, formazione professionale, ricerca7.
In tale prospettiva, tesa a costituire spazi protetti di carattere europeo,
oltre al problema richiamato del debole coordinamento tra le diverse iniziative,
vanno sottolineati alcuni fattori che rendono difficile tale collaborazione,
quali la diversità dei contesti politico-istituzionali e socio-economici,
le differenze culturali e la mancanza di un quadro giuridico di riferimento
per la cooperazione transfrontaliera. Al proposito l'unico riferimento è
costituito dalla Convenzione-quadro del Consiglio d'Europa, firmata a Madrid
nel 1980 e dal relativo Protocollo addizionale del 1995, che definiscono
i principi fondamentali della cooperazione transfrontaliera per la formazione
di un futuro diritto internazionale che regoli i rapporti di buon vicinato
e la ripartizione delle competenze tra le diverse istituzioni 3.
Come mostrano le esperienze richiamate, il coordinamento tra strategie
e programmi, basato sulla cooperazione transfrontaliera, diviene un fattore
necessario, in particolare nei territori montani caratterizzati da particolari
condizioni di sensibilità e marginalità socioeconomica, e
può costituire la prospettiva più adeguata per valorizzare
o ricreare rapporti sinergici tra aree protette e sensibili, anche appartenenti
a situazioni nazionali e istituzionali diverse e per sviluppare rapporti
di integrazione tra aree protette e territorio secondo i principi dello
sviluppo sostenibile.
CED PPN (Centro Europeo di Documentazione sulla Pianificazione dei Parchi
Naturali)
Politecnico di Torino-Dipartimento Interateneo Territorio-Corso Trento 26/C-
10129 Torino-Tel. 011/5647477-fax 011/5647499.
1 CNPPA-IUCN, Parks on the Borderline, Experience in Transfrontier Conservation,
Protected Area Prograrnme Series N° 1, Gland, 1990.
2 AAW, Atti della "3° Conférence européenne des
régions de montagne", Chamonix, 15-17 settembre, 1994, Les éditions
du Conseil d' Europe, Strasbourg, 1995.
3 Comlnissione Europea, Studio delle prospettive delle regioni dell'arco
alpino e prealpino, Studi di sviluppo regionale - Europa 2000, CE, Lussemburgo,
1995.
4 Questo contributo rende conto di una parte dei contenuti della ricerca
svolta nel quadro della Tesi di Dottorato Valorizzazione della natura e
sviluppo locale. Analisi e valutazione delle politiche e delle pratiche
nelle aree naturali di interesse transfrontaliero e confluiti nel Rapporto
finale del Progetto Interreg Protezione e pianificazione degli spazi naturali
europei, in corso di pubblicazione nei tipi della Revue de Géographie
Alpine, numero monografico, IGA, Grenoble.
5 Parco Nazionale del Gran Paradiso-Parco Nazionale della Vanoise, Charte
de voisinage entre les Parcs Nationaux de la Vanoise et du Grand Paradis,
Document de travail, gennaio 1995; Parco Nazionale del Mercantour-Parco
regionale delle Alpi Marittime, Projet de Charte de Voisinage entre le Parc
National du Mercantour et le Parc naturel régional des Alpes Maritimes,
Document de travail, agosto 1995; Parco Nazionale del Mercantour-Parco regionale
delle Alpi Marittime, Montagne senza frontiere. Carta di Gemellaggio, Documento
di lavoro, novembre, 1997.
6 Conseil de l'Europe, Comitè Directeur des Autorites Locales
et Regionales, Manuel pratique de la cooperation transfrontalière,
Strasbourg, 1994.
7 Commissione Europea, "Cooperazione transfrontaliera e interregionale",
in CE, Studio delle prospettive delle regioni dell'arco alpino e prealpino,
Studi di sviluppo regionale - Europa 2000, CE, Lussemburgo, 1995.
8 Conseil de l'Europe, Convention-cadre européenne sur la coopération
transfrontalière des collectivités au autorités territoriales,
Madrid, 21.05.1980; Conseil de l'Europe, Protocole additionel à la
Convention-cadre européenne sur la coopération transfrontalière
des collectivités au autorités territoriales, Strasbourg,
09.11.1995. |