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Lo sviluppo rurale nell'ambito della prossima riforma della politica agricola comune
Lo scorso marzo, la Commissione Europea ha presentato le proposte legislative che traducono in atti giuridici gli orientamenti contenuti in Agenda 2000. Agenda 2000, si ricorda, è il documento che propone alcune importanti linee di azione dell'Unione Europea per i prossimi anni. In particolare vengono individuati tre grandi obiettivi:
- un rafforzamento della politica di coesione sociale ed economica attraverso un utilizzo più mirato dei Fondi strutturali comunitari;
- un sostegno finanziario specifico (aiuti di preadesione) per i paesi dell'Europa centro-orientale candidati ad una prossima adesione all'Unione Europea;
- un approfondimento della riforma, avviata nel 1992, della politica agricola comunitaria (PAC), basata su una ulteriore sostituzione progressiva del sostegno comunitario ai prezzi agricoli con misure di aiuto diretto agli agricoltori ed un rafforzamento degli interventi nell'ambito della cosiddetta politica di sviluppo rurale.
- Su quest'ultimo punto in particolare, la Commissione Europea prevede un unico quadro giuridico, a differenza di quanto è avvenuto fino ad ora, portando un contributo allo snellimento e semplificazione della normativa comunitaria ed una riorganizzazione delle misure di intervento.
Le misure di sviluppo riguardano:
- il sostegno all'adeguamento strutturale del settore (investimenti nelle aziende, insediamento di giovani agricoltori, formazione, pensionamento anticipato);
- un sostegno specifico nelle zone svantaggiate;
- compensazioni a sistemi di produzione compatibili con l'ambiente;
- sostegno ad investimenti nei settori della commercializzazione e trasformazione;
- sostegno ad attività forestali,
- sviluppo di aree rurali con possibilità di interventi per la protezione e la tutela del patrimonio
rurale, diversificazione delle attività, incentivazione delle attività turistiche ed artigianali, sviluppo e miglioramento delle infrastrutture, gestione delle risorse idriche.
- Fra le principali novità si segnala in particolare il sostegno nelle zone svantaggiate, aree che possono comprendere le zone di montagna, altre zone svantaggiate (minacciate di spopolamento) e zone con svantaggi specifici dove, si cita testualmente, "ricorrono problemi ambientali e nelle quali il mantenimento dell'attività agricola è necessario per assicurare la conservazione o il miglioramento dell'ambiente naturale, la conservazione dello spazio naturale ed il mantenimento del potenziale turistico o per motivi di protezione costiera".
Tale misura potrebbe essere considerata per specifici interventi all'interno delle aree a parco e/o preparco unitamente alle specifiche misure agroambientali che la Commissione Europea incoraggia e promuove.
Una ulteriore novità è rappresentata dal fatto che tutte le misure previste dovrebbero essere inquadrate nell'ambito di programmi di sviluppo rurale elaborati a livello di ogni singolo stato membro e sottoposti per l'approvazione alla Commissione Europea.
La stessa Commissione stabilisce inoltre la possibilità di formulare tali programmi con la necessaria flessibilità per permettere una modulazione degli interventi adattati alle necessità specifiche delle aree di intervento.
Per l'Italia non è ancora chiaro a quale livello tali programmi saranno elaborati ma in considerazione dei contenuti e delle necessità di adattamento alle differenti situazioni locali, il livello regionale sembra essere quello più consono.
Indipendentemente dal livello di programmazione, le possibilità di successo di questi programmi dipendono comunque anche dalla capacità di associare nelle fasi di programmazione le varie componenti istituzionali pubbliche e le varie organizzazione che a diverso titolo operano nel settore agricolo e a difesa dell'ambiente.
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