Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 25 - OTTOBRE 1998
 

A Gargnano siamo andati oltre la Carta della Natura


La Federazione Nazionale dei Parchi e delle riserve naturali, la Regione Lombardia e il Parco Regionale alto Garda Bresciano hanno sottoscritto nell'aprile 1997 un protocollo di intesa che ha, di fatto, dato vita al "Centro Studi Valerio Giacomini". Il Centro ha lo scopo di promuovere momenti di incontro e di cooperazione tra istituzioni, ricerca scientifica interdisciplinare e società civile, oggi chiamate ad una impegnativa prova per fare dei parchi quella realtà aperta alla progettazione ed alla programmazione del territorio, così come li aveva concepiti e voluti Valerio Giacomini.
Il Centro Studi ha sede a Gargnano (BS) presso il Parco Regionale Alto Garda Bresciano, ed è diretto da una segreteria tecnica i cui membri sono nominati dagli enti fondatori. Il Centro Studi, nell'ambito delle attività del programma 1998, ha promosso ed organizzato due appuntamenti dedicati alle problematiche scientifiche ed applicative inerenti la Carta della Natura, strumento di conoscenza introdotto dalla legge quadro nazionale sulle aree protette (394 del 1991) per individuare lo stato dell'ambiente in Italia al fine di determinare le linee fondamentali di assetto del territorio. L'argomento in discussione, di indubbia attualità e importanza, è particolarmente sentito, non solo dagli Istituti di ricerca che si dedicano alla conoscenza del territorio ed alla pianificazione degli interventi, ma anche dalle varie strutture amministrative coinvolte nell'applicazione della legge 394/91 e del più recente regolamento di attuazione della Direttiva Habitat (DPR 357/97).






Il workshop di Pavia
Il tema è stato introdotto a livello tecnico scientifico nel corso del workshop "Verso la carta della Natura", svoltosi il 12 maggio a Pavia, presso il Dipartimento del Territorio e degli Ambienti terrestri di quella Università degli Studi, nel corso del quale i rappresentanti del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno illustrato programmi e metodi di lavoro per la formazione della "Carta", aprendo lo spazio a numerosi interventi dei più qualificati ricercatori che attualmente si occupano di questi temi in alcune delle principali università italiane. Un secondo appuntamento, intitolato "Oltre la Carta della Natura" si è svolto a Gargnano il 20 e 21 ottobre, presso palazzo Feltrinelli, la prestigiosa struttura di proprietà dell'Università degli Studi di Milano, che già da tre anni ospita i convegni internazionali del centro studi Valerio Giacomini. Questo secondo appuntamento si è proposto di estendere il confronto ad esperienze, proposte e punti di vista di differente matrice disciplinare, culturale e politica, per evidenziare soprattutto l'interesse per il "fine", e concentrando l'attenzione degli addetti ai lavori sulle funzioni programmatorie, e non solo conoscitive, che la legge quadro assegna alla Carta della Natura, cioè sulle linee strategiche della politica nazionale per la difesa della natura e del paesaggio.






La prima giornata
Le due giornate di lavoro sono state suddivise in due capitoli di attenzione. Il primo giorno si è parlato delle linee fondamentali di assetto del territorio, a partire da quattro relazioni (di Alberto Tenconi - che ha riassunto i risultati del workshop di Pavia, ha evidenziato le questioni aperte, ed ha anche avanzato la proposta operativa che la carta della natura non sia solo un prodotto, ma possa diventare un servizio permanente -, Franco Viola - che ha auspicato un dialogo tra pianificatore specialista e pianificatore generalista -, Roberto Gambino - che ha denunciato il rischio di un gigantesco spreco di risorse rispetto alle ricerche ed alle esperienze già accumulate dai parchi - e Achille Cutrera - che ha fornito al convegno un brillantissimo rias-sunto di tutte le vicende politiche e amministrative che hanno prodotto l'attuale legislazione, disegnando uno scenario ottimistico sulle prospettive) che hanno definito i "perché" della Carta della Natura. Le prime realizzazioni informatizzate della quale Carta sono state mostrate ed illustrate ai presenti dai tecnici del Dipartimento servizi tecnici nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresentati da Marisa Amadei, e poi - il giorno dopo - dall'ing. Giuseppe Batini, capo reggente del Dipartimento stesso. Nella sessione pomeridiana il convegno si è occupato di "la Carta della natura per chi", con una tavola rotonda ed un dibattito che ha impegnato tra gli altri di Renzo Compiani, Enzo Valbonesi, Mario Di Fidio, Vittorio Ducoli, Forte Clò, Giuseppe Piacentini, e molti altri. E stato il momento della forte sottolineatura del ruolo di Regioni, Province ed Enti Parco nella fase di redazione della carta della natura. Istanza che non è stata negata dai servizi tecnici che sono al lavoro, coadiuvati dalla Guardia di Finanza, i quali (per bocca di Marisa Amadei) si sono limitati ad affermare che il compito di coinvolgere i parchi è del ministero dell'Ambiente, e " se gli enti parco vorranno entrare in questo progetto, noi ce lo auspichiamo.
La richiesta, tuttavia, deve partire dagli enti parco. Non può partire da noi."






