|
Il 1998 è stato un anno di grande crescita per la nostra Federazione, non solo perché abbiamo ampliato il numero delle aree protette e degli enti pubblici associati, ma soprattutto perché nei nostri confronti si è intensificata l'attenzione ed il riconoscimento di tanti soggetti che, a diverso titolo, si interessano e contribuiscono allo sviluppo della politica delle aree protette nel nostro paese. La maggiore autorevolezza che ci siamo guadagnati ci carica però di ulteriori responsabilità e richiede ora una più alta capacità di lavoro. In futuro dobbiamo anche compiere uno sforzo per affinare le nostre iniziative e le nostre politiche, improntandole all'obiettivo di estendere le alleanze e la capacità di dialogo, non solo verso le aree protette, le istituzioni pubbliche e l'associazionismo ambientale, ma soprattutto nei confronti dei soggetti economici e sociali che in questi anni hanno incrociato e sono diventati protagonisti attivi delle politiche di conservazione e di sviluppo sostenibile.
Il rafforzamento della nostra Associazione sta però producendo anche, nostro malgrado, qualche irritazione fuori luogo e qualche malcelata insofferenza in una parte del mondo ambientalista (in riferimento principalmente al WWF) ed in alcuni autorevoli livelli istituzionali che invece, a nostro avviso, dovrebbero guardare positivamente al nostro lavoro e alla nostra funzione.
La veloce crescita dei Parchi e delle politiche attive di conservazione della natura ha aperto nel nostro paese in questi anni nuovi scenari, ha fatto entrare in campo nuovi soggetti ed ha creato dinamiche inedite e ricche di enormi potenzialità di fronte alle quali occorre, per tutti, sapersi ricollocare, riconoscendo le forti novità ed i nuovi protagonisti (tra i quali va collocata anche la nostra Associazione) come punti di forza per riuscire ad affrontare traguardi ancora più avanzati tesi alla modernizzazione in senso ambientale della società italiana.
Noi, per quanto ci riguarda, non vogliamo attardarci in una assurda e antistorica "competizione" tutta interna al campo delle forze che, pure con ruoli e visioni differenziate, sostengono lo sviluppo della conservazione ambientale e delle aree protette.
L'obiettivo che ci poniamo, non da soli speriamo, è quello di espandere il campo delle alleanze dei Parchi, evitando di perdere tempo nel rivendicare diritti di primogenitura e nel compiere esami di purezza ambientalistica nei confronti di alcunché, con la pretesa assurda di selezionare ed inevitabilmente ridurre così gli amici dei parchi.
Solo compiendo un'operazione di allargamento del fronte di forze che, su obiettivi chiari e condivisi vuole sostenere e qualificare le finalità dei Parchi, la politica di conservazione potrà camminare speditamente in avanti, irrobustendosi e marcare dei positivi risultati.
Per la grande quantità della superficie terrestre e marina oggi protetta in Italia, per la portata delle aspettative diffuse nel paese, per la quantità degli obiettivi sottesi all'istituzione dei nuovi parchi e riserve, in questo momento è solo questa la strada da battere.
Una strada lungo la quale si può e si deve anche avere la capacità di "sporcarsi le mani", di definire compromessi, di individuare percorsi graduali, sempre nella consapevolezza che la battaglia per i Parchi non finisce con la loro istituzione ma è volta a raggiungere le loro finalità ed a "contaminare" del loro messaggio le politiche territoriali, economiche e sociali sia nazionali che regionali.
Con questi punti di riferimento agiremo nel prossimo futuro ricercando alleanze larghe e convergenze programmatiche con tutti ma anche, se necessario, conducendo con determinazione una vigorosa battaglia politica contro le posizioni di retroguardia di chi vuole ricacciare il mondo dei parchi in un angolo angusto, minoritario, ed autoreferenziale destinandolo così ad una sicura sconfitta.
* Presidente della Federazione nazionale dei Parchi |