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Libri
L'ordinamento delle aree protette Governo, amministrazione, tutela nella
legislazione nazionale, comunitaria e della Regione Abruzzo.
Giampiero Di Plinio-Pasquale Fimiani, CARSA Edizioni
Anche se in questi anni qualcosa è cambiato non sono ancora molti
i libri dedicati all'ordinamento delle aree protette. E ancora meno sono
quelli che riescono a superare quella soglia 'specialistica' da permettere
anche agli operatori istituzionali di verificare come e con quali effetti
l'azione politico-amministrativa impatta sulle leggi e la giurisprudenza.
Meritano quindi particolare attenzione quegli autori e quegli editori che
si cimentano in prove considerate ancora da molte case editrici improbe
e fuori mercato. Se poi ciò avviene con riferimenti diretti oltre
che agli ordinamenti nazionali ad una realtà regionale, per iniziativa
di un editore 'locale' e meridionale ciò merita un apprezzamento
aggiuntivo. Questa premessa ci è sembrata doverosa e opportuna nel
caso del libro che volentieri presentiamo. Diciamo subito - ma chi conosce
un precedente e assai più corposo volume del Di Plinio sul tema non
ha bisogno del nostro richiamo - che il libro pur costruito nelle sue due
sezioni (la seconda è curata dal Fimiani), sul filo rigoroso dell'
esame e della interpretazione giuridica, è ricco di spunti anche
positivamente 'provocatori' ancorché opinabili sul piano politico-culturale.
Già nella breve presentazione gli autori parlando 'di buone probabilità
che i parchi nazionali siano trasferiti alle regioni' - sembrano voler mettere
sull'avviso anche il lettore distratto su quel che bolle in pentola e cosa
potrebbe riservarci un dibattito apparentemente tecnico come quello istituzionale.
Diciamo pure che per fortuna la prospettiva 'probabile' oggi non è
questa. Di sicuro il rievocarla provocherà in qualcuno reazioni allarmate,
ma francamente non ci pare che sarà questo il terreno di confronto
tra le istituzioni. Questa annotazione ci consente di passare al contenuto
del libro che nelle pieghe di un ragionamento sempre molto rigoroso e serrato,
propone al lettore, specie nella prima parte, interrogativi e giudizi di
portata politico-istituzionale di scottante attualità. Dico subito
che affrontando la lettura del libro mi sono chiesto se a 6 anni dalla approvazione
della legge valeva la pena di riaffrontarne l'esame in un testo come all'indomani
della sua entrata in vigore. Nella seconda parte dedicata a 'gli strumenti
giuridici della tutela' le perplessità diminuiscono perché
qui non solo l'attenzione si sposta maggiormente sulla situazione abruzzese
(presente però anche nella prima parte) ma lo si fa analizzando la
legislazione regionale e le modalità con cui essa si è mossa
sulla scia della 394 e di altre leggi collegate, tenendo conto delle varie
leggi di tutela e delle pronunce in sede costituzionale e giurisdizionale.
Dicevamo dunque di una perplessità dovuta ad una scelta che sembra
concedere poco ad uno sguardo più ravvicinato a quel che in questi
anni è accaduto concretamente in virtù di questa e di altre
importanti leggi a carattere ambientale. Qualche dubbio bisogna dirlo resta,
specie quando ci si trova di fronte a giudizi, tanto per fare un esempio,
sulla esperienza dei parchi regionali in cui l'autore ravvisa 'una zona
d'ombra' laddove alla filosofia della tutela integrale si sarebbe sostituito
un diverso modello incentrato sulla 'valorizzazione'. Di Plinio ha ragione
naturalmente a denunciare i rischi a cui si va incontro mettendo troppo
l'accento, come da più parti si fa, sul parco come occasione e opportunità.
Ma l'esperienza regionale non sembra tutta o prevalentemente racchiudibile
nella sfera urbanistica e quindi volta principalmente alla 'valorizzazione'
come sostiene l'autore. Certo in mancanza di una legge quadro i 'modelli'
regionali hanno risentito di una sperimentazione e di approcci ai quali
mancavano validi e sicuri punti di riferimento generali. Generalizzare però
non ci pare giusto soprattutto perché non consente fra l'altro di
cogliere le 'novità', che non sono poche, della esperienza regionale,
la sola a cui peraltro il legislatore ha potuto riferirsi mettendo a punto
la legge 394. Non poteva certo rifarsi a quella dei parchi storici. Si dice
ancora che le regioni non concepirono i parchi e gli enti di gestione come
autorità tecnica bensì come amministrazione del territorio.
Insomma dentro la cornice urbanistica.