La seconda giornata
La seconda giornata, dedicata "all'esperienza italiana nella prospettiva europea" è stata introdotta da Luciano Saino ("... se i parchi già costituiti non vengono tra loro collegati in disegni più ambiziosi come il progetto coste italiane protette, il progetto appennino, il progetto fiumi ed acque interne, ed altro, saranno sempre ben poca cosa rispetto alla politica imperante ed operante di cementificazione delle coste, di inquinamento dei mari, di spopolamento e di dissesto idrogeologico dei versanti collinari e montani, di avvelenamento e spreco delle acque dei fiumi e dei laghi") e poi, in rappresentanza del ministero dell'Ambiente, da Alberto Zocchi (La carta della natura è un lavoro titanico. Non può che essere uno strumento semplice. Non sono stati coinvolti tutti gli specialisti, per mancanza di fondi. Ma il ministero dell'ambiente vigila sui servizi tecnici.), da Giuseppe Batini ("... Il DSTN ha ritenuto opportuno contattare formalmente le Regioni per avere indicazioni circa eventuali esigenze da esse riscontrate nel proprio territorio. Allo stato attuale però, soltanto poche Regioni hanno corrisposto all'invito di lavorare insieme al DSTN..." "La prosecuzione del progetto, necessita ovviamente di altri fondi ..."), Marcello Buiatti, presidente dell'Associazione nazionale Ambiente e Lavoro, e da Angelo Salsi, funzionario della Commissione Europea (la creazione della rete "Natura 2000 costituisce il perno della politica comunitaria per la conservazione della natura ed una sfida importante per i quindici Stati membri. Assicurare la protezione e la gestione efficaci dei siti è impresa di notevoli dimensioni che necessita della partecipazione di tutti i soggetti nazionali e di una selezione rigorosa dei siti a livello comunitario").
Ulteriori esperienze svizzere e tedesche sono state illustrate da Paolo Poggiati, dirigente delI'Ufficio protezione della natura del Cantone Ticino ("Nel Ticino i principali strumenti atti a rilevare ed a valutare lo stato della natura al fine di porsi in sinergia con le altre utilizzazioni del territorio sono gli inventari federali e cantonali ed i piani delle componenti naturali regionali e comunali") e da Hans Dieter Schuster del ministero bavarese per lo sviluppo del paesaggio e per i problemi ambientali (la nuova legge bavarese per la tutela ambientale contiene importanti innovazioni, prendendo lo spunto dalle quali verranno esposte le strategie, competenze e programmi svolti fino ad ora, ed il lavoro programmato per il futuro).
Importanti contributi sono stati forniti anche da Cinzia Margiocco, Renzo Moschini, Fabio Renzi, Stefano Cavalli, Raffaele Tomaino.
Gli atti che raccoglieranno tutti gli interventi delle due giornate di impegnato e ricco dibattito dimostreranno più cose.
Che la Carta della Natura sta uscendo dall'indistinto e dalle geremiadi, ed ha precise caratteristiche, legate ai fondi, alle norme che i ministeri si sono date, all'attuale livello di collaborazione tra i ministeri, e tra loro e il mondo dei parchi. E già un grande risultato aver portato alla luce tutto questo. Ma gli atti aggiungeranno molte altre preziose informazioni.
Gli studiosi che sono intervenuti hanno confic-cato paletti difficilmente aggirabili in ordine ai limiti del lavoro in corso. Gli amministratori hanno fatto altrettanto sul loro terreno, evidenziando i vantaggi della eventuale interazione e collaborazione, ed i rischi della separatezza.
I contributi internazionali (nella tradizione degli incontri del Centro Studi Valerio Giacomini) hanno sprovincializzato il confronto, riportandolo a tutti gli effetti in Europa.






Il ruolo della Federparchi
E - infine - gli interventi dei dirigenti della Federazione dei parchi, da Enzo Valbonesi a Luciano Saino, da Renzo Moschini a Fabio Renzi a tutti gli altri hanno dimostrato che l'organizzazione che i parchi sono riusciti a darsi, nonostante le mille difficoltà nelle quali versano, è in grado di trarre da un approfondito esame degli aspetti tecnici di una questione che è centrale per la classificazione delle aree protette, oltre che per la tutela e la valorizzazione, anche precise linee di lavoro - come è giusto - agli politico e amministrativo, che si trovano riassunte nel documento finale che è pubblicato in questo stesso numero della nostra rivista. In sostanza anche questa terza edizione dei convegni di Gargnano ha dimostrato la grande vitalità di una struttura che si sta affermando come il veicolo maggiore (se non l'unico) di proposte unitarie, in grado di costruire quel sistema nazionale delle aree protette che dovrebbe essere l'asse portante e la struttura fondamentale della legge quadro 394 dell'ormai lontano 1991. Il numero elevatissimo e costante dei partecipanti alle due giornate dei lavori, che in alcuni momenti ha sfidato le pur efficientissime strutture organizzative di palazzo Feltrinelli, sono la controprova delle capacità della segreteria organizzativa, del buon nome che si è conquistato sul campo il Centro Studi Valerio Giacomini, ma anche del fatto che il messaggio che la Federazione nazionale dei parchi sta dando con pazienza e con costanza comincia ad arrivare nel mondo delle aree protette, e nel suo complesso ma essenziale indotto. Nel "parco globale", e nelle aree contigue...