Ciò sarebbe dovuto fondamentalmente al fatto che la democrazia locale
non ha mai avuto alcun primato sul suo ambiente, perché il vero padrone
e sempre stato l'economia. Anche qui il giudizio appare troppo tranciante
e ignora, o quanto meno mette in ombra, un dato estremamente importante
e cioè che non pochi parchi regionali sono nati proprio come risposta
della 'democrazia locale' alle pretese di una economia di tipo prevalentemente
speculativo. L'autore sembra inoltre contrapporre eccessivamente il rapporto
tra protezione ed economia. E pur vero che compito, finalità del
parco è quello della protezione. Ma l'occasione di cui talvolta si
parla pericolosamente a sproposito può essere davvero una buona occasione
se si tiene conto che oggi esercitare anche una tutela integrale, come insiste
a definirla l'autore, significa attivare misure ed interventi anche a carattere
sperimentale in grado di produrre effetti benefici sul piano più
generale, occupazione inclusa. E questo un passaggio molto delicato e fondamentale
al quale Di Plinio ha dedicato un approfondito esame anche nel libro precedente.
Rimane tuttavia la sensazione di un qualcosa di non pienamente risolto in
questa preoccupata denuncia. E questo non permette all'autore di rispondere,
a nostro giudizio, efficacemente anche alla questione dell'ente di gestione
del parco e della sua natura. Anche qui si sottolinea opportunamente la
differenza tra gli enti locali territoriali elettivi e l'ente parco che
con i cittadini non ha quel collegamento diretto dei primi. Non convince
però l'affermazione che 'le finalità dell'ente parco sono
indipendenti e svincolate dalle espressioni dei bisogni e degli interessi
delle collettività locali' in quanto mancano del carattere di politicità
inteso come generalità dei fini e potere di autodeterminazione dei
medesimi per cui tutta la loro attività è direttamente vincolata
al fine dominante di protezione della natura. Ma proprio in questa finalità
dominante noi vediamo un 'interesse' dei cittadini a cui anche il parco
deve in qualche modo rispondere. Non un interesse generale che è
riconducibile alle assemblee elettive, ma un interesse strettamente connesso
appunto alla protezione le cui implicazioni pratiche ed anche politiche
sono molteplici. Sembra insomma, ma potremmo anche sbagliarci, che la protezione
per come è concepita dal Di Plinio comporti come condizione sine
qua non un suo 'sradicamento' dalla realtà locale, da cui vengono
troppo spesso spinte negative e pericolose per la debolezza anche della
democrazia locale. Non vorremmo avere forzato e quindi in parte distorto
il pensiero dell'autore ma l'impressione anche leggendo questo libro è
che la tutela integrale di cui si parla presenti connotati troppo poco 'attivi'
rispetto all'ambiente in cui oggi si deve operare. Proteggere in una situazione
in cui i soli 'vincoli' non bastano più significa agire, intervenire,
pianificare. Ma gestire questo tipo di interventi implica sì, come
osserva giustamente l'autore, un governo tecnico amministrativo il quale
però deve pur rispondere ad esigenze che non essendo più soltanto
quelle della osservanza dei vincoli, implica necessariamente scelte e operazioni
che caricano, diciamo così, anche le decisioni tecnico-scientifiche
di una valenza più generale di cui l'ente parco non può non
farsi carico. Da qui il valore di quel rapporto stretto tra ente parco e
istituzioni che non va visto come un rischio ma, questa volta sì,
come una necessità e una opportunità. Ma forse alcuni di questi
dubbi si sarebbero potuti meglio fugare se il libro avesse preso in considerazione
oltre che la norma anche quel che in questi 6 anni è stato fatto
in base a quelle stesse norme. Capisco che il libro avrebbe dovuto avere
un altro taglio e non è detto che non lo si possa fare nel prossimo
futuro visto l'interesse e la preparazione degli autori. Se lo si farà
- ci sia consentita una osservazione un po' partigiana sulla bibliografia
- sarà però utile attingere anche a quelle fonti (vedi questa
rivista) che all'argomento dedicano da anni, in scarsa compagnia, grande
attenzione, informazione e documentazione.
Nella seconda parte del libro Fimiani si sofferma sui rapporti e soprattutto
le sovrapposizioni tra i vari strumenti di tutela. Un tema questo di grandissima
attualità dei cui inconvenienti la situazione abruzzese offre uno
spaccato puntuale a conferma che l'attenzione alle realtà regionali
paga e meriterebbe maggiore interesse e impegno degli editori. (R.M.)
Diritto all'ambiente
Come combattere le violazioni ambientali usando le leggi e le istituzioniMaurizio
Santoloci - Edizioni Ambiente (f.to 15x23, 168 pp. in bianco e nero,
L. 26.000)
Il libro è per tutti coloro che vogliono combattere gli illeciti
e i reati ambientali e che, per farlo efficacemente, devono sapere con esattezza
quali sono le regole della normativa vigente, quali sono le autorità
a cui rivolgersi e come operare caso per caso. La prima parte del volume
descrive i principi generali e le procedure formali (chiarendo i limiti
di diritto e di correttezza) attraverso i quali può agire il singolo
cittadino. La seconda parte fornisce in modo semplice ed esauriente le nozioni
generali sulla normativa ambientale, con numerosissimi esempi concreti.
Diventa così possibile per tutti intervenire con competenza nelle
questioni che riguardano l'urbanistica, l'edilizia, i vincoli paesaggistici,
i rifiuti, l'inquinamento delle acque e dell'aria, l'inquinamento da rumore,
la caccia e il bracconaggio, la tutela degli animali. Il testo è
uno strumento indispensabile per operatori di enti pubblici e di associazioni
ambientali, ma è anche una guida preziosa per ogni cittadino che
vuole difendere l'ambiente in cui vive e proteggere gli interessi della
collettività.
Cartoguida della Toscana
Aree protette e grandi itinerari
Coedizione Vivalda Editori e Ed. AIT Turismonatura (f.to 70x100, L.
12.000, collana Turismonatura).
La cartoguida è uno strumento specifico per il turismo in ambienti
naturali, rivolto ai visitatori che desiderano, con uno sguardo veloce o
attraverso una lettura più attenta, ricevere un' immagine del Sistema
Aree Protette e pertanto dei servizi, delle possibilità di accesso,
collegamento, percorribilità degli itinerari. A fronte, la carta
geografica segnala: 22 Aree Protette Regionali, 39 Aree Protette Statali,
le varie simbologie di interesse turistico e i tracciati di tre Grandi Itinerari
Trekking: il Grande Itinerario Apuano-Appenninico (450 km in 33 tappe),
tipico percorso montano adatto principalmente all'escursionismo a piedi;
il Grande Itinerario Interno Toscano (400 km in 25 tappe), adatto a varie
forme di escursionismo a piedi, a cavallo e in mountain bike; il Grande
Itinerario Cicloturistico Toscano (1.500 km in 40 tappe), percorso che utilizza
la viabilità minore e meno trafficata, indicato per il turismo in
bicicletta. Sul retro, la guida riporta circa 1.000 localizzazioni complete
di indirizzo e telefono suddivise per A.P.T. (Aziende di Promozione Turistica)
22 Aree Protette Regionali, 39 Aree Protette Statali, 82 ostelli ed alberghi
montani e delle aree montane, 100 aziende agrituristiche, 95 aziende bioagrituristiche,
111 centri di turismo equestre, 99 aree attrezzate per camper e campeggi
collinari e montani, 145 musei, ecomusei, orti botanici, ville e giardini
storici, 43 centri di informazione e documentazione delle Aree Protette.
Birdwatching
Pierandrea Brichetti - Armando Gariboldi
Edagricole, Bologna (pp. XII+228, ill. 150, L. 30.000)
"Osservare gli uccelli", questa è la traduzione letterale
della parole inglese "birdwatching"; ma il suo significato, in
realtà, è molto difficile da spiegare con le parole, come
quasi impossibile è spiegare una qualsiasi esperienza a chi non l'ha
mai vissuta. Spiare per ore i voli dei gabbiani e del Falco pellegrino sulla
scogliera, osservare le battute di caccia dell'Aquila reale, muoversi nella
notte ascoltando i richiami degli allocchi o delle civette diventa più
facile se si ricorre all'aiuto di un manuale pratico che parla di uccelli
selvatici e di come trovarli e riconoscerli in natura. E il caso di Birdwatching
di Pierandrea Brichetti e Armando Gariboldi.
In questo libro non troverete solo descrizioni ornitologiche, ma concrete
indicazioni utili per possedere quelle indispensabili "chiavi di lettura"
che consentiranno di rendere proficue le uscite in campagna.
L'originalità di questo volume sta nell'avere accorpato in modo organico
"tutte" le possibili situazioni che realmente si incontrano durante
un'escursione ornitologica, idealmente ricostruita nei principali ambienti
e nelle varie stagioni. Accanto alle abituali informazioni sulle caratteristiche
delle forme e dei piumaggi, se ne troveranno molte altre relative a come
muoversi in natura, alla raccolta dei dati, al riconoscimento dei canti
e delle tracce, con particolare riguardo alle specie "problematiche".
Le "Check-list" degli uccelli italiani per categorie fenologiche
e per ambienti costituiscono un'ulteriore novità. Un utile manuale
per apprendere come, dove e quando fare il birdwatching.
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